Daily Five: In una virgola tutto il dolore del mondo. Giustizia, attacchi alla riforma. Forza Italia non si dissolve, anzi

CNC Media CNC Media 6/16/23 - Episode Page - 20m - PDF Transcript

Oggi l'informazione torna sull'ennesima tragedia del mare avvenuta, lo sapete, nella notte

tra martedì e mercoledì, dove un peschereccio con a bordo centinaia di migranti è affondato

senza che nessuno prestasse soccorso.

Ne abbiamo parlato ieri qui su Daily Five e ne parlano oggi siti, giornali e tv.

Dicono che centinaia di persone erano chiusa nella stiva, soprattutto donne, bambini e

anziani.

Dicono che assalvarsi sono stati solo un centinaio di uomini.

Dicono che ci sia da ieri uno scarica barile tra guardia costiera, frontex e autorità greca

per il mancato soccorso, e dicono insomma tutto quello che dicono e che ci diciamo ogni volta

che una simile tragedia si ripete.

Noi ci diciamo che è una cosa brutta, che non dovrà mai più accadere, poi riaccade.

La notizia finiscereat prima sulle prime pagine, in cima alle on page dei siti, compare

in qualche post sui social.

Poi tutto passa, sempre più velocemente e praticamente si inabissa accanto al barcone sul fondo del mare.

Le persone diventano numeri 50, 10, 500, nemmeno ci accorgiamo più delle normità di questo numero,

di questa tragedia avvenuta marted in notte, 500 morti, però diventano questo un numero.

Non sono più un nome, non sono, non hanno un visso, non hanno un passato, un futuro, una storia,

sono numeri, un numero, 500, 400, 600, ancora non lo sappiamo e forse non lo sapremo mai con esattezza,

però sono solo questo nelle nostre occhi, nei nostri occhi, solo un numero.

I giornali dicono, o meglio titolano, genericamente, barcone si ribalta in mezzo al mare virgola centinaia

di morti. Tra il barcone che si ribalta in mezzo al mare e le centinaia di morti c'è

solo una virgola, come se tutto ciò che accade tra il barcone che si ribalta e le persone

che muoiono sia una virgola. Ed è forse per questo che ci sentiamo un po' o meglio che ci

stiamo un po' abituando a questo orrore, perché racchiudiamo tutto quello che succede tra il

momento in cui il barcone si ribalta e il momento in cui le persone muoiono con una virgola.

E guardate, parlo di abitudine, credo anche a ragion veduta, perché basta guardare, ad esempio,

i siti di informazione, provate a scorrere col dito sul vostro cellulare qualche sito

di informazione. Prima di arrivare e di imbattervi nella notizia di questa tragedia dovrete scorrere

e scorrere e scorrere. Segno del fatto che questa tragedia semplicemente non fa più click,

non fa lettori, non interessa e finisce suis finisce in fondo alle on page e non

perché guardate siamo insensibili o insensibili, ma forse perché ci manca la virgola, forse ci manca

sapere cosa accada nello spazio di quella virgola. Allora vorrei che per una volta ce le immaginassimo

queste persone nell'astiva di quel peschereccio. I testimoni parlano di centinaia di persone,

ed erano tutti donne, bambini e anziani, ed erano chiusi nell'astiva perché lì almeno si stava

a riparo dal sole e dal caldo, però faceva troppo caldo, il viaggio durava più del previsto

e l'acqua è finita prima del previsto. A quel punto la gente inizia a avere sete, i bambini

hanno sete, ma non possono bere, piangono, chiedono acqua, le loro mamme non possono dargliene

perché semplicemente non ce ne è finita. La gente inizia a perdere i sensi per la sete, svegono

in tanti disidratati, alla fine come scrivere ripubblica riportando alcune testimoni anze in

sei muoiono e muoiono di sete, tra loro ci sono due bambini, immaginate di due bambini dei bambini

che muoiono di sete, cioè lentamente e in agonia. La gente a quel punto inizia a ribellarsi,

vogliono uscire, però non possono, non c'è spazio sul ponte, se escono loro altri finiscono

in mare. Arriva la notte, si spegne il motore, per qualche ragione il barcone alla fine

si ribalta, quello che accade dopo è la virgola. Chi è sul ponte finisceavesce in mare e prova

a nuotare per restare a galla, chi è nell'astiva invece è intrappolato. Non possiamo sapere,

ovviamente cosa sia successo in maniera precisa in quel momento, però non è difficile immaginarlo.

