Muschio Selvaggio: Ep. 122 - La storia di un predestinato con Paolo Maldini
Muschio s.r.l. 5/24/23 - Episode Page - 56m - PDF Transcript
è stato un'altra, hai detto, Trofio Berlusconi?
Trofio Berlusconi contro Gigi Casiragi, sì, mio compagni nazionale, la tonata è stata.
Li hai dato una testata?
Faccio gol tra l'altro.
Faccio gol.
I tifosi devono votare il miglior giocatore della partita.
Io dai spulso vinco un miglior giocatore a partita.
Ha rifiuto il premio, perché è il vergogno, è il giusto, sinceramente.
Ha rifiuto il premio e Gigi Casiragi si deve sposare il giorno dopo con l'occhio nero.
E quando l'ho visto con la moglie...
Non ti hai invitato al matrimonio.
Muschio selvaggio.
Ciao amici, benvenuti a Muschio selvaggio.
Oggi abbiamo un'intervista incredibile, perché parliamo di uno...
No, è stato definito il miglior, il difensore più completo e anche più forte della storia del calcio,
che ha concesso pochissime interviste, quindi io non mi sono mai preparato così tanto in vita mia, ragazzi.
Diamo il benvenuto a Paolo Maldini.
Grazie.
Ciao a tutti, ciao.
Ciao, come stai, innanzitutto?
Bene, molto bene, grazie.
Per essere qui per me è un grandissimo onore, spero di essere all'altezza di questa intervista,
ho un sacco di curiosità, mi sono studiato la tua storia ed è incredibile,
che parte veramente da piccolissimo.
In qualche modo, come per Lebron James, si può dire che tu eri un predestinato, veciuse un one.
Sì, devo dire che partita già con mio papà, che è stato un grande calciatore del Milano,
che comunque rende la mia storia ancora più particolare.
Mi papà è stato il primo calciatore del Milano a vincere la Champions League 1963 con la squadra italiana,
e quindi comunque io sono molto legato attualmente al Milano e a Milano,
in quanto sono nato a Milano, mio papà era di Trieste,
però diciamo che sono proprio legato all'ambiente milanese e rossonero.
Chiaro, quanto ha pesato questa cosa eticamente,
cioè quanto ti ha trasmesso eticamente tuo padre, la cultura dello sport,
e quanto però dall'altra parte ha pesato anche su di te come peso di aspettative in qualche modo, no?
Direi tanto dai miei genitori, naturalmente, a parte che i genitori sono genitori,
quindi mi hanno dato tutto quello che ho oggi come bagaglio mio personale.
Educazione in primis, il mio papà è stato il calciatore,
mi ha insradato verso un'idea di professionismo un po' anni 60 per me,
perché io comunque sono nato nel 68 e quindi sono di un'altra epoca rispetto alla Nokia del 32,
e quindi ho dovuto cercare di adattare la sua idea di calcio che era completamente diversa,
non di calcio, però di come essere professionale ai tempi moderni.
Lui mi voleva sempre a casa, mi faceva uscire, ma io a 17, 18, 19 anni,
inizia a giocare a 16 anni come professionista e volevo viverla mia vita,
e credo che sia stata anche per me un passo importante anche di emancipazione,
quella di staccarmi un po' da queste idee,
e poi dopo lo ho fatto io abituare a un nuovo, diciamo, una nuova idea di professionismo.
Chiaro.
Perché il mio papà quando giocava, loro erano soli di fare la partita da domenica alle tre,
l'une di libero, e poi in ritiro fino alla partita dopo, capisci che era una cosa abbastanza dura,
troppo dura per me.
E invece agli occhi degli altri, il fatto che tu fossi il figlio di Maldini,
ha pesato in qualche modo.
Io ho visto un'intervista, tu sei cresciuto con costa curta nelle giovane idee,
diceva che comunque inizialmente eri visto come un po' irraccomandato,
poi quando scendevi in campo mettevi a tacere tutti in qualche modo.
Sì, mi è pesato, devo dire la verità, mi è pesato e purtroppo è pesato sui miei figli.
In un'altra epoca, però con i social che stavano arrivando, con l'attenzione dei giornali,
loro doppia pressione.
Sì, ci arriverò.
Però a me è pesato sinceramente.
Che è il peso delle aspettative poi fondamentalmente?
Sì, però mi è pesato quando avevo 11, 12, 13, 14 anni,
quindi nel momento della gioia, del giocare a calcio,
cioè lì non pensi alla tua carriera.
Certo, io avevo un obiettivo, avevo una passione,
ma in quel momento lì pensi a divertirti.
E sinceramente avere queste aspettative e anche sentire nei campi di periferia tutte queste voci
e tutta questa attenzione soprattutto su di me non è stato più.
Ti ha privato della parte divertente?
Un pochino sì.
Cioè come se fossi stato sempre un po' un professionista,
sempre considerato sempre un po' un professionista.
Un pochino sì, devo dire che ci sono due maniere per affrontare questa cosa.
Una è far sì, diciamo, come dire, prendere troppo peso,
questa cosa qua, quindi avere delle aspettative che non riesci poi dopo a mantenere
oppure cercare di lottare, lottare, lottare, lottare.
Fare vedere proprio quello che vale.
È un pochino troppo presto secondo me, a qualità lì,
perché c'è sempre il divertimento.
Nel calcio, nello sport in generale, soprattutto nello sport di squadra.
Anche se devo dire, io vedo dei video ogni tanto di partite, di calcio, di ragazzini di piccoli,
dove sono peggio genitori dei bambini a volte,
cioè che si picchiano tra loro.
A volte il clima, diciamo, degli ambienti anche dove dovrebbe divertirsi è sempre molto competitivo
perché poi in Italia il calcio viene vissuto in maniera molto viscerale.
Sì, e poi l'idea del papà che ha un bambino, che gioca calcio,
ed è anche bravino, è mio figlio un campione.
E questo mette tanta aspettativa addosso il ragazzo e a volte sono anche falsi aspettativi
perché poi dei giocatori, con le giovani del Milan arriva l'1%,
di quelli che iniziano, io ho iniziato a 10 anni,
perché prima non si poteva iniziare, prima dei 10 anni e adesso iniziano a 6 anni,
comunque più o meno la percentuale è quella.
