Daily Five: Gli USA potrebbero fallire tra due settimane e le altre notizie di oggi

CNC Media CNC Media 5/11/23 - Episode Page - 18m - PDF Transcript

Nella puntata di ieri vi ho parlato di queste dichiarazioni del Ministro dell'Istruzione

Giuseppe Valditara che merito all'ormai insostenibile aumento degli affitti che sta colpendo in

maniera particolare gli studenti universitari italiani ha esplicitamente detto che la colpa

di questo enorme problema è dei sindaci e non dei sindaci tutti ma solo di quelli del

centro sinistra. Cosa centrino i sindaci di sinistra con la mancanza di alloggi per gli

studenti e l'aumento degli affitti in realtà non si sa? Ma allora su cosa Valditara ha appoggiato

questa sua strana teoria? Beh su un semplice sillogismo Aristotelico. Il sillogismo Aristotelico

lo conoscete probabilmente e dice semplicemente che se a è uguale a b e b è uguale a c allora

necessariamente anche a sarà uguale a c. Ecco qui ci troviamo di fronte a un'evoluzione del

sillogismo Aristotelico ed è il sillogismo valditariano. In pratica cosa ha partorito la

mente del ministro? Dal momento dice lui che le proteste degli universitari per il caro affitti

con gli studenti che hanno deciso per protesta di abitare intende da campeggio davanti agli

Atenei si sono verificate queste proteste a Roma, Milano e Bologna e dal momento che Roma, Milano

e Bologna sono amministrate tutte dal centro sinistra allora necessariamente il problema degli

affitti è colpa dei sindaci di centro sinistra. Logico no? Poco importa che il diritto allo

studio sia di competenza del governo e le dirizia anche assieme alle regioni per il ministro valditara

che è meritoriamente assolutamente va detto ministro proprio all'istruzione. Le cose stanno

così. La novità per cui vi riparlo di queste dichiarazioni, la novità oggi rispetto a queste

sue curiosi esternazioni è che gli studenti universitari hanno cominciato a protestare anche

in altre città universitarie d'Italia, non solo Roma, Milano e Bologna amministrate dal

sindaci di centro sinistra ma anche Pavia, Venezia, Perugia e altre città che sono tutte amministrate

dal centro destra. Quindi la colpa del caro affitti adesso è dei sindaci del centro destra? Ovviamente

no, noi il sillogismo valditariano non lo siamo, noi siamo seri. Il problema del caro affitti che

finalmente grazie alla singolare ma potente protesta degli universitari che in tutta Italia

stanno seguendo le orme della loro collega Ilaria Lamerra, la prima ad accamparsi in tenda davanti

alla sua università, è il frutto come dicevamo anche ieri di più fattori e trovo su questo

molto interessante proprio per avere un'idea d'insieme di questa vicenda, la lettera che

il sindacato degli studenti ha scritto alla ministra dell'Università Anna Maria Bernini,

chiedendo la convocazione urgente di un tavolo per trovare una soluzione alla crisi abitativa.

L'azione coraggiosa di Ilaria della scorsa settimana si legge nella lettera ha acceso i

riflettori su un tema prioritario, quello del diritto alla casa, iscindibilmente unito al

diritto allo studio degli universitari fuorisede. Negli ultimi anni purtroppo ne abbiamo visto un

progressivo deterioramento, basti pensare come in Italia a marzo 2015 il costo medio per metro

quadro delle abitazioni affittate era di 9,10 euro, ad aprile 2023 ha raggiunto quota 12 euro e

20 centesimi. Nel frattempo i posti letti per il diritto allo studio sono addirittura diminuiti,

nel 2018 erano 43 mila mentre nel 2022 erano 40 mila. Sono invece aumentati infine i posti

letto nelle residenze private grazie a importanti investimenti privati che però sono la conseguenza

di tariffe molto elevate e poco accessibili, capaci di garantire prodotti elevati ai soggetti

che le gestiscono. A Milano qui riprendo la parola io per fare giusto un esempio, una stanza costa

in media 620 euro al mese e non ci sono abbastanza posti per tutti eppure paradossalmente sempre nel

capoluogo lombardo dove appunto non si trova un buco dove poter stare per uno studente universitario,

gli appartamenti sfitti e vuoti sono addirittura 20 mila. Una delle soluzioni e senza dubbio la

