Daily Five: I NoVax ancora parlano. Alluvione, primi aiuti. Gli Usa ancora a rischio default. Bakhmut è caduta, ma.

CNC Media CNC Media 5/22/23 - Episode Page - 20m - PDF Transcript

Ieri, al Salone del Libro di Torino, l'immunologa Antonella Viola, durante la presentazione

di un suo libro, è stata all'improvviso, aggredita verbalmente da un esponente Novax, che è

iniziato a inveire contro di lei col solito repertorio, accusandola di aver mentito sui

vaccini, sui su effetti, eccetera.

Antonella Viola non ha bisogno di difensori d'ufficio, e ha anzi replicato immediatamente

all'uomo facendogli notare che se in quel momento quella sala fosse così affollata,

quello si doveva proprio ai vaccini.

Ed è curioso se non addirittura interessante e affascinante notare come a distanza ormai

di tre anni e mezzo dallo scoppio della pandemia, che tra l'altro secondo l'OMS non è da

considerarsi nemmeno più un'emergenza proprio grazie ai vaccini che hanno drasticamente

ridotto ricoveri e decessi, certe convinzioni restino lì nella testa di tante persone nonostante

la realtà.

Questi anni di pandemia siamo stati ogni giorno, almeno fino a molti mesi fa, bombardati

costantemente sui social ma anche sui giornali TV da ex perfetti sconosciuti che all'improvviso

hanno acquisito popolarità e notorietà nazionale spiegando di volta in volta tesi apocalittiche

che riuscivano a trovare perfino del consenso tra i cittadini, però a distanza di anni,

di quegli scenari, cosa è rimasto? Se lo vogliamo iniziare a tracciare un primo bilancio,

io non so se lo ricordate, ma prima dell'arrivo dei vaccini le tesi del complotto parlavano

di altro. All'inizio ci dissero che il coronavirus fosse stato progettato dagli Stati Uniti,

ovviamente all'interno di un laboratorio per poi portarlo in Cina per mettere in ginocchio

il gigante asiatico. Poi, quando si inizia a vedere che il virus aveva messo in ginocchio

gli Stati Uniti si cominciò a dire l'esatto contrario, cambiando così narrazione come

si cambia la biancheria intima la mattina. Poi è stata la volta delle mascherine, probabilmente

lo ricordate, ci dicevano che saremmo morti tutti a causa delle mascherine perché le mascherine

servivano in realtà a toglierci l'ossigeno, a farci respirare anidrite carbonica, a causarci

l'acidosi che avrebbe a sua volta causato a tutti noi il cancro e che quelle mascherine

poi le avremmo portate per sempre perché in quel modo saremmo diventati degli automi

senza più sorriso e nespressivi. Poi è stata la volta dei tamponi che servivano, forse

ricorderete anche questo, a bucarci la barriera emato encefalica. Poi ci hanno detto che

saremmo per sempre stati il lockdown perché in quel modo i poteri forti avrebbero potuto

controllarci meglio tenendoci a casa. Poi è stata la volta dei Green Pass e dei vaccini.

Ricordate le battaglie contro i Green Pass, contro questi strumenti liberticidi che governi

ci avrebbero imposto per sempre perché questo quello che ci dicevano noi saremmo stati sempre

col Green Pass con i quali poi ci avrebbero controllato addirittura le finanze, se attraverso

i Green Pass dicevano che avrebbero visto se noi pagavamo le tassi o meno e quindi in

base a quello non ci avrebbero fatto entrare nei locali e tutte queste diozzie qui. Beh

dove è tutto questo? Dove è l'obbligo di mascherina perenne? Dove che ci viene ancora

chiesto il Green Pass? Dove sono gli ospedali traboccanti di ricoverati per i danni della

mascherina per l'acidosi della mascherina? Dove sono i ricoverati per la barriera emato

encefalica perforata dai tamponi? E soprattutto dove sono i milioni di morti che ci avevano

