ONE MORE TIME di Luca Casadei: Ernia, l’antitesi dello stereotipo rap

www.repubblica.it www.repubblica.it 5/18/23 - Episode Page - 1h 36m - PDF Transcript

Il dire è ok, abbiamo fregato tutti ancora, quella cosa me leggerisce da un lato, dall'altro

io sono molto svero con me stesso, penso di non essermi mai congratulato con me stesso

negli ultimi anni.

Questo è per quella cosa dell'emotività, quella cosa dell'essere educati, quando

mio padre mi dà le volte che mi ha dato una pacca sulla spalla, io ero quasi commosso,

cioè quasi con le lacrime agli occhi, cioè bravo, ecco non sono stato troppo abituato

a sentirlo dire e quindi sono molto severo, è come se non avessi pietà di me.

Purtroppo non esiste una scuola che ti insegna a gestire il successo e per questo ho deciso

di realizzare questo podcast che parla di rinascita, facendo un viaggio nella vita di

personaggi noti che mettono a disposizione la loro storia per aiutarci a cadere meglio.

Oggi avremmo il piacere di fare un viaggio con Matteo Professione, in arte ernia, un ragazzo

della classe media che ha vissuto l'evoluzione della scena web fino a diventarne protagonista.

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Io sono Luca e questo è One More Time.

Allora, tu hai visto l'appuntata con Antonio di Cheleli Stefano e quindi sai che la liturgia

ormai è un termine che uso sempre, partire dall'inizio, quindi mi racconterai un po'

tu dalla tua vita, dalla tua nascita d'oggi.

Ok.

Io normalmente parto appunto dall'inizio, però ti vorrei fare una domanda che parte

un po' dalla fine.

Ok.

Mi sono guardato il tuo TED, dove tu hai fatto fondamentalmente un monologo, una ringa,

hai espresso un tuo pensiero molto ben articolato peraltro, l'ho apprezzato tanto, sul valore

del tempo.

Lì mi è piaciuto molto, senti una ragazza culturato, con un'ottima proprietà di linguaggio,

sembravi zero in imbalazzo e riperfetto.

Ti volevo chiedere, visto che il tempo ti ranno per tutti noi, tutti vogliamo avere

del tempo, diciamo sempre di essere stanchi quando ci riposiamo, voglio sapere come sfrutti

il tuo tempo qualitativo, cioè come è la tua giornata quando hai quel tempo lì, dove

non sei sotto stress, dove non devi andare in studio, magari ti piace anche nel tuo

tempo di qualità andare in studio, perché sviluppa un tuo estro, non lo so, come tu

gesticci il tuo tempo qualitativo?

Allora guarda, fino a poco tempo fa, vedi la cosa di andare in studio, era una cosa

che io facevo in maniera molto mirata, solamente per scrivere, solamente per lavorare, infatti

sono andato in burnout, hanno certo avuto un crollo, amici ideale, perché quello che

era sempre stata la mia passione era diventato una pressione basta.

Ultimamente invece ho cercato, sto cercando di spendere il mio tempo in studio in una

maniera più positiva, quindi io vado, quello che esce si vedrà, però non lo vivo più

con la pressione del risultato, il feedback, prima invece andavo molto così, infatti poi

la testa è ceduto.

Quello che faccio oltre al lavoro, ecco adesso la cosa che sto facendo è cercare di tornare

a far diventare il mio lavoro, il mio hobby, perché solo in questa maniera secondo me

possono poi uscire le cose veramente belle, veramente di valore, perché poi tutte le

volte che io l'ho fatto in questa maniera, che l'ho fatto con questa visione, sono usciti

anche i pezzi più apprezzati del mio catalogo, della mia discografia e quindi poi guardando

questa cosa ho detto cavolo no aspetta, tutte le volte che io sono andato senza pensarci,

senza la pressione mi viene riconosciuto il valore di quei pezzi, quando invece ho la

pressione cerco allora lo facciamo così, devo scrivere in maniera più articolata,

allora poi non vengo premiato, allora dico no aspetta, allora deve tornare un hobby, vuol

dire che quella cosa si sente, io devo tornare a divertirmi, in questo momento sto facendo

questa cosa qui.

Le altre attività che faccio sono ad esempio lo sport, mi ha aiutato tanto negli ultimi

anni a allenarmi, a andare in palestra, quella cosa lì mi ha aiutato un sacco, sia l'aperto

che al chiuso quella cosa mi ha proprio svoltato.

Ti dai il buonumore, quando ti butti in doccia poi se c'è la sauna, ti fai la sauna, sei risorto.

È proprio un'altra cosa, cioè se paragono la mia vita prima degli allenamenti, quando

poi mi sono allenato senza poi stare troppo a pensare al risultato, anche lì fisico,

ma una buona abitudine, un'abitudine, pigliare io alla mattina mi sveglio alle 7 e mezza

e vado, quella cosa lì ti svolta totalmente.

Quante ore dormi a notte?

Nel stavo parlando proprio prima, ora riesco a dormire sulle 7-8 ore, prima non dormivo

così tanto, adesso riesco a dormire meglio e la cosa degli allenamenti ti aiuta perché

comunque ti dà subito una botta che se c'è dell'energia in più la stronchiamo, adesso

ti sdrai e stai buono, quella cosa lì mi ha aiutato anche sotto questo punto di vista.

No, poi ho avuto dei periodi in cui ho dormito poco, per lo stress, un po' per la pressione

quindi poi lì ho dovuto poi andare anche a noi, ho poi sono seguito da un anno, circa

da una psicologa, anche quella cosa lì mi ha aiutato un po' a rilassare, lasciare andare,

non incolparti di tutto.

C'è riverimo a questo punto, riverimo dopo perché siamo tutti da stessa merda tendenzialmente,

c'è solo il momento in cui vedi le cose in chiaro e quindi riesci a cavare i cari.

Ti aiuta a guardare le cose in maniera un po' più lucida, un po' più uniti da quella cosa lì.

Adesso partiamo dall'inizio, come vuoi che ti chiami durante questa intervista Matteo o Ernia?

Come vuoi tu?

La storia della tua vita, direi che sei tu che devi prendere queste grandi decisioni.

Matteo, più che bene.

Allora bella per Matteo.

Ok Matteo, quando nasci dove e in che contesto familiare?

Allora io nasco il 29 novembre del 93 a Milano, da una famiglia del Ceto Medio.

Noi viviamo in zona Piazzale Lotto, quindi io sono nato in zona Piazzale Lotto.

Cutiotto?

No, Piazzale Lotto.

Ah perché vuoi che ti ho detto cutiotto?

Ok, ok.

Siamo trasferiti a Cutiotto, che io avrò avuto dieci anni.

Ecco io...

Che alla stanza vicina, no?

Da Piazzale Lotto, cutiotto.

Sì, sì, ho attaccato.

A livello di fermate della metro è una fermata di metro dopo.

Però sono due zone abbastanza diverse, cutiotto è molto più, c'è i parchi e una zona un po' più residenziale.

Anche Piazzale Lotto lo è.

Però, cutiotto, gli anni in cui ci siamo trasferiti noi stava iniziando il declino, però comunque era ancora una bella zona.

Ok.

Quindi nasce in Piazzale Lotto, tuo papà che lavoro fa?

Mio papà lavorava per una multinazionale collegata a una banca.

Ok, lavorava nel segno in pensione adesso?

No, lui poi ha perso lavoro nel 2011 con la crisi, quando poi la crisi è arrivata anche in Italia, lui ha cambiato lavoro.

Lo dico in una canzone, lui ha fatto solo un giorno di disoccupazione perché aveva già capito che stavano per licenziarlo

e quindi se l'ha già preparato per poi continuare a fare autonomamente, grosso modo lo stesso lavoro.

Il lavoro che faceva era prestare mezzi, loro prestavano mezzi dal prestito, tornavano con degli interessi.

Quindi lui è partito, io mi ricordo, quando ero piccolo con i camion, quindi prestavano questi camion e poi lui è stato spostato sui mezzi agricoli.

Ok.

Quindi loro prestavano trattori, fondamentalmente trattori, poi non so esattamente i miei titrebbi.

Comunque mezzi.

Esatto, mezzi agricoli.

Ok, tu amami invece?

Mi amami un insegnante.

Tutto ora?

Tutto ora.

Di che materia?

Di lettere.

Mi amami un insegnante di lettere, ora in uliccio scientifico.

Quando sono nato io fino, grosso modo, appunto ai 10 anni, lo era per un istituto donto tecnico.

Ok.

Fuori Milano a Corbetta.

E che madre è stata, essendo abituata di impartire forse la disciplina, no?

Sì.

Sì.

Si dice tanti problemi poi derivano sempre dalla madre, si dà sempre un po' la colpa alla madre.

Allora, secondo me è un carattere forte.

Il suo carattere però non viene solamente dalla professione che fa.

La professione che fa può aver rafforzato quel lato del suo carattere.

Ma secondo me è proprio una cosa della sua famiglia, perché mi ricordo anche mio non era molto simile a lei.

Sono un po', ecco, severi.

Fa volte possono sembrare quasi altezzosi, anche nei confronti dei membri della famiglia.

Quindi, no, quando non capisci esattamente, no, il linguaggio del corpo,

quella cosa lì, quando sei magari un po' più piccolo, la soffri.

Perché magari non ti aspetti un'altra reazione.

Io, ad esempio, mi ricordo quando non so, succedevano pasticci in classe,

sai, quello ha detto le parolacee, quello ha rotto quello.

Tutte le madre difendevano i propri figli.

Mia madre diceva, interrogate lui, è stato lui sicuramente.

Quindi quella cosa dicevi, no, mamma, ma tu dovresti stare dalla mia parte, dovresti difendere.

Poi magari sono stato io, però tu dovresti partire difendendo.

Che lettura hai dato a questa cosa?

Cosa voleva insegnarti secondo te facendo così?

All'inizio lo vedevi quasi, non dico come un tradimento,

ma come mia madre non è schiarata dalla mia parte.

Lo vedevo quasi come un tradimento.

Crescendo ho riconosciuto però un grande senso di giustizia e una grande dignità.

Per quanto possa avermi fatto soffrire in passato, anche in adolescenza,

specialmente in adolescenza, ma ha fatto soffrire questa cosa.

Però comunque crescendo mi sono accorto, ho detto,

lei si è comportata ai miei occhi nella maniera che lei riteneva più giusta,

indipendentemente dal fatto che io fossi suo figlio o meno.

E ammiro questa parte di lei.

Pensi che a livello educativo abbia contribuito a farti prendere la strada giusta?

Per quanto riguarda la persona che sono diventato, penso di sì.

Come era messa tua madre a coccole, anche se hai già risposto due secondi fa,

dicendomi che forse sorgeva facilmente il cui procò,

guardando il linguaggio dei gesti,

quindi immagino che non fosse stata molto espansiva da quel punto di vista?

No, a volte rido con la mia compagna del fatto che,

rido amaramente, del fatto che magari non sono stato troppo educato emotivamente.

Anche se però mia madre mi racconta spesso questa cosa,

che quando io ero proprio neonato, molto piccolo,

e lei provava ad abbracciarmi, comunque la rispingevo anch'io.

Quindi a volte dicono, forse una cosa genetica,

è una cosa che mi è stata trasmessa nel DNA.

Però, ecco, ti faccio questo esempio.

Io, se mio padre mi dà una pacca sulla spalla,

io quasi mi commuovo.

Ok.

Non siamo proprio abituati.

Quindi se hai diventato un cintura nera dell'interpretazione, del gesto,

perché non è mai stato così esplicito la carezza, l'abbraccio, l'abraccio.

Anzi, tante volte, quando vengo troppo toccato,

mi infastidisce di come...

Che non sei abituato.

Perché non ci tocchiamo, no?

Perché dobbiamo toccarci, no?

Poi però ho capito, mi sono rilassato,

anch'io negli anni comunque sei andando tuttanto in giro per l'Italia,

suonando, incontrando i fanno, che ti danno la pacca sulla spalla,

allora capisci, no, mi vuole bene, si sta complimentando, no?