Se un barcone con centinaia di persone intrappolate nell'astiva si ribalta significa inevitabilmente

che in quel momento decine di persone finiscono per ribaltarsi sulle altre, ne schiacciano,

è facile immaginare le urla di terrore, magari anche di dolore perché nel ribaltamento qualcuno

si è fatto male e qualcun altro non riesce a respirare schiacciato dagli altri, la luce

che magari nemmeno c'è o se c'è saltata, quindi sono tutti al buio, nel buio è più

totale, i bambini cercano le mamme e le mamme cercano i bambini, ma non si trovano, forse

non si troveranno più, intanto tutti urlano e si schiacciano l'uno contro l'altro, il

barcone inizia ad affondare e l'acqua entra nell'astiva, i testimoni dicono che il barcone

o meglio il peschereccio si ha fondato in pochi minuti, questo significa che in pochi minuti

quella stiva è già sotto il pelo dell'acqua, stanno tutti sprofondando verso un abbisso

di 5.000 metri e il posto più profondo del Mediterraneo, quello in cui è avvenuto l'incidente,

possiamo immaginare quindi che a quel punto la stiva si riempia rapidamente, che sotto

gli altri inizia ad annegare, prova a respirare, ma invece di aria nel naso nella bocca entra

l'acqua, che sopra prova a guadagnare la sacca d'aria che intanto si riduce sempre di più

mentre l'acqua entra, ovviamente non sono tutti fermi poi, è facile immaginare che tutti si dimenino,

che muovano istintivamente braccia e gambe nella frenesia e in uno spazio così piccolo,

con le persone così ammassate e inevitabile che ci si prenda a calci e pugni avvicenda

senza nemmeno volerlo, chissà quanti bambini in quella frenesia sono stati colpiti da calci

e pugni che non potevano nemmeno vedere, intanto tutti iniziano ad annegare, quando si parla

di annegamento in questi casi si pensa solo al dolore e al terrore di non poter più respirare

aria, di ingogliare acqua anziché aria, c'è una cosa invece a cui non si pensa mai e cioè la

pressione, quando si va a fondo già nei primissimi metri, già a tre o cinque o sette metri di profondità,

la pressione dell'acqua è tale che se non si sa effettuare una manobra di compensazione e penso

che queste mamme e questi bambini non sapessero compensare, la pressione ti sfonda, i timpani,

è un dolore a troce. Tutte quelle centinaia di persone, di bambini, di mamme prima di morire

hanno dovuto sentire le loro recchie rompersi, lacerarsi in un dolore acuto e insopportabile,

poi lentamente tra le lacrime, le urla soffocate dall'acqua essendo completamente immersi in

acqua hanno iniziato a morire. Le mamme oltre a morire pensavano in quegli ultimi stanti,

nei loro ultimi stanti anche ai loro bambini che chissà dove nella stiva o magari tra le loro

braccia stavano morendo annegate allo stesso modo. E tutto questo lo hanno patito non in una o in

due persone, ma decine centinaia di persone che martedin notte erano in quella stiva. Questa è

la virgola tra barcone che si ribalta e centinaia di morti. Questa insignificante virgola è tutto

il dolore del mondo. Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per

comprendere l'attualità e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi venerdì 16 giugno e sui siti di informazione sul fronte politico sono due

e gli argomenti che continuano a tenere principalmente Banco, ovvero la riforma della

giustizia e il futuro in certo di Forza Italia. Sulla riforma della giustizia provata ieri

dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro Carlo Nordio e che ora dovrà passare

chiaramente al Vaglio del Parlamento, abbiamo parlato a lungo ieri, abbiamo spiegato cosa

prevede, quali sono le possibili conseguenze e le tante criticità. Oggi i giornali tornano

su questo disegno di legge con interviste ammagistrati e tecnici della giustizia che si

dividono sostanzialmente tra favorevoli e contrari, elogiando o criticando uno o più

aspetti della riforma. Ad esempio sulla nuova norma che prevede che a decidere per un arresto

non sia più un singolo GIP ma un collegio di tre giudici, nuova norma appunto contenuta

in questa riforma, su Repubblica il Presidente del Tribunale di Torre Annunziata si chiede

come faranno i piccoli e medi tribunali a organizzarsi, a trovare cioè il triplo dei

giudici che oggi sono necessari per un arresto. Il giornalista osserva durante questa intervista

che il ministro Nordio ha promesso comunque l'arrivo in tutta Italia di 250 nuovi giudici,

però il magistrato risponde a sua volta ricordando come i magistrati di prima nomina

non possano svolgere la funzione di GIP se non dopo due anni quindi il problema dell'organico

resta. Riguardo all'abolizione del reato dal buso d'ufficio invece sulla stampa il

procuratore aggiunto di Roma Giuseppe Cascini ci va giù abbastanza pesante contro il governo

e dice nessun altro paese legalizza così le prevaricazioni odiose del potere. Il riferimento