Quindi l'1%, praticamente è comprare un gratte vinci, come comprare un gratte vinci,
la statistica è quella.
Senti, primo gol in serie A a 16 anni, te lo ricordi?
Ti ricordi che emozioni hai avuto?
Il primo gol in serie A, secondo me l'ho fatto a 17, però...
E io qua ho un esperto che mi ha aiutato.
Cosa dici?
Hai sbagliato di qualche mese, 17 anni.
A com? Sì.
Te lo ricordi ancora?
Ti ricordo, ho fatto 1.900 partite più o meno.
Non dico che mi ricordo tutte, ma mi ricordo tantissimi episodi di più della metà di quelle partite,
quindi figurati il primo gol non si può dimenticare.
E che emozioni hai provato?
Non sai cosa fare, perché primo gol...
Ma poi rimane stordito per metà partita?
No, però per un minuto e mezzo, sì, soprattutto se non sei abituato.
Infatti, grandi bomber che poi festeggiano in maniera molto naturale, sono grandi bomber
e sono abituato a qualche tipo di emozione.
Poi abbiamo vinto anche quella partita, quindi...
abbiamo vinto, sì, abbiamo vinto.
E quindi, insomma, tanta carica e speri di arrivare al risultato finale.
Metti che segni, più perdi, tiro del culo.
Esattamente, esattamente.
E mi ricordo che poi Berlusconi mi regalò un orologio con una dedica per il primo gol in serie A.
Il mio orologio era...
flexa un po' questo orologio, diciamo Rolex?
Non uno swatch, se no veramente.
No, era una marca francese, non mi ricordo sinceramente.
Taggoire.
Non mi ricordo, però...
La dedica era molto bella.
Te la ricordi ancora la dedica?
Paolo Maldini, primo gol.
Era molto semplice, perché...
Simplice ma bella, semplice ma bella.
Che figata, arriveremo anche a Berlusconi,
voglio andare proprio, voglio seguire un po' l'ordine cronologico della tua storia.
Perché poi, subito dopo, arriva la convocazione in Under 21 con la nazionale
e l'allenatore era tuo padre.
Sì.
Che aspettative c'erano?
Cioè, come ne parlava la stampa del fatto che c'eri tu e c'era anche tuo padre?
Cioè, si è creato una aspettativa pesato su di te in qualche modo?
Allora, devo dire una cosa.
Mio padre mi ha convocato in Under 21,
ma io l'ho stato convocato nella Under 21 precedente,
quella di Viali Mancini, che era andata in semifinale e in finale.
Quindi non avevo mai giocato, ma l'ho stato convocato per la semifinale di ritorno a Roma
e poi per la finale con la Spagna.
Quindi, diciamo che mio percorso era già abbastanza tracciato.
Naturalmente questo non è evitato ancora come...
Un po' di speculazioni.
Sì, però già anche il momento lì mi sentivo comunque il mio secondo anno di Serie A
ero titolare da due anni, avevo 18 anni.
Quindi in Under 21, 18 anni, quindi molto precoce.
Prematuro?
Prematuro.
Sinceramente già lì iniziavo a fregarmi un pochino di quello che...
Beh, se mi hai detto che sin da 12 anni ha iniziato a avere aspettative su di te,
avrai maturato fino a 18, la scorza per sbatterte nelle palle,
anche se non deve essere facile.
La cosa che si sottuvalota tantissimo secondo me rispetto a un calciatore,
che ci sono tante aspettative, agonistiche,
ma poi si sottuvalota la parte psicologica che...
A fondamentale.
La mentalità oggi è anche la disciplina soprattutto per una atletta di alto livello,
è fondamentale.
Adesso, paradossalmente, è quasi più importante la disciplina rispetto al talento,
al che il talento aiuta.
Però quando hai talento, sei portato a non avere tanta disciplina,
perché ti basta fare meno.
Eh, per certo.
E questa è una cosa che negli anni, purtroppo, ti marca
e ti rende magari meno forte, perché poi,
io lo dico sempre a tutti i ragazzi con cui parlo,
i ragazzi che arrivano al mille, i ragazzi che sono al mille da tanto tempo.
Anche nella care del miglior calciatore di sempre,
ci sono sempre alti bassi, quindi dovete essere disciplinati,
perché se non vi perdete.
Sì, se no, non è facile.
E anche tu, nonostante hai, devo dire secondo me,
la carriera più lineare e limpida che un calciatore possa avere in qualche modo,
cioè sei stato veramente in tegerrimolo a questo punto di vista,
hai avuto anche tu i tuoi alti e i tuoi bassi, no?
Santissimi, io mi ricordo.
È solamente le persone che ti sono veramente vicine,
quindi la tua fianzata, barra moglie, barra famiglia,
una famiglia molto grande, ho due fratelli e tre sorelle.
E quindi loro sanno benissimo che cosa,
quali sono le turbulenze che hai, no?
Nei momenti difficili, perché momenti difficili,
come sei responsabile ci sono, ci saranno sempre,
e ti fai anche responsabile di queste,
anche se non sport di squadra, ma tu ti sienti responsabile.
Sì, sì, infatti, io ho avuto modo di intervistare Balotelli recentemente,
che in qualche modo io vedo un po' come l'antitesitua,
cioè ha un carattere zuberante,
e in qualche modo il suo carattere è stato anche la sua spada di Damocle,
ma credo anche che lui abbia subito un po' anche un certo tipo di narrazione,
non l'abbia saputo a reggere psicologicamente,
cosa che invece tu hai avuto la forza di fare.
Nel mio caso credo che l'essere nato nella famiglia dove sono nato
mi ha aiutato tanto,
e il fatto di avere giocato nella mia città
con la disposizione tutta la mia famiglia vicino,
ma ha aiutato tanto, perché tu comunque,
se inizia a girare a 18 anni vengono una squadra,
a 19 vengono un'altra, a 20 vengono un altro.
Direzza lontano dagli affetti?
