Daily Five: Il 35 maggio in Cina, la controffensiva inventata dalla Russia e le altre notizie di oggi

CNC Media CNC Media 6/5/23 - Episode Page - 18m - PDF Transcript

Oggi è lunedì 5 giugno, però ieri non era domenica 4 giugno, ieri era domenica 35

maggio, che lo so può sembrare strano a noi occidentali, il 35 maggio non esiste,

però usare questa finta data come alternativa è l'unica possibilità che milioni di cinesi

hanno avuto in questi giorni per parlare del 4 giugno, per parlare di ciò che accadde

il 4 giugno del 1989 a Pekino cercando di sfuggire alla censura del partito comunista

cinese o a conseguenze ben peggiori, il 3 e il 4 giugno del 1989, il governo cinese infatti

represse nel sangue a Pekino, quindi a Piazza Tiananmen, le proteste di migliaia di giovani

studenti che da mesi manifestavano e manifestavano per cosa, beh per chiedere ciò che alla fine

i giovani a un certo punto nelle dittature finiscono sempre per chiedere se hanno un

minimo margine di movimento diciamo così, ovvero riforme, partecipazione, democrazia,

lotta alla corruzione della dittatura eccetera, beh dopo mesi di manifestazione il partito

comunista cinese in quel 1989 partito guidato all'ora dal riformatore Deng Xiaoping con

lui che ha inventato sostanzialmente l'attuale Cina che è capitalista nella sostanza e comunista

nella forma e nel modo di sercitare il potere, mandò l'esercito in piazza per porre fine

con la forza alle richieste di quei giovani, fu un bagno di sangue, probabilmente anzi

sicuramente lo sapete secondo lo stesso governo gli studenti ammazzati in quei giorni furono

300, però secondo i familiari furono addirittura 3000 quindi 10 volte di più, senza dubbio

poi avete presente l'immagine di quell'omino che con due buste della spesa tra le mani

prova a fermare per strada col proprio corpo un carro armato, ecco quella iconica immagine

fu catturata proprio in quei giorni, anzi proprio il 5 giugno come oggi, di lui, di

quel ragazzo di quella persona lì che abbiamo visto solo di spalle non se ne più saputo

nulla ed allora in Cina anche a distanza di ormai 34 anni parlare di quegli eventi è

ancora vietato, non se ne può parlare in pubblico, non se ne può parlare nei media,

nei social, figurarsi poi a scuola, però qualcuno ci prova, ci prova sempre, trovando

ogni volta a ogni anniversario degli stratagemmi sempre diversi come appunto inventarsi la data

del 35 maggio per non dire appunto 4 giugno, ieri ad esempio a Hong Kong la polizia ha

restato 12 attivisti tra cui Alessandra Wong, meglio nota come nonna Wong che è una donna

attivista di 67 anni, arrestata perché colpevole di aver portato dei fiori nei pressi di Victoria

Park dove per decenia appunto a Hong Kong si sono tenute le manifestazioni in ricordo

del massacro, tra gli arrestati c'è anche un uomo che aveva in mano la copia di una

rappresentazione teatrale che si intitola proprio 35 maggio e perché vi parlo proprio

di questi arresti a Hong Kong e non di altri analoghi avvenuti nel paese, perché Hong Kong

è una realtà emblematica per comprendere cosa sia la Cina e cosa potrebbe diventare

Taiwan qualora dovesse quest'isola finire nelle mani del governo cinese, Hong Kong fino

al 1997 è stata una colonia britannica, poi in quell'anno secondo accordi presi in precedenza

è tornata nelle mani della Cina, quando la Cina se la riprese Hong Kong, promisse al

mondo che avrebbe rispettato l'autonomia di Hong Kong e la democrazia che nel frattempo

a Hong Kong si era instaurata bene come la Cina mantenga le promesse, lo vediamo ogni

giorno e lo abbiamo visto anche ieri dove la gente è stata arrestata per aver solo commemorato

dei ragazzi innocenti uccisi con un mazzo di fiori, capire questo, vedere cosa la Cina

stia facendo a Hong Kong è fondamentale se si vuole capire quello che sta accadendo

e accadrà relativamente all'isola di Taiwan che il governo cinese ha promesso di prendere

con le buone o con le cattive, entro il 2047 però in realtà probabilmente già entro

