Daily Five: I giovani non vogliono lavorare, i soldi che non spendiamo e le altre notizie di oggi
CNC Media 4/28/23 - Episode Page - 18m - PDF Transcript
Oggi sul Corriere.it potete trovare una di quelle storie fotocopie che quasi regolarmente
ormai danni troviamo più o meno tutte uguali su più o meno tutti i giornali, anche se
questa volta questa storia contiene una novità non da poco che vi farò notare fra un po'.
Allora, la storia in questo caso è quella di Stefano Molitierno, un imprenditore di
Treviso, titolare del pub Boba Public House e che racconta di aver dovuto chiudere il
suo locale ad appena un mese dall'apertura e questo perché perché come potete immaginare
non trova personale, non trova dipendenti che lavorino per lui.
Dopo aver aperto il 31 marzo in strada comunale delle corti, scrive il Corriere, l'imprenditore
Trevisiano, Stefano Molitierno, chiude il suo locale il 30 aprile per mancanza di personale.
Ho ristrutturato il locale in un mese prima di aprirlo, racconta Molitierno e avevo bisogno
di quattro persone per gestirlo, due si sono licenziate mentre una terza persona aveva
problemi di salute, ho tenuto duro arrivando anche a 15 ore di lavoro al giorno ma non
posso lavorare per tre persone rischiando di offrire un servizio carente alla mia clientela
e quindi ho deciso di chiudere, alla ragazza che è rimasta con me ho chiesto di venire
a lavorare nel mio altro locale a Jesolo perché non lascio nessuno per strada.
Ora qualcuno di voi pensera che Molitierno è probabilmente il solito ristoratore che
paga una miseria e propri dipendenti e poi pretende pure che gli facciano da schiavi
quindi bellista ma le cose non sembrano questa volta a stare così almeno stando a quanto
racconta lo stesso imprenditore che aveva messo a disposizione uno stipendio netto, quindi
non l'ordo ma netto, di 1600 euro al mese, per carità nulla di faraoni con uno qui può
fare la propria valutazione ma mi sento di definire 1600 euro netti al mese un compenso
almeno dignitoso soprattutto rispetto ai soliti che sentiamo dire in giro.
Il contratto nazionale è pari a 1450 euro netti al mese spiega Molitierno al corriere
sempre per 48 ore settimanali quindi lo stipendio che offro ai miei collaboratori è superiore
di 150 euro, non ho mai fatto contratti stagionali nemmeno nel mio locale a Jesolo di questa misura.
L'articolo prosegue con l'imprenditore che prova a dare, adesso arriviamo alla fine,
una spiegazione a questa penuria di dipendenti e a suo giudizio in breve dipende tutto dal
fatto che dopo il covid i giovani hanno cambiato per così dire mentalità, hanno maturato la
convinzione che nella vita ci sia dell'altro conti altro e che il tempo magari sia il vero
oro, non sono l'unico imprenditore spiega Molitierno ad avere problemi ad assumere personale
in quanto nella mia stessa situazione si trovano diverse attività di treviso, penso
che ci siano molti giovani che hanno sicuramente voglia di lavorare ma credo che dopo l'avvento
del covid-19 sia cambiata la percezione del lavoro e del suo valore, oggi ragazzi danno
la priorità ad altre cose, allora l'articolo come vi dicevo prosegue però insomma la sostanza
l'avete capita, ora perchè ve ne parlo visto che in fondo come vi dicevo all'inizio
è il solito articolo sul solito ristoratore italiano che non trova più personale, ve
perchè questa storia contiene una novità rispetto alle altre e cioè ci sono tre parole
in questa intervista in questo racconto che non vengono mai pronunciate e le tre parole
sono reddito di cittadinanza, questo imprenditore nel provare a spiegarsi le ragioni di questa
penuria di giovani disposti a lavorare da lui non ha mai tirato in ballo il reddito
di cittadinanza, non ha mai detto come tanti altri non trovo dipendenti perchè questi
giovani preferiscono starsi a casa sul divano con il reddito di cittadinanza piuttosto che
lavorare, quante volte abbiamo sentito in questi anni questa frase, questa giustificazione