detto che sarebbero arrivati a causa dei vaccini? Oggi i Novaks ci dicono come quel Novaks ieri

a Torino che ci sono persone che hanno subito dei danni a causa della vaccinazione e in

alcuni casi fortunatamente errari casi purtroppo è vero. Ma la narrazione non era questa,

la narrazione dei Novaks non era che i vaccini ad alcune persone avrebbero purtroppo potuto

causare effetti collaterali perché erano le stesse case farmaceutiche a dire che anche

vaccini in quanto farmaci come qualsiasi farmaco possono avere degli effetti collaterali magari

anche erari, però su decine di milioni di dosi quel raro diventa un numero un attimo più

significativo. Ma la narrazione dei Novaks era un'altra, era che i vaccinati sarebbero morti o

sarebbero finiti tutti in ospedale con arresti cardiaci, miocarditi, pericarditi, tumori,

ictus, hemorrhagie, eccetera. Beh, sono passati due anni e mezzo dalle prime vaccinazioni in Italia.

Dove è questa apocalisse? Dove sono gli ospedali al collasso per i danni da vaccino? Noi abbiamo

avuto gli ospedali davvero al collasso per i danni da coronavirus. Poi arrivato il vaccino,

noi non abbiamo più avuto ne ospedali al collasso da coronavirus, ne ospedali al collasso da

vaccino. Ricordo che uno dei più seguiti Guru Novaks in un video disse di aver scoperto attraverso

che poi ogni diciamo, ogni Guru Novaks aveva la sua tesi del complotto, c'era chi parlava dei

vaccini che servivano a modificarci il DNA, c'è chi diceva che invece servivano a farci venire

le, a tutti le miocarditi e le pericarditi, c'era chi diceva che dovevano farci venire i tumori,

c'è chi diceva che addirittura avevano i microchip per controllarci, eccetera. Uno di questi,

in un video disse di aver scoperto attraverso studi fatti da lui e da un suo gruppo, studi

che chiedeva ai suoi follower di finanziare, voglio proprio vedere, che nei vaccini c'erano in

realtà dei microorganismi viventi programmati per attivarsi e ucciderci dopo 18 mesi dall'inoculazione.

Ecco, quei 18 mesi sono scaduti un anno fa, a luglio scorso, eppure nemmeno quello è accaduto.

Nonostante l'apocalisse promessa non si sia mai verificata, nonostante questo,

nonostante non ci siano più i lockdown, nonostante non ci siano più gli obblighi di mascherina,

nonostante non ci sia più l'obbligo di Green Pass, nonostante non ci siano milioni di morti,

eccetera, ancora oggi può accadere che chi aveva ragione, chi ha detto la verità,

si ritrovi aggredita verbalmente da chi non riesce nemmeno a riconoscere la realtà che

ad avanti agli occhi, perché dai virus possiamo anche vaccinarci dall'ignoranza e dalla volontà

di rimanere ignoranti e negare la realtà, invece no.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è l'une di 22 maggio e in Emilia Romagna si scava ancora nel fango per liberare le

città e le zone sommersi dalle sondazioni dei fiumi che la scorsa settimana hanno lasciato

al loro passaggio morte e distruzione. L'acqua continua a defluire in queste ore, i soccorsi

continuano a liberare strade, nonostante si temano ovviamente smottamente e frane e auspicando

che il peggio tuttavia sia ormai alle spalle si comincia a fare ora i conti con i danni

economici e la ricostruzione. Al momento è impossibile calcolare esattamente

a quanto questi danni ammontino e troppo presto e qualsiasi cifra sparata in queste ore lascia

davvero il tempo che trova. Tuttavia, come ad esempio scrive il Corriere, siamo e saremo

nell'ordine dei miliardi di euro andati in fumo tra raccolte distrutti, infrastrutture

da ripristinare e aziende finite sott'acqua. Fare una conta è complicatissimo perché