Però le prime volte dicevo, no.

E rinfastidito.

Perché mi sta toccando, non capisco questa cosa.

Allora adesso anch'io, quando apprezzo magari tanto un complimento,

do la pacca sulla spalla,

perché i miei occhi è un bellissimo gesto da fare, ho capito.

Poi magari per gli altri è una cosa più...

Che si fa con più leggerezza.

Per me è una cosa molto bella.

Figlio unico?

No, io una sorella più piccola.

Nata nel 96, quindi ha due anni e mezzo o meno di me, perché lei è di aprile.

Avete un bel rapporto?

Sì, abbastanza, ecco.

Siamo un po' formali, visti da fuori.

Cioè voi comunicate poco, tra di voi in famiglia in generale,

nel senso siete poco espansivi?

Io sono il più espansivo della famiglia,

sono un po' più quello, un po' più giocare il lone.

E non conoscendoti, non conosco il benchmark, non so di da che livello partiamo, però ok.

Sì, io sono un po' quello, un po' più giocare il lone.

Sì, no, beh, comuniciamo.

Non...

Però sei ritratto, mentre me lo dici.

Eh, non comunichiamo ad esempio di emozioni, di sentimenti,

quella cosa lì è una cosa un po' più... più difficile.

Ok.

Che infanzia hai vissuto da un punto di vista frequentazioni,

quando comincia il petting con la musica, come andavi a scuola?

Cioè raccontami un po' forse dalle media e poi, dai...

Ok, io posso dirvi di aver vissuto un'infanzia assolutamente tranquilla, assolutamente serena.

Non penso mi sia mancato niente, non posso sicuramente lamentarmi.

Anzi, io ho avuto una cosa che dico spesso,

io ho avuto anche una grande fortuna che è quella di conoscere tutti i quattro i miei nonni.

E quella secondo me è una gran cosa,

perché no, a relazionarti anche con qualcuno di una generazione ancora più grande,

quella cosa lì mi accorgo poi crescendo, che è stata una cosa che mi ha arrecchito.

Quindi penso di aver avuto una buona infanzia.

Tu in una tua canzone in me li per sempre dici,

i poveri non hanno, ma dividono anche l'acqua dello stagno, una cosa del genere,

che pensiero ai dei ricchi, nel senso, tu hai detto anche in un'altra canzone,

dove tu vivevi tra le villette a schiere e i palazzoni,

e che tu fondamentalmente sei stato abituato ad entrambe le fazioni

e ti adeguavi rispetto a chi ti trovavi di fronte, qualcosa del genere, no?

C'è il senso, è quello.

Tutti consideri da che parte intanto,

dalle villette a schiera o dei palazzoni, solo per capire, perché sei in mondo del rap...

È molto legato ai palazzoni, certo?

Esattamente, a volte forse anche troppo, sembra che sia solo quello.

Qualsiasi una caricatura, esatto.

E so che tu hai vissuto invece un'infanzia molto diversa.

Lo sempre devo, sono stato forse il primo rap,

ad arrivare dicendo, io vengo dalla classe media di questa roba qua, non rompete mille balle.

Perché a volte sembra quasi una vergogna.

Cioè, o la ricchezza la si ostenta o la si critica come se fosse un difetto?

Volevo sapere il tuo pensiero e il riguardo?

Beh, io non l'ho mai ostentata la ricchezza che poi ho guadagnato,

non che io sia multimillionario, però comunque sto bene, certo, esatto.

Non l'ho mai ostentata, forse anche perché io vengo da un contesto medio,

quindi non è, come dire, un ragazzo che viene da una casa popolare

che veramente non aveva il cibo nel frigo, lo capisco, capisco quella cosa lì.

Perché dico, tu stai facendo vedere che ce l'hai fatta uscire.

Perlomeno economicamente, magari poi come frequentazioni, come giri, come cose.

Magari no, però comunque glielo riconosco.

Io vengo dalla classe media, quindi non c'è nulla da dover far vedere più di.

E per te non c'è differenza tra un po' ben un rico,

sono entrambi asseri umani e si guadagnano rispetto al comportamento.

Sono stato in entrambi gli ambienti.

Ho passato tanta adolescenza con ragazze che venivano

da situazioni economiche più svantaggiate della mia.

Devo dire questo, non me ne sono accorto all'inizio.

All'inizio non lo sapevo, perché io abitavo a QT8, quindi batzicavo a QT8.

Avevo due possibilità, con la metropolitana o con la 68,

andare più verso il centro, andare più verso l'esterno.

Io andavo in una scuola che era Lampugnano, che era il Cardano.

Era un istituto molto grosso.

Sono due istituti attacati, sono Cardano e Gentileschi.

Saranno 3.000 ragazzi in tutto il complesso.

E venivano un po' da tutti i quartieri.

Quindi io non vedevo minimamente la differenza.

C'erano altri ragazzi della classe media, c'era un po' di tutto.

Però io con i ragazzi che venivano dalle case popolari,

veramente, che venivano da Viabolla, a Bonola,

io non vedevo differenza, perché era quelli che avevo in classe.

Giravo con loro, uscivo al parco con loro.

Quando poi sono diventato più grande,

e magari le amicizie si spessiscono,

allora vai a casa loro,

quando poi capisci che magari

i loro genitori non parlano italiano,

ma parlano dialetto, di ci aspetta.

C'era una differenza, c'è qualcosa.

Io a casa i miei parlano italiano,

hanno studiato, mia madre insegna,

quindi ho fatto anche l'università.

Allora lì ho iniziato a dire,

ok, vengo da un contesto più privilegiato del tuo,

magari di un mio amico fraterno.

Però devo dire questa cosa,

non me l'hanno mai fatta pesare,

perché io ero in giro assolutamente con loro,

esattamente come loro,

i miei non hanno mai, come dire,

viziato in qualche maniera particolare,

ma hanno permesso di studiare,

hanno permesso di andare all'università,

cosa che magari alcuni miei amici non potevano fare.

Entriamo nel mondo delle medie,

ho letto che tu eri una persona

che comunque seguiva le regole.

Era una persona educata,

che comunque non creava più i tanti problemi,

ma c'è stato a un certo punto una prof,

se forse è l'età di dodici anni,

quindi ti faccio rimembrare a ricordare questa cosa,

che un po' lì ti ha fatto, come dire...

Sì, c'è stato un change,

quella persona mi ha fatto fare un change mentale.

Perché tu fumavi le sigarette a dodici anni.

Hai detto sì come perdiava bella.

Molto di più di quello lascio parlare te.

Però questa cosa ti è stata quasi messa

addosso come una spada di Damocle,

nel senso come essere un cattivo esempio.

Ti do l'assista, raccontalo tu,

perché lo sai meglio di me,

però ti ha fatto un po' cambiare, come dire,

il tuo punto di vista sulle istituzioni

o sul mondo dei prof.

Sì, ero un ragazzo vivace.

Non penso di essere mai stato una cattiva persona.

Era un ragazzo vivace.

A dodici anni ho cominciato a fumare.

Come altri, perché non ero solo fumare.

Noi nascondevamo, no?

Avevamo questi nascondigli nell'esiepio,

avevamo delle buche, metteramo tutto in dei sacchetti.

Quindi no, mi imbustavamo tutto, avevamo tutto questo giro.

Ma quindi non pali solo il sigarette?

No, no, per ora solo di sigarette.

Ah, imboscavate le sigarette?

Beh sì, perché comunque era vampico

tra gli uccidodici del genitore,

quindi avevamo degli imboschi nostri,

eravamo proprio dei bambini.

Beh insomma, succede che un genitore,

non so se la madre o il padre,

quindi fumate trova queste sigarette

e il figlio ovviamente dà la colpa a me.

Perché era un po' più vivace,

era un po' il leader di questa bravata.

Questo genitore lo dice la professoressa,

e la professoressa convoca i miei genitori.

Io già non stavo simpatico a lei.

Convoca i miei genitori, tanto che mio padre si incazza,

ma con lei, perché dice,

io ho dovuto chiedere il permesso dal lavoro

per sentirmi dire quando bastava alzare la cornetta

e dirmi suo figlio fuma.

Gli faccio il culo a casa,

gli dico, guarda che non si fuma, ti fa male.

Però io ho dovuto chiedere il permesso,

i miei sono stati sempre molto rigidi

sulla cosa del lavoro.

Non si chiede il permesso, non si deve andare.

Anche quando non facciamo finta di star male,

non stai male veramente.

Anche quando poi stavo male veramente,

vai a scuola.

Quindi sono stati sempre molto rigidi su questo aspetto.

Beh insomma, lei poi mi perseguita

questa cosa delle sigarette per la seconda

e per la terza media.

C'è stato un periodo che durante

in terza,

durante le elezioni di un'altra professoressa

lei portava fuori

i compagni a due a due

e gli occupava per tutta l'ora,

prendeva una coppia ogni ora

e no, come va la vita, come sa.

Alla fine per poi arrivare al punto di

non devi frequentare Matteo, però.

Perché Matteo fa queste cose.

Finché una di queste mie compagni

è venuta dietro e mi fa, guarda che il prof ci sta

portando tutti fuori.

Sono lì ho detto, aspetta.

Io non dico che devi stare della mia parte.

Però neanche infangarmi così.

Cioè neanche

cercare di tagliarmi i ponti

con gli amici per

danneggiarmi,

la mia sfera sociale.

Perché poi le voci girano, le cose

girano, comunque le mie idee sono ancora ragazzine.

Non sei piccolo, magari ti spaventi, magari.

Come reagiscio a un ragazzo

i 12-13 anni quando sente

questo, diciamo, senso dell'ingiustizia

su di sé.

Io perso moltissima fiducia nelle istituzioni.

Lei rappresentava, lei era pure

coordinatrice di classe, lei rappresentava un'istituzione.

Ok.

Ho perso totalmente la fiducia in quella cosa.

Ho detto l'istituzione mi viene contro.

Cioè se magari faccio un errore

che non la coinvolge direttamente,

però mi viene contro, mi danneggia.

Ho perso proprio la fiducia tanto che poi

negli anni a seguire,

anche alliceo e anche in università,

quando a me non piaceva un professore,

io non mi presentavo le lezioni

o non ci parlavo

se c'era la presenza obbligatoria.

Io non parlavo con quella persona.

Talmente è stato forte questa cosa

non nella mia testa, talmente la reazione.

Ho detto tu non mi piaci,

io con te non parlo.

Questo trauma che ti è stato creato

e poi lei è riportato con questo modo

di reagire. Tu hai detto che frequenti,

uno psicologo da un anno.

Oggi reagisci diversamente

quando qualcuno magari

fa la genio sulla livello epidermico,

forse non ha fatto nulla di che,

però lì è proprio un film che ci facciamo

nella nostra testa. Oggi vai da lui dicendoli

come stai,

quindi cosa tu avverti rispetto

alla sensazione che lui ti da per cercare

di unire

o stai alla larga?

Ultimamente sto cercando di essere

un po' più elastico,

di essere un po' più rilassato,

di vivere un po' meglio, anche con persone

che magari a pelle non mi piacciono.

È stato molto rigido sotto questo punto di vista.

Se non mi piace non c'è niente a dirci.

Non abbiamo niente da comunicarci

e farlo magari per una questione

lavorativa, per me è ancora

più brutto

o che non dovermi piegare

e doverci piegare.

Magari anche te non piace doverci piegare

questa cosa per il lavoro, non mi interessa.

Piuttosto non raggiungiamo

un determinato obiettivo, cercherò un'altra via.

Torniamo sulla musica.

Quindi, dopo le medie

comunque hai detto vada all'università, quindi

non ti interrompi mai, segui il tuo flow

in liceo, va tutto bene da quel punto di vista?

Sono stato bocciato un anno.

All'iceo? All'iceo un quarto.

Il quarto? Sì.

Un po' agitato.

Un po' i belle.

Però non ti sei fermato,

hai finito la laurea e il percorso in estario?

No, non l'ho finito perché ho cominciato a lavorare

questo lavoro.