ma soprattutto questa accusa, ecco oggi è dalla prossima settimana sempre di più
e sarà infatti molto difficile per i ristoratori, escluso chiaramente questo caso per gli imprenditori
in generale, tirare ancora in mezzo il reddito di cittadinanza o come scusa per la loro difficoltà
nel trovare personale, in questo caso ad esempio parliamo di Treviso, parliamo del
produttivo nordeste d'Italia, non parliamo della Campania o della Sicilia che più di
altre regioni si portano dietro lo stigma dei giovani che prendono il reddito di cittadinanza
no, nel nordeste come sapete è molto diverso, in secondo luogo il reddito di cittadinanza
ha i mesi contati, lunedì primo maggio il governo si riunirà proprio per definire
gli ultimi dettagli del nuovo strumento che prenderà il posto del sussidio varato dal
conte 1 e come potete immaginare o come già sapete questo nuovo strumento varato dal
governo Meloni, questo nuovo strumento di sostegno varato dal governo Meloni andrà
solo a pochi nuclei familiari che dovranno poi rispondere a criteri molto molto più
stringenti e giovani che potranno accedere a questo strumento saranno pochissimi visti
appunto i criteri estremamente stringenti, chi lo prenderà prenderanno più le 500
euro che si prendono con reddito di cittadinanza più l'affitto, ma ammonterà mensilmente
questo sussidio a 350 euro appena e lo potranno ricevere per solito 10 mesi tra l'altro
non rinnovabili, la scusa del reddito di cittadinanza insomma adesso non regge più
ed è probabile che in futuro quando ci ritroveremo con altri articoli del solito ristoratore
che non trova personale la giustificazione dei giovani sfaticati che preferiscono starsene
in poltrona prendere il reddito di cittadinanza anziché lavorare probabilmente stavolta la
leggeremo sempre sempre meno e forse forse capiremo finalmente che senza ombra di dubbio
un ruolo in questa difficoltà a trovare lavoratori il reddito di cittadinanza lo ha giocato,
nessuno lo nega, ma evidentemente questo era solo un pezzo di tutto il puzzle di un puzzle
molto più complesso forse come ha spiegato questo imprenditore le ragioni sono molto
più profonde e molto più strutturali forse i giovani stanno semplicemente maturando
nuove convinzioni sulla loro vita, convinzioni che possono essere giuste o sbagliate, non
si è chiaro ognuno può farsi l'idea che vuole e adesso non c'è tempo per approfondirle,
ma evidentemente la storia che ci siamo raccontati e che ci siamo sentiti raccontare per anni
dell'imprenditore che non trova dipendenti perché tutti i giovani sono dei fancazzisti
degli scansa fatiche che preferiscono il divano e il reddito di cittadinanza al lavoro
non era poi così vera e così esatta.
Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità
e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.
Oggi è venerdì ventotto aprile ed è anche il day after di un grave incidente parlamentare
che ieri ha messo molto in imbarazzo la maggioranza di governo tanto da mandare su
tutte le furie la Premier Giorgia Meloni, ma cosa è successo?
È successo che alla Camera era in votazione il DEF, un importantissimo documento di economia
e finanza di cui abbiamo già parlato nelle scorse puntate, già approvato dal Consiglio
dei Ministri e che doveva ieri passare anche all'esame del Parlamento.
Il centro destra come sapete ha una larga maggioranza in Parlamento, non sembrava potessero
esserci problemi di sorta, e invece davvero a sorpresa i numeri sono mancati.
Quando si è trattato di passare al voto dello scostamento di bilancio, la maggioranza
è andata sotto.
Lì per lì la cosa ha avuto talmente tanto dell'incredibile che quasi nessuno ci aveva
fatto caso tutti insomma davano per scontato che la risoluzione passasse.
Poi dopo qualche minuto un po' tutti hanno realizzato i voti a favore sono stati 195
inò 19 e gli ha stenuti 105.
Qualcuno a questo punto dirà ma come sono andati sotto?
