Daily Five: Il mondo si riarma. L’alluvione in Emilia Romagna. La storia dell’attentato a Putin.
CNC Media 5/3/23 - Episode Page - 20m - PDF Transcript
In questi giorni si sta tornando molto a parlare di aumento delle spese militari, è stato
il cardine di un duro intervento del fisico Carlo Rovelli durante il concerto del 1 maggio
ed è anche il tema di diversi articoli di stampa che registrano come nel 2022 le spese
militari nel mondo siano aumentate a un livello record mai registrato nella storia e le cose
in effetti stanno così. La spesa militare mondiale nel 2022 ha rilevato il SIPRI, Istituto
di ricerca di stoccolma sulla page è aumentata del 3,7% in termini reali, cioè al netto
dell'inflazione, fino a raggiungere i 2240 miliardi di dollari arrivando così a un nuovo
massimo storico. Gli Stati Uniti, leggo dal sito specialistico
Analysti di Fesa, si confermano in testa la classifica con circa 877 miliardi di dollari,
quindi il 39% della spesa mondiale, cioè gli Stati Uniti spendono da soli il 39, quasi
il 40% di tutta la spesa militare mondiale, di cui 20 miliardi di aiuti all'Ucraina seguono
Cina e Russia, con rispettivamente 292,86 miliardi di spese estimate, quindi queste
tre nazioni insieme, Stati Uniti, Russia e Cina, rappresentano da sole la metà della
spesa globale militare del 2022. Qui riprendo la parola solo per far notare che la spesa
militare degli Stati Uniti è dieci volte quella della Russia. Questo è giusto per
rimettere un attimo in prospettiva la situazione attuale nella quale qualcuno vorrebbe la
Russia militarmente potente come gli Stati Uniti d'America, però, ripeto, come vedete
non è così, riprendo a leggere l'articolo. Seguono in questa classifica l'India al
quarto posto con 81 miliardi, l'Arabia Saudita con 75 miliardi, più 16% rispetto allo
scorso anno, la Gran Bretagna 68 miliardi dei quali due mezzo versati all'Ucraina.
L'Europa ha registrato l'incremento più consistente degli ultimi 30 anni, con un
più 13% rispetto al 2021, raggiungendo una spesa di 436 miliardi, con i paesi al centro
e dell'ovest del continente che hanno stanziato 313,9 miliardi. Ora, la narrazione di certa
parte politica a questa specie di corsa e riarmo lo abbiamo sentito anche il 1 maggio
e che tutta colpa dell'Occidente. L'Occidente, quindi America ed Europa, si armano perché
sono cattivi e perché vogliono la guerra e non vogliono la pace, perché settiarmi
è chiaro che vuoi fare la guerra. Certo, le cose potrebbero stare così, ma potrebbero
stare anche diversamente. Ci si armasi per attaccare qualcuno, ma spesso ci si arma anche
solo per difendersi con scopo di deterrenza. L'Occidente si sta armando per fare la guerra
o per non subire una guerra. La risposta probabilmente la troviamo sempre in questi
dati e nel fatto che la spesa militare mondiale che è aumentata, stiamo parlando di questa
spesa che è cresciuta nel 2022, in realtà ha cominciato a crescere 8 anni fa. E perché
cosa è successo 8 anni fa? Beh, è successo che la Russia ha invaso prima la crimea
e poi il Donbass. Ed è successo che negli ultimi anni si è fatta sempre più insistente,
sempre più esplicita la minaccia cinese di invadere Taiwan, minaccia che è diventata
ormai una promessa. Lo stesso Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping ha
più volte ribadito che se i Taiwan non si farà annettere con le buone allora verrà
presa con le cattive. Ha proprio usato queste parole. Insomma, negli ultimi 8 anni l'Occidente
si è accorto che ha a che fare con due superpotenze, la Russia e la Cina, che hanno
apertamente dimostrato di non avere alcun problema a invadere stati democratici e sovrani
allo scopo esplicito di annetterli a sé. Quindi viene da chiedersi cosa ci sia di strano
se paesi democratici vicini a queste superpotenze ditatoriali decidono di mettersi un po' più
al sicuro aumentando la spesa per gli armamenti. In Europa, ad esempio, gli stati che nel 2022,
dopo l'invasione dell'Ukraine, hanno maggiormente incrementato la spesa militare sono stati
Finlandia, Lituania, Svezia e Polonia. La Germania è al settimo posto e l'Italia al
dodicesimo. Tutti paesi mi riferisco ai primi che ho citato che sono a ridosso della Russia
che magari in passato sono stati in base dalla Russia o dominati proprio dalla Russia e che
rivedendo dopo anni una Russia aggressiva, guerra fondaglia e imperiale, hanno deciso
di correre ai ripari. Certo, non è mai sia chiaro, non è che nessuno lo nega, non è
mai un bene che gli stati si riarmino e la diplomazia dovrebbe avere sempre la prima
parola su tutto, ma la diplomazia, in geopolitica, senza armi, funziona solo nei mondi fatati.