non dobbiamo fare solo quella dei danni diretti, ma anche quelli indiretti, ha spiegato la

vicepresidente della regione Emilia Romagna, Irene Priolo, abbiamo avuto problemi che

vanno da Bologna fino a Rimini e quindi la situazione è veramente stesa. Sicuramente

saranno più di 5-6 miliardi di danni, ma fare un'astima adesso non è facile. Solo per

la rete viaria e ferroviaria si superano i 620 milioni di danni dell'infrastrutture,

ma manca ancora gran parte della viabilità comunale. Sul fronte degli aiuti, perché

adesso chiaramente si inizia a parlare di aiuti da fornire a Emilia Romagna, il decreto

legge scrive il Corriere con i primi stanziamenti e con la sospensione o proroca dei termini

fiscali contributivi e giudiziari e atteso per domani marte di 23 maggio quando ci sarà

il Consiglio dei Ministri. Il Vice-Ministro all'economia Maurizio Leo ha anticipato

che saranno sospesi i termini per i versamenti e per gli adimpimenti tributari, tanto per

le persone fisiche quanto per le strutture particolate come le società. Saranno congelati

anche i termini dei processi tributari e i mutui, sempre poi sul fronte degli aiuti,

la Ministra del Lavoro Marina Calderone assicura che il governo lavorerà sull'estensione

degli ammortizzatori sociali per il comparto agricolo e sul differimento degli adimpimenti

fiscali. L'autorità di regolazione per l'energia, le reti e l'ambiente ha deciso invece di

sospendere il pagamento di bollette e avvisi di pagamento di acqua rifiuti luce e gas,

compresi il GPL a favore delle popolazioni dell'Emilia Romagna colpite dall'alluvione.

Infine, con l'industria GGL, CISL e Will, hanno deciso di attivare un fondo di intervento

per la popolazione dell'Emilia Romagna in cui coinfluiranno contributi volontari dai lavoratori,

pari a un'ora di lavoro, e un contributo equivalente dalle imprese per sostenere i

territori e il sistema produttivo colpiti. Insomma, sul fronte degli aiuti, scusate se

vi ho fatto questo elenco un po' freddo, però è necessario conoscerli. Dicevo sul

fronte degli aiuti qualcosa al momento si sta muovendo, però l'ha detto anche che

parliamo di interventi un po' sparsi, un po' promessi, non c'è ancora nessuna certezza

e che non hanno ancora nulla di strutturale, superata la prima fase emergenziale che è

ancora in atto e quindi conclusa poi la rilevazione e la stima effettiva dei danni a quel punto

occorrerà realizzare un vero e proprio piano per la ricostruzione.

Per una catastrofe che, purtroppo come lo sono quelle naturali, si vede, si tocca con

mano, in Italia ce ne sono in realtà tante altre del tutto invisibili, del tutto silenziosi

che potremmo definire quasi carziche che però non sono meno devastanti. Di una di queste

parla oggi Repubblica e si chiama Record di Abbandoni al primo anno di università.

Al di là del significato numerico, il dato pubblicato qualche settimana fa dal sito

del Ministero dell'Istruzione e del Merito racconta lo stato di disagio di un numero

sempre crescente di giovani, giovani quali dopo la maturità immaginano il proprio futuro

all'università prima e al lavoro dopo, magari proprio come professionisti, ma che alle prime

difficoltà o per sopraggiunti motivi personali o economici abbandonano per dedicarsi poi

Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Ministero, scrivere Repubblica l'anno accademico 2021-2022

è stato quello che nell'ultimo decennio ha fatto registrare il record di abbandoni

entro il primo anno di università, ovvero il 7,3%, nel 2011-2012 era stato del 6,3%,

l'aumento degli abbandoni al primo anno di università e il calo anche delle immatricolazioni