Dagli affetti e comunque fai fatica a mettere i radici,
fai fatica ad avere qualcuno che ti dica le cose reali
e quindi puoi perdere sia nel caso tu vada benissimo,
sia nel caso tu vada malissimo,
puoi perdere un pochino il contatto con la realtà e la bustola, certo.
Senti, invece volevo parlare della parte di teoria e tecnica del calcio.
Tu inizia, arrivi al Milan e c'è un primo alleratore di cui,
non ricordo il nome perché è un cognome impronunciabile.
Lidl? Lidl, Lidl.
Poi arriva il Rigosacchi che rivoluziona in qualche modo il gioco del calcio,
quindi posizioni, collegamento mentale, stare in partita,
molta, molta tecnica.
E' ancora importante secondo te la teoria calcistica
o in questo momento è passata in secondo piano?
No, è importante, è importante se è abbinata,
io dico sempre attualmente al talento,
alla gioia del gioco perché comunque non deve essere mai sottovalutata a questa cosa.
Non può essere considerato un lavoro vero e proprio speso per un ragazzo giovane.
E poi è la disciplina e la volontà,
perché tu puoi anche imparare dopo,
per me è stato così, perché io prima di Il Rigosacchi,
4-3-3-4-4-2 sapevo che giochiamo in 11 che avevo dei ragazzi a fare,
diciamo che non eravamo così precisi nelle cose,
anche se l'Ido Merno era un alleratore molto avanti come dè.
Quello che contava è la disciplina in area,
la volontà, il fatto di non mollare mai,
perché tu salvi un gol,
o fai un gol per un decimo di secondo.
Quindi quella cosa che è costante e la fai tua,
poi ti aiuta e ti fa diventare poi di un altro livello rispetto a altri.
Tra un grandissimo calciatore e un calciatore buono,
ma grandissimo, grandissimo e buono,
non c'è un 10% di differenza, anche meno.
Quindi la differenza si fa, diciamo, da nuovata in su, in dettagli, assolutamente.
E tu hai vissuto le treere del Milan, che sono,
Arrigosacchi, Ancelotti e Capello.
In cosa si differenziano questi tre allenatori?
Nel carattere, innanzitutto,
Arrigosacchi non ha giocato a calcio,
mentre a due state state grandi i calciatori,
questo comunque ha condizionato anche l'approccio verso i giocatori.
Magari Arrigosacchi all'inizio aveva un modico timore,
però aveva una maniera diversa di approccio nello spiegare le cose.
Se te lo dice un ex grande calciatore,
è più facile che tu,
soprattutto una cosa che tu non hai mai sperimentato,
dallo proprio livello tattico,
è più facile che se te lo dice un Ancelotti e un Capello,
tu la faccia tua questa cosa.
Certo, perché ci credi.
Se arriva uno che non ha giocato a calcio,
gli dici che cazzo vuoi?
E dici, aspetta, cosa dici?
Certo.
E quindi all'inizio è stato molto difficile,
perché poi è cambiato tutto, è cambiato il metodo allenamento,
è sinceramente,
ci hanno ammazzato sinceramente di lavoro,
ma ci hanno distrutto di lavoro per 3-4 anni.
Intendi con Arrigosacchi?
Una roba...
E' perché è difficile far passare,
lui ha rivoluzionato in qualche modo il gioco del calcio,
far passare questa sua rivoluzione che aveva nella tea,
stai in maniera concreta,
non so, una rosa di quanti eravate?
22, 23.
Non deve essere facile.
No, non era facile, non era facile.
Però diciamo che c'erano anche meno conoscenze rispetto ad oggi,
rispetto anche agli anni 2000,
perché dopo sono arrivati i preparatori della atletica,
quindi c'è andato più conoscenze.
Io credo di essere andato in overtraining metà della mia carriera,
e nel senso c'erano meno conoscenze anche su quanto fosse importante il recupero,
su quanto fosse importante comunque non mescolare troppi lavori fisici.
Tutti invece vanno a fare un botto di roba.
Io andava a casa, io ero giovane forte,
anche fisicamente.
Io andavo a casa e ero fidanzato con la che poi è diventata mia moglie, con Adriana,
e giustamente dicevamo, andiamo a mangiare, andiamo...
No, non ricipe a muovervi.
Io non ce la faccio, non ce la faccio.
Sino al venerdì io dico, no, non ce la faccio.
Poi venerdì gestavo a giocare, domenica a giocare.
E invece cosa mi dici di Ancelotti e di Capello?
Ancelotti l'ho avuto nell'ultima parte della mia vita,
è stata probabilmente quella più bella,
perché poi, quando sei, quando hai 30 anni in su,
gestisci anche le tue emozioni in maniera diversa,
e quindi godi anche, no, dei momenti di tensione,
meno io questo è successo.
Cioè sei arrivato a godere dei momenti di tensione?
Ma tipo, fammi un esempio.
Tipo la cosa che più mi manca, non mi manca tanto del calcio,
però la cosa che mi manca è quel misto di eccitazione e paura che c'è
quando si arriva allo stadio nelle grandi partite.
Ecco, dopo 30 anni tu vivi per quello.
Prima dici cazzo, che roba.
Mi sto cagando sotto, invece dopo ti viene proprio sentire odore del sangue.
Spero di riprovarla, questa cosa,
che sinceramente credo che pochi altri professioni abbiano.
Quindi bellissimo, devo dire, su tati anni anche,
vivi anche tutto dopo 30 anni in maniera più logica e tranquilla.
E abbiamo vinto anche tra l'altro.
Perché sei comunque, se non vinci bellissimo,
si si dici.
Mentre con il capello, il capello è tra i due,
capello che ho avuto tra l'altro nella primavera del Milan
quando ero ragazzo,
capello quando mi ha preso e mi ha detto
tu lo sai che sei miglior al mondo
e sei, hai detto partiamo da un punto molto alto,
però in quel momento li ho detto
adesso mi prendo la responsabilità, è migliore del mondo.
Certo.
Mi ha fatto crescere tanto,
come mentalità, come visione generale
di quello che potevo fare nella mia carriera.
Tu quanti anni avevi, quando giocavi conto,
quanti anni aveva Maradona?
Tu ne avevi di 17 a 18?
Maradona abbiamo fatto, sì,
dall'86 al 90 abbiamo giocato contro,
nel 1986 o 18.