il 2030, Taiwan oggi è un'isola democratica e abitata da 24 milioni di cittadini che

per la stragrande maggioranza vogliono rimanere i taiwanesi e vogliono tenersi stretta la libertà

e la democrazia che hanno coltivato e instaurato negli ultimi decenni, la conquista di Taiwan

da parti cinese e potrebbe ne abbiamo parlato spesso anche qui su Deli Five, essere nei

prossimi anni la causa di una guerra su larga scala fra Cina e Stati Uniti, Stati Uniti

che si sono posti come difensori dell'indipendenza e dell'autonomia di Taiwan, sia chiaro gli

americani sono pronti a una guerra devastante con la Cina non solo per amore della democrazia

taiwanese ma più che altro e soprattutto perché per loro l'indipendenza di Taiwan,

di quest'isola che ho quasi occidentale che sta sotto il naso della Cina è fondamentale

per evitare che la Cina da quel punto inizi la conquista dei mari a discapito proprio

dell'impero americano però ci ho detto presto o tardi saremo chiamati anche noi a prendere

una posizione su questo possibile conflitto e lo definisco possibile proprio perché Taiwan

come abbiamo già spiegato più volte è esistenziale sia per la Cina che per gli Stati Uniti

in pratica la Cina non può fare a meno per motivi esistenziali di conquistare Taiwan

e gli Stati Uniti per motivi esistenziali non possono fare a meno di difenderla quindi

se non si troverà ed è molto improbabile una soluzione diplomatica il conflitto è

quasi inevitabile e questa guerra per Taiwan potrebbe scoppiare davvero da un momento

all'altro solo nel corso di questo weekend una nave da guerra cinese ha quasi speronato

una nave da guerra americana e lo stesso è avvenuto nei celli dove si è sfiorata la

collisione tra un aereo cinese e un americano quindi in quello stretto che dovrebbe essere

lo stretto teatro di questa possibile devastante guerra tra Cina e Stati Uniti la tensione

sta crescendo e un incidente potrebbe davvero accadere da un momento all'altro ecco ciò

di cui dobbiamo essere consapevoli e che se la Cina dovesse conquistare Taiwan non

significherebbe solo condannare milioni di cittadini oggi liberi a dover sottostare a una

dittatura ma significherebbe soprattutto assistere probabilmente all'inizio della fine dell'impero

americano sul mondo e all'inizio di quello cinese oggi sempre più spesso davanti a questa prospettiva

in tanti esultano l'odio verso l'america da parte di tanti anche qui in Italia e tale che in

ogni dove si esulta davanti nell'assistere diciamo a questa crescita del potere e dell'influenza

della Cina sul mondo tutti sono contenti perché la Cina sta creando alleanze magari anche col

brasil e l'india e così via e tutti sono contenti perché questo avviene a discapito degli Stati

Uniti ora ognuno chiaramente è libero di avere la visione del mondo e del futuro che gli pare

ma deve godersi questa libertà fino a che la sua auspicata prospettiva di un'era cinese sul

mondo non sorgà davvero sostituendosi a quell'era americana perché da quel momento alle tante

ipocrisia che nessuno nega della democrazia occidentale attrazione americana potrebbe imporsi

invece l'asserissima e coerentissima visione della libertà e della democrazia cinese sul

mondo ovvero nessuna libertà e nessuna democrazia io sono emilio mola e questo è daily five il

podcast di cnc media per comprendere l'attualità e conoscere il mondo che ci circonda una notizia

alla volta oggi è il 36 maggio e restiamo brevemente sugli esteri perché questa notte la

russia ha annunciato che l'attesissima controffensiva ukraine non solo è finalmente iniziata ma è

stata pure respinta con successo dallo stesso esercito di mosca come sapete da me si siamo tutti

in attesa che l'ukraina dia inizio al suo contraattacco cioè a questa operazione su vasta

scala che ha l'obiettivo non di limitarsi a contenere l'avanzata dei russi ma proprio a

rispingerli e a riconquistare i territori occupati dai russi in ukraina si tratterebbe in questo

caso di una mobilitazione enorme sia in termini di uomini che di mezzi impiegati e potrebbe decidere

le sorti della guerra e dell'eventuale pace il mondo insomma attende con questa controffensiva con

