Daily Five: Gli italiani sono razzisti? Drone USA abbattuto dai russi: c’è da preoccuparsi? Dovremo ristrutturare casa?

CNC Media CNC Media 3/15/23 - Episode Page - 23m - PDF Transcript

Nei giorni scorsi, soprattutto durante il weekend, hanno fatto molto discutere alcune parole

dette dal noto giornalista Enrico Mentana nel corso di un'intervista rilasciata al

corriere della sera. L'intervista spazia un po' su tutto, professione, amore, famiglia,

etc. Ma il passaggio più discusso è quello che riguarda il carattere degli italiani.

Noi italiani, dice Mentana, siamo placidamente razzisti. Abbiamo quasi ripristinato la schiavitù,

se ordino una pizza o una lavatrice, non viene mai un italiano a consegnarmela,

quindi rincara, ci dividiamo tra razzisti buoni, che lasciano la mancia e razzisti

cattivi, che ringhiano, torna a casa tua. Come vi dicevo, queste parole hanno creato

molto dibattito e non voglio entrare nel merito delle varie posizioni, perché ognuno può farsi

l'idea che vuole. Personalmente non sono mai d'accordo con le generalizzazioni e sicuramente

non mi ritengo, come credo tra l'altro molti di voi all'ascolto, né razzista buono, né razzista

cattivo, anzi non mi ritengo razzista affatto, pur essendo italiano. Questo vuol dire che l'Italia

quindi non sia razzista o che in Italia non ci sia razzismo. Ecco, qui bisogna intendersi sul

significato delle parole. Il termine razzista, ad esempio, ha un significato ben preciso. Essere

razzisti significa essere convinti che l'umanità si è divisa in razze diverse, con qualità diverse.

E che alcune razze, di solito tutte quelle diverse dalla propria, siano inferiori rispetto alla

propria appunto e che quindi vadano magari trattate di conseguenza. Ecco, forse la descrizione che

Mentana ha fatto del plagido razzismo degli italiani potrebbe rientrare in questa descrizione.

Senza ombra di dubbio ci sono italiani con questa visione del mondo, che tutti siano così,

beh quello forse no. Cioè, in effetti, ad esempio, chi nota che tantissimi stranieri fanno in

Italia solo lavori umili, quasi fossero degli schiavi, quasi fossero una razza inferiore che

deve ambire solo a questo, ma magari vorrebbero che le cose non fossero così. Poi c'è la xenofobia,

parola che viene spesso utilizzata come sinonimo di razzismo, ma che necessariamente non combaggia

con esso in tutto e per tutto. Nel ciclo pediatriccani definisce

la xenofobia così. Sentimento di avversione generica e indiscriminata per gli stranieri è per ciò che

è straniero. Ecco, già qui non si parla più di razza, ma di stranieri. Xenofobia significa proprio

phobia, paura, per ciò che è esterno, straniero, ma più che di paura in questi casi si parla di

avversione generica e indiscriminata per gli stranieri è per ciò che è straniero. E forse questo è il sentimento,

se ci pensate, più diffuso nel nostro paese, più del razzismo che nella sua acezione più pura,

più del razzismo che nella sua acezione più pura, più del razzismo che nella sua acezione più pura,

più del razzismo che nella sua acezione più pura, più del razzismo che nella sua acezione più pura,

più del razzismo che nella sua acezione più pura, più del razzismo che nella sua acezione più pura.

nulla sulle nostre coste, ancor prima che straniero e povero. E la ricchezza e la povertà sono

trasversali, non fanno distinzione di razza o di colore. Noi italiani, quindi spesso,

a ricco, perdoniamo tutto, sia esso bianco, onero, italiano o straniero. Se un ricco ci

ruba milioni di euro, non solo lo perdoniamo, ma magari lo votiamo pure e lo eleggiamo presidente

del consiglio, oppure gli dedichiamo delle vie. Ma se un povero sia esso straniero o italiano,

ruba ad esempio 500 euro di reddito di cittadinanza, perché non gli bastano e allora fa un lavoro

innero, proviamo verso questa persona, un'arabbia indescrivibile, lo abbiamo sentito in questi

anni, lo diamo proprio ferocemente e pretendiamo che quella misura di sostegno sia tolta non solo

a lui, ma anche a tutti gli altri poveri che magari invece ne hanno pienamente diritto.

Quindi no, probabilmente quello di tanti italiani, non tutti, eh, sia chiaro, niente generalizzazione,

non è né disprezzo per altre razze, né per gli stranieri, ma è solo a volte una cinica

avversione per i più deboli. Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di

CNC Media per comprendere l'attualità e conoscere il mondo che ci circonda una notizia la volta.