è al fatto che oggi, attualmente prima di questa norma, l'abuso d'ufficio esiste ed

è sanzionato come reato proprio per proteggere i cittadini dagli abusi del potere ad esempio

dal sindaco che ti toglie qualcosa che ti spetta per darla all'amico. Oggi il cittadino

può denunciare quel sindaco da domani con questa riforma voluta dal governo non potrà

più farlo e dovrà soltanto subire. Cancellare l'abuso d'ufficio dice il procuratore Cascini

significa ridefinire il rapporto tra autorità e cittadino. Si legittimano in questo modo

il soppruso, la prevaricazione, l'arroganza di chi ha il potere di fare un favore all'amico

e infliggiare una ritorzione al nemico. Il giornalista a questo punto fa notare come

l'argomento usato dal ministro Nordio per giustificare l'abolizione del reato di abuso

d'ufficio sia che comunque ogni anno ci sono oltre 4000 inchieste per abuso d'ufficio però

alla fine vengono condannati in pochissimi poche decine di imputati. Intanto risponde

Cascini questa è la prova che in Italia non ci sono magistrati assatanati altrimenti avremmo

avuto 4000 condanne e poi come nascono queste inchieste si domanda il magistrato non da capricciosi

pubblici ministeri ma dai sposti e denuncie dei cittadini che manifestano in questo modo

disagio in sofferenza frustrazione nei confronti della pubblica amministrazione che abbiano

torto o che abbiano ragione. C'è poi il capitolo intercettazioni sui giornali e sui siti di

informazione. Come abbiamo spiegato ieri la nuova norma prevede una stretta ai giornalisti

sulla pubblicazione delle intercettazioni. Oggi per capirci meglio funziona così. Un

pubblico ministero che conduce delle indagini va dal GIP e gli dice, caro GIP questo tizio

secondo me ha commesso questi crimini ecco tutte le intercettazioni che lo dimostrano.

Il GIP a quel punto legge le intercettazioni, balluta le altre prove e se ritiene che l'indagato

in effetti vada arrestato dispone un ordinanza di custodia cautelare. In questo ordinanza

il GIP per motivare l'arresto inserisce 이건 anche le intercettazioni che gli

sono state date dal PM ma non tutte, di solito ne esclude alcune che a suo judiciale non sono

fondamentali ai fini dell'ordinanza. Bene, oggi i giornalisti se ne entrano in possesso possono

pubblicare anche alcune delle intercettazioni che il PM riteneva utili ma il GIP no. Da domani

questo non sarà più possibile. Questo per molti giornalisti ma anche per molti magistrati

rappresenta una sorta di bavaglio alla stampa. Questo perché costringe i giornalisti a pubblicare

solo quello che dice il GIP e non magari anche quello che ha trovato il PM e che magari può

essere importante per comprendere meglio un processo, per comprendere meglio le sue ragioni,

per rafforzare i sospetti su un indagato o al contrario per dimostrare che forse tanto colpevole

non è. Ad esempio, per rimanere ai casi più recenti, non avremmo visto in questi giorni

le immagini del pestaggio nella questura di Verona. Nel giustificare questa sua scelta il

ministro Nordio ha spiegato che limitare le intercettazioni solo a quelle contenute negli

atti de giudici serve a evitare il cosiddetto Gossip, cioè serve a evitare che i giornalisti

pubblichino intercettazioni di terze persone che magari non c'entrano nulla. Ma come spiega

sul corriere l'ex presidente della NM, cioè l'Associazione Nazionale Magistrati Eugenio

Albamonte, il Gossip, cito le sue parole, è già stato limitato dalla riforma Orlando.

Il fatto che questa argomentazione usata da Nordio non abbia alcun fondamento sta nel

semplice fatto che il garante della privacy in commissione giustizia solo qualche mese

fa ha dichiarato di non aver registrato alcun caso di pubblicazione, di intercettazioni

relative a terze persone. Alcun caso significa zero casi, significa che già da anni i giornalisti

non pubblicano più il cosiddetto Gossip, non pubblicano più e non hanno mai pubblicato

intercettazioni di terze persone. Quindi questa limitazione decisa da questa legge si

basa sostanzialmente sul nulla.