Io ho l'ingoletteratura estraniere

nella Statale di Milano.

Ok, in inglese o in italiano?

No, i corsi erano in italiano,

ma io studiavo francese e tedesco.

Ok. La musica,

quando comincia? Cioè quando

capisci che forse poteva essere una strada

per te?

Allora, in un certo senso,

da quando ho ricordo c'è sempre stato

questa cosa qui.

Pensa, all'elementari avevo

già provato a scrivere dei testi.

Ovviamente non avevo le basi.

Chi ascoltava i elementari?

Chi erano un po' i tuoi riferimenti?

Non ho un ricordo preciso, però mi ricordo che

l'elementari ero comunque già attratto

dalle cose un po' più black.

Quindi all'elementari,

non sapendo poi dove cercare,

non avendo neanche mezzi, non avendo neanche soldi

per andarmi a comprare il disco, per fare una ricerca,

non avevamo il computer a casa.

Allora, io guardavo,

c'era questo programma su Italia 1,

magari i più giovani non lo sanno,

questo sabato che era Top of the Pops.

E quindi io da lì

facevo un po' una selezione,

dicevo che questo va bene, questo non mi piace.

Ai tempi andavano,

di italiano che passavano spesso,

nei primissimi 2000,

c'erano i gemelli diversi.

Allora, quella cosa avevo capito

che era nel mio mondo,

che era quello che stavo cercando,

dicevo, ok, questi, è quella cosa che ho

già sentito magari passando in macchina o

camminando, avevo già sentito quel suono.

Allora, questi vanno bene.

Poi sono arrivati black eyed peas.

Allora ho detto, ok, questi sono pure americani,

quindi questi sono molto più, no?

Sono molto più dentro quella cosa che sto cercando.

E poi mi ricordo

che c'è stato un'appuntata

in cui c'era 50 cent.

Ti parlo che sarà stato il 2004.

Ho detto, è questa cosa qui.

Questa cosa qui è quella che sto cercando.

È lui.

Lui è la reference.

50 cent è la reference.

C'erano, perché in quegli anni c'era Eminem,

però io scoperto,

per mettere a televisione ero veramente molto piccolo.

Bene, insomma, capisco che è quello lì

il mondo, quale voglio andare,

nel quale voglio andare a partecipare,

ad agire.

Però ovviamente non ho la minima idea

di come fare,

poi ero piccolissimo.

Però comunque scrivo i testi.

Mi metto lì e scrivo i testi.

Alle media, invece, a casa arriva il computer.

E lì è una grandissima svolta.

Perché lì posso iniziare la ricerca.

Quindi anche senza

sapere qual è il negozio giusto,

quei dischi giusti,

quelle cose giuste,

magari non proprio quelle cose più commerciali,

ma magari qualcosa un po' più di nicchia,

perché i tempi il rap non era un genere così

mainstream come adesso.

Era una cosa molto più piccola in Italia.

Ti parlo del 2005?

2005, sì.

2005-2006.

Però comunque con la cosa del computer,

dico, ok, quasi può trovare.

C'era già internet

e c'era

Emule.

La piattaforma era Emule.

E da Emule scaricavi

le cose, quindi magari un tuo compagno

ti diceva un titolo

partiva tutta questa ricerca.

Allora, la cosa va di pari passo con i porno,

perché Emule

ti scaricava anche i porno.

Sì, o a volte magari sotto un file,

che sembra una canzone, va bene, era un mp3,

ma quando ti scaricavi un tino normale,

c'era un porno infatti.

Sì, Emule, erano quegli anni lì.

Esatto, io usavo Emule.

Beh, insomma, avrò avuto

11-12 anni.

E da lì ti si apre un po' un mondo, c'è cominci a vedere...

Perché inizio questa ricerca.

Però, ecco, mancava il pezzo di come lo faccio io,

come trovo il modo per farlo.

Lì avrò avuto 11-12 anni,

il caso vuole che io un weekend

io uscivo già,

perché dalla prima media io sono uscito sempre,

non sopportornato praticamente,

tornavo per cena.

Sotto questo punto di vista mi è sostati molto permissivi,

perché mi hai...

Mi hai lasciato libertà.

Sì, mi hai dicevano,

tu fai quello che vuoi,

i problemi non li porti qua,

se fai problemi fuori te li risolvi tu.

Quindi, caso vuole,

che io in una di queste uscite,

in un weekend, era un weekend,

Becco Mario, questo mio amico,

che abitava in casa davanti a me,

abbiamo fatto l'asilo insieme,

che poi è diventato Tedua,

per quanto lui fa rapper.

Lo sanno tutti.

Sì, sì, no, certo.

No, però magari se qualcuno lo diventa sapere.

Non lo conosce in genere, certo.

Sì, sì, sì.

Siamo entrambi due rapper,

adesso di professione.

Quindi, Becco, questo Mario,

lo Becco su una panchina,

e capisco nell'immediato

che sta facendo quella cosa...

Che vuoi fare anche tu.

Da lontano.

Lo vedo da lontano, da come gesticola,

era con due un paio di amici,

che conoscevo anche io,

era su questa panchina in piedi,

da lontano capisco che lui sta facendo

quella cosa lì,

mi fiondo, perché dico,

spettan attimo,

tu hai capito qualcosa che io non ho

ancora capito, li faccio senti,

ma cosa stai facendo?

Eh, faccio freestyle.

Freestyle, eh, no,

perché sono stato a una gemma.

Lui, qualche ora prima,

era stato a questa gemma,

le gemmi erano dei raduni,

dove si faceva freestyle.

Dove si organizzavano questi tornei di freestyle,

quindi fondamentalmente ti insultavi

in rima nella quartina,

non avevi quattro quarti,

poi c'era un botte risposta,

facciami questi tornei.

Voi per dare una referenza a tutti,

visto che hai nominato Eminem I,

Miles Forsen e il film...

Esatto, esatto, dire intorno

quella cosa lì, al freestyle.

Quindi mi fa, guarda,

ogni due settimane,

quindi tra due settimane c'è un'altra,

e andiamo insieme,

ti porto perché ho capito dove,

anche lui l'avevo appena scoperto,

io lo scoperto attraverso di lui.

Allora, due settimane e dopo andiamo...

Infatti, in pochi minuti,

ti ho scritto a scrivere un po' di roba...

No, ma non c'era ancora la cosa...

Volevi andare a sister, respirare quel mondo.

Avevamo scritto sia io che lui,

mi pare,

però è così per abbozzare delle copre,

per cercare un modo.

Capiamo però questa cosa del freestyle,

dopo un paio di settimane andiamo.

Ecco, noi siamo molto piccoli,

ai tempi, il rap,

essendo una cosa di nicchia,

era proprio una roba over 20,

ma over 20,

stando sui giovani.

Chiaro.

Anzi, erano tanti 25 anni,

erano tanti ragazzi,

erano adulte,

poi nella settimana andavano a lavorare,

c'era qualcuno magari su 18,

su 17,

poi erano ragazzi grandi,

e noi avevamo 11, 12,

era il 2005.

Insomma, iniziamo a stare lì,

e quindi ogni due settimane,

noi ci presentiamo,

e diventiamo un po' le mascot,

perché no,

vedi sti ragazzini qua,

che vogliono anche loro,

che vogliono capire,

che fanno le domande anche,

perché poi un ragazzino a quell'età,

e cosa è quello?

Che marca è quello?

Che maglietà?

Ma tu cosa ascolti?

Ma tu cosa fai?

Ma quando poi il lune di vai a lavorare,

cosa fai?

Ma poi cosa si fa?

E tutto così,

e quindi ci prendono in sempatia,

diventiamo un po' le mascot.

E quindi noi frequentiamo questo posto,

all'ido di Milano,

tra l'altro,

che è al Piazzale Lotto,

quindi era pure vicino,

noi andavamo a piedi.

Allora noi iniziamo questa cosa

del freestyle,

che poi noi portiamo,

noi guardiamo come fanno loro,

e poi torniamo in zona nostra,

e lo facciamo tra di noi,

ok, loro hanno fatto così,

allora adesso lo ripetiamo tra di noi.

Non avevamo ancora il coraggio,

di buttarci noi tra di loro,

ci sembravano grandissimi.

E quindi comincia questa cosa qui,

e andiamo a legare molto io e Mario,

perché capiamo che no,

siamo i più determinati

in questo lavoro,

perché diventa subito una missione,

no, bisogna spaccare.

Ai tempi tra l'altro,

non era ne,

adesso il ragazzino,

penso che lui possa sognare

veramente di arricchirsi

con questa cosa del rap.

Anzi penso che tanti ragazzini,

cominci, no, come una volta

si sognava di fare il calciatore,

perché poi fai, no,

poi fai il calciatore,

sei una star,

hai le belle donne,

le belle macchine,

sei pieno di soldi.

Adesso che si è capito

che per fare il calciatore

ti devi fare un culo così.

Adesso tanti ragazzini dico,

no, il rapper è più cool,

è più cool e sembra più facile.

Ai tempi noi non sognavamo

questa cosa,

ma perché non c'era proprio un mercato.

Non c'era, non lo vedevi in televisione,

non lo vedevi in radio,

non c'era niente quando ho cominciato io.

Quindi dovevi andare veramente

a rompere le balle agli altri

e a capire.

Però era più il bello

di essere ascoltato dagli altri,

apprezzato dagli altri,

non c'era, come dire,

un'equazione sul mondo peculario.

Per la gloria.

Esatto.

Per una cosa che facevi,

per la gloria.

E ti dava una tale soddisfazione,

perché diciò, ok,

questo è il mio ruolo nel mondo.

Questo è il mio posto.

Poi, vedi,

noi stavamo cominciando,

perché anche lui girava con me,

lui stava davanti a casa mia,

lui era con una signora in affido,

perché sua madre non poteva badare a lui.

Ok.

E quindi poi noi giravamo,

e poi quando non eravamo lì,

all'ido di Milano,

fare questa cosa del rap,

andavamo a Bonola, no?

E quella cosa lì

ci estranneava da tutto quel mondo,

ad esempio,

delle discoteche dei ragazzini.

Si andava al sabato pomeriggio a ballare.

Noi non siamo mai andati,

perché no, dovevi avere due soldini,

a me io mi vergognavo quasi

a chiedergli per andare a ballare, no?

E non mi hanno mai dato

troppe paghette,

troppe robe.

Ok.

Quindi io poi mi trovavo molto

meglio con gli altri,

perché erano quelli

che non andavano a ballare

il sabato pomeriggio.

Stavamo lì,

e quindi poi si è sviluppato

anche su altri ragazzi

questa cosa qui

del fare il freestyle,

perché se gli altri

vanno a ballare il sabato pomeriggio

da superminorenni, da 13 anni,

noi facciamo questa cosa qui,

e questo è il nostro ruolo,

e questo è il nostro posto.

Poi magari non diventerà niente.

Però eravate felice.

Era bello.

Era incredibilmente bello,

perché ti dava una missione,

ti dava un posto.

E come si evolve questa cosa?

Dove vi porta questa intensità

e questa amore,

questa passione nei confronti

di la musica?

Allora,

succede questa cosa qui.

Parla il plurale,

perché in questo momento

tu mi parli intame.

Sì, siamo in due,

siamo in due in questo momento.

Siamo ancora in due.

Succede questa cosa.

L'anno Mario, Tedu,

ha un anno meno di me,

cioè in realtà quattro mesi,

perché di marzo,

io sono di novembre,

sono di fine novembre.

Quando lui arriva in terza media,

io vado in prima liceo,

lui torna a Genova da sua mamma,

e i tempi per me Genova

sembrava una cosa lontanissima,

era una roba,

poteva essere a New Orleans,

che era la stessa distanza.

Anche perché non avevo mai preso un treno,

fatto, disfava da trovare le miei.

Esatto,

il mio mondo stava in base ai mezzi

di Milano,

anzi forse era già troppo.

Insomma, allora,

mi trovo un po' da solo

fare questa cosa qui.

Devo trovare una soluzione.

