Daily Five: Il bavaglio del governo anche alla Corte dei Conti, l’ennesimo atroce femminicidio, il default americano scampato
CNC Media 6/1/23 - Episode Page - 21m - PDF Transcript
Nei giorni scorsi la Corte dei Conti lo avrete anche sentito, si è espressa sull'attuazione
del PNRR in Italia evidenziando come il governo, su ben 36 miliardi di euro di spesa previsti
per quest'anno, si è riuscito a rogarne appena uno.
Il governo meloni, come sapete, è da mesi in grossissime difficoltà col PNRR e in ritardo,
non riesce a rispettare la tabella di marcia, non riesce a spendere i soldi e proprio per
questo motivo, il paese sta rischiando di perdere la terza rata da 19 miliardi di euro
e se le cose non cambieranno anche le prossime.
In questa situazione, già nota e molto problematica, la Corte dei Conti non ha fatto altro che
fare i conti, cioè il suo lavoro, e da questi conti emerge appunto quello che vi dicevo
prima, che su 36 miliardi di euro di spesa previsti per quest'anno il governo è riuscito
a rogarne appena uno.
Bene, quale è stata la reazione del governo?
Ne ha preso atto, ha ringraziato per l'aggiornamento, ha colto questa relazione come spunto per
fare meglio?
No, ha deciso di fare una legge o meglio un emendamento a un decreto in corso di approvazione
per mettere a tacere la Corte dei Conti sul PNRR e guardate, non è questa una mia personale
sensazionalistica interpretazione, magari anche di parte a un provvedimento che in realtà
dice altro, non ha l'emendamento proposto dal governo Meloni, stabilisce migliorando che
la Corte dei Conti non potrà più svolgere il suo lavoro di controllo concomitante sul
PNRR.
L'emendamento, vi leggo dal post, prevede in particolare una modifica a un decreto legge
del luglio 2020, poi convertito in legge, che accordava alla Corte dei Conti il cosiddetto
controllo concomitante sui principali piani, programmi e progetti relativi agli interventi
di sostegno e rilancio dell'economia nazionale, quindi anche sul PNRR.
Il controllo concomitante spiega ancora il post e la funzione della Corte dei Conti, che consente
a magistrati contabili, di intervenire con controlli continui e relazioni su ogni singolo
progetto avvertendo così il governo di potenziali problemi come è avvenuto sul PNRR per l'asilinido
e l'infrastrutture idriche.
Bene, il nuovo emendamento inseriscearisce nella legge del 2020 la frase esplicita ad eccezione
di quelli previstio finanziati dal PNRR, escludendo la Corte dei Conti da la possibilità di esercitare
il controllo concomitante sui progetti del PNRR.
In sostanza, quindi riprendo la parola io, i cittadini non potranno più sapere attraverso il
lavoro dei magistrati contabili come sta procedendo l'attuazione del PNRR, passo dopo passo, progetto
per progetto, ma solo una volta ogni 6 mesi e solo sullo Stato di attuazione complessivo del
PNRR.
Oggi, esponenti del governo dicono che no, che questa decisione non è una censura, non è un
bavaglio messo in bocca a un organo indipendente come la Corte dei Conti per impedirle di dire la
verità sulle inefficienze e ritardi del governo.
Dicono che semplicemente, siccome la funzione di controllo spetta alla Commissione europea,
allora quello della Corte dei Conti è un lavoro superfluo.
Però viene a questo punto da farci una domanda, anzi un paio.
Come mai allora questo emendamento salta fuori proprio adesso, proprio pochi giorni dopo la
relazione della Corte dei Conti.
E se la Corte dei Conti avesse invece detto che il governo sta facendo proprio un bel
lavoro e sta procedendo tutto come da tabbella di marcia, questo emendamento ci sarebbe stato
ugualmente, il governo si sarebbe preso il disturbo di mettere a tacere un organo che
fa sapere invece i cittadini che l'esecutivo sta lavorando bene, mi permetto di dubitarne.
Oggi sulla Fintan Post Pietro Salvatori scrive che questo è il primo vero atto autoritario
del governo e forse è anche vero, almeno da un punto di vista tecnico, ma da un punto
di vista politico, se vogliamo anche comunicativo, e forse solo l'ennesimo.
