Daily Five: Il generale e la pace pacifista. Emilia Romagna il giorno dopo. Troppi Pfas in Lombardia. Tik Tok vietato in Montana.

CNC Media CNC Media 5/18/23 - Episode Page - 19m - PDF Transcript

Oggi sul fatto quotidiano c'è un intervista, il generale impensione Marco Bertolini che

è stato già comandante del comando operativo Interforze e della Brigata Folgore, è stato

capo di stato maggiore Isa Fnafganistan operativo in Libano, insomalia, in Bosnia e Kosovo,

insomma un curriculum di tutto rispetto.

Il fatto quotidiano lo sappiamo e forse il principale giornale italiano, almeno tra

quelli più diffusi, più nettamente e dichiaratamente schiarato contro l'invio di armi in Ucraina.

Ma se vogliamo, schiarato anche contro lo stesso governo Ucraina in genere, accusato

continuamente dal fatto di diffondere fake news, di essere liberale, corrotto e così via,

l'editoriale del direttore Marco Travaglio di oggi, andate a leggerlo né l'ennesima

testimonianza.

Ora, dicevo, il fatto quotidiano oggi intervista il generale impensione Marco Bertolini che,

in sostanza, come riassume il titolo, dice, le armi a chi ev costano soldi e vite, chi lo

nega, dice Buggie.

Nel corso di questa chiacchierata col giornalista Giampiero Calapa, Bertolini, che è stato

anche candidato alle elezioni europee per Fratelli d'Italia nel 2019, oggi accusa la

stessa leader di Fratelli d'Italia, ovvero la presidente del Consiglio Giorgia Meloni,

di sbagliare sul fronte del conflitto ucraino.

Se si vuol parlare di una valutazione tra costi e benefici, dice il generale, io aggiungo

che il governo Meloni, rispetto alla guerra, sia in errore, se l'obiettivo è quello di

far concludere il conflitto armato in Europa, è il prima possibile la strategia e del tutto

errata, anche il giornalista chiede al generale, ma per lei le armi in ucraina non bisognerebbe

inviarle quindi, ma a che punto saremmo se nessuno l'avesse fatto?

E il generale candidamente risponde.

La guerra sarebbe finita da un anno con qualche centinaio di migliaia di morti in meno da

entrambe le parti, non mi sembra poco.

L'intervista, ve lo dico, prosegue, non è lunghissima, il generale parla in questa

chiacchierata con il giornalista di Pace da cercare di trattative da intavolare, però

vorrei soffermarmi su quella risposta che vi ho evidenziato poco fa, perché credo sia

alla fine un'involontaria ma sincera rivelazione di ciò che chi invoca la Pace in Ucraina

senza armi all'Ucraina vuole veramente.

Il generale dice, come avete sentito, che se non avessimo inviato le armi all'Ucraina,

la guerra si sarebbe conclusa già un anno fa.

Ed è vero, è assolutamente vero, ma non serve di certo il grado di generale per sapere

che senza armi all'Ucraina il conflitto si sarebbe chiuso un anno fa, perché ovviamente

senza armi l'Ucraina avrebbe capitolato in poche settimane, Putin avrebbe conquistato

il Paese indisturbato e vittorioso, lo avrebbe fatto tra l'altro dimostrando al proprio

popolo di essere potente, di poter conquistare chi vuole senza subire perdite, di impiantarsi

in un altro Paese sovrano e poi chissà io mi chiedo che cosa avrebbe fatto Putin una

volta conquistata senza colpo ferire l'Ucraina, viene il dubbio che potrebbe potuto pensare

in quel caso, beh visto che è stato così facile conquistare l'Ucraina senza nemmeno

subire perdite, chissà che cosa succede se prova a invadere la Moldovia, tanto gli

altri non si muovono e poi potrei provare anche con le Repubbliche e Baltiche, eccetera.

Insomma per questa gente Putin avrebbe dovuto invadere l'Ucraina senza subire resistenza

senza che l'Ucraina ricevesse armi e quindi permette appunto a Putin, lo dicono loro

stessi e andando a esplicitare il loro pensiero, permettendo quindi a Putin di ottenere questa

straordinaria ed epocale vittoria che è il risultato di questo quale sarebbe stato

in quel caso beh ovviamente sarebbe stata la pace, nessuno lo mette in dubbio, Putin

se avesse conquistato senza resistenza l'Ucraina avrebbe subito ottenuto la pace, quindi però

viene da chiedersi e questa allora la pace che invocano i vari contrari alle armi all'Ucraina,

la pace che frutto della resa dell'Ucraina, la pace che frutto della vittoria di Putin.