E lui quanti anni aveva Maradona?
Maradona del 60 era.
Quindi tu i calcoli sono una pipa.
Maradona del 60, quindi nel 90 aveva 30 anni.
30 anni, 30 anni.
Poi dopo andò a giocare in Spagna.
Che ricordiai di Maradona?
Super, perché a parte di tutti i giocatori
che ho incontrato in 25 anni,
lui e Ronaldo e Brasiliano sono un assoluto più forti
che abbiamo incontrato,
perché veloci, imprevedibili, forti.
Gli più difficili da contrastare?
Assolutamente, assolutamente.
E dico, in campo...
Posso dire, scusa mia,
il Ronaldo e il fenomeno più di un messio di un Cristiano Ronaldo?
Io non ho giocato contro messi.
Ah no, scusa, questa tagliamo la ragazza.
No, no, no, non ho giocato, no, perché non l'abbiamo giocato contro,
ma quando lui ha fatto la sua prima partita a Milano,
io era infortunato.
Quindi non ho giocato con la partita lì,
grazie a Dio.
Ok, ero verso l'Oribe all'inizio.
Ma, sì, Cristiano Ronaldo era un grande bomber,
ma...
è un grande bomber, diciamo,
ma, come dire, a meno magia, no,
degli altri due,
io ero molto forte fisicamente, molto veloce,
ma allora ero più veloce, più forte di me.
Questa cosa non mi riusciva a andare giù,
ma alla fine ho dovuto accettare.
Ho dovuto accettare.
E Diego, prima delle partite dall'altro,
è sempre molto simpatico, sorridente,
ti faceva ridere, quindi...
Cioè, prima di una partita contro,
veniva di scherzava...
quando c'è stata la...
l'hanno nominato per la Hall of Fame,
per giocatori che hanno giocato in Italia,
eravamo assieme al Palazzo del 500 a Firenze
e hanno fatto vedere delle immagini
di quando abbiamo giocato contro,
tra l'altro, eravamo vicini, sedute vicini,
e...
con quelle immagini gli ho dato delle botte,
perché negli anni 80 era diverso il calcio.
Era più fisico.
E io mi sono vergognato, ho detto, Diego, scusami,
io non me lo provavo, sono stato in senso.
Di aver timenato.
Non c'era problema.
Però...
era un calciatore sinceramente straordinario, veramente.
Bacciato proprio da qualcosa di diverso.
Incredibile.
Ok, voglio...
faccio un salto in avanti di tanti anni,
ma voglio affrontare questa cosa con te,
che è...
Italia-Corea.
È il tuo ultimo mondiale?
Il mio ultimo mondiale è la mia ultima partita
con la Nazionale.
Cioè quella di Byron Moreno è stata la tua ultima partita?
La chiusa in bellezza.
Byron Moreno.
Italia-Corea, Byron Moreno.
Cioè, varaga, ma quando vi siete resi conto
che c'era qualcosa che non andavo
in quella partita?
Allora...
prima che iniziasse, perché...
Ah, addirittura prima?
Io sì, perché ero capitano.
E...
In genere, allora, nel 2002
non c'era ancora lo scambio di...
di stretta di mano
tra i due squadre.
Quindi lo facevano i due capitani
con l'aterna arbitrale.
Ma Damiano Tommasi giocava
e lui aveva l'abitudine di andare dal capitano...
A comunque a strigna la mano?
A strigna la mano e all'arbitro
ai segnalini.
E l'arbitro
l'ha praticamente mandato via.
Ah, si è rifiutato?
Si è rifiutato?
C'è qualcosa che non va?
Poi...
non abbiamo sbagliato, abbiamo sbagliato
gol, abbiamo sbagliato, magari, la partita.
Però...
Io sa che mi ricordo ancora e andavo alle medie.
L'ho vista al palazzetto
al centro sportivo della mia scuola.
Non ero un esperto di calcio,
era lampante, cioè che era impossibile
da vincere.
Poi era anche l'atteggiamento che faceva tanto.
E psicologicamente era snervante,
perché c'è per esempio ammoniva
chiunque, quanti gola nullati erano...
Tal'altro non mi ricordo, però tal'altro anche
se l'ambiente si è giocando in Corea
era comunque contrario.
Non ci vogliono fare entrare allo stadio
perché qualcuno mancava il pass di giocatori.
Abbiamo fatto la risa
per entrare nel nostro spogliatoio.
Ma che dici?
Che ambiente terribile.
E quando è finita...
C'è usanza,
cioè in una partita del genere
andare dall'arbitro almeno
a dargli un vaffanculo,
a regalargli un vaffanculo.
E tutto comunque è tuo discapito,
perché comunque la partita è finita.
Devi riuscire a essere freddo abbastanza.
Quindi c'era tanta amarezza
quello che era poi la mia ultima partita.
Non solo, però
devo anche aggiungere una cosa.
Nel 2006 dopo
quattro anni lì mi chiese di andare al mondiale
e io ho detto di no.
Perché io comunque iniziavo a avere
parecchi dolori alle ginocchia
perché ho avuto tanti problemi da cartilagini
quindi non me la sentivo sinceramente di tornare.
Perché ho detto di no a Trapattoni
che era l'annatto della Nazionale.
Quindi ho detto per l'Europa 2004
vieni, vieni, vieni.
Vieni detto non posso, non voglio.
Non voglio tornare.
E non potevo dire di sì comunque lì.
Era vallogico comunque
tenere questa posizione anche perché stavo soffrendo abbastanza.
Però...
Ma lì...
Scusa vi, adesso sincero.
Quando tu sei a casa
nel 2006,
vedi la Nazionale vincere,
tiro del culo.
Eh, ti dispiace non essere stato lì.
Ma sai, sono arrivato
in finale nel 1994 per serigore.
Certo che tra vincere e perdere c'è
grandissima differenza.
Dopo quattro mondiali giocati
tra Europe e tutto quello che vinto
col club. Sinceramente
l'invidia non esiste.
Non esiste.
Non c'è niente a fare.
O perlomeno per
non dovrebbe esistere.
Ma no, non esiste.
Per me non esisteva.