Oggi è mercoledì 15 marzo e a leggere questa mattina, ma anche nel pomeriggio, i titoli

di molti giornali e siti di informazione viene da chiedersi cosa diavolo stia succedendo

nei cieli vicini all'Ukraine, alla Russia, insomma, in quella zona calda di guerra lì,

perché prima un caccia russo che abbatte ieri un drone americano, poi leggiamo il titolo

di un altro caccia russo che vola sui cieli dell'Estonia, poi leggiamo un altro titolo

di dieci jet russi che si esercitano sui cieli di Kaliningrad. Insomma, cosa sta succedendo?

Dobbiamo preoccuparci? Beh, in realtà no. Personalmente ho la vaga impressione che stia

accadendo quello che spesso accade con i media, e cioè che quando accade un qualche episodio

e questo episodio genera molto interesse e molti clic, pur di non perdere quell'onda

di interesse, i giornali iniziano a riproporre notizie simili, vendendo per eccezionali notizie

che magari invece sono normali, sono di routine, sono abituali. Lo abbiamo visto qualche settimane

fa con la storia dei palloni spi a cinesi, dopo l'avvistamento del primo che aveva

generato scalpore e interesse, ogni giorno sembravano spuntare nuovi palloni cinesi

in giro per l'America e per il mondo, poi l'interesse è calato e per magia sono scomparsi

pure i palloni cinesi, che magari scomparsi, attenzione, non lo sono affatto, semplicemente

non fanno più notizia. Ieri è successo qualcosa di effettivamente eccezionale e preoccupante,

cioè un aereo da guerra russo ha intercettato e abbattuto urtando lo sui cieli del Mar Nero,

quindi in un'aria comunque internazionale un drone americano senza piloti. Questa notizia

era una notizia anche perché si tratta del primo vero scontro diretto tra mezzi americani

e russi dall'inizio della guerra, ma va detto che gli stessi americani si sono affrettati

a parlare di incidente, di un'azione non intenzionale da parte dei russi e il pentagono

ha derubricato l'accaduto a una manovra non professionale dei due caccia russiche,

lo ha anortato il drone facendolo precipitare, tra l'altro in uno spazio aereo internazionale

lo spazio aereo in questione teatro di questo incidente non appartiene né agli americani

né ai russi, ripeto è uno spazio internazionale per cui nessuno ha invaso nemmeno nessuno,

eppure nonostante gli stessi americani, insomma, vittime di questo incidente si siano affrettati

a invitare alla calma la notizia ha fatto scalpore ed è stato preoccupazione, e non

vorrei sbagliarmi, le altre notizie che parlano oggi di manovre preoccupanti da parte di aereo

russi sembra non può cavalcare questa specie di onda emotiva o di onda di interesse, oggi

ad esempio Repubblica e Corriere per nominare i principali giornali o meglio siti di informazione

titolano intercettato un caccia di mosca sull'estonia vero verissimo ma la stessa aeronatica

britannica che con quella tedesca ha intercettato il caccia ha detto ma guardate che si tratta

di un'operazione di routine, l'aereo infatti l'aereo russo stava semplicemente viaggiando

da San Pietroburgo che è una città russa a Kaliningrad che è territorio russo però

staccato fisicamente dalla madre patria e per arrivarci è necessario che questo aereo

passi sostanzialmente vicino ai cieli dell'estonia certo a quanto pare sembra che non abbia

avvisato ma non si capisce

questo passaggio dovrebbe rappresentare passaggio di un unico aereo russo vicino ai cieli dell'estonia

una minaccia dal titolone, altro titolo questa volta di Repubblica.it esercitazione di dieci

russo.it esercitana durante un periodo di guerra nei cieli russo.

non dico in guerra ma che comunque sono al centro di uno scontro geopolitico diciamo si muovono nella sessaria perché

come abbiamo spesso spiegato il vero interesse degli Stati Uniti il vero tra virgolette nemico degli Stati Uniti è la

e che di essere ormai sull'orlo dell'inizio di una terza guerra mondiale anche queste rassicurazioni dovrebbero appunto far calare certe preoccupazioni e farci stare un attimo più serene.

di noi dovrà avere una casa di classe energetica effe o addirittura ci perché questo tipo di case consumano troppo e quindi inquinano troppo la direttiva come abbiamo già detto ieri prevede tutta una serie di eccezione ad esempio saranno esentate da

un'altra rassicurazione e quindi potrebbero esserci ulteriori modifiche ed ulteriori esenzioni ma detto questo cosa comporterà a ognuno di noi questa legge europea davvero saremo tutti obbligati a fare entro dieci anni questi lavori di ristrutturazione di

l'attentamento energetico tutte le nostre case quanti immobili dovranno subire questi interventi e abbiamo abbastanza dette e operai per farli e se non li facciamo se una famiglia decide di non fare questi lavori che succede e quanto potrebbe costare a una famiglia ristrutturare casa per renderla di classe o D se siete interessati a queste domande e credo che debbano interessarvi perché questa direttiva potrebbe riguardare la maggior parte di noi.