La risoluzione è passata con 195 voti a favore e solo 19 contrari ed è andata sotto.
Beh sì perché questo provvedimento richiedeva non una maggioranza semplice ma una maggioranza
assoluta.
La maggioranza semplice come sapete sia quando il conteggio si fa soltanto sui presenti,
quella assoluta si raggiunge invece quando si conteggiano tutti gli eventi di diritto.
Ecco in questo caso non è successo, questa maggioranza non è stata raggiunta.
Ora ma perché quanto ha caduto è un incidente grave e perché non lo è?
È grave perché quando una maggioranza va sotto su un provvedimento così importante
il governo stesso rischia di cadere perché significa che se la mia maggioranza non c'è
su un provvedimento importante vuol dire che non ho nemmeno io governo la fiducia, nemmeno
dei mie stessi parlamentari ma non è grave in questo caso perché a quanto pare i numeri
non sono mancati per problemi politici per problemi di fiducia ma per altri problemi inclusi
quelli di vescica.
In pratica al momento del voto la maggioranza forse distratta non ha tenuto conto delle
numerose assenze e che ieri c'erano tra le sue file come scrive il Corriere che è andato
a un convenio di gestore di pompe di benzina, chi ha una riunione di commercialisti, chi
doveva sottoporza ad un esame diagnostico e chi era in ospedale per una adegenza postoperatoria
però c'era anche chi semplicemente era al bagno quindi insomma problemi di inesperienza
e disattenzione diciamo così sono alla base di quanto accaduto ieri anche se qualcuno
sospetta che dietro questo incidente tuttavia un segnale politico ci sia, un segnale dei
suoi per la premier per dirle guarda che si hai una larga maggioranza ma non dare tutto
per scontato non dare noi per scontati bene ora che succede in realtà quello che doveva
succedere è già successo perché proprio mentre in questo momento mentre registro sono
iniziate le dichiarazioni di voto sempre sul def in senato i numeri non dovrebbero mancare
questa volta mentre alla camera il provvedimento è già passato questa mattina restiamo sulla
maggioranza perché il governo meloni ha in queste ore nominato il suo nuovo consulente
al dipartimento per le politiche antidroga si tratta del medico neurochirurgo massimo
gandolfini un nome che forse a molti non dirà nulla però agli anti proibizionisti suon
invece parecchio familiare massimo gandolfini infatti un ultra conservatore leader della
manifestazione femmili dei per capire di cosa stiamo parlando di chi stiamo parlando
basti dire che nel 2015 come ricorda open online gandolfini fini al centro di una
grossa polemica per aver definito l'homo sessualità un disagio identitario e aver ribadito dopo
solo qualche settimana che no non esiste nessuno studio che provi l'homo che provi che l'homo
sessualità non sia una malattia nel 2019 fu poi condannato dal tribunale di verona per
diffamazione nei confronti di arci gay i fatti contestati risalgono al 2015 quando gandolfini
sostenne che tra le 58 identità di genere approvate dall'associazione ci fosse anche la
pedofilia a fine 2022 una nuova polemica l'ordine dei giornalisti della lombardia gli diede o meglio
gli chiese di partecipare come relatore a un corso di formazione sulla disforia di genere
e la medicina transgender ma la sua presenza con quei precedenti non fu ovviamente gradita
e l'evento venne cancellato tra le proteste degli stessi giornalisti ecco da oggi questa personalità
sarà il nuovo consulente antidroga del governo come la penserà gandolfini quindi sulla droga
materia di cui dovrà occuparsi gandolfini la pensa così sono sempre stato contrario a
detto all'anza a ogni tentativo di legalizzazione della cannabis perché da un punto di vista
scientifico tossicologico non esistono droghe leggere verrebbe allora questo punto da chiedersi
se per una questione proprio di coerenza gandolfini premerà sul governo per proibire anche l'alcol
in italia quindi il vino la birra il cocktail tutto visto che l'alcol è riconosciuto dall'o ms
del ministero della sanità come una droga visto che l'alcol come ogni altra droga da
dipendenza da assuefazione causa danni alla salute altera lo stato psico fisico delle