Anche perché quello era un gruppo diverso
perché c'è stata comunque un cambio di generazione
nel 2002. Certo, qualcuno era rimasto.
E' bello, goduto.
Ero a Miami, ricordo.
Ero a Miami e ho visto la partita con la mia famiglia.
Ho goduto, sono andato a festeggiare con la macchina.
Bello, bello.
Senti,
tu sei il simbolo del Milan
e appunto come dicevi,
mi sono visto un paio di interviste
dove però tu fai sempre l'elenco
di quello che hai perso
prima di celebrare le tue vittorie, no?
Quindi c'è
c'è una frase di Michael Jordan
famosa che dice nella mia vita
ho sbagliato più di 9.000
tire liberi. Ho perso quasi 300 partite
26 volte e i miei compagni
mi hanno affidato il tiro decisivo
e io l'ho sbagliato. Ho fallito molte volte
ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.
È un po' anche la tua filosofia.
È un po' così
perché se sei vincente hai perso comunque tanto.
Pensa Federer, Nadal,
tutti questi grandissimi campioni
ed è così
ma il discorso
di uno dei giocatori più perdenti della storia
è pronto fuori ai margini di un altro discorso
che diceva
quanto fa male perdere o non sei abito a perdere
dico no, no.
Io perso tra i finali del Champions League
una finale mondiale, una finale europeo
hai giocato con Byron Moreno
con Byron Moreno
No, no. Ho avuto la fortuna
di giocare in grandi squadre in grandi nazionali
e quindi ho avuto la fortuna di fare
perché se ti capita
a volte ti capita una volta sola. Quando tu giochi
alla tua prima finale di Champions League
ho vincito il tuo primo squadre e dici
questa quando mai capiterà, io ho pensato così.
Grazie a Dio
il Milan
e comunque l'Italia avevano due squadre
molto competitive quindi mi hanno dato
la possibilità di
essere sempre per qualcosa di importante.
Certo. Per quanto riguarda il fatto
che tu sei il simbolo del Milan
sei uno dei pochi giocatori
bandiera, io li definisco, non so
se è una terminologia che si usa nel calcio
cioè un giocatore che è sempre
rimasto fedele la sua bandiera
che è una filosofia che attualmente
sia un po' persa secondo me
e del giocatore
che non tradisce mai i colori della sua maglia
cosa ne pensi?
Penso che adesso sia molto difficile
era molto più facile prima.
Quasi non esisteva
un certo tipo di mercato per i giocatori italiani
nessuno andava all'estero a giocare
prima dei ragazzi che sono andati
a giocare in Inghilterra, tra questi
i propri mancini, i viali
quindi era più facile rimanere
all'interno del proprio paese
e quindi all'interno
della propria squadra.
Devo dire anche una cosa
una cosa importante
credo che sia essere ambizioso
se tu sei ambizioso
e trovi tutto
quello che hai bisogno
per arrivare
al tuo traguardo
nella squadra dove sei nato
è facile, ma se io
fossi nato magari in un'altra squadra
che non aveva i miei stessi obiettivi
allora lì
la carriera è una
scelta
Sì sì sì, poi arrivano anche
delle richieste che economicamente
ti possono far gola
e lì sai
Io ho trovato tutto nel momento
giusto sai comunque
ho avuto fortuna e nella mia città
e anche per quello probabilmente questa mia stabilità
è dovuta come dicevo prima al fatto
di non avere mai lasciato casa
quindi ho avuto sempre
vicino delle persone che mi hanno aiutato
nei momenti difficili.
Però, dimise sbaglio
nei periodi di
di più forte crisi della squadra
del Milan, tu hai sempre ricevuto
tante offerte di trasferimento
dimise son vere, Manchester, Real Madrid
e Arsenal
Arsenal avevo dei dubbi
è vero? No è vero
Niente di scritto e concreto
Chelsea
proprio attraverso Luca Viali
ma c'è mai stato un momento
dove anche solo per un secondo
a casa
ci hai pensato
c'hai preso in considerazione
l'ipotesi
perché
questo succedesse
sarei dovuto essere io
molto convinto di fare questo passo
e il club convinto di mandarmi via
questa cosa non è mai successa
quindi non ti è mai proprio balenato
veramente? No, ma sai
sono i due anni duri
le due inglesi
96
97, due anni duri
molto duri, noi siamo arrivati 10, 11
in classifica, contestazioni
contestazioni personali, dopo aver vinto
tutto
eh, non facile
vicine 30 anni, diciamo
chi cazzo me lo fa fare? Chi cazzo me lo fa fare
di prendere tutto, sai, comunque io
mi sento una persona molto responsabile
quindi mi sentivo responsabile della situazione
ehm
sai, però
quando l'altra parte vedi che il club dice
momento, calma
noi, ti vogliamo qua
allora sai, quel piccolo pensiero ti va via
ci avedi che c'è un progetto
e poi
ritornare a vince, dopo aver vinto, dopo
avere, diciamo subito
è una goduria, è una goduria
ti faccio una domanda del cavolo, però
proprio riguardo al fatto
che, che magari adesso i giocatori
bandieri vengono
vengono meno
secondo me anche poi per delle scelte
anche meramente economiche, no? Cioè
il fatto da venire da una situazione
progressa di comunque di una stabilità
economica, no? Credi che
abbia aiutato questo, questo tuo fatto
di, di rimanere sempre quelle delle alla
bandiera o non ha influito per una ma, per
niente? No, non ha influito, io
a me non è mancato niente
ma non vivevo nel loro, però
sinceramente ho fatto la vita che faccio
con i miei compagni di, di classe, non
con miei compagni di, di squadra, di
classe. Il calcio è molto
democratico in questo, nel senso che
l'importanza
di giocare
in una, in un, in uno sport di
squadra insegna, insegna
ragazzi, l'ho visto con i miei figli
che conta quello che dai,
non conta dove vieni
e quindi tu già
io 10 anni, loro a 6
e a 8 anni, quando hanno iniziato
ai orari
ai degli obiettivi
devi fare fatica
devi migliorare
condividi il spogliato
con persone diceti diversi
di prevenienza diversa, quindi
è un insegnamento continuo, al di là
poi dopo del risultato che anche comunque
avere un obiettivo nella vita è anche
qualcosa di molto importante, quindi
è un insegnamento per me fondamentale
non giudico
adesso io ho a che fare
anche con trattative
quando dobbiamo prendere un giocatore
rispetto a un altro, sinceramente
non giudico chi
ha sofferto magari, o la
famiglia ha sofferto, no, periodi
di crisi e va
verso
magari non la squadra migliore,
ma la squadra economica migliore
sinceramente, sinceramente,
anche io non ci vedo niente di male
assolutamente, anche perché
non veniamo tutti, no, da lo stesso poste
quindi è anche logico
e le aspettative, soprattutto la famiglia
per i calciatori moderni sono tantissimi
e i ragazzi veramente
si fanno carico, i ragazzi di
16, 17, 18 anni si fanno carico
di tutte le problematiche della famiglia
ma tutta la famiglia vuol dire decini di persone
però è anche pesante
è pesante, è anche un po' sbagliato
mi vien da dire, cioè proiettare i problemi
di, di economici di un'intera
una famiglia su un bambino
perché vedi l'obiettivo a brevetermi
non vedi quello lungo
quindi è una visione siccome incompleta
però sai
non giudico perché...