Riesco,

a iniziare a frequentare

quelli che erano un po'

il leader del quartiere

su questa cosa del rap,

che sono molto più grandi di me.

C'erano due gruppi,

un un po' più giovane,

che aveva 3-4 anni più di me,

tra tutti,

ed erano i Buona Lafemili,

e poi c'era un gruppo più grande,

che erano i Razzaparte.

Io poi sono andato a collaborare,

a far parte di entrambi

le criù negli anni.

Però ecco, mi inserisco in questo giro.

Il mio primo momento

era stato K,

che abitava in fondo la mia via.

Quindi poi

ci becavamo a metà strada,

andavamo insieme,

dove dovevamo andare,

a fare freestyle,

a vedere quel concertino,

vedere la cosa.

Poi ai tempi,

il concerto rapper,

era talmente una roba

underground,

che a te t'arrivava un,

a cartocciato,

un flyer.

Questa data,

quest'ora,

la,

tu dici,

non lo so, andiamo.

Ci sono state delle volte,

che per strada,

tu vedevi

qualcun altro vestito

da rapper,

e ci si seguiva,

perché probabilmente

tu stai andando in un posto

che mi piace.

Certo.

Talmente era una roba,

no,

poco pubblicizzata,

o almeno per noi,

che eravamo molto piccoli,

magari chi era più inserito,

sapeva perfettamente dove andare,

come fare,

dove ci si trovava.

Per noi, no,

eravamo un po' fuori.

Mi parlavi di Genova,

perché poi lui si è lontana da te?

Sì, sì, lui va a vivere a Genova,

lui torna a Milano,

solo occasionale,

quando torna è una festa,

è una festa,

perché poi lui mi racconta,

io gli racconto,

tutto quello che abbiamo fatto,

tutto quello che ha avvenuto.

Però succede questa cosa,

che io poi attraverso invece

questo K,

questo mio amico,

che ha 3 anni più di me,

lui del 90,

lui andava già a registrare

quella cosa lì,

cambia il gioco,

quindi l'attenzione non è più

il freestyle,

è le canzoni,

qua bisogna fare le canzoni,

perché quella roba rimane incisa,

quella roba è una bandierina

che rimane per sempre,

quindi lui registrava,

ai tempi non c'erano

tutti questi studi di registrazione,

già io penso che a Milano

ce ne siano pochi,

confronto a quello che magari

è la richiesta effettiva

degli studi di registrazione.

Però immagino che fosse

una cosa più amatoriale,

dove l'amico aveva il computer.

Decisamente.

Anche però in questioni di costi?

Di costi,

io pagavo 10 euro l'ora,

mi sembrava una cosa,

mi sembrava incredibile.

Allora andavamo talmente mirati,

che magari in un'ora riusciva

a fare due canzoni,

due canzoni,

perché qua la devo portare a casa,

qua io ho 10 euro,

non è che possiamo stare qua

all'infinito.

Quindi allora,

io mi ricordo,

registravamo a Gorla,

che era esattamente

dall'altra parte di Milano,

ma eravamo fortunati

perché era sulla rossa,

perlomeno,

quindi non dovevamo farvi.

Cos'è via le monze?

Eh sì,

il fondo,

quindi era dall'altra parte,

quindi noi facevamo tutto fino a Gorla,

eravamo 40 minuti di metro,

e poi c'erano un quarto d'ora a piedi,

per arrivare a questo studio di registrazione,

che era il computer,

il microfono così,

sotto un letto a castello,

di quelli sai dell'Ikea,

che sotto si dà lo studio,

lo e il suo pracelletto,

così.

Da questo personaggio,

che era molto più grande di noi,

e lui era uno molto più inserito,

però lui faceva Densol,

si chiamava Gambadellenk,

aveva un crew comunque,

c'erano inseriti nel giro,

e quindi registravamo da lui

per 10 euro all'ora,

e poi ecco, crescendo,

ho capito che era decisamente

economico come prezzo,

precisamente vantaggioso,

non c'era Mix,

non c'era Master,

facevamo il Bounce,

ed era perfetto così,

e lo caricavamo su MySpace,

perché MySpace era la piattaforma

di riferimento,

era un po' come Spotify di oggi,

solo che non c'era la cosa

dei consigliati, dei corrrelati,

dovevi andare tu a cercarti

l'artista che ti piaceva,

però c'era già quella cosa

degli ascolti,

quanti ascolti ha fatto,

allora quella cosa è pericolosa,

perché tu inizi poi

a paragonarti,

ho capito quella cosa,

tu inizi a guardarti intorno,

e direi,

quello l'ho fatto così,

io l'ho fatto così,

però era ancora talmente piccola

la cosa che rimaneva

una cosa sana,

perché non c'erano i soldi di mezzo,

quindi tu era sempre per la gloria

che facevi questa cosa, ok?

Il mio pezzo gira,

MySpace,

se pagava, io non lo so,

magari ha pagato qualcun altro,

MySpace non mi ha mai dato niente,

quindi era una roba assolutamente

per la gloria.

Ecco, parallelmente,

porto avanti questa cosa del freestyle,

questa cosa del freestyle

mi ha fatto conoscere Gali, invece,

che è stato un mio amico

per tantissimi anni,

siamo stati in una versione.

Parliamo di che anno?

Guarda, era gennaio del 2008.

Quindi avevi 15 anni?

Appena fatti 14, perché se gennaio...

Tu sei il 93,

però nel novembre,

fin in novembre,

quindi ne avevo appena fatti 14.

14.

Lui però di Baggio,

quindi un altro quartiere.

Ma ci conosciamo in Bovisa.

Ok.

In Bovisa c'era questo skatepark,

penso sponsorizzato dalla team,

perché mi ricordo questa cosa

team tribu, ai tempi c'era la team tribu,

c'era questa cosa qui.

Quindi leggevo team dappertutto,

e avevano organizzato una gemli,

un torneo di freestyle,

e suonavano i club Doggo prima,

proprio in una seratina.

Allora io ho detto,

andiamo a partecipare,

perché così abbiamo l'ingresso

per vedere i Doggo,

io non gli avevo mai visti,

però così vediamo i Doggo.

Allora c'erano i Doggo che suonavano,

e penso su un'assero Viledenaro,

perché del 2007 Viledenaro,

noi eravamo piccolissimi,

insomma suonano loro,

e poi dopo nell'after show,

c'è la gara di freestyle,

e il pubblico rimane.

Quella gara di freestyle la vinco io,

quel torneolo vinco io,

e nel pubblico c'era Galli.

Allora mi ha visto,

ha trovato il mio contatto di tempi,

c'era MSN,

non c'era ancora Facebook,

trova il mio contatto MSN,

la mia mail,

e mi scrive,

perché aveva vinto un altro 14N,

non era un 21, non era un 25N,

eravamo io e lui più piccoli quella sera lì,

anche che uscivano la sera,

non era una cosa che facevano tutti,

da così piccoli.

Lui usciva, io uscivo,

e quindi ci siamo trovati,

anche per quel motivo lì,

no, tu puoi uscire,

io posso uscire,

quando nessuno ci dice niente,

noi usciamo.

Quindi mi scrive,

iniziamo a tenerci in contatto,

e io la seconda canzone che ho fatto,

l'ho fatta con Galli nel 2008,

inizio 2008,

la mia seconda canzone la registro con lui,

perché la prima l'avevo registrata con K,

anche lui aveva fatto già un paio di canzoni,

una, due anche lui,

eravamo grosso modo allo stesso livello,

e quindi poi cominciamo a frequentarci.

E hai creato un collettivo insieme?

No.

Cominciamo a frequentarci,

lui aveva un suo collettivo,

che si chiamava Rapper Roll,

prima che J.A.X. facesse uscire quel disco,

prima, prima però,

quindi infatti poi dici,

ah, perché ha saputo il nostro nome,

poi c'era complotto ovviamente,

ha saputo il nostro nome,

pensandoci da più grande,

dici, ma,

chi c'ho mai sentito?

Lui però aveva questo collettivo

che si chiamava Rapper Roll,

e io invece ero nel crew,

buona la family,

che era il gruppo del mio quartiere.

Quindi io stavo in quello,

lui stavo in quell'altro,

però ci sentivamo,

perché avevamo la stessa età,

avevamo la sintonia,

ci siano scambiati tante opinioni,

tante cose.

Poi ecco,

il problema,

tra me e lui,

nashublitijon mi ricordo per cose,

esattamente,

profondamentalmente,

perché eravamo due galline,

nello stesso pull-eye.

Sisi due maschi alfa,

infatti a voi avete avuto

qualche parte che avevate litigato,

poi avete fatto pace,

addirittura vi siete uniti,

nella musica?

Sì, no, allora,

quella cosa poi si è sviluppata

in un'altra manera.

Noi litighiamo,

ce le diamo,

e poi ci dividiamo

per circa un anno.

Ci ricongiungiamo

nel 2010, circa,

perché lui era anche

dentro il giro delle discoteche,

faceva un po' il PR,

faceva...

Lui era riuscito a fare

quella cosa che io non ero riuscito a fare,

quel mondo che era lontano,

allora,

io disprezzavo un po'

ma perché non riuscivo a esserci dentro.

Lui invece ce l'aveva fatta,

lui aveva detto,

io non ho i soldi,

allora faccio il PR,

era riuscito a inserirsi in questo momento.

Per finanziare la sua musica.

Esatto, per finanziarsi la musica,

e banalmente anche solo

per entrare nelle discoteche.

Io invece dicevo,

io non ho i soldi da spendere per la discoteca,

allora quello mondo che non ma appartiene,

era stato più categorico.

Lui invece c'era dentro,

e da PR, nel 2010,

lui fa entrare gratuitamente

una mia ex fidanzatina dell'epoca,

sapendo che era una mia fidanzatina,

la fa entrare gratuitamente.

Io quella cosa,

allora colgo l'occasione per scrivergli,

c'erano un po' rilassati i toni,

tra me e lui,

un po' più distesi,

non ci sentivamo,

non eravamo amici,

avevamo litigato,

cioè le eravamo suonate di Santa Ragione.

Però ecco di quello che...

Ti ricordi perché?

È il motivo,

non me lo ricordo.

Però c'era già Facebook in quel momento.

La roba di musica,

roba di fidanzate?

No, no, roba di musica,

è roba di...

ci siamo stuzzicati.

E' rivalità.

Sì, sì, ci siamo stuzzicati.

Esatto, ci siamo stuzzicati.

No, no, ma non c'erano dissi

intrammè lui,

era proprio stuzzicata,

commenti, no?

Ok.

C'erano già delle cose di Facebook,

allora diciamo,

mi hai voluto lanciare la freccia,

va beh, ce l'eravamo date.

Eh, però dopo un anno

lui fa questo gesto

e io dicono,

allora gli scrivo,

non è stato gentile

con questa fidanzata.

Quindi,

è come essere stato gentile un po' con me,

lui l'ha fatta entrare

perché era la mia compagna

in quel momento.

Allora, gli scrivo,

allora, ci riteniamo in contatto,

ricominciamo a uscire,

fondiamo questo gruppo

che si chiama Trupp Delete.

E allora avevamo,

lui aveva coinvolto il suo producer

e io avevo coinvolto

questa mia amica

che faceva la cantante.

Noi avevamo come reference

gli hand ups,

che erano un gruppo inglese

molto in vogue

in England,

in quegli anni.

In Italia non sono mai arrivati troppo,

erano molto zari,

erano veramente tamari.

Allora noi piace que,

quella cosa li piaceva diciamo, ok?

Anche noi siamo un po' così,

erano ovviamente più grandi,

però diciamo, ok,

facciamo una cosa così,

vediamo un gruppo,

è moltietnico,

c'è anche la cantante,

era una cosa,

ecco, era un era il classico

crew rep.

Volevamo fare una cosa

che fosse un po' diversa,

fin da subito,

avevamo 17 anni.

La ragazza si chiama,

Maite?

Maite, sì, Maite,

perché è argentina.

C'era Fonsi,

c'era Fausi,

che era suo producer,

c'era Maite,

c'era vamo io e c'era Gali

e lui si chiamava ancora

Fubia, come nome d'arte.

