Daily Five: Il governo che ora vuole i migranti, l’assurdo caso della spia fuggita, il ponte sullo Stretto che già costa il doppio

CNC Media CNC Media 4/14/23 - Episode Page - 18m - PDF Transcript

Allora, l'Italia ha bisogno di immigrati, ha bisogno di tanti immigrati e ne ha bisogno

se vuole aumentare il pill, se vuole ridurre il debito pubblico e se vuole che i conti

del paese non saltino per aria.

Ora, prima che a farmi saltare per aria sia qualcuno di voi contrario all'immigrazione

o qualcuno metta mano alla fondina, mi corre l'obbligo di precisare che queste considerazioni

non sono mie e non sono nemmeno di Laura Boldrini o di Ellie Schlein o del comandante di qualche

nave ONG o di Roberto Saviano o di qualche, tra virgolette, comunista amico dei clandestini.

Queste sono conclusioni, messe nero su bianco dal rullo di tamburi, governo Meloni.

Anzi vi dirò di più dal Ministero dell'Economia guidato dal ministro leghista Giancarlo Giorgetti,

numero 2 della lega di Matteo Salvini e l'altra firma è appunto quella della premier

Giorgia Meloni.

Qualche giorno fa credo l'altro ieri, vi ho parlato del DEF, il documento di economia

e finanza che ogni governo approva entro il 10 aprile di ogni anno appunto per fissare

gli obiettivi di finanza del governo, sia per i mesi a venire ma anche per gli anni a

venire.

Ecco, a pagina 124 del DEF preparato dal ministro leghista Giorgetti e approvato l'11 aprile

dal Consiglio dei Ministri presi eduto da Giorgia Meloni, c'è scritto quanto segue.

Si osserva un impatto particolarmente rilevante in quanto, data la struttura demografica degli

immigrati che entrano in Italia, l'effetto è significativo sulla popolazione residente

in età lavorativa e quindi sull'offerta di lavoro.

Il rapporto debito pill nei due scenari alternativi, a fine periodo, arriva a variare rispetto

allo scenario di riferimento di oltre 30 punti percentuali.

Allora, tradotto, cosa c'è scritto?

Beh, c'è scritto che, ipotizzando due scenari, in uno di questi scenari il debito pubblico

dell'Italia esplode e il paese si avvicina al fallimento, nell'altro scenario il debito

pubblico del paese invece si riduce di ben 30 punti percentuali e parliamo di centinaia

di miliardi di euro risparmiati.

Quali sono questi due scenari di cui parla il governo?

Allora, se andate a pagina 124 del DEF trovate proprio il grafico.

Allora, lo scenario A è uno scenario in cui l'immigrazione netta nel nostro paese diminuisce

del 33%.

Cioè, si ipotizza che nei prossimi anni in questo scenario l'immigrazione in Italia

si riduca del 33%, se questo dovesse accadere, se in Italia quindi l'immigrazione dovesse

diminuire, il debito pubblico italiano esploderebbe oltre il 200% nei prossimi anni.

Lo scenario B, che trovate appunto nel grafico allegato al DEF, è uno scenario in cui invece

accade l'esatto contrario in cui l'immigrazione aumenta del 33%, se questo dovesse accadere,

il debito pubblico italiano è scritto nel grafico del DEF, solo grazie all'afflusso

di questi immigrati, crollerebbe di almeno 30 punti percentuali, facendoci quindi risparmiare

un sacco di soldi.

Ma perché questo?

Qual è il legame tra immigrati e conti del paese?

Beh, il legame sta banalmente nel fatto che noi italiani, come abbiamo visto tra l'altro

nella puntata di venerdì scorso, siamo in pieno inverno demografico, e cioè facciamo

sempre meno figli, abbiamo sempre meno giovani, viviamo sempre più a lungo, stiamo diventando

sempre di meno e stiamo diventando sempre più vecchi, abbiamo un'età media ormai come

paese di ben 46 anni, tutto questo cosa significa che abbiamo sempre più italiani che sono

un costo per lo stato, in quanto anziani, e sempre meno italiani giovani che sono un

guadagno per lo stato visto che lavorando paga notasse e contributi, ecco gli immigrati

sono esattamente l'opposto, sono solitamente giovani, non sono costati all'Italia un euro

perché ad esempio non hanno dovuto istruirsi in Italia, sono in età da lavoro, non percepiscono

dall'Italia pensione o altro, quindi con il loro lavoro portano al paese un guadagno

netto, così direttamente.