Soprattutto quando si ha a che fare, quando si va a parlare con delle dittature. In questi giorni
si sta discutendo molto di questa storia secondo cui il Papa Papa Francesco starebbe in silenzio
portando avanti da otto mesi un'operazione diplomatica per riportare la pace fra Russia
e Ucraina. Ora io non so se questo sia vero o meno. La Russia ha smentito, però oggi ad
esempio il fatto quotidiano ha insistito sulla veridicità di queste presunte trattative.
Io personalmente ripeto dubito, e dubito proprio perché a Putin del Papa non frega nulla, sia
perché Putin è ortodosso il Papa è cattolico, ma soprattutto perché il Papa sul tavolo non
può mettere nulla. Cioè la risposta di Putin potrebbe essere vabbè e se non faccio come dici
tu che cosa fai? Quando alla fine della seconda guerra mondiale Roosevelt, Churchill e Stalin
si incontrarono agli Alta per ridisegnare le rispettive spere di influenza sul mondo,
a Stalin, che era all'epoca il leader dell'Unione Sovietica, fu chiesto di tenere conto anche
delle esigenze di Papa Pio XII. E la risposta di Stalin, molto pragmatica per quanto cinica,
è probabilmente il riassunto di tutto quello che ci siamo detti fino a questo momento,
perché quando fu chiesto a Stalin di tenere conto anche delle esigenze del Papa, la risposta
ironica di Stalin fu, di quante divisioni dispone il Papa.
Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità
e conoscere il mondo che ci circonda una notizia la volta.
È mercoledì 3 maggio e da questa mattina tutti i principali siti di informazione aprono
sull'ondata di maltempo che si abbattuta negli ultimi due giorni e nella notte in particolare
su tutta l'Emilia Romagna, una pioggia ininterrotta per avere una misura basti pensare che nelle
sole ultime 24 ore è caduta a Bologna più pioggia che negli ultimi 4 mesi, ha causato
allagamenti, frane e desondazioni in quasi tutta la regione. L'immagini sono impressionanti
probabilmente le avrete viste, si vedono auto quasi interamente sotto il pelo dell'acqua,
strade completamente diverse, cittadini che si muovono a bordo di canoe. Il bilancio
al momento purtroppo e di due morti, una delle vittime, un uomo di 80 anni era in
sella alla sua vicina il momento in cui è stato travolto dalle sondazioni del segno
a Castelbolognese, l'altra vittima invece è rimasta uccisa tra le macerie della sua
abitazione, crollata proprio a causa dello smottamento del terreno. Una terza persona
risulta al momento dispersa, mentre almeno in 5.000 hanno rischiato l'evaquazione. A
essere colpite con piogge incessanti, come riportato dal centro medio dell'Emilia Romagna,
sono tutte le zone tra Reggio, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì, con una media
di 80-90 mm per aria tra Esta, Emilia e Ovestromagna, ma con punte che hanno toccato anche i 120-140
mm su collina e alta pianura. Le conseguenze, scrive il Corriere della Serra, sono i
portato di quanto è successo ieri, scuole chiuse, strade allagate, fiumi in piena che rompono gli