apprensione dei mesi perché appunto potrebbe cambiare gli assetti sul campo e la russia come vi

dicevo ha annunciato che questa notte questa controffensiva è iniziata in particolare nell'oblast

di donieck in un comunicato il ministero della difesa russo ha affermato che l'ukraina ha lanciato

l'offensiva utilizzando sei battaglioni meccanizzati e due battaglioni di carri armati l'obiettivo del

nemico era quello di sfondare le nostre difese nel settore più vulnerabile a suo avviso del fronte

ha dichiarato il ministero della difesa ma il nemico non ha raggiunto i sui obiettivi non ha avuto

successo le forze russe hanno ucciso 250 soldati ukraini e distrutto 16 carri armati veicoli da

combattimento da fanteria e 21 veicoli corazzati da combattimento insomma secondo i russi la tanto

attesa controffensiva degli ukraini è iniziata questa notte ma è durata appunto il tempo di qualche

ora la realtà qual è la realtà è che l'ukraina non ha iniziato nessuna controffensiva c'è stato

sì uno spostamento di truppe perfino c'è stata la conquista di un villaggio e l'avanzamento di

mezzo chilometro però come ha detto al washington post il portavoce del raggruppamento orientale

delle forze armate di Kiev in realtà quando la nostra controffensiva inizierà davvero tutti

se n'accorgeranno torniamo un attimo sull'alluvione nemilia romagna perché probabilmente ricorderete

ne abbiamo parlato anche qui a del i five che per affrontare l'emergenza seguita al

disastro il governo meloni aveva annunciato interventi per ben due miliardi e 200 milioni

di euro una cifra considerevole che è stata comunicata con grande enfasi e perfino con

un certo apprezzamento di partisan solo che a distanza di giorni le cose si sono rivelate un

po diverso ne dà conto oggi su pagella politica carlo canepa che rivela come letto finalmente il

decreto approvato dopo innumerevoli bozze emergano invece cifre un bel po più contenute e in

particolare se evidenzia come la cifra realmente stanziata dal governo meloni non sia di 2,2

miliardi di euro ma poco più di un miliardo e mezzo parliamo di 600 milioni in meno e

parliamo inoltre di soldi trovati anche tagliando le entrate da altri capitoli importanti per

finanziare questa misura leggo da pagella politica ben 400 milioni di euro sono stati

recuperati riducendo gli stanziamenti per il fondo di integrazione salariale fondo che

fornisce supporto ai lavoratori in caso di riduzione dell'attività lavorativa 50 milioni sono stati

ottenuti riducendo il fondo sociale per l'occupazione e la formazione 150 milioni sono stati invece

ottenuti dai risparmi presi con il taglio del reddito di cittadinanza altri 130 milioni di euro

sono stati invece recuperati tagliando le risorse che servivano a finanziare il cosiddetto bonus

sociale per il riscaldamento questo bonus era stato introdotto per aiutare le famiglie più

in difficoltà a pagare la fornitura di gas il governo ha infine poi creato un fondo dedicato

alla ricostruzione del patrimonio culturale danneggiato dalle alluvioni che sarà però

finanziato con l'aumento di un euro dei biglietti per i musei statali insomma qui riprendo la parola

se la cosa fosse stata annunciata o venduta da meloni in questi termini specificando che non

si sarebbe trattato di due miliardi e due ma di un miliardo e sei e che questi soldi sarebbero

stati presi non dal nulla ma togliendoli ad altri fondi e aumentando il costo dei biglietti magari

la cosa sarebbe stata colta comunque con favore perché appunto necessaria ma non come il miracolo

dei soldi spuntati dal nulla trovati da giorgia meloni sabato a pescara in occasione della

rassegna cartone de beige è stata la prima uscita pubblica del nuovo direttore generale della

rai giampaolo rossi nominato proprio dal governo di rossi si è molto parlato in questi giorni per via

di alcune sue posizioni molto vicine agli ambienti novax dell'ultra destra e del complottismo in

genere diciamo posizioni che lo rendono per molti in adatto a dirigere la più grande

azienda culturale del paese e però una volta arrivato alla guida della rai rossi ha già

rilasciato dichiarazioni che hanno fatto molto a rabbiare stavolta non la sinistra quanto la

destra è in particolare la lega di matthios alvini intervenendo a pescara rossi infatti