6.600 in meno tra il 2020-21 e il 2021-22 si traducono poi in una cattiva notizia per il

nostro Paese, questo perché tutti gli studi economici e sociali degli ultimi decenni mettono

l'accento sull'istruzione della popolazione e sul valore aggiunto della laurea per l'economia

dei diversi stati, avere una popolazione poco istruita rappresenta e rappresenterà sempre

un gap e l'Italia purtroppo su questo fronte non è messa bene, gli ultimi dati della Commissione

europea relegano il nostro Paese al penultimo posto nel vecchio continente con il 31,2%

di laureati tra i giovani tra i 25 e 29 anni in tutto, 10 punti in meno rispetto alla media

europea che invece si attesta al 41,1% e con Francia e Spagna che addirittura superano

il 50%. Lasciamo adesso l'Italia per andare sugli

esteri perché non si è ancora risolto negli Stati Uniti d'America il nodo sul tetto del

debito pubblico che rischia di far letteralmente fallire il Paese entro l'inizio di giugno,

probabilmente lo ricorderete, ne abbiamo parlato pochi giorni fa ma ricapitoliamo che cosa

sta succedendo, succede che gli Stati Uniti come abbiamo già spiegato in una puntata

di Deli Five hanno una particolare legge che impone un tetto massimo al proprio debito

pubblico, superato quel tetto per legge gli Stati Uniti non possono contrarne altro,

non possono fare altra spesa e quindi tecnicamente vanno in default, falliscono. Attenzione,

non falliscono perché davvero non sono in grado di onorare i debiti, se non esistesse

questa legge, se non esistesse questo tetto che il Paese si è imposto da solo più di

un secolo fa, gli Stati Uniti potrebbero continuare a spendere e indebitarsi senza

alcun problema, però hanno questa legge e con questa legge devono fare i conti. Bene,

questo tetto quest'anno è già stato superato, ma si è ancora in tempo a evitare il default

come? Come si è fatto dal 1917 a oggi, altre 78 volte, ovvero banalmente, modificando

la legge nel Congresso e alzando il tetto. Qual è allora il problema? Perché non lo

fanno? Il problema è che il Presidente Biden, per modificare questa legge, ha bisogno anche

del voto delle opposizioni, ovvero dei repubblicani e loro, per dare il proprio voto, stanno chiedendo

qualcosa in cambio un taglio massiccio alla spesa pubblica che però lo stesso Presidente

Biden alla fine delle trattative che ci sono state alcune ore fa ha definito inacettabile.

Insomma, il primo giugno, giorno ultimo, per trovare un accordo, si avvicina e le posizioni

restano distanti. Biden, scrivere pubblica, continua a temere che alcuni conservatori

vogliano mandare gli Stati Uniti in default per scatenare una crisi che ricada sulle elezioni

del 2024, ma sta stringendo i tempi per trovare un'intesa. La secretaria al tesoro,

Janet Yellen, ha ribadito che l'1 giugno è una scadenza tassativa, entro quella data,

andrà approvato l'innalzamento del tetto del debito federale, altrimenti il governo dovrà

bloccare i pagamenti ai dipendenti federali e ai veterani, quella sarebbe solo la prima

conseguenza al rischio, c'è poi l'occupazione, almeno 8 milioni di posti di lavoro persi,

la tenuta di Wall Street e il rischio di una recessione che potrebbe sconvolgere i mercati

a livello mondiale. Questa che si apre sarà quindi una settimana decisiva su questo fronte e

già oggi si capirà molto i conservatori hanno chiesto di aumentare la spesa militare tagliando

quella generale colpendo la classe media e le fasce più deboli. Biden, dal canto suo,

invece, ribadito che la difesa va tenuta fuori dal dibattito sui conti e ha definito queste

condizioni impostate da republicani inacceptabili. Quindi, ho accordo o default? Beh, in realtà,

nel weekend sono stati molti a pressare Biden perché invochi il 14° emendamento e a girare

così lo stallo dei negoziati, che cos'è questo 14° emendamento? E' un emendamento della