realizzazione di nuovi alloggi appositamente per gli studenti di soldi nel PNRR ci sono e prevedono

la realizzazione di 52 mila nuovi alloggi per universitari. Il problema è che il governo

potrebbe non rispettare i tempi per realizzare questi progetti e incassare dall'Europa i

soldi necessari. L'idea della ministra all'università Anna Maria Bernini è quella di cercare ovunque nel

demagno pubblico, nelle regioni, nei comuni edifici in disuso anche vecchie caserme da

riconvertire in residenze studentesche, ma il timore è che questo censimento va da vuoto e anche

questa soluzione per risolvere il problema degli affitti e degli studenti universitari che non

trovano case a prezzi raggiungibili potrebbe rivelarsi solo l'ennesimo buco nell'acqua.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media, per comprendere

l'attualità e conoscere il mondo che ci circonda, una notizia alla volta.

Oggi è giovedì 11 maggio e apriamo un attimo con una notizia di cronaca che per alcuni minuti ha

fatto temere scenari spaventosi e un epilogo più grave di quello che poi si è effettivamente avuto,

perché questa mattina Milano è stata scossa da una tremenda esplosione avvenuta poco dopo le

11.30 in via Piarlombardo, quindi zona porta romana, quindi pieno centro. Secondo il racconto dei

primi testimoni leggo dal correre tutto sarebbe partito da un furgone che trasportava bombole di

ossigeno alla vicina residenza sanitaria per anziani. Alcuni passanti avrebbero visto il principio

di incendio poi un'esplosione violentissima e salvo l'autista del furgone, accortosi

dell'incendio e riuscito a saltare giù in tempo e se le cavata con ustioni alla mano e a una gamba.

L'incendio ha coinvolto anche dieci autoparcheggiate in strada e tre piani di un palazzo provocando

diversi danni coinvolti la farmacia al Piano Terra e due appartamenti al primo e al secondo piano. Il

rogo è stato domato dai vigili del fuoco che avevano sul posto sette mezzi. I carabinieri hanno

transenato la zona mentre il vicino istituto auxologico italiano è stato evacuato fino alle

tre dieci e trenta, poi medici e pazienti sono rientrati nel poli ambulatorio. Evacuate anche

la scuola di Via Vasà, ingestita dalle suole mantellate e le palazzine al Civico dieciannove e

al Civico ventidue di Via Pierlombardo. In tutto parliamo di circa duecento persone. Durante

l'evacuazione della scuola una suola è anche rimasta leggermente contusa per un trauma alla testa.

A quanto risulta da vigili del fuoco l'incendio sarebbe partito dal vano motore del furgone. L'autista

di cinquanta tre anni ha provato in vano a spegnerlo. Il mezzo trasportava venti bombole da

trentadue litri luna di ossigeno che è un gas, come sapete, altamente infiammabile che ha accelerato

poi il resto delle fiamme. In questi giorni la politica sta molto discutendo delle cosiddette

nomine, di cosa si tratta e perché sono importanti. Come sappiamo, lo Stato non è fatto e guidato

solo da ministri, governo, parlamentari, presidenti, sindaci, giunte, assessori, consigli, eccetera.

Lo Stato è e gestisce tape anche vari altri comparti della sfera pubblica, come la difesa,

la pubblica sicurezza, l'assistenza, ma anche aziende importanti come la RAI, LENI,

LENEL, Leonardo e così via. È chiaro che un governo per governare, per imprimere la propria

direzione politica al Paese, ha bisogno che a capo di queste importanti strutture statali,

aree, aziende, ci siano donne e uomini di propria fiducia. Cioè donne e uomini che facciano,

non dico quello che il governo vuole, ma che in linea generale siano in sintonia con il governo

in carica. Bene, per attuare questo principio ogni governo ha diritto a nominare a capo di queste

sfere di queste aziende personalità che il governo stesso sceglie. Le nomine durano qualche

anno, poi quando scadono, se arriva nel frattempo un nuovo governo, questo nuovo governo può decidere

se lasciare i precedenti amministratori delegati, presidenti, eccetera, o comandanti, quello che

volete, oppure se scegliersi i suoi. Questo sistema si chiama con un termine americano,

Spoy System, ed è una cosa assolutamente legittima. In queste settimane il governo Meloni è impegnato

proprio nel suo Spoy System, sta, cioè, piazzando a capo di questi importanti nodi dello

Stato, di queste importanti aziende dello Stato, uomini di propria fiducia. E se in alcuni casi

questa distribuzione di nomine è stata messa in campo senza particolari scossoni e polemiche,

come è stato per la nomina dei presidenti e degli amministratori delegati di Enel,

di Eni, di Poste e di Leonardo, in altri casi le cose sono e stanno andando diversamente.