argini. Nella notte si è ampliata la zona allagata per la rottura dell'Argine del Sillaro a
Consellice in provincia di Ravenna, ma è stata segnalata anche le sondazioni del Lamone. Alle
7.30 è stata chiusa la via Emilia in diversi punti, vicini a tratti di corsi d'acqua eccessivamente
alti e pericolosi, ma i disagi alla circolazione hanno riguardato anche alcune linee ferroviare
con la sospensione di numerose tratte. C'è poi il fronte sfolati, sono oltre 250 agli evacuati
nel Ravennate, un centinaio nel territorio di Faenza, scomberate un centinaio di persone anche
a Bianca Nigo di Castelbolognese, anche nel Modenese la situazione è stata critica con la
chiusura al traffico di diversi punti. E poi c'è il capitolo scuole chiuse in alcuni comuni per
precauzione come Faenza, Castelbolognese, Selva e San Martino di Molinella, territorio dove è tracimato
Alcune famiglie sono state evacuate già dalla serata di ieri e si sono valutate
a lungo altre situazioni, i Sindaci hanno consigliato nelle aree più a rischio di non muoversi in auto
e di trasferirsi a piani alti delle abitazioni. A Consellice per esempio l'accoglienza è stata
organizzata al Palazzetto dello Sport. Ricordo che chiunque può portarsi al Palazzetto dello
Sport ed è bene che porti con sé una coperta, ha avvisato la Sindaca a Paola Pula. I vigili
del fuoco hanno effettuato più di 400 interventi per allagamenti di abitazioni e diverse frane nella
località dell'Appennino Forlevese, in particolare nel territorio di Modigliana dove sono state
evacuate 12 persone. A Ravenna poi è stata valutata anche l'evaquazione di massa.
Ma cosa è successo? Perché queste piogge incessanti? Perché si sono concentrate in Emilia Romagna?
E perché hanno avuto conseguenze così disastrose? Su vari siti di informazione
troviamo diversi interventi oggi di esperti che provano a rispondere a queste domande.
Tra i tanti vi leggo quello di Lorenzo Tedici, metereologo del metio.it che intervistato dal
corriere spiega. Il fenomeno è stato un po' sottostimato. Erano attese piogge per 120-130
milimetri. Invece in alcune aree sono cadute 200 milimetri in 24 ore, pari alla pioggia
di due mesi. Poi si sono verificate altre due condizioni sfavorevoli. Quali chiede il giornalista?
Tedici risponde. Le piogge di maggio trovano talvolta ancora la neve sui monti, come si è
verificato ora sull'Appennino, poiché a fine aprile inizio maggio non fa più così freddo.
C'è stata l'azione combinata di forti piogge e dello scioglimento delle nevi. Oltre a questo
i terreni resi secchi dalla siccità, non sono riusciti a trattenere pienamente l'acqua che è
arrivata in fretta a ingrossare torrenti che il giorno prima erano quasi in secca e si sono perciò
verificate in ondazione il lampo. In poche ore il livello dei torrenti è aumentato anche di 10 metri
oltre alla rottura degli argini in terra. In estate si possono verificare precipitazioni
anche più intense in poco tempo, ma non si sommano allo scioglimento della neve.