persone e solo in italia uccide 43 persone al giorno tutti effetti di gran lunga superiori a
quelli della cannabis quindi per una questione di coerenza immagino gandolfini chiederà al
governo di proibire in italia l'alcol però qui non lo so metto le mani avanti non mi sento
di scommettere anche stavolta sul triomfo della coerenza in questi mesi abbiamo imparato come
spesso in italia le cose non si facciano non perché manchino i soldi ma perché manca l'efficienza
mancano gli uffici manca il personale c'è la burocrazia che troppo farraginosa i progetti
lenti le attuazioni ancora di più eccetera è l'esempio più opportuno l'esempio calzante
e sicuramente quello del pnr basti pensare che ormai è praticamente certo che perderemo salvo
negoziati miracolosi con la commissione europea la prossima rata da 16 miliardi di euro perché
non siamo in grado di raggiungere entro giugno i 27 target necessari per sbloccare appunto questa
rata quindi rischiamo in realtà di perderla ecco quindi i soldi in questo caso 16 miliardi sono a
disposizione l'europa ce li vuole dare ce li sta dando sta solo chiedendo che in cambio noi
raggiungiamo determinati target ma siccome noi non siamo in grado di raggiungere si target rischiamo
di perdere questi soldi e forze probabilmente anche le future rate ecco questo problema non riguarda
solo il pnr il nostro paese scrive oggi sandra riccio sulla stampa anche la disponibilità di
altri 17 miliardi che però sono ancora fantasma perché bloccati per la mancanza di oltre 500
decreti attuativi parentesi cosa sono i decreti attuativi quando un governo fa delle leggi prende
delle decisioni non è che queste diventino di fatto immediatamente esecutive spesso queste
leggi sono più che altro dei perimetri delle istruzioni generali ma perché poi diventino fatti
concreti sono necessari appunto dei decreti attuativi che indicano appunto come dove quando
certe cose vadano fatte proprio sul piano pratico lo stato italiano oggi è pieno di leggi
varate che dovrebbero smuovere marie monti che sono state magari anche annunciate celebrate in
pompamagna dai politici che le hanno varate e che poi sono rimaste sulla carta e i soldi chiusi
in un cassetto perché mancano i decreti attuativi sul pnr riprendo a leggere dalla stampa non ci
sono ancora certezze di incassare i soldi i 17 miliardi sono invece disponibili ma fermi per
colpa della burocrazia l'allarme arriva da open polis che sottolinea che la mancanza dei decreti
attuativi sta bloccando il flusso dei capitali e la cifra congelata di cui stiamo parlando non è una
somma da poco ma rimane ripeto solo sulla carta ma chi è che non ha o non sta producendo questi
benedetti decreti attuativi sul sito open polis spiega che i decreti attuativi richiesti dalle
norme varate dal governo meloni sono in totale 210 di questi ben 173 devono ancora essere
pubblicati ma la quota più consistente di attuazioni che devono ancora essere manate risale
a norme varate dal governo draghi ben 221 mentre 85 sono ereditate ancora addirittura dai governi
conte 1 e 2 insomma un'ennesima dimostrazione di come in italia prima forse di lamentarci
dei soldi che mancano dovremmo pretendere una burocrazia e un sistema politico capace di
spenderli o meglio di sapergli spendere questi soldi quando ci sono e quando arrivano e con questo
per oggi per questa settimana ci fermiamo qui non ci sentiremo lunedì perché lunedì è primo
maggio e non si lavora quindi vido appuntamento a martedì 2 maggio sempre alle 17 con del i5
del i5 è un podcast prodotto da cnc media ascoltalo da lunedì al venerdì alle 17 direzione
creativa e post produzione like ab creative company
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Ancora una storia di un ristoratore che non trova dipendenti. Ma stavolta c’è una novità.
Approvato il Def dopo l’imbarazzante incidente di ieri alla Camera.
L’esecutivo nomina un nuovo consulente antidroga. Ed è un ultraconservatore.
Non sappiamo spendere i soldi. E non parliamo solo del pnrr.
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Musica Giovanni Ursoleo