Cioè, si taggava Fubia?

Si taggava Fubia,

perché lui poi scriveva anche,

faceva anche i graffiti,

era bravino,

io invece con la cosa

l'ho abbandonata subito,

ho detto,

art, disegni,

non era la mia,

non era il tuo,

non era la mia cosa.

Fatti, quando alludevo

il collettivo,

pensavo al troupe delit,

ma non sapevo quando

fosse stato poi fondato.

No, no, c'era stato un litigio

già di mezzo,

però poi ci siamo riuniti

nel 2011.

Veniamo poi notati

da Guè,

più o meno un annetto dopo

che fondiamo il collettivo.

Che lui aveva fondato

con Arce

tanta roba.

Tanta roba,

che in quel momento

era un'etichetta super in vista,

era super cool,

l'idea che un'artista rep

faccesse la sua.

Faccesse la sua,

era proprio una roba,

no,

proprio americana.

Innovativa.

Come gli americani.

Allora anche qua

si può fare,

anche qua si riesce.

E quindi, no,

allora fermiamo,

aspettiamo il 2012,

perché aspettiamo che anche

Maite abbia 18 anni.

Ok.

Allora poi da 18 anni

tutti fermiamo

con tanta roba

che facciamo scelare un EP

che diventa forse

il progetto

più odiato di sempre

nel rep italiano.

Proprio non c'è competito,

io a volte quando vedo

molto odiato,

dico,

eh, non sai,

non sai

quanto siamo stati odiati noi.

Siamo stati

veramente,

come dire,

l'astati,

siamo stati veramente,

abbiamo subito veramente

una grossa shitstorm

che durata

due, tre anni,

tutti.

Ma dai padri puttativi

della scena,

che vi dicevano

chi è che l'ha lanciata

questa shitstorm.

E il pubblico.

Cosa

mi rimproverava?

Va.

Penso che il motivo,

perché quando pubblicavamo

dai indipendenti

senza tanta roba,

ecco, non c'è mai stato

detto niente.

Poi anzi,

facevamo anche

delle discrete views,

no?

I commenti erano positivi.

Nel momento in cui siamo

entrati in tanta roba,

e tanta roba è riuscito

a tirare fuori

dei soldini da Sony

con un contratto di licenza.

Ah, quindi come per dire voi

chi cazzo siete,

avete mai fatto niente,

avete già la mezzorietra.

Avete fatto la gavetta

e avete già la mezzorietra.

Chi siete?

Siete raccomandati?

Siete figli di qualcuno?

Capito? E dici no,

in realtà no.

Chi di voi avrebbe detto di no?

Se l'Alebo,

il più figa del momento,

vi propone il contratto,

è un contratto anche a vostro favore,

non c'è niente di particolare.

Quindi non hanno neanche

valutato il prodotto,

ma hanno giudicato subito questo.

Sicuramente il prodotto era acerbo.

Sicuramente il prodotto era acerbo.

Però come adesso è normal,

invece,

prodredire man mano

e fare prodotto,

un tempo era già una condana,

perché dicono,

sony non può andare da degli sprovveduti,

senza dargli la possibilità

neanche di germogliare.

Sony sicuramente si era fidata,

ecco, del nome di Gué,

che era stato un po' il nostro padrino

sotto questo punto di vista.

Però ecco,

sì, eravamo acerbe,

eravamo 17, 18 anni,

eravamo giovannissimi.

Anche io a volte,

adesso quando scolto di 18 anni,

dico, ma niente di che.

Però sti cazzi,

capito,

metiti in gioco e fai chilometri.

Poi ci penso e dico sì,

però c'è 18 anni,

c'è un sacco di anni davanti

per migliorare,

chissà quanti idee cambierà,

chissà quante volte,

dirà questo è meglio di quell'altro,

poi cambierà idea.

Gué vi è dato dei consigli artistici

durante questo, diciamo,

primo esperimento con la sua etichetta?

Beh sì, sì,

sia Gué che Ars,

ci hanno seguito,

ci hanno presenti,

ci hanno dato anche

delle altre reference artistiche,

a me personalmente hanno fatto scoprire

molto della scena francese,

in quel momento in Francia

andava molto bubà.

Adesso ancora un supernome bubà,

però ecco, è molto grande,

cioè i nomi più in vista

ora sono altri.

Però in quel momento era bubà,

un po', il super big,

quindi no,

io sapevo di altri artisti,

io conoscevo la Fuin,

conoscevo soprono,

però ecco, bubà mi mancava,

invece Gué era fan di bubà,

allora ho scoperto bubà,

grazie a Gué.

Però sì, ci ha dato

tanti reference.

Questa shitstorm che ti cade addosso

come un garate a cielo,

a livello emotivo,

quanto influiscesoli su di voi?

C'è quanto vi distrugge psicologicamente

o invece quanto vi sprona?

C'è come gestite la cosa?

Allora, inizialmente

non ci siamo posti troppo il problema,

mi sembra di ricordare,

mi dà da dove continuiamo?

Ecco, poi quando però

i lavori sono iniziati a rallentare,

è a noi iniziato a sembrare che anche no,

che anche chi lavora cosa vuol dire noi dobbiamo fare un disco no avevamo un contrato di licenza per

fare un disco quindi quando iniziano a rallentare questi lavori no e anche chi è intorno a noi

magari un po scoraggiato da lavorare con noi non è troppo sicuro allora diciamo allora ecco c'è

un problema c'è non vi siete più sentiti una squadra coesa quindi non solo voi artissima anche

con diciamo la label tu non c'era più una squadra unità ma c'erano delle divergenze diciamo di

opinione noi non riuscivamo a capire quale fosse il problema cioè noi volevamo pubblicare cioè

la nostra idea era continuiamo a fare pubblicare capito che se ne frega di quello che dice la

gente io l'abbiamo fatto per la gloria veramente cioè in quel momento non stavamo prendendo dei

soldi che finanziavano semplicemente il progetto per farci lavorare era solamente per pagare chi

lavorava con noi il tecnico di studio chi ci registrava era già una figata perché avevano

una roba stupenda capito era un sogno che si realizzava solo il fatto che non dovessimo

pagarlo noi era già una cosa che dicevo non devo più inventarmi chissà qual è cosa per

tirar fuori 30 euro per registrare oggi io vado quindi per noi era già un gol eccezionale era già

stupendo però ecco non riuscivamo a capire non riuscivamo a capire il perché perché ci

stiamo bloccando perché non ecco quando non siamo riusciti a lottare fuori abbiamo iniziato

a lottare dentro allora li sono iniziate le tensioni 2013 il 14 non è che ci sono stati

dei litici veri e propri però è iniziato veramente il mal contento no il mal contento

di fare questa cosa il mal contento no perché dobbiamo fare determinate cose cosa stiamo cercando

di fare no si è iniziato a non crederci più io per primo ecco io nel 2014 avevo 21 anni

quindi ecco iniziavo anche a farmi due conti a dire spetta io sto impiegando il mio tempo

cosa sto facendo forse non è questa la mia strada cioè io a un certo punto mi sono guardato in

faccia e ho detto forse perché non devo fare questo io nella vita quindi devo provare a fare

qualcosa altro devo allora poi abbiamo ecco ci siamo un po' lontanati non c'è stato un vero

litigio ovviamente perché poi due leader eravamo un poio ugali sempre le due personalità un po più

marcate un po più forti siano sempre stati ugali e quindi ci siamo andati da lontanare ma senza un

vero litigio senza una voi due o con l'etichetta o in generale siamo riusciti siamo nel 2013 siamo

riusciti a liberarci da tutti i contratti e pubblicare il disco che avevamo pronto in modo

di pubblicarlo indipendentemente non ha riscorso successo però per noi era già non dire a me no

pubblichiamo respiriamo vediamo cosa succede come ve lo siete finanziati l'album da indipendente

no era già creato ok i soldi però ecco se era rotto qualcosa no sai i regali siamo cresciuti

siamo diventati due persone molto diverse e questa cosa ha solamente accentuato secondo me quello che

erano le nostre diversità rendendoci difficile passare tutto il nostro tempo insieme tanto da

lavorare insieme da convivere perché poi alla fine se lavori con qualcuno in un certo senso ci

convivi no passe tutti i giorni in studio passe tutti i giorni pensi ai concerti pensi alle cose

quindi ecco quelle grandi diversità che si sono andate a marcare crescendo cioè che si sono andate

a marcare con questa situazione ecco sono poi diventato un problema secondo me nel nostro rapporto

non che ci sia stato un vero lettiggio e quindi ognuno fa il suo percorso

noi siamo allontanati come succede tra tanti amici dopo un po e tu come continui nel senso che

da quel punto di vista su quel collettivo su trup delete mettete la parola fine insieme senza

insomma modo maturo vi confrontate e non può andare avanti in quella maniera e cosa fate cosa

fai tu penso che la fine di trup delete sia stata non è che sia stata decisa cioè si era capito

nel momento in cui io sono partito per l'ondra quindi dopo quella diciamo scissione se tu vuoi

dici mi prendo una pausa o smetto con la musica ci cosa vai a fare all'onda io ero convinto di aver

smesso allora io faccio prima tutta una serie di mesi a fare nel 2014 allora io mi ero ischito

all'università nell'anno scolastico 2013 2014 praticamente a metà non avevo già capito non

stava andando bene questa cosa qui dell'università e non andava bene neanche la cosa di trup delete

quindi io inizio a fare il cameriere in italia milano sì sì in italia milano faccio diversi mesi

da cameriere e metto un po di soldi da parte stavo dicendo tanti non erano proprio tanti però

metto dei soldi da parte che abitavi ancora con i tuoi quindi non avevi spese quindi non avevo

spese stato un gran gol quello quindi riesco a mettermi dei soldi da parte con questi soldi io

volevo andare in australia non riesco ad andare in australia perché io in quell'anno avevo

ancora un carico pendente quindi avevo un processo in corso perché tu hai avuto reprimi con

la giustizia da minorenne da minorenne posso chiederti che cosa io avuto a 13 anni l'accusa

era furto aggravato e scaso perché rubavo un motorino e ero effettivamente colpevole però

penso che sotto i 14 o sotto i 15 non si sia imputabili quindi il caso è stato archiviato

mentre invece l'anno dopo ha quasi 15 anni l'accusa era porto darmi lecite ai fini d'offesa

ma non ero io il colpevole quindi c'è stato questo processo che è durato sei anni che poi è caduto

in prescrizione io sono stato scambiato per un'altra persona quindi sei con i tuoi genitori

e recato gli interrogatori al scarcero i minori del tribunale di minore andavo al tribunale

di minore ricordo questa cosa in seconda riccio che veniva a prendermi il mio padre per andare al

tribunale dei minori perché devo andarci d'accompagnato e quindi avevi un passaporto non valido per

l'espatrio non potevo andare in australia perché in australia non ti fanno entrare se hai un carico

pendente cioè prima ti risolvi le cose a casa poi vieni qua quindi il nostro avvocato allora dato

che io ero stato già preso l'anno prima del furto di motorini io avevo invitato avevo consigliato

dato che mi state accusando di portare delle armi facciamo il test di io ero già stato

schedato facciamo il test delle impronti digitali avete l'indice avete il po avete tutte le dita fate

test delle impronti digitali al che le prove sono state distrutte penso perché si era capito che io

dicevo il vero che non ero io colpevole e quindi l'avvocato ha consigliato di lasciar morire la cosa

e di aspettare che andasse in prescrizione che è andata in prescrizione nel 2014 cioè

fine 2014 perché il fatto è caduto nei primi giorni di novembre del 2008 e quindi mi mancava

un pochi mesi no a questa cosa della prescrizione allora non posso andare in australia perché in

australia davano questi visti che erano i working holidays quindi tu potevi fare un anno in australia

io non sapevo bene cosa fare qua no io avevo un liccio scientifico non ero un lavoratore

specializzato non ero allora dovevo inventare un po qualcosa dice sì ho fatto il cameriere ma

devo trovare un posto dove posso imparare qualcosa allora dico io senti i soldi da parte vado la

perché avevo anche degli amici che c'erano andati ma avevano testimoniato no a questa cosa vado

là e provo a inventarmi qualcosa allora non riesco ad andare allora vado a londra vado a londra

e poi ho l'occasione per andare in una squadra inglese con questi soldi e io passo a londra

quattro mesi dove io avevo questi soldi però tra la scuola l'affitto ero molto tirato ero molto

tirato ma trovo questo affitto in nero stavo molto vantaggioso perché ero in zona 2 e in zona