Particularmente turbulente, se così vogliamo definirle con un eufemismo, sono state ad

esempio le nomine di Imps, Inail e Rai. Questo perché? Perché ad esempio alcune di queste cariche

non erano ancora scadute. Il governo Meloni, per mettere uomini di propria fiducia a capo

dell'Imps e dell'Inai, ad esempio, avrebbe dovuto attendere che i mandati dei precedenti

presidenti terminassero nei prossimi mesi. E, invece, cosa ha fatto il governo? Perché,

con appositi degreti, il governo ha forzato la mano e, di fatto, ha commissariato e quindi

cacciato Pasquale Tridico dall'Imps e Franco Bettoni dall'Inai, il per piazzare, poi,

persone di propria fiducia. Qualcosa di simile è accaduto con l'amministratore delegato

della Rai, Carlo Fortes, per il quale il governo ha varato un altro decreto ad hoc che

gli permettesse, in pratica con un gioco, diciamo così, delle tre carte, di piazzare

Fortes da un'altra parte, ovvero alla sovrintendenza del teatro San Carlo di Napoli, liberando così

il vertice della Rai dove piazzare una nomina di propria fiducia. Alla guida dell'Istat è

accaduto perfino qualcosa di contrario a questo lì, siccome il presidente dell'Istat

era gradito a Salvini, ma doveva andare via perché aveva ormai compiuto 70 anni, il

governo ha pensato bene di fare un altro decreto ad hoc, però questa volta per prorogare l'incarico

e non per cacciare il presidente e il presidente. Queste vicende, queste forzature hanno portato

in questi giorni a scontri molto forti tra maggioranza e opposizione, ma le nomine hanno

causato attriti anche all'interno della maggioranza stessa, perché è chiaro che ogni partito

anche all'interno della maggioranza vuole piazzare un proprio uomo o una propria donna

di fiducia a capo di questi nodi importanti dello Stato. Proprio per questo, ad esempio,

l'Italia si è ritrovata e si ritrova ancora adesso senza un comandante della Guardia

di Finanza, proprio perché i partiti di maggioranza non stanno riuscendo a mettersi d'accordo.

Lo stesso motivo per cui ad esempio Roma è rimasta per ben 63 giorni senza un proprio

prefetto e credo che questo non fosse mai accaduto prima. Almeno oggi, chiudiamo con

questa storia delle nomine, è stata trovata la quadra attorno al nuovo capo della Polizia

di Stato. Sarà Vittorio Pisani, già al vertice della squadra mobile di Napoli, protagonista

di arresti eccellenti come quelli dilatitanti del calibro di Antonio Jovini e di Michele

Zagaria.

Se in questi giorni vi troverete a leggere qualche articolo di stampa secondo il quale

gli Stati Uniti d'America potrebbero fallire nel giro di due settimane e questa notizia

vi dovesse sembrare assurda, fantasiosa, addirittura una fake news, beh sappiate che no, non è

una bufala, non è una fake news, anche se occorre un po' di contesto per inquadrarla

meglio. Allora, intanto cosa significa che uno Stato fallisce tape o meglio che uno Stato

va in default? Beh, uno Stato fallice quando non ha più soldi per ripagare il proprio debito,

cioè per restituire i soldi a chi negli anni gli è prestati acquistando titoli di Stato.