Il governo Meloni in soli sette mesi è riuscito a forzare la mano e a mettere le mani, casella
dopo casella, giorno dopo giorno, su tutti i gangli dello Stato, dalla RAI alle aziende
partecipate, ai vertici delle forze dell'ordine, a Limps, a Listat e così via, addirittura
con decreti che commissariano o anticipano la fine degli incarichi, attaccato qualsiasi
istituzione indipendente che si sia permessa di criticare l'operato del governo, attaccato
la Banca d'Italia, attaccato l'ufficio parlamentare di bilancio, attaccato l'autorità anticorruzione,
attaccato adesso la Corte de Conti, sta mettendo giornalisti e conduttori non allineati al
pensiero del governo in condizione di andare via dal servizio pubblico e sta facendo tutto
questo in maniera sistematica, quotidiana, inesorabile e accortamente silenziosa, senza
i clamori questa volta di Berlusconiana memoria o i bacioni e le provocazioni di Salvignana
memoria.
Questa è una pentola piena d'acqua che sta volta questo governo sta scaldando lentamente
con pazienza e senza mai attizzare troppo la fiamma, così che la rana all'interno
della pentola si faccia bollire senza nemmeno rendersene conto e quella rana, se sottovalutiamo
troppo tutti questi piccoli e grandi segnali, potremmo essere tutti noi.
Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità
e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.
Oggi è giovedì primo giugno e da questa mattina tutti i siti di informazione aprono
con una notizia di cronaca che forse già da ieri un po' tutti ci aspettavamo con
terrore ma che nessuno sava per annunciare ad alta voce per non spegnere anche la più
flebile luce di speranza.
Giulia Tramontano, la ragazza di 29 anni incinta al settimo mese, scomparza da Senago nel
milanesa nella notte tra sabato e domenica e stata purtroppo uccisa a togliere la vita
a lei e al bambino che portava in grembo con numerose coltellate e stato il suo fidanzato,
Alessandro in pagnatiello che ormai incastrato dalle provera colte dagli inquirenti non
ha potuto far altro nella notte che confessare.
Il corpo della donna è stato ritrovato intorno al luna di giovedì notte in via monterosa
a Senago appunto nel milanese ed era nascosto in un'intercapidine dietro un edificio che
ospita alcuni box.
Ha tentato di bruciare il cadavere di Giulia Tramontano, racconta oggi Giuseppe Guastella
sul cordiere punto it e lo ha fatto due volte, prima con l'alcol poi con la benzina ma non
c'è riuscito, in questo modo voleva cancellare definitivamente ogni traccia della donna che
era diventata un problema per lui.
Alessandro in pagnatiello senza commuoversi quando ormai il sostituto procuratore Alessia
Menegazzo e l'aggiunto, letizia mannella con i carabinieri avevano già chiaro quello
che era accaduto alla povera Giulia ha deciso di confessare intorno al luna di notte, schiacciato
dalle prove e dagli elementi raccolti dagli investigatori immediatamente dopo la scomparza.
Il quadro che emerge è quello di un uomo che per più di un anno ha tenuto in piedi due
relazioni parallele con due donne entrambe rimaste incinta, il suo castello di mensogni
e di tradimenti è crollato un mese fa quando la vittima ha scoperto l'esistenza dell'altra
donna che, a differenza di Giulia, aveva deciso di interrompere la gravidanza.