2 londra è divisa praticamente ad anelli c'era zona 1 che quella centrale la 2 la 3 la 4 la 5

più uscivi e meno costava l'affitto io però ero riuscito ad avere questo affitto perché in nero

120 sterline a settimana che per la zona 2 era una cosa eccezionale era una cosa che ho detto no

cavolo devo tenere devo avere questo e con chi si è andato a convivere io vivevo con questa

signora croata che aveva sui 65 anni e ecco era una persona un po' instabile un po'

instabileno psicologicamente le prime notti sentivo che correva al piano di sotto che sale sulle

scale si chiagate sotto queste fuori totalmente sentivo che parlava da sola però devo dire che

poi comunque ci siamo voluti bene perché lei era una signora molto sola e io in quel momento ero

molto solo e alla fine ci siamo un po capiti l'era una persona sola era un po' ecco come dire

scoraggiata non aveva molto fiducia nel futuro non aveva molto fiducia in sé non nella sua

condizione ci siamo in un certo senso voluti bene una certa tanto che la domenica lei vedeva che

io ce n'tellinavo proprio la spesa il mangiare la domenica mangiavo con lei perché lei mi

permetteva non diceva dai vieni giù mangiamo insieme e lì allora poi guardavo la televisione

guardavo e lì ho scoperto viking che è stata questa serie dalla quale io poi imparato l'inglese

perché guardavo questa serie viking che forse in italia non c'era ancora ma li la mettevano

in televisione e quindi io scendevo giù la domenica per mangiare con lei perché si vedeva

questo programma insieme quando eri a londra niente musica le chiacchierate con lei non

ti hanno inspirato a scrivere qualcosa niente si è preso proprio una pausa io pensavo di

non doverlo più fare pensavo questa non è la mia strada non è la mia cosa forse ho sbagliato

fino ad adesso è stata una passione della mia adolescenza mi sono infatuato ma forse non è la

mia strada io devo fare qualcosa altro si vede ero lì anche un po per capire no vediamo cosa

succede ma l'amore fino a quel momento ha fatto parte della tua vita ci sono state di essere

importanti parlo fino a londra sì sì ho avuto una storia come tante storia dove l'ascensia è

super un po travagliate un po un tiremole che durata travagliate vuol dire un po tossiche

doveri un po sul cubo psicologicamente sì sì sì sì sì sì sì sono stato anche su cubo

psicologicamente sì sì infatti per un certo periodo per quanto io ci stessi insieme odiavo

quella persona ok non subito nel primo periodo dopo perché facevo una cosa che a me mi teneva

per le palle che era stare in silenzio nel senso che spariva o non ti parlava quando era una

certa non parlava era come una punizione come per manipolarmi non parlava io ero innamorato

di questa persona da ragazzino ci eravamo lasciati ci eravamo rimessi insieme ci eravamo

traditi come tante storie tradurescenti però poi pensandoci da più grande dico questa cosa mi

ha mi ha ferito molto in passato perché lei ha una certa quando voleva punirmi taceva ma anche

quando eri piccolo in casa tua con i tuoi quando c'erano determinati momenti non si parlava e

quindi avevi vissuto già male quella no no no no no no no minimamente no no minimamente

lei vedeva che tu soffrivi quando non parlava secondo me sì ed era recidiva nel farlo mi puniva

mi puniva quella cosa mi faceva soffrire da ragazzino quando si è partito per l'ondra

era anche modo per staccare da lei no ci eravamo lasciati già da qualche mese in realtà l'avevo

superata l'avevo lasciata io avevo detto proprio adesso basta questa cosa qui dura da troppi anni

dura da troppo tempo quindi cercavo la mia via molto semplicemente come si chiama una donna

croata in vita via l'ondra zara non l'hai mai più sentita dopo mai mai però piangeva

quando qui ne sono andato ci sono rimasto un po così perché ho detto carano e carino è stata

stata gentile infezionata sì e quindi hai fatto quattro mesi a l'ondra studiava inglese se la

missione faccevi il cameriere no e a l'ondra no in realtà perché riuscivo con i soldi a

quindi non avevi entrati sono uscite ok ho fatto il badante ok però pagavi lo stesso

affitto poi facendo il badante ok e perché decidi andare perché i soldi sono finiti i soldi sono

finiti quindi dico aspetta torno perché la missione era andare in australia ok ormai quei

sei mesi di cui parlare sono volevo fare quella cosa lì dell'australia allora io ho detto vado

a l'ondra con questi soldi che ho da parte perché così imparo l'inglese così magari

in australia riesco ad avere più possibilità di trovare lavoro sapendo l'inglese c'è proprio

non andando con l'inglese dell'iceo scientifico che con non è proprio massimo riesci proprio

sopravvivere quindi ve lo imparo e devo dire l'ho ero pure bravino ecco cioè mi barcaminavo tra

le varie situazioni riuscivo a uscirmi bene insomma torno in italia dico che allora mi devo

rimettere a lavorare perché devo mettere da parte i soldi per andare in australia allora

questa cosa dell'inglese io era un livello c1 che è abbastanza alto e allora riesco a trovare

nell'immediato nel frattempo faccio appena aterrato il giorno dopo mi avevo inventato il doc

sitter attraverso un mio amico che già l'ho faccio avevi un cane tu mai avuto un cane quindi

lo vedi mestichezza di nessun tipo di nessun tipo mai ha avuto particolari rapporti con i cani

il giorno dopo io ho messo l'annuncio e iniziavo a scrivere che cercava il doc sitter allora

faccio il doc sitter mentre cerco lavoro lo faccio per un mese però io riesco a stare praticamente

senza occupazione se non quella del doc sitter per due settimane per due settimane sto facendo solo

doc sitter poi trovo questo lavoro come portierato la vigilanza non armata era la reception di un

laboratorio oncologico ecco c'è anche l'aspetto triste che c'erano anche gli animali dentro

pulerà negli insetti i pesci e quindi io riesco a mettermi lì dentro il reception e faccio

anche tanti turni di notte anche se la cooperativa per cosa triste perché faccio un esperimenti

sui animali sì c'erano gli animali dentro quindi fondamentalmente erano tutti i dottorandi

studiosi no e vengono da un po tutto il mondo quindi la cooperativa per la quale io lavoravo

cercava di mettermi di giorno perché io sapevo l'inglese derò più giovane gli altri i miei

colleghi erano tutte persone che un po aspettavano un po la pensione magari avevano fatto un altro

lavoro per tutta la vita e poi magari l'avevano perso non erano riusciti allora facevano magari

gli ultimi tre anni prima della pensione avevano trovato lì quindi stavano buone non avevano

anche ambizione ecco io invece dopo qualche mese ho iniziato a dire aspetta qua bisogna muoversi

non posso stare qua non posso fossilizzarmi qua per sempre però un bel ricordo di quel periodo

un bel ricordo di quel lavoro anche perché era il mio primo vero lavoro dove avevo un vero

contratto perché il cameriere era sempre un po c'erano i voucher direnzi ai tempi quindi un po

è nero un po di voucher insomma non eri più precario era un lavoro con delle garanzie esatto

e prendevo anche bene per un ragazzo della mia età prendevo mille tre ok io ero felice

guardavo i miei amici ecco non vivevo perché avevo di turni molto lunghi però dicevo beh

senti noi facciamolo mettiamo io devo andare in australia eri sempre a casa con i tuoi sì sì

sì devo andare in australia io qua devo fare meno mesi possibili perché io poi mi devo spostare

quindi metto da parti soldi questo mio amico invece lorenzo che ancora attualmente il mio tour

manager inizia a mettermi la pulcia nell'orecchio dice no ma dai prova a fare le canzoni ma

prova ci mai mollato troppo presto e diciamo io voglio sopra niente non vedi l'Australia

facciamo vedere le foto dicevo vedi post incredibili la poi magari trovo una situazione riesco a

lavorare riesco a fare vedi a lui diceva questo vedi noi ai tempi facevamo questa cosa qui

scavalcavamo per andare in discoteca mentalmente perché non avevamo mai nessun soldi anche prima

di londas che facevamo questa cosa di scavalcaro dei timbre falsi ci rinventavamo di tutti i colori

io mi dice vedi se tu metti i soldi da parte non li vuoi spendere per andare in discoteca se però

tu riesci a fare le canzoni magari riusciamo a conoscere qualcuno che ci fa entrare riusciamo

a entrare noi cinque sei che siamo noi la macchinata ed entrare in discoteca così non dobbiamo più

pagare capito basta che arriviamo a quel livello lino che tu conosca qualcuno per portarci tutti

dentro io penso se tu c'hai una fiammella dentro e qualcuno ci soffia sopra poi viene fuori ecco

e quindi allora dico va bella allora devo capire come organizzarmi con questi soldi faccio così

allora i miei genitori sono sempre stati molto categorici su questa cosa o studi o lavori no

che non fai un cazzo io avevo sempre lavorato o avevo sempre studiato quindi io non ero mai

stato con le mani in mano ok quindi io con i soldi ho detto senti qua i miei io mi ho già

iscritto l'università non è che posso sempre ogni anno richiedere lino adesso mi li scrivo

perché questi mi dicono ci stai prendendo per il cu allora dico con i soldi che mi sono messo da

parte io mi pago l'università anziché andarci in australia nel frattempo per pagarmi video per

pagare le cose mi metto a fare le ripetizioni e mi sviluppo un bel circuito perché io costavo

pochissimo ripetizioni cosa è partito dall'inglese ma poi facevo dei ragazzi delle medie

quindi poi le madre mi dicono senti ma fa di tutte le materie io dico guarda io non assicuro

niente sull'inglese un ragazzo delle medie lo posso aiutare era semplice ecco sul resto allora

poi siamo scesi al paio detto va bene tutto tra le matematica perché quello rovino il ragazzo

geografia storia lo facciamo insieme ripetiamo quindi facevo questa cosa dell'insegnante di

ripetizioni per pagarmi video per pagarmi video per pagarmi le registrazioni comunque poi sui

video facevo la colletta con questo lorenzo questo ragazzo qua che mi aveva spinto a fare

facevo la colletta con lui perché video magari costava 500 euro 500 euro tutto il video facciamo

questi pacchetti questi io metto questo tu metti quello e poi c'era un altro che era simone che

l'attuale manager dircomi quindi ecco abbiamo tutti un po' investito allora in questa cosa

dei video delle registrazioni che ci mettavamo i soldi davanti sognavamo poi il lavoro dopo e

loro hanno investito in questa cosa qui infatti adesso lavorano ancora nel settore simone manager

dircomi lorenzo il mio tour manager ma comunque poi lavora in virgini universal quindi ecco con

quei soldi che hanno messo per fare i video poi hanno fatto un investimento per il futuro esatto

e quando scatta quella cosa in cui dici cavolo invece può succedere veramente chi le faccia

questa nella vita scatta settembre del 2016 nel settembre del 2016 pubblico questo ep che si

chiamano hooks all'interno del quale c'è questo pezzo che poi ancora i miei fan mi scrivono senza

ritornello senza ritornello tutto le pie era in quattro tracce senza ritornelli era un po'

il contrario di quello che c'era in quel momento perché in quel momento stava andando forte la

trap melodica quindi c'erano questi ritornelli di autotune molto aperti molto esplosivi io

invece senti io non li so proprio fare non è proprio la mia roba io faccio questa cosa qui

se qualcuno piace bella lì se no mi inventano qualcosa altro faccio questa cosa qui e questo

ep viene notato perché vedo che inizia ad essere nominato ci fanno le reaction ne parlano