Quindi gli Stati Uniti d'America, se le cose stanno così, l'economia più forte del mondo

e della storia non ha più soldi per pagare il suo debito? Ovviamente no, le cose non stanno

così, stanno più o meno così. Semplicemente la particolarità di questa

vicenda è che gli Stati Uniti hanno una legge molto particolare che prevede un tetto al proprio

debito pubblico, cioè loro gli Stati Uniti stabiliscono che il debito pubblico del proprio

Paese non può per legge superare una certa soglia che oggi è fissata in 31 mila miliardi

di dollari. Se per qualche spesa imprevista questo tetto dovesse essere sforato, cioè

gli Stati Uniti dovessero trovarsi con la necessità di spendere più soldi, allora gli

Stati Uniti non potrebbero, pur avendo nella possibilità, non potrebbero per legge, anzi

non possono più per legge, farsi prestare soldi per restituire vecchi debiti, a meno

che ovviamente non si metta a non pagare più le pensioni, a non pagare più gli stipendi,

a non pagare più servizi, eccetera. Insomma, il default, il fallimento. Ora, in realtà

questo tetto che gli Stati Uniti si impongono da soli nel corso della storia è stato raggiunto

e sfiorato tante altre volte e come è stato risolto nelle volte precedenti questo problema

banalmente facendo una legge che alzava il tetto al debito. Il tetto era ad esempio

di 20 mila miliardi, non bisognava sforare 20 mila miliardi, stiamo arrivando a 21 mila

miliardi, bene, alziamo per legge il tetto a 25 mila miliardi, problema risolto e default

evitato. Questa procedura negli Stati Uniti è stata fatta nel corso dei decenni per ben

78 volte, quindi diciamo è la norma per gli Stati Uniti, ma allora perché non si sta

facendo una 79' volta? Perché gli Stati Uniti non alzano nuovamente, sto benedetto

tetto così da evitarsi il fallimento? Beh, perché la legge che alza il tetto non la

fa Biden da solo, deve vararla il Congresso degli Stati Uniti e Biden nel Congresso non

ha i numeri a sufficienza per poterci riuscire, il Presidente degli Stati Uniti deve trovare

un accordo con l'opposizione, ovvero i Repubblicani, la destra, quella che per intenderci sosteneva

Donald Trump e i Repubblicani per concedere questo favore stanno chiedendo una contropartita

in cambio, stanno in particolare chiedendo che Biden tagli notevolmente la spesa pubblica.

Insomma, i Repubblicani stanno dicendo a Biden, o fai come ti diciamo noi, o qui falliamo

tutti quanti. L'accordo a oggi non è ancora stato trovato e il problema enorme con cui

adesso ha che fare Biden è che il tempo scorre, non ha tempo infinito, anzi ne ha

pochissimo. La scadenza entro la quale alzare questo tetto al debito è ormai prossima, è

il primo giugno, cioè stiamo parlando due, tre settimane. Se per quella data i Repubblicani

non daranno il proprio sostegno all'innalzamento del tetto del debito, gli Stati Uniti, questo

è assolutamente vero, falliranno, andranno in default. E come ha detto la Presidente

della Banca Centrale Americana, cioè la Fed, una simile eventualità sarebbe una catastrofe

per il Paese, ma sarebbe una catastrofe anche per il mondo intero che andrebbe in recessione

perché in mondo intero l'economia globale intera è fortemente legata al dollaro e all'economia

statunitense. Prima di lasciarvi giusto due brevi comunicazioni

di servizio. La prima è che Domani Daily Five non uscirà, ci sentiremo quindi direttamente

lunedì. In compenso, se vorrete, sabato mattina su Instagram a partire dalle ore 11, io e

Gianluca da Luizio, direttore responsabile di CNC Media, terremo una diretta per chiacchierare

delle principali notizie della settimana, per chiacchierare del podcast, di tanto altro

ma soprattutto per rispondere indiretta alle vostre domande. Quindi su Instagram, se vorrete,

ci vediamo sabato mattina alle 11 e con Daily Five, lunedì come sempre alle 17.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Gli Stati Uniti d’America potrebbero fallire tra due settimane. E non è una fake news.

Ecco cosa sta succedendo.

Caro affitti, si allarga la protesta degli studenti in tenda.

Esplosione nel centro di Milano. Cosa è successo?

Le nomine del governo Meloni tra forzature, difficoltà e polemiche.


Per scriverci: dailyfive@cncmedia.it
Seguici su Instagram:
@emiliomola1
@cnc_media

Daily Five, ogni giorno dal lunedì al venerdì alle17:00 con Emilio Mola.
Una produzione CNC Media
Direzione creativa e post produzione Likeabee Creative Company
Musica Giovanni Ursoleo