La situazione è precipitata quando le due donne hanno deciso di incontrarsi con l'uomo
all'armani bar di Milano dove in Pagnatielo faceva il barista, il gruppo armani in una
nota ha comunicato che aveva già sospeso dal lavoro in Pagnatielo durante i giorni
delle indagini e ha espresso il proprio cordoglio e la propria vicinanza alla famiglia di Giulia
Tramontano. Era sabato scorso, scriva ancora Guastella in Pagnatielo, però è fuggito
lasciando le da sole nel bar. Giulia Tramontano e l'altra donna, una italo inglese, si sono
parlate a lungo e hanno capito di essere vittime di un uomo che le aveva ingannate per tanto
tempo e che prima di loro aveva avuto un figlio da una terza donna. L'italo inglese,
interrogata dagli investigatori, ha anche detto che con Giulia si è subito creato un
clima di solidarietà. Il dramma però attendeva Giulia Tramontano a casa nel pomeriggio di
sabato quando alle 19 è rientrata e ha mandato un messaggio a un'amica nel quale confidava
di essere turbata. Lì probabilmente è scattata la tragedia, l'uomo che forse l'attendeva
nell'appartamento l'ha aggredita colpendo la più volte con un coltello fino a ucciderla,
mentre il corpo era in casa attentato di ridurlo in pezzi ma senza riuscirci e ha cercato
di toglierre il sangue della vittima sparso ovunque. Le telecamere di sorveglianza infatti
lo inquadrano quando esce dal condominio con alcuni sacchi di spazzatura. All'oro interno
c'erano gli stracci con i quali aveva tentato di cancellare le prove, tracce che poi sono
invece state trovate dai carabinieri con il luminol. Rientrato in casa l'assassino
ha anche tentato di manomettere attraverso internet il profilo whatsapp di Giulia mandando
dei messaggi ai familiari e agli amici ai quali diceva sono stanca vado al letto. Alessandro
Impagnatiello ha trascinato il cadavere della donna fino al garage di casa e poi lo ha
chiuso nel baule della sua auto con la quale ha raggiunto il luogo dove il corpo senza
vita della 29enne è stato ritrovato dai carabinieri. La procura ha fermato Alessandro
Impagnatiello per le accuse di omicidio volontario premeditato aggravato da futili motivi dalla
crudeltà ed il rapporto di relazione con la vittima. L'uomo è accusato anche di occultamento
di cadavere e di provocata interruzione di gravidanza illegale per la morte anche del
bambino che Giulia portava in grembo da 7 mesi e che non nascerà più.
Oggi sui principali siti di informazione trovate diversi articoli su questa tragedia, cronache,
profili del killer che viene definito, un narciso e un manipolatore. Repubblica può
intervista anche l'altra donna di questa storia, questa ragazza di 23 anni italo-inglese
con cui l'assassino aveva da diversi mesi una relazione parallela e che con lui ha avuto
anche una gravidanza poi interrotta. Assieme alle cronache troviamo anche diversi articoli
e interventi di commento a questa vicenda e più in generale sul femminicidio. Uno di
questi articoli affirma di analisa cusso crea sulla stampa e finito però al centro di moltissimo
polemiche critiche soprattutto sui social perché riportava un titolo oggettivamente
sbagliato, scorretto, irrispettoso per molti anche scandaloso, ovvero al paese serve un
opera di educazione profonda dobbiamo insegnare alle ragazze a salvarsi. Questo titolo chiaramente
è sbagliato e lo è per diversi motivi e imprimis perché approccia la tragedia del femminicidio
spostando il centro della questione dagli assassini alle vittime. Il problema centrale
qui non è educare le donne a difendersi, qui il problema centrale è educare gli uomini
a non uccidere. Se gli uomini non uccidessero le donne, le donne non dovrebbero nemmeno
porsi il problema su come difendersi o salvarsi. Però detto questo, detto che quel titolo
ripetito che quel titolo è ovviamente completamente sbagliato e abbiamo visto il perché c'è
comunque una domanda che forse dovremmo farci. Oggi è possibile dire che nel frattempo,
nel frattempo che all'uomo venga estirpata dal cervello quella mentalità maschilista,
retrograda, patriarcale che spinge alcuni po' di questi uomini a essere violenti, addirittura
a essere assassini e con il frattempo che ciò accada, perché qualcosa che richiede tempo
non richiede giorni può essere utile nel frattempo preparare le donne ad affrontare
simili tragiche venienze senza che questo messaggio passi come un tentativo di colpevolizzazione
delle donne. In Italia nel 2022 ci sono stati 120 femminicidi e la media è più o meno
la stessa danni. Questo significa che in Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa da