nei commenti nei forum nelle cose mi vengono a chiedere iniziano ad aumentarmi follower

di cospetta questa cosa che ho fatto è piaciuta io non gli davo ecco non mi sembrava una cosa

straordinaria mentre stavi facendo quella cosa ci stavi veramente credendo o l'hai presa con

leggerezza presa con leggerezza dicevo senti io faccio questa cosa qua poi vediamo come va

ecco tanto non è che abbia molto da perdere solo da guadagnarci anche solo un fan in più è un

guadagno per la situazione in cui eravamo veramente un seguace in più era orocolato quindi

pubblico questo nuovo ux questo ep ecco dall'inizio di rispetto qua si sta smuovendo

qualcosa anche per me perché già tutta la mia generazione la cucciolata del 2016 era già

immerse appunto tra 2015 2016 tutti stavano andando fortissimo e ti stavo per fare la

domanda c'è tutti quelli che hai nominato prima quindi tedua gali erano partiti erano partiti

erano già lanciati erano già gli emergenti che stavano emergenti che stavano facendo la

differenza anche mirko orcomi aveva fatto bene quell'anno ecco io orcomi siamo arrivati un po per

ultimi in quell'annata abbiamo messo la mano nel portale per ultimi per essere catapultati

dall'altra parte e forse senza neanche volerlo troppo appunto perché non te ne accorgi non lo

sai cosa stai facendo esattamente però ecco da quel momento detto ok qua sta succedendo qualcosa

e cosa succede succede quando succede hai detto settembre 2016 a gennaio 2017 inizio il primo

tour e il mio tour viene messo insieme a quello di orcomi quindi ti nota un promoter un manager

c'è quella la figura io orbitavamo intorno al mondo taurus non eravamo firmati non però eravamo

un po bazzicavamo l'interno bazzicavamo intorno ai personaggi che c'erano dentro perché c'era

sfera dentro taurus ok sfera noi lo conoscevamo da quando eravamo adolescenti frequentavamo

lo stesso studio c'era charli non avevamo tutti in studio a charli quindi orbitavamo un po l'intorno

anche perché simo simo e pizzocolo che uno di quelle che investiva uno dei miei investitori anche

lui era lui lavorava con sciablo quindi noi orbitavamo un po l'intorno ci presentavamo i

concertini ci presentavamo gli eventi che c'erano dove c'era taurus e quindi da quel momento da

nox mi segue ciro bucoglieri su forte consiglio di night skinny night skinny è stato il mio primo

vero promoter all'interno del gioco che ha chiamato ha sentito nox alzato la cornetta e ha detto a

ciro ciro prendi questo e ciro in quel momento non era ancora un manager io sono stato il suo

primo artista sono stato il primo artista ad aver firmato con ciro ma in realtà ho firmato

con lui circa un anno dopo agosto del 2017 prima lavori che avevamo insieme però ecco all'inizio

una booking quindi era esatto non c'era neanche niente da guadagnarci di chissà che cosa però

ecco io dico ma mi fanno il booking mi fa lavorare questa persona perché ciro che lavoro faceva

prima faceva il booking all'interno di taurus a quindi lui non l'ha fondata non l'ha fondata

l'ha fondata insieme a shabla mario sono loro i tre elementi c'erbero sono loro tre però

non era un manager lui faceva il booking se si lui ha iniziato anni anni fa come tour manager poi ha

fatto il booking e poi dal appunto d'agosto 2017 con me io sono stato il primo artista a firmare

con lui perché poi l'ho visto nel documentario che è fatto con s magazine quando stavate facendo

l'ultimo album e lo vedevo molto attivo ma da un punto di vista artistico di consiglio super sul

pezzo lo è se se lui guarda è uno che sa tutto cioè uno che ti sente un pezzo è un pezzo di pop

ti dice quale pezzo è sa perfettamente le reference è una grande cultura sì beh anche più

grande di me quella cosa mi aiuta tantissimo perché lui mi dice ascoltati questo che non l'hai

sentito non lo conosci ascolta io dico non ci va ascolta lo fida ti provate a ascoltare quel

discolà che tu non lo conosci perché lì magari trovi qualcosa però quella cosa li mi aiuta tanto

ma ritorniamo dove eravamo all'inizio quindi fai un tour fare i tuoi primi dati guarda i tuoi

primi soldini nel 2017 con mirko perché ciro e shablo e mario quindi loro tre hanno questa visione

di dire allora mettiamolo insieme sono gli ultimi un po ad essere arrivati di quella cucciolata

2016 mettiamolo insieme io mirko lo conoscevo anche lui già dalla adolescenza allora ci mettono

insieme facciamo questo tour invernale prima estivo poi e guarda io personalmente mi sono divertito

come un pazzo anche perché era la prima volta che venivamo pagati veramente non veramente che

prendevamo chissà quali cifre però venivamo pagati ci veniva riconosciuto questo lavoro

della musica lorenzo faceva il tour manager simora diventato manager di mirko quindi dice cavolo

allora vedi che tutto il progetto si sta smuovendo quindi c'era una presa bene nell'aria c'era una

carica fortissima l'umore era sempre alto lì capici che puoi farlo dimestiere realmente puoi dire

ai tuoi genitori farò questo nella vita lì ho mollato l'università infatti lì ho detto ok allora

abbiamo detto o studio lavoro lavoro ok tramite ho cambiato lavoro e quindi che cosa fai da lì ti

prepari per fare un album il tuo primo album strutturato da lì mi preparo a fare il mio primo

album strutturato nel 2017 a giugno infatti esce come uccidere un usignolo e ha un discreto

successo e si inizia a smuovere ancora di più la cosa no perché si interessa universal a me si

interessa universal che aveva già preso sfera aveva già preso mirko e quindi mi dicono allora

senti facciamo in distribuzione la ripac di come uccidere un usignolo solo distribuita quindi tu

non prendi nessun soldo prendi dalle vendite non è che investono fare un esperimento su di me

però io dico va bene la ripac si chiama come uccidere un usignolo 67 ed esce a novembre di

quell'anno e vanche quella di quale anno 2017 2017 e va bene va molto bene va molto bene andata

molto bene visto che va molto bene che succede ti propongono faccio un contratto di casting per

due dischi più uno e quindi fatto spiega per chi non lo sa molti non lo sapevano che cosa vuol dire

un contratto di casting un contratto di casting significa che loro ti danno un budget un recording

budget io avevo anche un'opzione che era quella del setup almeno si chiama setup budget quindi

magari generalmente viene utilizzato non so per fare il documentario per fare oppure una session

all'estero è una bella cosa io ci ho viaggiato con il setup budget e poi ricevi un anticipo ricevi

un anticipo di quello che secondo loro venderà il disco quindi tu ricevi un anticipo poi da superato

quell'anticipo vai a recuperare tutto quello che poi poi dopo è una royalti e vai a conguagli

dai momenti che vendi di più esatto poi tanto andando a conguaglio uno diceva anche se andate

di più tu puoi anche non pare ci sono artisti che decidono di essere in casting non avere

anticipo e guadagnare poi in base alla loro percentuale royalti e quindi come va 68 68 va

abbastanza bene ma non è un successo devo dire col seno del poi e ti dico anche che se lo guarda

adesso penso che sia il mio disco peggiore ed ho un pessimo ricordo del periodo durante il

quale lo scrivo perché risottopressione per la famosa nozione tempo di cui parlavamo prima per

la questione del tempo la spettativa ero molto sottopressione per la questione perché dicevo

che per la prima volta c'è qualcuno che investito poi diceva vele tasse poi il 20 per cento meno

però hanno investito ci sono dei soldi qua adesso non voglio deludere esatto quindi quella cosa

lì mi ha messo molta pressione ed effettivamente secondo me si sente molto che c'è questa cosa

in disco non è una cosa che mi sono vissuto serenamente i dischi dopo gli ho vissuti decisamente

meglio e hanno fatto funzionare anche meglio i dischi prima parliamo di quello dopo se gemelli

ha andato bene invece ha andato è stato un vero successo sai perché che è il penultimo se

il trucco è perché non me ne fregava niente non mi interessava minimamente del disco eri più

leggero ero leggerissimo questo è un divertimento e ti dirò di più in quel periodo io mi dicevo

vai io sono un artista medio piccolo medio faccio il mio probabilmente starò questa posizione

per tutta la vita non ho alcuna spettativa quindi quella cosa mi ha portato a fare esattamente le

cose come mi vengono di pancia e la musica deve essere di pancia te stavi ingannando la mente

per non avere la pressione non lo stavo proprio ingannando ero sereno io in quel momento stavo

vivendo benissimo la mia vita è felicissimo anno luglio del 2019 è stato del 2019 è uscito

poi a giugno del 2020 ma perché di mezzo c'è stata la pandemia c'è stata tutta quella quarantena

quei due mesi quasi tre che chiuse in casa sarebbe dovuto uscire il 3 aprile del 20 invece uscito

poi il 19 giugno quindi tre mesi dopo è stato l'album uso un termine della consacrazione

beh sì sì è stato l'album della consacrazione lì ti sei sentito che giocavi in un altro

campionato sì lì ho detto aspetta quale cose sono grosse cosa te l'ha fatto pensare c'è stato un

giorno in cui è successo una cosa dove l'hai realmente sentito dentro di te è cambiato

lo sguardo delle persone proprio in giro c'è non era più facciamo la foto c'è era proprio aspetta

quello è oltre ovviamente tantissime persone in più che mi fermavano per strada anche l'attenzione

di alcuni colleghi quella cosa è cambiata sai magari anche colleghi che non mi conoscevano

anche umanamente perché io penso che ci sia un rispetto umano e c'è il rispetto poi dei

numeri non conoscendomi non puoi darmi il rispetto umano mi conosci non lo sai però mi stavano

dando il rispetto dei numeri e quindi quella cosa lì ho detto ok qua è cambiato qualcosa

qua il gioco si fa serio il gioco si fa decisamente serio per l'ultimo album fai un nuovo

accordo con la measure per l'ultimo album faccio un nuovo accordo cambia tutto le cifre tutto

se si cambiano le cifre beh sono anche cambiate le cifre in generale certo assolutamente oggi

sono cambiate completamente ma dalle date nel booking che prima costavano poche migliaia di euro

oggi costano uno a zero in più tutto è cambiato tutto è cambiato è cambiata anche l'attenzione

che mi dà la measure poi comunque anche ora col dirigente che c'è nella mia etichetta in

island siamo praticamente cresciuti insieme all'interno del contesto island del contesto

universal quindi siamo abbastanza fiatati non ci troviamo bene io mi trovo molto bene quindi

ho rinnovato con il universal magari trovo avrei preso di più però io li mi trovo bene mi trovo

bene quelle persone hai dato continuità un progetto a persone che avevano creduto in teco

di riunembrione esatto per me quella cosa lì è molto importante quella cosa lì è importantissima

che se è una persona di valori secondo me è molto importante cioè la questione proprio

della squadra siamo stati insieme quando eravamo in difficoltà allora si vince insieme si vince si

perde insieme ed è colpa e merito di tutti in ogni occasione come si chiama l'ultimo album che

hai fatto io non ho paura e io ho visto nel documentario va in toscana c'è fai capire a noi

comuni mortali come si confeziona un album i tempi come viene fuori poi perché per esempio tu

avevi fatto in un'intervista l'esempio di un grandissimo album di persona no di marra che

ha stra venduto andata la grande ma ci è impiegato quattro anni a confezionarlo a striverlo come si

fa un album nel senso ti faccio una domanda banale perché l'ho letto come alleni la voce

c'è ci sono tanti procedimenti quindi da una parte da dove tra inspirazione per scrivere un

pezzo perché sentivo ciro che diceva il documentare che tu parti molto dal concept in sopra parti da

punti differenti rispetto a molti altri fami capire un po il processo per confezionare un

progetto editoriale così importante come un album se allora io parto dall'idea a me piace

vedere i miei album come se fossero un po dei libri tanto che appunto due dei quattro album che ho