Journalista a questo punto chiede. Le previsioni evidenziano le maggiori precipitazioni tra Piemonte
e Liguria che ci sono state ma non così intense e in Calabria. Invece i problemi sono stati in
Romagna e nel Messinese. Cosa è andato storto nelle previsioni? In Piemonte risponde Tedici,
Lombardia e Calabria. Le piogge erano previste per il 1 maggio. Si sono verificate e quindi le
previsioni non erano sbagliate. Poi la perturbazione si è spostata in Romagna dove la protezione civile
aveva dirammato l'allerta arancione e in alcune aree anche rossa per il 2 maggio. Secondo me tutto
quello che poteva essere fatto è stato fatto e gestito bene. Anzi secondo alcuni l'allerta arancione
per pericoli idrogeologici in Emilia Romagna era eccessiva visto che si era in uno stato di siccità
e domenica se era fiumi e torrenti appenninici erano ancora in secca. Per rispondere infine alla domanda
Ora Cosa succederà, vi rimando invece a un'altra intervista, un esperto questa volta
sul Repubblica, intervista fatta a Sandronanni che è un meteorologo dell'Agenzia regionale
Arpae. Sta smettendo di piovere su tutto il territorio regionale in questo momento, racconta dopo
le 10 di mattina a Repubblica Sandronanni. Registriamo solo qualche residua precipitazione tra il
Bolognese, il Modenese e il Ferrari. La copertura nuvolosa tenderà a calare nel corso della giornata
a partire dalla pianura occidentale e il cielo si farà man mano più soleggiato.
Il sole dovrebbe farla poi da padrona a partire da domani, le temperature aumenteranno gradualmente
fino a sabato quando dovremmo arrivare a torno ai 25 gradi. Poi tra domenica e l'inizio della prossima
settimana è atteso un nuovo cambio di scenario, stando ai dati disponibili al momento infatti
è atteso un nuovo abbassamento delle temperature massime con precipitazioni sparse. La seconda
settimana di maggio si prospetta quindi perturbata e caratterizzata da altra instabilità.
Torniamo a parlare di guerra perché qualcuno sta cercando di portare lo scontro tra Russia
e Ucraina a un livello pericolosamente più alto, però non è chiaro se si tratti della Russia o
dell'Ucraina o di qualcun altro. Questa notte a Mosca le forze russe hanno abbattuto due droni,
cioè due velivoli senza pilota nei pressi del Kremlin, che è l'immenso complesso dove assede
la residenza del capo di stato russo, in questo caso Vladimir Putin. Ecco, secondo le autorità
russe, i due droni abbattuti erano droni Ucraini fatti volare a Mosca da Kiev per colpire il Kremlin
e addirittura uccidere Vladimir Putin. Questa notte si legge in una nota del servizio presidenziale,
il regime di Kiev ha tentato di colpire con veicoli aerei senza equipaggio la residenza del
presidente della federazione russa al Kremlin. A seguito di azioni tempestive, intraprese
dei servizi militari e speciali che utilizzano sistemi radar, i dispositivi sono stati messi
fuoriuso. A seguito della loro caduta e della dispersione di frammenti sul territorio del Kremlin
non ci sono state vittime e danni materiali e Vladimir Putin risulta illeso. Mosca in realtà
fa sapere che Putin non era nemmeno presente in quel momento al Kremlin. Ora chi è stato a
mandare questi droni e cosa volevano fare? Allora il governo russo ha subito definito l'accaduto
come un atto terroristico pianificato e un attentato alla vita del presidente della federazione,
compiuto prima del giorno della vittoria, l'apparata del 9 maggio. Ora a supporto di questa tesi,
cioè che i velivoli in questione fossero Ucraini, che volessero attaccare il Kremlin e volessero
addirittura uccidere Putin, Mosca non ha fornito al momento alcuna prova e anzi il governo Ucraino
ha fatto sapere di non avere naturalmente nulla a che fare con questa vicenda. Il portavoce
presidenziale Ucraino Nikiforov ha ribadito la posizione di Zelensky, ha detto l'Ucraina invia