ah beh cioè questa è l'unica speranza di una famiglia
in qualche modo
non è corretto, ma è comprensibile
in qualche modo
oh, qua arriviamo a una domanda succulenta
che secondo me tu non hai mai risposto
cioè non hai mai raccontato
cosa è successo
tu, cioè tu non hai mai...
io mi sono velato un sacco di partite tue
non sei mai andato in escandescenze
no, non è vero
poche volte, poche volte
ma ce n'è una, in particolare
che non hai mai raccontato cosa è successo
Milan, Juve
vediamo se mi dici l'anno
però Febbrusconi
2008, 2009
ah no, quella no, c'è un apeggio di Milan
ah c'era un apeggio, beh io mi sono segnato Milan, Juve
2008, 2009
è una stagione
chiellini
forse non era l'ultima, si, 2008, 2008, sì
mi dicono dalla regia, mi dicono
sicuro, sicuro, c'è proprio una fonte sicura
calcio d'angolo per il Milan
Maldini
prende per il collo chiellini
cosa è successo
è successo che mi ha dato una comitata
e io mi sono rotto, ho operato il naso tre volte
sinceramente non volevo fare la quarta
e...
e allora
sei cazzato?
sì, poi è arrivato Buffoni e fa paolo carmo
ma paolo carmo
ho visto, oggi si mi ha fatto anche ridere
però capita
capita, ma sì, voi vedete
quella in partita, in allenamento è peggio
ah è peggio che in partita?
perché?
perché sei più sensibile
sei meno concentrato
sei meno concentrato sull'obiettivo della partita
quindi
in allenamento, anche con
compagni con i quali sei rimasto anche anni
giocare insieme
perdi la testa facilmente
però te hai capitato pochissimo
c'è stato un altro hai detto, Trofeo Berlusconi
Trofeo Berlusconi contro Gigi Casiragi
sì, mio compagno inazionale
è dato una testata
la tua prima e unica testata che hai dato
beh, la tua prima e unica testata
che hai dato
non solo, sentiti questa, questo è veramente
Trofeo Berlusconi
faccio gol tra l'altro
faccio gol
i tifosi devono votare il miglior giocatore
della partita, io da espulso
vinco un miglior giocatore a partita
ha rifiuto il premio
perché è il vergogno
sinceramente, ha rifiuto il premio
e dice Casiragi si deve sposare
il giorno dopo con l'occhio nero
e quando l'ho visto
con la moglie
non ti hai invitato al matrimonio
no, non è totale
però si cresce
vedi, si cresce
ma ci sta, ma ci sta
domanda un po' divertente
tu fondi convieri sui tiers
cioè per chi ha vissuto
la mia epoca è un po' un brand
iconico
come è nata e come è andata a finire
perché poi a un certo punto non si è piaciuto
no, esiste ancora, però esiste ancora
come è nata?
è nata
è nata per caso
tra l'altro, voi sfruttaste
una cosa che oggi non si può più fare
cioè quella di spubblico
cioè un roba geniale
da allora non si può più fare
da allora? davvero?
è anche giusto
ma ci stava, poi avete sfruttato
l'idea di marketing geniale
cioè voi segnavate, tiravate sulla maglietta
lui segnava, lui segnava
io finiamo la partita
va bene, comunque te la toglievi
il guru
certo, Matteo Cambi
diciamo che attraverso
il calciatore aveva fatto grande
anche attraverso il calciatore
aveva fatto grande questo marchio
e beh, perché non facciamo
qualcosa di nostro
e allora ci siamo trovati a casa mia
cercare un nome
e cercare una grafica carina
e siamo stati
giorni, abbiamo fatto incontri su incontri
poi è venuto fuori uno che ha fatto questo cuore
non male, bello
e poi il nome, mettiamo un nome inglese
e poi è partita così
è stato molto divertente
molto divertente, è nata così
veramente era diventato un fenomeno incredibile
e poi era diventato veramente un brand
e poi
poi piano piano sai
anche quell'idea di marketing
è un pochino cambiata, poi dopo il mercato
è cambiato, poi
poi vamo in una nostra vita
avete mollata, quindi adesso esiste
è venduta? No no siamo ancora
siamo ancora comunque soci, anche se poi sinceramente
sì, sì, sì
siete soci e escono delle collezioni
sì, sì, sì, sì, ancora, ma le gestite?
Ormai sono ormai, no, sono ormai
credo 20 anni
sì, saranno 20 anni
20 anni, sì, sì, sì
e invece, ti volevo chiedere
se secondo te, ma un po' mi ha risposto prima
è più importante
lo sessione o il talento
nello sport
il talento aiuta
però ormai
parliamo del calcio, parliamo del calcio
sono ormai tutti preparati fisicamente
sono tutti preparati tatticamente
e quindi
la disciplina e lo sessione
può far la differenza? Fa la differenza
fa proprio la differenza? Fa la differenza, sì
perché ti ho detto, veramente ho visto calciatori
che hanno abbassato di un 10%
il loro livello, generale
di attenzione di forza fisica
magari, a causa di un infortunio
di mentalità
sono cambiati completamente
da essere un suo top scorer
diventavano giocatori che non se nevano mai
e questo è questo modello
ti cambia una carriera, sì
prima parlavi dei tuoi figli
e uno dei tuoi due figli
in questo momento è imprestito
dal Milan
allo Spezia
per essere anche lui un grande talento
credi che la storia si possa ripetere?