E perché allora non dirlo apertamente, perché continuare a nascondersi da oltre un anno,

non mi riferisco qui al generale in particolare ma un po' a tutti gli autoproclamati, si unici

detentori della volontà di pace, dicevo perché continuare a nascondersi da un anno

dietro e capriole, dialogiche, piene di ma, piene di premesso che eccetera, se poi alla

fine della fiera quello che si vuole e che Putin sia lasciato in pace libero di prendersi

l'Ucraina, perché non avere il coraggio di dirlo e basta, perché ci si vergogna ancora

ad ammetterlo e se ci si vergogna di ammettere che quello che si vuole semplicemente è la

vittoria di Putin, così poi si ottiene questa pace derivante dalla sua vittoria, perché

non ci si fa delle domande se ci si vergogna a dire questo.

Questa mattina Kiev, la capitale dell'Ucraina, è stata nuovamente bombardata dai russi.

Gli attacchi di oggi sono inoni da inizio maggio, senza precedenti per potenza, intensità

e varietà che bersagliano la capitale ucraina.

Attenzione, Kiev non è una città sul fronte, Kiev non è Bakhmut.

Bombardare Kiev non serve all'esercito russo per avanzare di un solo centimetro.

Questi bombardamenti sulla capitale, ma anche su Odessa, come ci sono stati questa mattina,

servono solo a uccidere civili, a distruggere case e infrastrutture, a far soffrire la popolazione,

ma non a indebolire l'esercito avversario, cioè è praticamente morte e distruzione gratuita.

E se questi bombardamenti russi su Kiev non hanno questa mattina causato stragi, e proprio perché,

grazie anche alle armi fornite dall'Occidente, Kiev ha potuto intercettare quei missili russi

e distruggerli in aria, prima che toccassero i bersagli.

Senza le nostre armi, quei missili russi sarebbero tutti andati a bersaglio, avrebbero ammazzato

un numero imprecisato di civili, e noi qui in Italia abbiamo sedicenti pacifisti che

si sono appropriati della parola pace che sbattono i piedi per terra e piangono perché

a causa delle nostre cattive armi occidentali è stato impedito anche oggi ai poveri missili russi

di ammazzare in maniera indiscriminata dei civili, e lo chiamano pure pacifismo perché

chiamarlo vergogna evidentemente pare brutto pure a loro.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media, per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è giovedì 18 maggio e questa mattina, come sapete, gran parte delle miglia romagna

si è ancora svegliata tra fango, acqua e un paesaggio praticamente apocalittico dopo

le piogge di ieri e le sondazioni dei fiumi che poi hanno travolto interi centri abitati.

Qual è adesso la situazione? Allora dopo le alluvioni che hanno sfigurato città e piccoli

comuni, leggo un riassunto dalla stampa, si temono ora smottamenti e frane. La macchina

dei soccorsi non si è mai spenta perché la priorità è mettere al sicuro i cittadini

al tempo stesso, sta iniziando già la conta dei danni che sono enormi. Secondo il presidente

della regione miglia romagna Stefano Bonaccini parliamo di miliardi e miliardi,

con tante aziende rimaste in ginocchio. La strage del maltempo ha fatto anche, come sapete,

9 vittime, 10.000 sfollati e ancora non è definito il numero di eventuali disperzi.

Un nuovo terremoto dice il presidente della regione Bonaccini proprio a pochi giorni

dall'anniversario del sisma del 2012. Intanto, anche se oggi non sono previste forti precipitazioni

è confermata ancora l'allerta rossa per piene di fiumi e frane su tutta la romagna,

la pianura bolognese e modernese, le colline montane dell'Emilia centrale e bolognese,

allerta arancione su pianura e costa ferrarese e scuole ancora chiuse. Ma che cosa è successo?

Ieri per rispondere a questa domanda vi ho consigliato e letto parte di una lunga riflessione

del noto geologo Mario Tozzi che riguardo al disastro di questi giorni si è soffermato

su quelle che potremmo definire delle macro ragioni che vanno dal cambiamento climatico

al nostro modo di urbanizzare e antropizzare la natura, imbrigliando fiumi e reticoli

artificiali sempre più ristretti e togliendo agli stessi fiumi spazi che prima o poi inevitabilmente

questi fiumi devono riprendersi. Andando invece più nel dettaglio oggi la stampa aggiunge altri

elementi che hanno contribuito in maniera determinante a questo specifico disastro in Emilia romagna

in queste ore, in particolare per quanto possa sembrare anche paradossale ad agevolare gli

allagamenti è stata la precedente e lunga fase di siccita. Dopo una lunga fase siccitosa,

leggo dalla stampa che ha reso terreni e territori assolutamente impermeabili all'acqua è stata

sufficiente una fase di crudo maltempo per trasformare quegli stessi terreni che in altre