Sul futuro di Forza Italia almeno per ora la prima notizia è che Forza Italia come

riporta oggi il correre va avanti, non implode, non si scioglie né formalmente, che sarebbe

anche impossibile a pochi giorni dalla morte del leader, ma nemmeno sostanzialmente. Ne

giorni in cui ad Arcore hanno reso magia l'expremier nella camera ardente i big del partito infatti

hanno avuto l'assicurazione dalla famiglia Berlusconi che l'avventura può proseguire

con il loro appoggio sia sentimentale però anche economico. Per il momento senza la presenza

diretta di qualcuno dei familiari ma in futuro chissà. In ogni caso il mondo Berlusconiano

più stretto resta a cavallo e manterrà un ruolo cruciale. Questo passaggio prosegue

Paola Di Caro sul Corriere era essenziale per dare il via al secondo, ovvero nominare

una nuova guida provvisoria, che sarà l'attuale vicepresidente e coordinatore Antonio Tagliani

che gli era avuto anche la notizia di una crescita di oltre due punti percentuali di

Forza Italia nei sondaggi nonché un nuovo endorsement del PPE e lui che assumerà perlomeno

la reggenza del partito fino ad un congresso che si terrà nei prossimi mesi ma con ogni

probabilità non prima del 2024. Andiamo sulla cronaca perché c'è ancora

tanto spazio oggi sui giornali e sui siti di informazione dedicato all'incidente avvenuto

mercoledì pomeriggio a Roma tra una Lamborghini con a bordo cinque youtuber intenti a girare

un video e una Smart con a bordo una mamma e i suoi due bambini, uno dei quali lo sapete

Manuel di cinque anni, morto nello schianto. I carabinieri, scrivere pubblica, sono andati

a casa di Matteo Di Pietro, il ventenne alla guida delle Lamborghini per una perquisizione,

sono stati lì venti minuti ma in casa il ragazzo non c'era. Con tutta probabilità

dovevano accertare la presenza di stupefacenti, il giovane infatti è stato trovato positivo

ai cannabinoidi ed è accusato di omicidio stradale e lesioni. Su questo punto salto

un attimo sul corriere della sera dove invece l'avvocato del giovane indagato, c'è Francesco

Consalvi, nega la veridicità di questa notizia. Non vi erano tracce nel mio cliente di eccitanti

o simili, dice l'avvocato, diversamente l'autorità giudiziaria sarebbe pesantemente intervenuta

con qualche misura cautelare, così non è stato. Intanto riprendo adesso a leggere

da Repubblica, da questa mattina sono state effettuate le audizioni e da parte della polizia

giudiziaria di alcuni ragazzi che fanno parte del gruppo di youtuber e nei prossimi giorni

verrà ascoltata anche la madre del bambino dimessa ieri dell'ospedale santeugenio. Qui

Repubblica prosegue il racconto persegui l'articolo con un piccolo titolo che recita

così virgolette dopo l'impatto filmavano e ridevano scoppia la risa. Però leggendo

l'articolo devo dire che non si fa menzione poi nel testo dell'articolo di queste presunte

risa. Infatti riprendo a leggervelo, subito dopo lo scontro un video ha cominciato a

girare a Casal Palacco di chat in chat. Un uomo urla, la folla lo trattiene, si vedono

la smart a cartocciata, la Lamborghini distrutta e un ragazzo di spalle in primo piano con la

t-shirt della crew di youtuber The Borderline e in un angolo defilato con un telefonino

rosso stretto in mano. Si tratta di Vito Loiacono, 23 anni, un altro occupante della Lamborghini

viene invece tenuto fermo da una poliziotta. In particolare da quelle immagini si vedono

due uomini che con altri adulti affrontano i ragazzi scesi dal sub. Sono Helio Schurpi,

un ex dirigente all'Italia, ora direttore dell'asilo dove andava Manuel e Valerio,

suo figlio e papà di un compagno di classe del piccolo scomparso. Quella degli youtuber

è stata una reazione inconcepibile, dobbiamo fare emergere la verità, spiega Alessandro

Milano padre di un altro bimbo della stessa classe. Gli accertamenti procedono prosegui

l'articolo di Repubblica anche per comprendere se i ragazzi potevano noleggiare quel bolide

e da quanto avevano preso la patente. Il codice della strada non prevede che si guidi

un auto di una cilindrata così alta nel primo anno di patente, ma ci sono da chiarire le

date degli esami. Il SUV si è schiantato sulla Smart secondo i rilievi e le testimonianze

mentre la mamma di Manuel stava girando a sinistra su Via Mileto. I testimoni raccontano

che una macchina si è fermata per fare svoltare la Smart e la Lamborghini la superata schiantandosi

sulla Citycar. E con questo per oggi e per questa settimana noi ci fermiamo qui. Io

vi ringrazio per l'ascolto e vi do appuntamento al lunedì, sempre alle 17, con Daily Five.

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Ennesima tragedia nel Mediterraneo, muoiono in centinaia, ma l’orrore ci lascia sempre più indifferenti.

Riforma della Giustizia, ecco perché magistrati e giornalisti si oppongono.

Forza Italia non si scioglie, riceve la benedizione della famiglia Berlusconi e si avvia al Congresso.

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