un uomo che nella stragrande maggioranza dei casi o aveva un rapporto sentimentale o
familiare con l'assassino. Questo significa che tra tre giorni, statisticamente parlando,
tra tre giorni una donna che oggi è viva, tra tre giorni non lo sarà più, tra tre giorni sarà
pugnalata, soffocata, ammazzata da un uomo. Questa donna tra tre giorni però può ancora
salvarsi e ha due scelte per salvarsi. O sperare che in tre giorni lo stato riesca a
educare tutti gli uomini, incluso il suo assassino, a non uccidere, oppure sperare che qualcuno
magari sempre lo state e le dia nel frattempo quella dritta, quel consiglio, quel sostegno che
l'aiuti a crearsi le condizioni per non essere la prossima. In tre giorni non cancelleremo
millenni di mentalità, violenta, retrograda e patriarcale. Su questo bisogna lavorare e
lavorare ogni giorno a partire dalle scuole, a partire dai bambini e dobbiamo essere consapevoli,
se vogliamo affrontare seriamente questo problema che ci vorrà molto tempo, non basteranno tre
giorni e anche quando ci riusciremo purtroppo probabilmente non avremo azzerato questo
errore del tutto. Ma in tre giorni si possono dare consigli preziosi, consigli che possono salvare,
che possono aiutare una donna a intercettare segnali che magari non hanno dato a dare il
giusto peso ad altri segnali, a sottrarsi a una trappola senza che questo significhi colpevolizzare
le donne. Questa mattina durante la conferenza stampa la procuratrice Mannella che ha coordinato
le indagini che hanno portato all'arresto dell'assassinio di Giulia Tramontano, quindi direi
non proprio una donna che potremmo accusare di patriarcato o maschilismo, ha detto che non
bisognerebbe mai presentarsi all'ultimo incontro chiarificatore. E sotto al video pubblicato dal
corriere sui social di queste dichiarazioni ho letto commenti indignati di chi dice che questo
approccio, che nel caso specifico il consiglio può essere chiaramente esagerato o meno giusto
sbagliato quello che volete, però è un approccio che colpevolizza le donne. Probabilmente questo
mio stesso intervento sarà interpretato come quello di un ignorante che colpevolizza le donne,
ma mi chiedo e vi chiedo. La prossima, quella ragazza che troveremo sui giornali fra tre giorni,
che sarà uccisa fra tre giorni, che sarà uccisa da un uomo che magari proprio in questo momento
sta premeditando nella sua casa, nella sua macchina, in maniera fredde spietata l'omicidio,
che magari sta preparando la trappola in cui farla cadere e che si è chiuso nella sua realtà
e ossessione. Ha più possibilità questa ragazza di salvarsi sperando che il suo assassino che
adesso sta in questa condizione sia educato in tre giorni a non ucciderla, senza ovviamente
banalizzare questo discorso, o sperando che qualcuno in tre giorni magari l'aiuti a capire quello che
sta per succedere, accogliere certi segnali e ad agire di conseguenza magari appunto evitando
proprio la trappola. Dobbiamo pensare a come salvare le prossime centinaia di vittime dei prossimi
anni e questo possiamo farlo solo educando gli uomini a non uccidere, solo estirpando
migliaia di anni di mentalità maschilista, retrograda e patriarcale. Ma nel frattempo le
prossime, quelle dei prossimi giorni, possiamo nel frattempo parlare anche di come aiutarle a
salvarsi senza che questo sia interpretato come colpevolizzazione delle donne, titoli sbagliati
a parte. Cambiamo completamente argomento perché nei giorni scorsi abbiamo molto parlato del rischio
che gli Stati Uniti proprio oggi, giovedì 1 giugno, potessero dichiarare fallimento per il
superamento del tetto al debito pubblico. Come sapete per scongiurare questo rischio che non
solo avrebbe portato al default della più grande economia del pianeta ma coinvolto probabilmente,
contagiato probabilmente tutto il mondo, il Presidente americano Joe Biden aveva bisogno
di approvare al Congresso una legge che innalzasse questo tetto al debito e per approvare questa
legge aveva bisogno di trovare un accordo con i repubblicani che pur essendo opposizione hanno
alla camera una maggioranza di 9 voti. Bene, come sono andate a finire le trattative di Biden per
convincere i repubblicani a votare la legge per l'innalzamento del tetto al debito? Anche se al
foto finish l'accordo alla fine è stato trovato e ieri la camera con 314 voti favorevoli e 171
contrari ha detto sì a questo innalzamento del tetto del debito compiendo così il primo passo
istituzionale per scongiurare il fallimento degli Stati Uniti. Dico primo passo perché manca
ancora il voto del Senato però data l'ampiezza dei numeri non dovrebbe essere un problema.