Beh, già quello che ha fatto
è tanto
perché comunque ha giocato nel Milan
ha vinto lo scudetto
io ho due figli, Christian
del 96 e Daniel del 2001
Christian
ha fatto anche lui la sua carriera
nelle giovane delle Milan
fa che non si è rotto due volte il crociato
in tre anni e questo comunque lo ha
appenalizzato parecchia, adesso gioca
Daniel è rimasto nel Milan
ne ha esordito nel Milan
e poi quest'anno è andato a fare
la sua prima esperienza fuori allo Spezia
e Daniel l'unico
il mio papà era difensore, Christian difensore
io era difensore e Daniel l'unico attaccante
quindi già è particolare
questo secondo me l'ho aiutato
anche non avere tanta pressione perché se tu giochi
nello stesso ruolo
io lo so, è dura
è dura
e quindi
Daniel è
quello un pochino più artistico
chiaro
è bello quello che sta facendo
difficile
è un ragazzo
che non è precoce, io ero precoce
lui è un po' tardivo
in tutto nella crescita
anche generale, anche fisica
e quindi secondo me
questa stagione in prestito
e poi vediamo la prossima saranno fondamentali
per la sua riuscita
per il suo futuro
però c'è da dire che
tuo papà
ha segnato con la maglietta del Milan
tu hai segnato con la maglietta del Milan
anche Daniel ha segnato con la maglietta del Milan
sono tre generazioni di maldini
che hanno segnato con la maglietta del Milan
che effetto fa
c'è una dinastia
ma lo dico sempre che la mia storia è difficilità
da capire la mia storia
la storia della mia famiglia
non si può raccontare
non esiste niente di simile sinceramente
e questo
ci rende orgogliosi
oltre che super milanisti
sei
il canciatore più anziano
da aver segnato in una finale di Champions
anziano è brutto
vabbè è vero, vabbè è brutto
come si può dire in maniera bella
sei giocatore più esperto
sei giocatore più
come si dice più anziano
ad aver segnato in una finale di Champions
in una partita
a Istanbul contro Liverpool
finita con una sconfitta clamorosa
cos'è successo
cos'è successo dopo il primo tempo
di quella partita lì
come è potuto capitare
ho due ricordi, ho giocatore più anziano
vabbè dai, per l'ombra la far pesare
e anche ho il gol più veloce
della finale perché dopo 40 secondi
ho fatto gol
dopo 40 secondi
e lì ho capito che la partita era strana
perché ho fatto gol lì
ho detto aspetta, aspetta che partita
è dominata
per 110 minuti
hanno giocato bene loro
per 10 minuti siamo riusciti a perdere
ma hai cambiato qualcosa durante l'al primo tempo
c'è stato un sacco di
speculazioni
su quello che è successo all'interno del spogliatoio
ma invece siamo entrati
tutti urlando perché
eriamo tutti
nervosissimi
il mister ha urlato lui
dicendo tutti zitti per 5 minuti
e quindi siamo calmati
quindi hanno detto che festeggiavamo
sinceramente
quando io ti parlo di disciplina
ti parlo anche di queste
dei comportamenti
io da capitano mai avrei permesso una cosa del genere
ma mai i miei compagni avrebbero fatto
una cosa del genere
sono cose totalmente troppo
lontane da realtà
che è quasi stupido
non doverle commentare
sai il bello il brutto
del calcio ma anche lì
il calcio è fantastico perché
puoi ribaltare una partita dove stai perdendo 3 a 0
esattamente e in più
l'allenatore fa un cambio
per cercare di non prendere ne altri
un cambio difensivo
e poi fai 3 gol in 6 minuti
e dici come aspetta che succede
lo dico anche perché poi dopo 2 anni
rincontriamo ancora a Liverpool e poi riusciamo a
vincere a semplificare in una partita
giocata meglio da loro
domanda magari è ignorante
mi parli capire che adesso
in qualche modo
ci siano delle squadre un po' sottosteroidi
rispetto
delle squadrone con dentro
dei giocatori pazzeschi
poi magari non vincono
perché magari non hanno la storia
ma secondo te si andrà sempre in questa direzione
dove poche squadre
avranno potere economico
di imporsi
in qualche modo e tutto sarà
nelle mani di pochi.
In questo momento il gap è enorme
è enorme
ci sono anche
dei distrumenti finanziari
messi in atto dall'UEFA
che dovrebbero permettere altre squadre
di recuperare
ma purtroppo è difficilissimo
recuperare questo gap perché
il Milan che è stata una grandissima squadra
fino al 2007
poi ha fatto fatica
a mantenere quei ritmi
di ricavi delle altre squadre
come tutto è di Paris Saint-Germain
Real Madrid
Manchester United
sinceramente
lì fa la differenza.
Noi adesso sul mercato
battagliamo perdendo al punto di vista
economico
con squadre che arrivano
a 7 e 20
nella serie anglese
quindi il potere economico di queste squadre
è superiore al nostro
però abbiamo tradizione, abbiamo idee
e abbiamo un grande club.
Prima mi parlavi di Berlusconi
tu sei anche il simbolo
dell'era Berlusconi in qualche modo
del Milan di Berlusconi
Ok, del Milan di Berlusconi, sì.
Tu avrai quindi avietto ti regalato
il loro logiccio e c'è un rapporto umano
col Silvione Nazionale
l'uomo, la persona
il Silvione persona
dall'uomo politico in qualche modo
Beh, l'inizio non era un politico
noi l'abbiamo avuto
come Presidente del 1986
e ci ha raccontato il primo giorno
che venuto a Mia Nello
un progetto che ci ha fatto sognare a tutti
mi ricordavamo nella stanza
dove noi pranziamo
e ci ha raccontato questo progetto
anche allora Berlusconi era conosciuto
ma non conosciutissimo
e si stava per farsi notare
qualche dubbio
ah sì, avevate dubbi?