occasioni avrebbero drenato le piogge in superfici simili all'asfalto. Era stato tutto ampiamente

previsto, spiega Daniele Katberro, meteorologo della SMI, la società meteorologica italiana,

perché dopo il lungo periodo dominato dagli anticicloni è cambiata la circolazione atmosferica,

l'Italia, qui, scusate, entriamo un attimo nel tecnico, si è trovata bloccata al centro

di un vero e proprio cunio depressorio e bastata un'alimentazione di correnti da est nord-est

per provocare questo disastro. Le correnti autogeneranti presenti nella circolazione

depressionaria chiusa a riccio hanno poi fatto il resto. Per una sorta di effetto sbarramento

dovuto alla presenza degli appennini, queste correnti hanno alimentato le piogge torrenziali,

l'alto livello poi di umidità e terreni che non drenavano l'acqua hanno fatto il resto.

I dati dicono che nell'arco di 24 ore si sono abbattuti ben 16 nubi fragi violenti sulla

Romagna e 4 sulle marche, ma si sono registrate anche tempeste di vento e fulmini. Ma cosa

succederà nelle prossime ore? Ancora 12 ore di forti precipitazioni, poi dovrebbe esserci una

tregua, la morza di maltempo che ha duramente colpito l'alto Adriatico, Romagna in primis e il basso

tirreno si allenterà solo tra poche ore dopo altre piogge. Secondo le previsioni di Lorenzo

Tedici, meteorologo del Meteo.it, sono attese intense precipitazioni in Emilia Romagna e nelle

marche, ma anche tra Lazio, Campagna e Calabria. Oltre alle piogge oggi avremo anche venti di

burrasca, in particolari sui rilievi del centro nord e sulle isole maggiori. Bene cosa dobbiamo

però adesso aspettarci. Una breve tregua è quello che dovrebbe avvenire a breve e poi

nuovamente purtroppo maltempo. Questa volta però l'epicentro non sarà più Emilia Romagna ma il

nord-ovest in particolare il Piemonte a ridosso della catena alpina. I quantitativi di pioggia a

4 giorni dal peggioramento sono ancora incerti. Ci sono modelli matematici che intravedono

precipitazioni con punte massime di 250 millimetri, che sono tantissimi. Il problema invece è che

altri modelli prevedono punte addirittura di 400 millimetri. Se si dovesse verificare questa

seconda ipotesi sarebbero problemi serissimi. Oggi probabilmente vi capiterà di leggere

su qualche sito di informazione o giornale che Greenpeace Italia ha trovato una larga presenza

di PFAS anche nelle acque destinate al consumo umano e lombardia. Che cosa sono questi PFAS e

perché costituiscono un problema? Secondo l'Agenzia europea per l'ambiente, le sostanze alchili che per

florurate e poli florurate, ovvero appunto questi PFAS che sono oltre 4700 in numero,

sono un gruppo di sostanze chimiche artificiali ampiamente utilizzate per la loro capacità

di rendere i prodotti impermeabili all'acqua e ai grassi. Pensate a titolo di esempio agli

impermeabili o alle padelle antiaderenti. Ecco questi PFAS nel corso del tempo si accumulano

negli esseri umani, negli organismi degli esseri umani ma anche nell'ambiente. Sono note come

sostanze chimiche permanenti o addirittura eterne in quanto sono estremamente persistenti

nel nostro ambiente e nel nostro organismo. Possono avere effetti negativi sulla salute

come danne al fegato, malattie alla tiroide, obesità, problemi di fertilità e perfino cancro.

Bene anzi male perché dopo il caso del Veneto del 2013 un'indagine condotta dall'Unità

Investigativa di Greenpeace Italia, indagine condotta accedendo agli atti di tutte le ATS,

cioè le Agenzie di tutela della salute e gli enti gestori delle acque potabili lombarde,

dicevo questa indagine ha rilevato come questi PFAS siano molto presenti anche nelle

acque di consumo domestico della lombardia. Secondo quanto ottenuto da Greenpeace Italia,

leggo da Repubblica, dei circa 4.000 campioni analizzati dagli enti preposti tra il 2018

e il 2022, circa il 19% del totale, quindi 738 campioni, è il risultato positivo alla

presenza di PFAS. Un inquinamento che rischia però di essere molto sottostimato se si

considera che le analisi condotte finora sono parziali e non capillari. Guardando poi ai

dati provinciali quindi più nel dettaglio, la percentuale più elevata di campioni

contaminati riguarda la provincia di Lodi con Ben l'84,8% positivo alla presenza di

questi inquinanti. A seguire abbiamo le province di Bergamo e Como, rispettivamente 60% e

41%, l'area milanesia si attesta a metà classifica con un quinto delle analisi positive.