detto che la rai e la televisione pubblica con il canone più basso in europa e che per avere una

rai moderna e all'altezza delle sfide della tecnologia attuale servirebbero maggiori

investimenti quindi maggiori soldi perché questo ha fatto a rabbiare la lega beh perché chiaramente

simili parole vanno nella direzione esattamente opposta a quella di salvini che ha sempre promesso

invece di voler ridurre il canone rai fino ad azzerarlo come sapete oggi il canone rai lo paghiamo

distribuito in bolletta quindi se paghi la luce paghi anche il canone ed evaderlo è molto più

difficile ecco la lega vorrebbe togliere il canone dalla bolletta e poi ridurlo gradualmente fino

ad azzerarlo del tutto come osserva repubblica questa scelta di fatto è una specie di gioco

delle tre carte perché perché il finanziamento della rai a quel punto sarebbe reso possibile come

riporta la stessa proposta di legge della lega aumentando le imposte in dirette quindi sarebbe

il solito trucchetto ti faccio credere che non paghi più una tassa ma in realtà te la faccio

pagare aumentando le altre in secondo luogo anche il canone tornerebbe a essere pagato solo

dagli onesti che appunto le tasse le pagano gli altri le vasori continueranno a godersi in caso

dovesse accadere questo lo spettacolo comodamente e senza sganciare un centesimo come andrà a

finire la spunterà il nuovo direttore generale che vuole più soldi per la rai o la spunterà salvini

che invece vuole azzerare il canone non resta che aspettare vedere questo scontro dove ci porterà

restiamo infine in aria governo perché il governo meloni sia in questi mesi il re so

protagonista di un record non proprio da annoverare tra quelli di cui vantarsi soprattutto se c'è la

coerenza di mezzo il record di cui stiamo parlando e di cui da notizia il fatto quotidiano è quello

dei decreti secondo una rilevazione openpolis infatti il governo meloni con 25 decreti emanati

in appena sei mesi ha il primato dell'esecutivo che più abusa di questo strumento nelle ultime

quattro legislature praticamente negli ultimi vent'anni ed è paradossale perché perché la

prima leader politica in italia ad essersi sempre lamentata dell'eccessivo ricorso alla

decretazione ed urgenza da parte degli altri governi è stata proprio giorgia meloni che

adesso una volta il governo sta facendo peggio di ciò che rimproverava ai suoi predecessori

i decreti come sapete sono dei provvedimenti delle scorciatoie che il governo e quindi non

il parlamento può fare per per diciamo varare le leggi nel caso in cui serva a superare a girare

i tempi lunghi del parlamento ma i decreti nascono per questo nascono per quegli interventi che

appunto hanno bisogno di rapidità di urgenza e alluvione a parte non si hanno ricordi negli

ultimi mesi di situazioni in cui fosse necessario procedere con urgenza quindi questo cosa significa

significa che il governo meloni ha varato decreti quando probabilmente non era assolutamente

necessario e lo ha fatto per ben 25 volte in appena 6 mesi per una media di oltre 4 decreti

ogni 30 giorni ripeto un record negli ultimi decenni davanti a questo abuso il presidente

della Repubblica Sergio Mattarella è anche intervenuto ricordando che appunto i decreti

hanno uno scopo e un ambito di applicazione e che il potere di fare le leggi deve rimanere al

parlamento perché il parlamento è eletto dal popolo proprio per fare questo e con questa notizia

per oggi ci salutiamo qui io vi ringrazio e vi do appuntamento a domani sempre alle 17 con Deli

5. Deli 5 è un podcast prodotto da CNC media ascoltalo da lunedì al venerdì alle 17 direzione

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A Hong Kong degli attivisti sono stati arrestati per aver reso omaggio alle vittime di Piazza Tienammen. Ecco cosa spetta a Taiwan.

La Russia annuncia di aver respinto la controffensiva ucraina. Che però non c’è stata.

I 2,2 miliardi di Giorgia Meloni per l’Emilia Romagna non sono 2,2 miliardi.

Il nuovo direttore generale della Rai nominato dalla destra vuole più soldi per la Rai. E la Lega la prende malissimo.

A Giorgia Meloni non piacevano i governi che varavano troppi decreti. Ora lei ha il record degli ultimi vent’anni.

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