Consiglio l'articolo di Milena Gabanelli pubblicato sul Corriere.it che prova a rispondere

a ognuna di queste domande. Io qui vi faccio un breve riassunto, ma ripeto trovate l'articolo

per intero sul Corriere.it. Allora, intanto, davvero dovremo tutti ristrutturare casa

entro i prossimi dieci anni? Beh, la risposta qui è sì, ma non tutti, però milioni di

famiglie dovranno affrontare questi lavori. Seconda domanda, quante famiglie? Allora,

in Italia gli edifici in totale sono 12,5 milioni. Di questi, circa 5 milioni sono già

nelle classi A, B, C, D e D e quindi non hanno bisogno di interventi, quindi le escludiamo.

Quelli invece che in teoria dovrebbero essere oggetto di ristrutturazione sono gli altri

7 milioni, quindi parliamo di oltre il 60% degli edifici italiani. Da questi 7 milioni

di edifici, però, come vi dicevo, dobbiamo togliere quelli che dalla direttiva vengono

esentati, perché appunto sono case vacanze o case con una superficie inferiore a 50 metri,

eccetera, e c'è poi un altro 22% di case che i governi hanno chiesto di poter esentare.

Insomma, in tutto, secondo queste inchiesta del Corriere, su 12 milioni di edifici, quelli

che dovrebbero essere oggetto di questi interventi sono alla fine un milione e mezzo poco più

o poco meno. Ora, ma l'Italia è in grado di ristrutturare

un milione e mezzo di edifici in meno di 10 anni? Se si partisse l'anno prossimo, ipotesi

molto ottimista, dice l'Associazione Nazionale Costruttori ed Ili, bisognerebbe ristrutturare

dai 140 mila ai 180 mila edifici l'anno per 10 anni. Per capire la dimensione di tale

sfida, dice l'Associazione, basti pensare che con gli incentivi del 110% sono stati realizzati

poco meno di 100 mila interventi nel 2021 e 260 mila nel 2022. La direttiva prevede

quindi che nei prossimi anni dovremmo mantenere un ritmo costante simile a quello sperimentato

nell'ultimo anno. Serve insomma un esercito di muratori, idraulici, elettricisti, falegnami

che non ci sono e quei pochi si fanno pagare a peso d'oro.

Adesso forse la domanda più attesa, ma quanto costerà a una famiglia effettuare questi

interventi? Il calcolo scrive il corriere è quasi impossibile perché dipende dalla

zona e ogni caso è a sé, ma grossolanamente ci si può orientare. Per una casa singola

di 100 metri quadrati ubicata al centro nord e costruita 50 anni fa si devono rifare gli

infissi con i doppi vetri, montare la caldaglia condensazione e coimentare il tetto. Poi per

passare all'addì ci vuole il cappotto termico scusate o in alternativa la pompa di calore

al posto della caldaglia a seconda di quel che è necessario fare insomma la spesa viaggia

dai 20 ai 40.000 euro, insomma non proprio spiccioli e saranno tutti i costi a carico

dei proprietari? In realtà no, ci saranno ovviamente incentivi e crediti d'imposta già

oggi per simili interventi lo stato restituisce

la lotta al cambiamento climatico, quello che si vuole, ma per i cittadini sarà solo

un costo? Anche qui la risposta e no. L'efficentamento energetico ha infatti tre vantaggi. Uno

valora l'immobile, due, più della metà dei costi sostenuti possono essere detratti dalla dichiarazione Irpef, in 10 anni, e tre, un risparmio sulle bollette dal 20 a 50%. Cioè facendo questi lavori una parte nel tempo di questi costi vengono recuperati andando a risparmiare poi sull'energia che consumiamo. Inoltre, la direttiva non prevede sanzioni per il singolo che decide di non migliorare le prestazioni energetiche della propria casa.

Se una persona, un cittadino, una famiglia decide di non farli questi lavori alla famiglia al cittadino non accade nulla, sarà nel caso lo stato a subire una multa da parte dell'Europa. Ma è anche vero che se tantissimi dovessero effettuare questi lavori, chi non dovesse farli vedrebbe ridursi e di molto il valore del proprio immobile.

Inoltre, in mente, vi sarà capitato nei giorni scorsi di leggere la notizia di un allarme lanciato dai servizi segreti italiani sul rischio di un'improvvisa ondata migratoria. I titoli erano molto simili a questo che vi leggo dell'AGI, allarme dei servizi per una nuova ondata di arrivi dalla Libia. Secondo gli 007 italiani sarebbero 685.000 pronti a partire dal paese nordafricano.