pubblicato prendono il nome da dei libri come uccidere uno signolo è un riferimento a tukila

mockingbird quindi il buio oltre la siepe mentre invece io non ho paura è romanzo diamagneti cioè

prende ispirazione dal titolo poi in realtà il contenuto è totalmente diverso e così anche

per quell'altro però mi piace vederli in questa maniera quindi ecco partire da un concept mi

aiuta decisamente a focalizzare cosa devo fare a focalizzare però questa cosa è sbagliata

ad te ti dico guarda questa cosa è sbagliata perché non te la fa vivere bene perché non

esce di pancia esce di testa poi sei troppo razionale non emotivo sei troppo razionale a

volte puoi descrivere un'emozione con quattro parole secondo me è quello un grande chilo sappare

la semplicità più difficile il disco mio che ha avuto più successo i gemelli è un disco

incredibilmente più semplice di 68 di io non ho paura ma riesci ad descrivere le cose che

volevo descrivere con poche parole in una maniera semplice in quella cosa viene perché veniva

dalla pancia quel disco lì viene senza pensarci viene perché a me piace fare questo lavoro mi

piace fare questa cosa io ma sì vediamo come va chissà io non ho paura è più razionale di

gemelli perché nasce infatti da ok da adesso lavoriamo all'album da adesso facciamo questo

da adesso è quella cosa è sbagliata va lavorato nel tempo vanno fatte tanti provini va fatto

molto più di pancia molto più se quello che dicevi prima non vado più in studio per per fare

i pezzi ma vado basta per rispirarmi per fare il compito vado perché io faccio questo da sempre

da quando ricordo momenti però a volte non battezziamo dei processi perché non gli abbiamo

mai vissuti no forse adesso avendo essendo partito razionale e dal pesante verso di te hai

capito come il flow della leggerezza e ti conosce meglio sai come rendere se sei decisamente

decisamente ritorniamo sull'argomento un secondo dell'amore nel senso che tu hai scritto

una canzone che è un po' frutto dell'amore che buona notte no quindi molti credono che

tu abbia scritto il pezzo per quella creatura che non è mai venuta al mondo invece è dedicato

forse la tua dolce metà raccontami quel momento nel senso che per me luca la cosa più bella che

ho realizzato nella mia vita sono i miei bambini no e l'ho fatto con una donna che amo e l'amo più

del primo giorno siamo insieme da più di 20 anni voi avete avuto un bambino l'era incinta ha

deciso di abortire tu hai rispettato la sua decisione perché comunque la donna porta in

grembo ovviamente una creatura ed è giusto io concordo completamente con questa tua visione

che prenda lei questa decisione se avessi scelto di tenerlo non avrei potuto fare altro ma tu avresti

desiderato avere un figlio ti senti in questo momento in quel momento non sarei stato ingrato

forse lei ovviamente poi si è appoggiata anche a me ci siamo io ho cercato di essere ecco di

sostenerla nella sua decisione ma io ero d'accordo comunque che non era il momento neanche

nella nostra relazione era il momento rischiava di essere troppo prematuro anche per per quello

che no che eravamo nuo in quel momento mi viene una domanda ti voglio chiedere se ti senti adulto

non sempre a volte mi sento molto in difficoltà mi sento molto impreparato per quanto riguarda

alcune sfide alcuni obiettivi che uno vuole raggiungere dicono forse non sono pronto forse

siamo andati più veloce del previsto abbiamo corso ci siamo persi un pezzo io non ho imparato

come fare determinate cose come gestire determinate emozioni te lo dicevo prima no volte ridiamo

che non sono stato educato emotivamente e quindi quando poi succedono le grosse non vedi

delle cose così forti la canzone dedicata a lei perché falle farla buona notte a lei

quindi riuscire a gestire la sofferenza anche di una persona di fianco a te che non riesce a

smettere di soffrire quella cosa penso che se non sei educato è ancora più difficile non sai

veramente cosa dire cioè penso che già una persona molto educata emotivamente sia in

difficoltà in una situazione del genere io forse lo ero ancora di più non sapevo realmente cosa

fare non sapevo realmente come gestire quella sofferenza di una persona mai vicino non ha

condizionato nulla nella vostra relazione quella decisione no anzi penso che l'abbiera forzato

la mia rafforzata ritorniamo sul mondo del lavoro adesso tu per la prima volta da fare delle date

quindi in un campionato diverso oggi vai a fare i palazzetti ti faccio questa domanda non tanto

per sfoggiare l'ego per il palmarès perché l'abbiamo già detto in una frase io so che tu hai

creato una chat nel tuo ultimo album che si chiama il mio ultimo disco una cosa così no

però metto insieme un po di puntini guardando l'intervista che è fatto con di che lea teatro

parlava della paura no e quindi hai sempre paura questo sono parole tue del passo dopo ed è quasi

come se tu volessi ingannare la mente infatti ho utilizzato questo termine prima per non avere

l'ansia della prestazione dicendo sì ma tanto non lo farò più e ho sentito dire o letto che ogni

volta che fai con un'intervista una data dice beh gli abbiamo inculato anche questa volta come

per dire c'è la fine hanno creduto che io fosse molto di più di quanto realmente mi sento di essere

la pensi diversamente sei consapevole di ciò che oggi sei evali semplicemente per quello che hai

dimostrato non per quello che pensi di te o sei ancora così se vero da non congratularti mai

sono molto se vero allora questa cosa se da una parte mi alleggerisceensa il peso non l'essere

se vero ma al dire ok abbiamo fregato tutti ancora quella cosa ma leggerisce sait da un lato dall'altro

io sono molto se vero come stesso penso di non essermi mai congratulato come stesso negli ultimi

anni. Questo è per quella cosa dell'emotività, quella cosa dell'essere ducati, troveto all'inizio

dell'intervista quando mio padre mi dà una... le volte che mi ha dato una pacca sulla spalla

io ero quasi commosso, cioè quasi con le lacrime agli occhi, cioè bravo. Ecco non sono

stato troppo abituato a sentirlo dire e quindi sono molto severo. È come se non avessi pietà

di me, però io penso che ci sia un ragionamento dietro rispetto a questa cosa, cioè un po'

come se sono stato educato, un po' forse anche razionale, questo è una verpietà, perché

mi accorgo che tante volte non ce l'ho neanche con gli altri e gli altri non ce l'hanno

con me. È una forma di rispetto. Tu piangi mai nella vita, no? Io sento proprio

dentro di te una persona che è tanto allenata tra tenere le emozioni. Chi intorno a te,

perché se ti dice bravo una persona che un tuo fan o magari un tuo manager ti può sembrare

una cosa quasi tra virgolette normale gratificante, ma secondo me non tocca al cuore. Chi tocca

al tuo cuore veramente quando ti parla? Da chi vorresti sentirti dire bravo?

Allora, dai miei genitori, dai miei genitori, ma loro stessi non lo sanno fare, come non

lo so fare io. Ci sono altre persone che però mi toccano. Le volte che l'ho detto io nel

mio manager ho cercato il rapporto tra di noi funziona così bene, perché lui ha in

un certo senso, è molto diverso dei miei genitori, ma ha qualcosa di simile a loro

quando si rapporta con me. E per questo che io ho detto sì è lui. Avevo già avuto altre

proposte. Ha un certo detto, no, no, è lui e non solo il mio manager, questo è anche

mio amico. Esatto, è lui a livello umano?

Sì, è lui a livello umano, non a livello lavorativo, perché lui ha qualcosa di simile.

Lui una sola volta mi ha detto bravo e per me è stato bellissimo.

Ed è per questo che vale, perché normalmente non è reale quel complimento.

Certo, certo, per me vale moltissimo quando viene detto questa cosa. Probabilmente se

mi fosse stato detto tantissimo fin dall'infanzia non avrebbe alcun valore. Per me ora sentiamo

bravo e qualcosa di stupendo. Ok, ho fatto il mio lavoro, sono meritevole, sono valoroso

nel senso che ho valore. Quindi per me quella cosa detta anche da lui è molto importante.

Quando mi hai detto che avresti voluto che vorresti ricevere un bravo dai tuoi genitori,

lo sentivo e te lo dico perché sono il primo ad avere avuto questo desiderio e questa condanna

su di me. Nel senso che il mio grande mito è sempre stato mio padre che non c'è più da

molti anni e quindi io aspetto il suo bravo e non lo potrò mai ricevere. E quindi nel

2008 sono andato a fare un percorso che si chiama Hoffman. Io prima ero molto incazzoso,

nel senso che io sono cresciuto da piccolino dicendo ma se rido troppo magari mi rompo

i coglioni, quindi se la faccio un po' più da duro li tengo più lontani e così via.

Quindi mi sono costruito una corazza molto tossa, sono sempre stato molto severo come

stesso perché quando mio padre era in vita non mi ha mai detto bravo e quindi mi sono

sempre sentito inadeguato, inadatto e non all'altezza di niente nella vita. E quindi

spesso mi sono chiesto, lui è morto vent'anni fa, tu corri, costruisci cose Luca ma dove

vuoi arrivare, perché lo stai facendo? E era quasi come… Stavo diventando bulimico

di quella cosa quasi per farne così tante al meglio per ricevere un bravo che non avrei

poi mai ricevuto. Nel 2008 quando ho fatto questo percorso che mi ha fatto fare un passo

indietro, mi ha fatto guardare il Luca di tutti i giorni, mi ha fatto capire chi io

fossi, quali erano i miei valori, da chi avevo attinto come modelli genitoriali mi ha cambiato

completamente la vita, ma non l'esperienza, quella concentrazione su me stesso che dopo

ho continuato a coltivare da solo. Io prima non sorridevo mai non che io oggi sia un

giullare però un po' di più di un tempo, sono più simpatico di un tempo, prima era

un po' più rigido, un po' più severo e ti devo dire che prima ero pieno di giudizio,

miei confronti di conseguenza involontariamente nei confronti degli altri, oggi io non giudico

la gente. Oggi colgo il bello da tutti perché mi alimenta, mi fa stare bene, mi dà good

vibes, mi fa passare una giornata meravigliosa e riesco a profondere la stessa cosa verso

gli altri e non sono quello che punta sempre il dito e cerca, sì ma è troppo perfetto

cosa c'è di sbagliato in lui, io non sono quella persona lì. E quando te ho fatto la

domanda dove sento che sei pieno di emozioni da tirare fuori, mi veniva voglia di raccontarti

questa cosa perché secondo me se tu ti liberassi un po' da questo essere molto un router

maier nei tuoi confronti non so come dirlo meglio di così, sei talmente umano, sei talmente

leale perché lo hai detto in quest'ultima ore e mezzo che potresti regalare a te stesso

alla tua famiglia, potresti parlare con tua madre e con tuo padre diversamente per far

sì che loro possono avvicinarsi in una maniera diversa a te e dirti bravo a te. E quindi

ti auguro di riuscire a sbloccare questo trick per ammarti di più e per poter vivere una

vita molto più a colori, credere di più in te stesso, credere in cose concrete, cioè

perché noi parliamo solo di cose concrete, non siamo dagli Harry Krishna che volano e

sperano nella venuta del Messia che non avverranno, quindi te lo auguro dal profondo del mio

grazie.

Concludo facciamoti l'ultima domanda, ti voglio chiedere se hai paura della morte?

Eh no, non ho paura della morte, è già abbastanza impegnativo ora, la morte ci pensiamo poi.

Mi ho finito, ti ringrazio di qua. Grazie a te, grazie.

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Stati Uniti, anni 50, siamo in piena guerra fredda. Il governo americano è disposto a

tutto per dibattere il nemico, dagli esperimenti con il porridge radioattivo, alle iniezioni

di plutonio sui soldati, fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile.

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Oggi avremo il piacere di fare un viaggio con Matteo Professione, in arte Ernia, un ragazzo della classe media che ha vissuto l’evoluzione della scena rap fino a diventarne protagonista. Il dream team di One More Time e’ composto da: Giovanni Zaccaria, Mauro Medaglia, Davide Tessari, Alice Gagliardi e Filippo Perbellini.

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