Senza questa legge lo sapete già dalla prossima settimana ovvero dal 5 giugno la secretaria
del tesoro Janet Yellen per via dell'esaurimento del budget e non potendo fare per legge altro
debito avrebbe dovuto chiudere tutte le attività collegate alla pubblica amministrazione e
sospendere gli stipendi a tutti i dipendenti pubblici, ai militari, alle forze dell'ordine,
ai medici e così via. E questo sarebbe stato solo l'inizio di un effetto domino che secondo gli
analisti avrebbe potuto portare in pochissimo tempo alla perdita di milioni di posti di lavoro e
a una recessione che avrebbe riguardato il mondo intero. Come abbiamo già spiegato nelle
precedenti puntate in realtà gli Stati Uniti si sono trovati in una situazione simile, altre
78 volte da quando nel 1917 fu adottata questa legge che mette un tetto al debito pubblico che
non va superato anche se le economie lo consentirebbero e tutte e 78 volte in passato questo tetto
è stato innalzato con un voto del Congresso aggirando così il problema. Questa volta invece
si è rischiato il patatrack, si è rischiato di andare a sbattere perché l'amministrazione
democratica in carica non aveva e non ha i numeri al Congresso e aveva bisogno di un accordo con
le opposizioni ovvero con i repubblicani che hanno però negato l'accordo praticamente fino
all'ultimo momento facendo davvero tremare i mercati. L'intesa però come vi dicevo è stata
raggiunta e prevede un innalzamento del tetto dell'indebitamento federale per due anni cosa è
che chiedeva Biden così da non riavvere lo stesso problema il prossimo anno in cambio di tagli
alla spesa sulla pubblica amministrazione, la ricerca, gli alloggi i programmi sociali a
sostegno delle fasce più deboli e questo è ciò che invece chiedevano i repubblicani proprio
permettere così in difficoltà Biden in pista delle prossime lezioni. L'intesa che sta permettendo
ora di varare la legge che evita il default non ha ovviamente soddisfatto tutti. I molti nel
partito democratico accusano Biden di cercare troppo l'accordo e l'armonia con i cattivi
repubblicani e molti repubblicani soprattutto i più estremisti accusano oggi lo speaker della
camera che evi meccarti repubblicano di aver salvato Biden, il cattivo Biden. Per loro sarebbe
stato meglio lasciare che gli Stati Uniti andassero in default che il Paese fallisse così da poter poi
ad debitare la colpa della catastrofe che ne sarebbe conseguita a Biden e vincere così poi più
facilmente le lezioni. Fortunatamente ha prevalso il buon senso e ora non resta che aspettare il voto
definitivo del Senato che dovrebbe arrivare entro il prossimo 5 giugno. E con questo per oggi per
questa settimana anzi ci fermiamo qui domani e festa della Repubblica quindi Daily Five non ci
sarà però noi ci sentiamo l'une di prossimo a partire sempre dalle 17 con Daily Five.
Daily Five è un podcast prodotto da CNC Media ascoltalo da lunedì al venerdì alle 17 direzione
creativa e post produzione like a be creative company.
Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.
La Corte dei Conti denuncia i problemi del governo sul Pnrr e il governo decide di vietarle i controlli sul Pnrr.
Giulia Tramontano è stata uccisa col bambino che portava in grembo. La confessione del fidanzato.
Si può parlare anche di consigli da dare alle donne per sottrarsi alla violenza degli uomini, senza che questo sia visto come alternativo all’educazione degli uomini e senza che sia interpretato come colpevolizzazione delle donne?
Trovato in extremis l’accordo tra democratici e repubblicani per evitare il default americano. Ma manca ancora il voto definitivo.
Per scriverci: dailyfive@cncmedia.it
Seguici su Instagram:
@emiliomola1
@cnc_media
Daily Five, ogni giorno dal lunedì al venerdì alle17:00 con Emilio Mola.
Una produzione CNC Media
Direzione creativa e post produzione Likeabee Creative Company
Musica Giovanni Ursoleo