ONE MORE TIME di Luca Casadei: J-Ax, la sua storia in 5 minuti

www.repubblica.it www.repubblica.it 6/6/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript

Uscite con una previsione di vendita di 300 mila copie e vende 30 mila copie.

Quindi la discografia che diciamo ne vogliamo più sentire parlare di te.

I concerti me li mandano a fare nelle sagre di paese.

Come vivi quel momento a livello emotivo? Come stai tu in quel momento?

Inizio a drogarmi come un pazzo. Inizio a drogarmi come un pazzo estomalissimo.

Quindi riversi quella frustrazione fondamentalmente nelle dipendenze?

Senti di drogarmi per non pensarci troppo.

Ho fatto un disco così bello, così scomodo che il sistema non mi capisce bene,

quindi me boycotta le solite stronzate che falliti dicono di loro stessi per poter si guardare allo specchio.

Io non ero molto bravo nelle dinamiche sociali dei bambini di quel periodo,

quindi tendevo a legare con gente di 14-15 anni, soprattutto ragazze,

quando ne avevo 6-7, con miei compagni ne uscivo sempre per dente.

Quindi con i più grandi, perché ti proteggevano un po',

ti facevano sentire non escluso?

Era un problema di interesse, mentre i bambini erano interessati a giocare a calcio, a billet,

io non ero interessato alla musica, ai cantanti, ai video giochi che allora ti discriminava molto.

Essere un nerd ti discriminava ai tempi, non è come adesso che è cool.

Diciamo che sono cresciuto così, la provincia me la sono vissuta male,

anche perché poi era molto tutto conformista.

Quando è il primo petting con la musica?

C'è quando è che cominci ad approcciare la musica in che modo?

Chi è la prima persona con cui lo fai e cosa fai?

Allora, praticamente il primo esperimento fu con un mio amico,

in realtà amico per circostanza, nel senso che era il figlio di un collega di mia madre.

Quindi le due famiglie diventarono amici, andavano in vacanza insieme,

tutte e due ascoltavano Radio DJ, abbiamo provato fino al mio 80' a fare questo progetto che si chiamava Bombe in Stereo,

più forti di un bazooka più veloce di un'aereo.

Erano gli anni più o meno dove Giovanotte aveva fatto Gimmi 5,

in quegli anni lì eravamo le bombe in Stereo, facciamo cagarissimo.

Io comunque ero già Axe, lui era Stefano, si chiamava Stax.

Perché Axe?

Perché a un certo punto a scuola uscivo con altri due Alessandro,

quindi uno era Alex, uno Axel e io diventò Axe per riuscire a dire alle ragazze,

io per un certo punto eravamo tre Ale.

E poi questa storia dell'Axe mi è sempre piaciuta,

perché mi ricorda Asha, in inglese, capito.

Poi il mio nome è preferito, tutti i figli si chiamavano Max,

negli anni 80', quindi ho detto Max, Axe è un po' simile, no?

La J è arrivata dopo.

Quindi fai questo duo con questa persona che fa una roba ai tempi?

Sì, no, una caffettina che avevamo fatto con la doppia piastra di mia mamma,

c'era uno di quelli impianti compatti, una base che avevo fatto con la amiga,

avevamo fatto questa canzone, Bomba Estereo,

e poi faccio sentire i miei compagni di classe.

Dopo di che, non mi ricordo, chi mi invitò a una festa in discoteca,

la domenica a pomeriggio, no?

Ok.

Sembra che ero in terza, in quarta superiore,

e lì per me è stata, io vi dico il DJ che metteva Don't Believe the Hype

dei Public Enemy e che ci repava sopra, no?

Per me quello era un idolo.

Cioè già solo il poter dire, faccio il DJ la domenica a pomeriggio,

era per me un arrivo, appunto d'arrivo,

quello è quello che voglio fare nella vita.

Io mi ricordo che quando ti ho conosciuto da Franco Godi,

c'era Fedez, un giovane Fedez che aveva appena cominciato, no?

E quando vi siete messi insieme, nel senso del business,

prima di tutto è stato un'affinità artistica, allora Fedez...

Come ti siete approcciato, cosa vi è piaciuto,

o più che altro tu che rigiage i hacks,

perché questo binoglio, cosa ti ha tratto?

Allora lui ha iniziato, beh, veramente io sono un'artista,

quindi prima cosa che devi fare è toccarmi lego in qualche modo, no?

Fedez mi ha detto, me l'ha provato,

che praticamente lui è un grande fan dell'album Domani Smetto,

che è uno di cui io sono più affezionato,

e poi quello che ci ha unito subito è questo amore

che finalmente potevo condividere con un altro rapper

per un certo tipo di punk rock,

Blink 132, No FX, Ransid,

cioè conosciamo i pezzi, Fedez li faceva con la chitarra,

io ci cantavo sopra.

Più Fedez, differenza di tanti, mi sembrava uno,

e lo è, perché fondamentalmente è così,

è uno che vuole a spaccare il sistema da dentro,

non vuole a solo partecipare alla giostra, no?

Non era deferente per forza con quelli che c'erano prima di lui,

io in quel senso lì avevo imparato un po' più di diplomazia,

e forse c'era una parte di me che mi odiava per questo, no?

Diceva, Figaro, ti stai facendo educare da questi.

Poi lui è stato l'investimento, ha detto,

mi chiamo Max, facciamo tutto noi,

stiamo facendo tutto noi,

dallo scriverci le canzoni, i video, tutte queste robe, no?

Scuda, finanziamoci lo noi.

Al posso di dare la stecca a qualcuno che semplicemente finanzia le tue idee,

finanziati le tue idee, Fedez, tanti anni che ci penso,

forse è il momento di farlo.

Siamo in piena guerra fredda.

Il governo americano è disposto a tutto per dibattere il nemico,

dagli esperimenti con il porridge radioattivo,

alle iniezioni di plutonio sui soldati,

fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile.

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Nell’episodio di oggi ripercorriamo in 5 minuti i momenti salienti dell’intervista con J-Ax. Clicca sul nostro profilo per ascoltare la puntata completa.

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