Se un immigrato ad esempio di vent'anni arriva in Italia e inizia a lavorare, questo immigrato

inizia a avversare da subito contributi e a avversare tasse senza essere costato e

senza costare nulla al paese, ripeto quindi ogni immigrato è un guadagno netto, moltiplicate

questo guadagno per centinaia di migliaia di immigrati e avrete un tale guadagno da

far crollare appunto nel corso degli anni il debito pubblico del paese, ecco perché

si arriva a quelle conclusioni, ora il dramma quale è, il dramma è che tutto questo si

sa, tutto questo si sa da anni, viene scritto in ogni DEF ogni anno da ogni governo, oggi

il giornale la stampa su questo titola così, il governo vuole più migranti utili per

abbattere il debito quasi come se fosse una notizia, ha detto che lo è però non è proprio

una notizia nuovissima, in realtà questi dati vengono riportati ripeto da ogni governo

ogni anno in ogni documento di economia e finanza, io stesso spero che questo non passi

per pubblicità ma solo come testimonianza, ne ho parlato nel mio libro, chi di voi ce

l'ha sottomano può verificare a pagina 185 e in quel passaggio mi riferisco proprio al

DEF del governo Lega Cinque Stelle del 2019 e adesso arriva a dire quindi che le cose stanno

così e anche il governo più di destra e più antiimmigrazionista della storia d'Italia,

ovvero quello formato da Lega e fratelli d'Italia, Salvini e Meloni, ma dicevo quale

allora il problema, e che tanto il DEF, non lo legge nessuno, nessun cittadino va a leggersi

centinaia di pagine di documento di economia e finanza per sapere qual è l'impatto reale

dell'immigrazione sul Paese, per scoprire magari che non è solo positivo, ma è proprio

determinante per i conti pubblici del Paese e quindi per il Paese intero, ciò che purtroppo

un normale elettore che chiaramente ha ben altro da fare durante la giornata che è andarsi

a leggere il DEF perché ha lavoro, la famiglia e tutto il resto, è di informarsi magari sui

giornali, sui siti di informazione, sui social, su Facebook, Instagram o TikTok dove i vari

politici, inclusi chiaramente i leader di questo governo scrivono quello che vogliono, e così

mentre in un documento oscuro e burocratico il governo ammette che il Paese, per salvarsi

sul lungo periodo a drammaticamente bisogno di immigrati, nei comizi sui social e in

tv dicono esattamente l'opposto perché evidentemente ciò che interessa è il breve termine e il

voto delle prossime lezioni è solo quello.

Io sono Emilia Omola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è venerdì 14 aprile e stando alle ultime notizie che in queste ore arrivano da Istanbul

dove la giovane pallavolista Giulia Ituma è morta ieri come sapete precipitando dal

sesto piano dell'hotel in cui alloggiava assieme alla sua squadra, sembra trovare sempre più

conferma l'ipotesi del gesto volontario.

Stando a quanto rivela il quotidiano turco Harriet Ituma poco prima della sua morte avrebbe

scritto nel gruppo WhatsApp della squadra e avrebbe scritto un'unica parola.

Su quanto è accaduto nella notte tra mercoledì e giovedì continua a indagare la magistratura

turca e il punto principale da chiarire è ancora il mistero dell'ultima telefonata

fatta dalla giocatrice prima di rientrare in camera.

Anche la Procura di Novara valuta l'apertura di un'indagine.

Ituma ricostruisce

Il Corriere avrebbe parlato a lungo al telefono con un ragazzo che frequenta l'istituto privato

di Novara, una chiamata in cui i due avrebbero discusso anche secondo le prime testimonianze,

con lei che, come mostrano le telecamere di sorveglianza e nervosa, cammina a lungo su e giù per il corridoio,

per poi sedersi a terra nascondendo la testa tra le gambe.

Sarebbe poi sempre stato il giovane a scrivere anche alla compagna di stanza Lucia Varela per

sapere come stesse Ituma.

Abbiamo chiacchierato per un'ora, ha raccontato agli inquirenti la giovane, poi mi sono addormentata.

Mi ha svegliato la polizia per dirmi che Giulia non c'era più.

Da oltre 2 settimane si è aperto un caso sempre più intricato per il nostro paese di

spionaggio internazionale, che sta mettendo in serio in barazzo il governo italiano che,

per lavarsi pole mani, almeno indirettamente, sembra che stia scaricando ogni responsabilità

sulla magistratura, ma andiamo per ordine.

Protagonista di questa vicenda è Artem Huss, un imprenditore russo di 40 anni, residente

da tempo in Italia, ma arrestato lo scorso mese di ottobre per contrabbando di petrolio

verso Cina e Russia, frode bancaria, riciclaggio e soprattutto esportazione illegale di tecnologie

militari dagli USA alla Russia.

In pratica il sospetto è che questo imprenditore russo rifornisse Putin di tecnologie militari

violando così l'embargo.

Perché ne stiamo parlando?