Ora, per avere un'idea di quanti siano 685.000 migranti che stanno per arrivare in Italia, basti pensare che nel 2015, hanno in cui ci fu il picco della crisi migratoria dell'ultima 10 anni, ne arrivarono 180.000.

Quest'anno sono stati 100.000, ecco 685.000 significa che potrebbero arrivare 6 volte i migranti che sono arrivati quest'anno. La domanda, quindi, ora è, ma è davvero così? C'è davvero questa possibilità di invasione?

In realtà, se provate a fare mente locale, ricorderete che quasi ogni anno i servizi, ma anche varie agenzie hanno lanciato sistematicamente allarmi apocalittici, tipo questo, e sistematicamente, i fatti li smentiscono.

Più volte negli ultimi 15 anni scrive Repubblica mettendo in fila questi avvertimenti, gli allarmi dei servizi segreti hanno lasciato prefigurare la tanto temuta invasione di migranti in partenza dalle coste africane, ma ogni volta le previsioni dell'intelligenza si sono rivelate fallaggi e sono state smentite dai numeri,

quelli ufficiali dei bilanci di fine anno del Viminale, che certificano che mai nella storia italiana dell'immigrazione si è arrivati a quota 200.000, come ormai noto a tutti. L'anno record per gli sbarchi fu il 2016 governo Renzi quando arrivarono in Italia 181.000 persone, l'anno dopo governo Gentiloni furono 119.000, poi il crollo del 2018-2019 prima della nuova progressiva risalita.

Ecco perché anche questa volta l'allarme lanciato dai servizi segreti per i 400.000 migranti che sarebbero pronti a partire dalla Libia verso l'Italia nei prossimi mesi giustifica ampio scetticismo e, semmai, presta il fianco alla narrazione del rischio di invasione da sempre cavalcato dalla destra, ma ecco alcuni numeri da mettere a confronto.

Nel 2011, e allora ministro dell'interno Maroni a diffondere la ghiacciante previsione dell'intelligenza che spara la cifra di 2 milioni di arrivi, ne arriveranno appena 62.000, non 2 milioni.

Quattro anni dopo, nel 2015, questa volta, e Frontex a diffondere numeri catastrofici, arrivi attesi tra 500.000 e 1 milione. Il 31 dicembre si chiude l'anno a quota 153.000.

A luglio 2018, primo governo Conte, appena insediato con Matteo Salvini al Viminale, riparte la giostra dell'invasione.

Questa volta gli arrivi previsti dalla Libia sono 700.000, ma l'anno chiude con appena 23.000 arrivi, uno dei numeri più bassi di sempre.

L'anno dopo, all'arme ancora peggiore, questa volta nasce dal leader libico Aftar e servizi segreti italiani rilanciano con il solito clamore.

In Libia 800.000 pronti alla partenza verso l'Italia, numeri a ruota libera, visto che al 31 dicembre gli sbarchi sono al minimo, appena 11.000 e 4 in tutto il 2019.

11.000 non 800.000. Nel 2020 siamo ancora al Conte 2, Salvini con Luciana la Morgese al Viminale, prefigura una catastrofe umanitaria.

In arrivo i dati degli sbarchi sono irrisaliti, ma l'anno si chiude con appena 40.000 sbarchi. Nel 2022 è ancora la relazione dei servizi segreti a lanciare una previsione di arrivi molto alta a 400.000,

il trend dell'anno è decisamente a Rialzo rispetto ai due anni precedenti, ma 400.000 è una cifra enorme e alla fine l'anno si chiude con 105.000 nuovi arrivi.

E dunque la previsione di 400.000 o 600.000 arrivi nel 2023, nonostante gli sbarchi triplicati in queste prime settimane dell'anno rispetto all'anno scorso,

disegna uno scenario di invasione che la storia, almeno degli ultimi 15 anni, non giustifica, anche perché, come ha spiegato il portavoce dell'OIM Flavio di Giacomo,

pochi giorni fa questa cifra non può in alcun modo riferirsi alle potenziali partenze, visto che l'80% degli immigrati non intende venire in Europa.

E con questo per oggi è tutto, io vi saluto, vi ringrazio e vi do appuntamento a domani sempre alle 17, con Daily Five.

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Secondo Enrico Mentana gli italiani sono “placidamente razzisti”. Ma è proprio così?

Jet russo abbatte drone americano. Jet russo sui cieli dell’Estonia. Jet russi sui cieli di Kaliningrad.
Che succede? Dobbiamo preoccuparci?

Il Parlamento Europeo vara la direttiva che ci obbliga a ristrutturare casa entro 10 anni. Quanto ci costerà? E riguarda tutti?

Per i servizi segreti è in arrivo una nuova invasione di immigrati. È un allarme credibile?

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