tutte le forze e i fondi disponibili per liberare i propri territori, non per attaccare quelli
estranei. Però due consiglieri del presidente Ucraino fa sapere il correre pur ribadendo che
Kiev non ha nulla a che fare con gli attacchi con droni al Kremlin hanno spiegato che secondo loro
il drone sul Kremlin è stato lanciato dai partigiani russi della regione di Mosca, cioè non da Ucraini,
ma dagli stessi russi che fanno opposizione a Putin. La comparsa di veicoli aerei senza pilota
non identificati presso impianti energetici o sul territorio del Kremlin scrive uno di
questi consiglieri di Zelensky, cioè Podoliak in un tweet, può solo indicare le attività
di guerriglia delle forze di resistenza locali. La perdita del controllo del potere sul paese
da parte del clan di Putin è evidente qualcosa sta accadendo in Russia. Podoliak scrive anche che
la notizia di questo attacco serve in realtà a Mosca per giustificare un atto terroristico
su larga scala. Un attacco sul territorio russo da parte nostra non risolverebbe, dice Podoliak,
alcun problema militare e fornirebbe in realtà a Mosca motivi per giustificare i suoi attacchi
ai civili. In effetti, qui ovviamente riprendo la parola io, dei dubbi sulla ricostruzione di
questo presunto attentato ricostruzione fatta da Mosca, non mancano, c'è alcune cose,
non tornano per carità, sia chiaro può essere che sia tutto vero, ma non si comprende bene il
senso di una simile azione. Al momento non è ad esempio chiaro in base a cosa le autorità russi
abbiano stabilito che quei droni fossero ucraini e manovrati per volontà del governo di Kiev,
non si capisce faut come avrebbero davvero potuto ambire a colpire il Kremlin visto che
l'intero complesso è difeso come una rocca forte impenetrabile, e l'abbattimento lo ha dimostrato,
non si capiscemondo come sia possibile organizzare un attentato così ardido, così studiato, così
complesso e diportata così enorme e poi dimenticarsi di verificare prima che Putin fosse a casa.
non si capiscelarese che vantaggio avrebbe Kiev, come ha fatto notare Podolac a provocare
Mosca, cercando di ferire o uccidere Putin, visto che la logica e unica conseguenza di un atto del
genere sarebbe una reazione, se possibile, più feroge dell'attuale della Russia.
Non ha caso il portavoce di Putin ha fatto sapere che, a seguito di questo presunto attentato,
la Russia si riserva il diritto di adottare misure di ritorzione dove e quando riterrà opportuno.
Insomma, non è del tutto da escludere lipotesy, almeno stando anche a queste parole che qualcuno
abbia enscenato questo finto attentato per giustificare qualcosa di grave in programma per il prossimo
futuro, tipo un attacco politicamente clamoroso.
Un deputato russo Mikhail Sheremet ha, ad esempio, invitato le forze armate russe a lanciare
un attacco missilistico proprio contro la residenza di Zelensky a Kiev e il presidente del Senato Russo
ha definito questo presunto attentato un vero caso sbelli per dare il via all'eliminazione
dell'elite terroristica dell'Ukraine.
Dobbiamo puntare al centro di Kiev e l'appello di un altro deputato russo che dice dobbiamo
distruggere l'ufficio del presidente, il Parlamento Ukraino, lo Stato Maggiore e gli edifici che
ospitano i servizi segreti.
Quindi insomma, sembra che attribuire all'Ukraine questo presunto attentato, compiuto magari
dai russi stessi, dagli Ukraini o dai partigiani russi, stia diventando per la Russia un motivo
per giustificare qualcosa di gravissimo che potrebbe compiere un domani, ovviamente di
più grave dell'invasione stessa della Russia come, ad esempio, colpire lo stesso Zelensky.
Staremo a vedere quindi che cosa succederà, io nel frattempo mi fermo qui, vi ringrazio
per l'ascolto, vi saluto e vi do appuntamento a domani, sempre alle 17, con Daily Five.
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