Beh, perché Huss, dopo essere arrestato e tenuto in carcere, dopo un paio di mesi è stato

messo ai domiciliari e lì a casa sua è rimasto fino a qualche settimana fa, perché quando

ha saputo che l'Italia lo avrebbe estradato verso gli Stati Uniti, Huss si è liberato

del braccialetto elettronico, evaso dai domiciliari, in qualche modo è fuggito dall'Italia

in pochi giorni e tornato in Russia.

Risultato finale, un possibile criminale russo che aiutava Putin e tornato a casa sua è

figuraccia per l'Italia che si è fatta fregare nonostante gli Stati Uniti avessero pure

informato il nostro governo dell'alto rischio di fuga dell'indagato.

Ora, affrittata ormai fatta di chi è la colpa?

Allora, la Premier Giorgia Meloni intervenendo al copasir ha detto che la colpa non è sua,

non è del governo, ma è quindi da ricercare altrove.

Non ha detto esplicitamente nella magistratura, però non è che rimangano molti altri soggetti

a cui adossare le colpe, tant'è che il Ministro della Giustizia Nordio ha mandato i suoi

spettori alla Corte d'Appello di Milano a controllare insomma che i giudici che lo

avevano messo ai domiciliari abbiano fatto il loro lavoro, perché il punto è questo,

che ci faceva una possibile spia, un possibile criminale internazionale accusato di rifornire

Putin e di tecnologie militari agli arresti domiciliari, perché non era in carcere.

Allora, la Corte d'Appello di Milano aveva trasferito US dal carcere ai domiciliari

perché, come accade in tutti i casi di trasferimento ai domiciliari, non sembravano sussistere

i motivi di fuga.

La moglie di US ha un'impresa, la coppia stava acquistando una casa, i figli sono iscritti

in una scuola della zona, quindi, secondo i magistrati, US non avrebbe mai abbandonato

tutta la famiglia e tutta la sua vita qui in Italia per fuggire all'estero, inoltre

c'era sempre il braccialetto elettronico a tenerlo sotto controllo e a farlo desistere.

Alla fine, però, tutto questo si è rivelato sbagliato, quindi la colpa ed i magistrati

che hanno sottovalutato la situazione o di qualcun altro.

Allora, per il governo, sembrerebbe di sì che la colpa sia dei magistrati o almeno

questo sembrano dimostrare sia le parole di meloni che si è scaricata di ogni responsabilità,

sia la decisione del ministro Nordio di inviare gli spettori.

Però c'è un ma, perché in realtà il governo, e in particolare proprio il ministro Nordio,

aveva il potere di rispedire US in carcere se avesse voluto e soprattutto il governo era

più volte stato informato dagli Stati Uniti, particolare dall'ambasciata, dell'alto rischio

di fuga di US, eppure non ha fatto nulla, non l'ha fatto la magistratura, ma non l'ha

fatto nemmeno il governo, condividendo evidentemente la decisione del tribunale di tenerlo ai domiciliari.

Non solo, nella stessa comunicazione, gli americani, come riporta Repubblica, motivano la loro

preoccupazione, parlando di precedenti specifici, perché sei volte, già sei volte, in appena

tre anni, l'Italia si è persa, diciamo così, detenuti mentre era in corso una richiesta

di stradizione dagli Stati Uniti.

Insomma, gli Stati Uniti ci hanno detto, in tutti i modi, guardate che questo non è

un detenuto comune, guardate che questo, se lo lasciate domiciliari, scappa, guardate

che già sei volte in questi tre anni vi siete fatti sfuggire da sotto il naso detenuti

che dovevate mandare a noi, regolatevi di conseguenza, ecco, non ci siamo regolati di conseguenza

e quindi siamo proprio recitivi.

Se siamo in tema di spionaggio, perché ieri vi parlavo, ricorderete, di questa fuga di

documenti militari top secret dal Pentagono, documenti pubblicati poi online che hanno

messo in grave difficoltà e anche in imbarazzo, sia gli Stati Uniti che altri paesi come

Ukraine, Russia, Egitto, Serbia, Corea del Sud, eccetera, e vi dicevo che si andava stringendo

il cerchio attorno al presunto responsabile, alla cosiddetta talpa che ha trafugato questi

documenti poi li ha pubblicati.

Ecco, la notizia di oggi è che alla fine quel cerchio sia stretto del tutto e l'uomo

è stato individuato ed arrestato dall'FBI, ma il merito, e questa è un po' la notizia

nella notizia, oltre che degli investigatori è stato molto anche dei giornalisti, a

identificarlo come la talpa Leggo dal Corriere, sono stati alcuni compagni di chat che hanno

rivelato il suo nickname, ovvero oggi, dal sito investigativo Bellin Cat e diversi altri

dettagli al Washington Post, ma non il suo vero nome perché lo ammiravano.