Costituzione degli Stati Uniti adottato dopo la guerra civile del 1861-65 che stabilisce tapee che

la validità del debito pubblico degli Stati Uniti non può essere messa in discussione. Questo

passaggio venne introdotto all'epoca di questa guerra civile dai legislatori per evitare che gli

Stati Confederati ripudiassero i debiti federali per approvare solo quelli propri avviando così una

nuova guerra civile finanziaria. Negli ultimi anni, intante, hanno incominciato a ipotizzare che

questo 14° emendamento possa essere utilizzato dagli attuali presidenti per aggirare appunto

questo tetto del debito, questo rischio di default. Da esempio, scrivere pubblica nel 2011

e nel 2013, con una situazione molto simile, alcuni big democratici come l'ex presidente Bill

Clinton avevano consigliato a Barack Obama di appellarsi proprio al 14° emendamento. Però,

i legali della Casa Bianca all'epoca poserodubbi sulla legittimità della scelta perché poteva

innescare battaglie legali. I costituzionalisti, quindi su questo, sono divisi, però i numeri

non lo sono, due in particolare i numeri 9 e 10. A la camera i repubblicani hanno 9 seggi

di vantaggio e senza il loro via libera il tetto del deficit non verrà alzato e 10 sono i giorni

che mancano alla scadenza dell'1 giugno. Sul fronte della guerra russo-ucraina nel corso

del weekend si è materializzata quella che era ormai una possibilità nell'aria da diverse

settimane, ovvero la caduta della città di Bakhmut, passata di fatto in queste ore dalle

mani ukraine a quelle russe. Di Bakhmut, che è una città dell'Ukraine orientale dell'Oblast di

Donetsk, abbiamo molto sentito parlare in questi mesi, ne abbiamo parlato spesso anche qui su

Deli Five, perché è lì che si sono tenute le battaglie più cruente di tutto il conflitto

in corso. Per mesi, ucraini e russi, in particolare i mercenari del cosiddetto gruppo Wagner, si sono

dati battaglia ammazzandosi, massacrandosi, avvicenda ogni santo giorno. Non abbiamo, al momento,

cifre satte sul numero di caduti, ma sono stati migliaia e migliaia, sia da una parte che dall'altra.

Quello che però alla fine hanno preso in mano in questi giorni russi, non è più ne una città,

né nulla di paragonabile a una conquista Bakhmut dopo mesi di costanti bombardamenti, oggi è solo

un mucchio di macerie. Per i russi e gli ucraini aveva più che altro assunto un significato simbolico,

perché serviva in qualche modo sia a sfiancare e decimare il nemico, sia a misurare la reciproca

forza. Ecco, alla fine di questa contesa, resta solo un deserto di edifici, rasi al suolo e nulla

più. I russi, ovviamente, oggi esultano e Prigodzin, il leader del gruppo Wagner, che è l'autore di

questa conquista, ha già detto che, ormai, compiuta questa missione, fra pochi giorni lascerà la città

all'esercito regolare. Però, diversi analisti oggi si chiedono se davvero si è finita qui,

se davvero questa per i russi sia una conquista, una vittoria, e se invece per i russi,

possessati appunto di Bakhmut, non rischi di tramutarsi questa città in un suicidio tattico o

meglio in una trappola. Gli ucraini, infatti, pur essendosi ritirati dal centro abitato,

si sono adesso appostati sui fianchi nord e sud della città, e da lì potrebbero bersagliare

continuamente i russi, costretti a rimanere lì dentro, in quel cumulo di Magherie, per difendere

la città appena presa, distogliendoli però così da obiettivi ben più importanti, come la

difesa di Melitopol o Mariupol, in occasione dell'annunciata controoffensiva che gli

ucraini dovrebbero avviare da un momento all'altro. E con questo per oggi io vi saluto,

vi ringrazio e ci fermiamo qui. Vi do appuntamento a domani, come sempre, alle 17, con Daily Five.

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