Risultati inquietanti però sono emersi anche nella città di Milano dove quasi un campione

su tre è il risultato contaminato. Seppur allarmanti le contaminazioni riscontrate

in Lombardia sono quasi ovunque di gran lunga inferiori a quelle registrate, probabilmente

lo ricorderete in Veneto nel 2013 quando fu scoperta l'emergenza locale PFAS. Tuttavia

non si deve dimenticare che in accordo con le più recenti evidenze scientifiche questi

inquinanti sono considerati sostanze potenzialmente pericolose per la salute umana a qualsiasi

concentrazione. Pertanto l'unico valore cautelativo è la loro completa senza nell'acqua destinata

al consumo umano, negli alimenti, nel suolo e nell'area. Cioè devono essere proprio

azerati perché diventino innocui. Per questo concludo Greenpeace Italia chiede alla regione

Lombardia di individuare tutte le fonti inquinanti al fine proprio di bloccare l'inquinamento

all'origine e riconvertire le produzioni industriali che ancora utilizzano queste sostanze.

Ne mesi scorzi probabilmente lo ricorderete ci siamo occupati per un certo periodo di

questa decisione del governo federale americano prima e della Commissione europea poi di invitare

i propri dipendenti a disattivare dai cellulari l'app TikTok, il social TikTok perché ritenuta

rischiosa da un punto di vista della sicurezza e della privacy. Insomma si temeva e si teme

che quest'app che di fatto è in mano al governo cinese possa essere un cavallo di troia da

parte utilizzato da parte del governo cinese per rubare dati e informazioni sensibili agli

stati occidentali. Bene ora la faccenda si sta perfino allargando. In che senso il

governatore del Montana che è uno stato americano Greg Gianforte ha firmato mercoledì sera una

legge che vieta all'uso di TikTok proprio ai cittadini. Nel primo caso quello precedente

parlavamo solo dei dipendenti del governo o dei dipendenti della Commissione europea,

qui parliamo proprio dei comuni cittadini. Questo divieto è il primo del suo genere,

scrive il post, dovrebbe diventare effettivo a partire dal 1 gennaio 2024 e probabilmente causerà

una disputa legale che potrebbe influenzare la regolamentazione dell'app anche a livello

nazionale. TikTok è da tre anni uno dei social network più scaricati e popolari al mondo,

a un miliardo di utenti attivi a livello globale di cui moltissimi vivono proprio in Europa e

negli Stati Uniti. Ma TikTok è anche l'unica piattaforma davvero diffusa in occidente che

appartiene a un'azienda cinese. Negli ultimi mesi diversi governi, come vi dicevo, avevano

espresso preoccupazioni sulla possibilità che il grande numero di dati raccolti dall'app

possa essere utilizzato dalla Cina per spiare gli utenti, promuovere i propri interessi politici

e intromettersi negli affari interni di altri paesi. Per questo motivo la Commissione europea

e molti governi di paesi occidentali, fra cui Canada, Stati Uniti, Regno Unito e Australia,

avevano già vietato a tutti i propri dipendenti di usare TikTok sui dispositivi che utilizzavano

per lavoro. Il divieto deciso in montane invece è il primo che bandisce tape da un territorio

statunitense. Prevede che i fornitori di app come Google e Apple smettano di renderla disponibile

sui propri negozi online con molte fino a 10.000 euro in caso contrario. Non sono previste

sanzioni per gli utilizzatori, né è stato spiegato come la legge verrà applicata per quelle che riguarda

le app scaricate prima del gennaio 2024. Il Montana conclude il post e uno stato da poco più

di un milione di abitanti. La legge entrerà in vigore solo fra alcuni mesi e secondo molti esponenti

potrebbe essere oggetto di diversi disputi legali, soprattutto legate al famoso primo emendamento

della Costituzione degli Stati Uniti e mandamento che garantiscia la libertà di espressione, un ricorso

in appello contro la legge, la società che ha in mano TikTok al momento non ha ancora annunciato

ma che, considerato probabile, potrebbe rinviare o bloccarne l'applicazione.

E con questo per oggi ci fermiamo qui, io come sempre vi saluto e vi ringrazio e vi do appuntamento

a domani, sempre alle 17, con Daily Five.

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Per il generale Bertolini, intervistato dal Fatto Quotidiano, se non avessimo inviato armi all’Ucraina la guerra sarebbe finita un anno fa. Cosa rivela questa dichiarazione.

Ancora maltempo in Emilia Romagna. Si contano i danni. E si teme per il Piemonte.

Cosa sono i Pfas e perché c’è allarme in Lomnbardia.

Il Montana è il primo stato (americano) a vietare a tutti TikTok


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