Poi i giornalisti del New York Times con l'aiuto di un collega di Bellin Cat sono risaliti

alla vera identità della sospetta talpa e lo hanno trovato attraverso il suo profilo

Steam, un sito per l'acquisto e la condivisione di videogiochi, e hanno notato anche che dettagli

apparsi ai margini delle foto che aveva scattato ai documenti, per esempio il tavolo e le

mattonelle, combaciavano con immagini della casa dei suoi genitori irreperibili sui social.

Infine, il New York Times ha avuto conferma del nome da due funzionari anonimi.

L'FBI stava infatti sorvegliando Jack Texera, 21 anni, riservista della 102e divisione

del Reparto Intelligenze della Guardia Nazionale, aeronautica del Massachussets.

I reporter sono arrivati a casa dei genitori dove la madre ha confermato che Jack lavorava

la notte alla base militare di Cape Cod, poi è arrivato lo stesso ragazzo con un pick-up

rosso.

I parenti allora hanno detto alla stampa che prima di parlare si sarebbe procurato un

avvocato e a quel punto l'FBI ha accelerato l'arresto.

Gli agenti in tenuta militare hanno bloccato la pacifica a Maple Street con le mani alzate,

i giovani in maglietta grigia con i pantaloncini da basket rossi, è uscito disarmato avanzando

fino a un blindato davanti ai fuggili spianati e oggi apparirà per l'incriminazione in un

tribunale a Boston.

Resta ora da capire come si è stato possibile che un semplice giovane riservista della Guardia

Nazionale, una persona cioè che non ha accesso alle aree dove vengono tenuti i documenti

classificati si è riuscito a entrare in possesso, a fotografare questi documenti, a pubblicarli

e tutto questo per mesi.

Uno degli annosi e più noti problemi del nostro Paese è che da noi i lavori pubblici

spesso iniziano con un costo e finiscono con un altro, ovviamente sistematicamente molto

molto più alto.

Ecco il ponte sullo stretto di Messina, promesso dal governo Meloni e in particolare dal

ministro Matteo Salvini, non sembra fare eccezione, non è stato ancora riesumato, non è stata

posata nemmeno una pietra e già il suo costo è schizzato da 8,5 miliardi, Salvini diceva

che sarebbe costato quanto un anno di reddito di cittadinanza, a quasi 15 miliardi, praticamente

il doppio.

E anche questo non è un parere di qualche oppositore ma è riportato dallo stesso governo

ancora una volta in un allegato del DEF. Nel capitolo dedicato all'opera Leggo dal sole

24 ore viene finalmente dato conto del lavoro di aggiornamento dei costi e si scopre che

il ponte in secosterà almeno 13,5 miliardi mentre per realizzare le opere complementari

al collegamento ferroviario Lato Sicilia e Lato Calabria che dovranno essere oggetto

di contratto di programma con RFI serviranno almeno altri 1,1 miliardi. In tutto allora

servono almeno 14,6 miliardi. Le ultime cifre ufficiali risalivano al progetto approvato

nel 2011 con un costo stimato di 8,5 miliardi già più che raddoppiato rispetto alla gara

del 2004 aggiudicata al consorzio EuroLink per 3,9 miliardi, mentre nelle ultime settimane

con il progetto risvegliato dal decreto legge approvato a fine marzo si erano ipotizzati

costo intorno ai 10 miliardi, ma c'è di peggio perché delle coperture necessarie a coprire

questa enorme spesa nel DEF non si fa alcun cenno, c'è quindi mancano del tutto almeno

per ora, bisognerà chiaramente trovarle con la prossima legge di bilancio, ma a questo

punto come è facile immaginare quest'opera che all'inizio doveva costare 3,9 miliardi

poi 8,5 miliardi, poi 10 miliardi, adesso 14,6 miliardi, diciamo è probabile che trovare

le coperture per quest'opera fino a dicembre sarà sempre sempre meno facile.

E con questo per oggi o meglio per questa settimana è tutto, io vi ringrazio, vi saluto

e vi do appuntamento al lunedì sempre alle 17, con Daily Five.

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All’Italia servono milioni di migranti. E a dirlo è il governo Meloni.

Morte della pallavolista Ituma, sempre più probabile l’ipotesi del suicidio. Alle amiche aveva scritto: “Arrivederci”.

Il caso della spia russa fuggita che mette in imbarazzo il governo italiano.

Arrestato il responsabile della fuga di documenti top secret dal Pentagono. È un ragazzo di 21 anni.

Il Ponte sullo Stretto costa già il doppio. E le coperture non ci sono.

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