Sì, è meno ormale, perché noi comunque
eravamo comunque un grande club
ma viaggiavamo, allora abbiamo
una proprietà che aveva avuto problemi
economici, quindi facevano fatica
a pagallisti i pelli, non so
da quella realtà comunque arrivavamo
terzi, quarti in classifica
a pensare di essere, nel giro di pochi anni
la migliore squadra del mondo di ci aspetta
speriamo, ma non sarà
e invece lui è iniziato a organizzare
non solamente
la campagna acquisti, ma tutto il club
con un'azienda che doveva funzionare
ma veramente tutto, lui andava veramente a vedere
anche
i giardini di Mia Nello come erano fatti
lui è pazzesco, era una roba
metodico, è veramente
e ha dato questo tipo di organizzazione
e di visione
anche comunicativa, poi ricordo
questa flexata di lui che arriva
in elicottero, un po' da rapper
questo arrivo in elicottero
e poi
si preparava in tutto, lui era
capace di
chiedere al giocatore francesa
appena arrivato come stesse sua moglie
che aveva appena partito sapendo il nome del bambino
e il nome della moglie
che fa un po' paura, ti dici cazzo
non lo so però
non però dici attento
ai dettagli
prima che diventasse
primo ministro, noi nel 94
era una grande squadra, lui all'inizio della stagione
ci disse, abbiamo tre obiettivi
è ok
quali sono
dobbiamo vincere il campionato
dobbiamo vincere la Champions League
sono aperso al finale
e io devo diventare primo ministro
e voi dovete dire che cazzo c'entriamo
col terzo
perché se noi vinciamo la Champions League
io ho più possibilità di diventare il primo ministro
ma dai
e come è andata
il campionato abbiamo vinto la Champions League
dentro il primo ministro
tutta col pa vostro
siamo responsabili
a parte di scherzi avrai un rapporto con Silvio
io tra l'altro
ero amico di Piersilvio
avevamo la stessa età
lui un anno in meno
più di me ne so non mi ricordo
e quindi uscivamo anche un pochino assieme
quindi mi capitavamo anche nella arcore
con Piersilvio
a giocare a calcio
andavano sui cavalli le fidanzate
le moglie
e quindi si
lui mi vedeva, mi salutava
c'è un rapporto
mi cerco sempre di fare questa roba
sono purtroppo mitomane
c'è mai capitato
avere un confronto politico con Silvio
c'è il tipo di dirgli che cazzo stai facendo
sono d'accordo con te
magari sul calcio avevo più argomenti
sul calcio? ok
però politico sinceramente no
perché
in genere poi eravamo sempre in ambienti molto legati
al nostro
quindi al calcio
però sulla vita in generale
devo dire che lui è sempre
è sempre stato molto attento
l'ho visto
stato a pranzo a casa sua
con Galliani, io lui e Galliani
tipo un anno e mezzo fa
o un anno fa
e lui ti chiede come sta la famiglia
come stai comunicamente
come sta
ci tiene a te no? certo certo
e quindi quando gli dici che va tutto bene
vedi che sereno
e questa è una cosa sinceramente che va al di là
poi non dovete vedere tutto come giocatore
o io dev'era avuto il primo ministero
come presidente
quindi la vita per lui comunque
è comunque un'importanza fondamentale
bene bene
senti passo da Paolo in fraska
Leo
secondo te può diventare un top player
era a tutte le carte in regola
pensiamo che di essi un top rapper
un top rapper no?
perché fa che deve anche repare
deve fare un disco tipo
si è già fatto un disco, una volta mi ha detto
Paolo posso far uscire il disco
venerdì giocavamo sabato
scusa
poi mi ha spiegato no
perché nel mondo disco verifico
i dischi escono venerdì
escandi venerdì, si è vero vero
allora fa di fare due gol domani
quindi è già uscito il disco di Leal
no era già l'anno scorso
ah l'anno scorso, mi devo uscire quello nuovo
Leo è un talento pazzesco
ma ti anni ha scusate l'ignoranza
è un 99 quindi farà 24
ho fatto 24
è un talento
e poi
io sono un esteta, il papà era un esteta
e quindi io sono un esteta
sono diventato esteta, grazie mio papà
non a causa, grazie mio papà
e Leo è bello da vedere
è sinuoso
è qualcosa di unico
c'è alle carte allegora
per diventare un top
sì
lui arriva dalla panchina del Leal
è quello che li abbiamo insegnato
io dicio sempre tu stai giocando
per il tuo instagram
perché metti dei video bellissimi
con Dreblin
poi due gola stagione, tre gola stagione
tre assist, non va bene
i numeri devono essere diversi
quindi l'avete aiutato a cambiare mentalità
è che uno così talentuoso
per il discorso facciamo prima
perché ha bisogno di lavorare
come gli altri
invece il contrario
è proprio perché ha talento che deve lavorare
più degli altri
domanda un po' del cavolo
te la faccio poi se voi la togliamo
vi siete chiariti con spalletti
no, non ci siamo chiariti
ma non c'è bisogno
mi sembrasi infatti, parlando con te
questo è una domanda abbastanza superflua
mi sembra che te ne sbatte abbastanza
le palle
la cosa bella della maturità è proprio questa
anche perché poi quello che tu gli hai detto
è tipo parafraso
non mi romperi coglioni avete vinto il campionato
non l'ho detto qui
non l'ho detto io
è venuto fuori
quella frase che non ho mai detto
è vero che avevo vinto il campionato
ma non l'ho detto
c'è il volo che la squadra
dov'è giocare secondo te
perché la squadra non stesse di
guardare a me e a lui che gli tigasse
io non voglio essere rumoroso
a me non piace essere rumoroso
mi piace essere tranquillo
parlare come devo parlare
in quello momento i protagonisti erano altri
non mi interessava fare quel cinema
certo
Stadio di San Siro
secondo te a senso
ristrutturare
il buon Giuseppe Meazza
il buon Giuseppe Meazza
o fare Stadio Nuovo
dipende
se vogliamo vivere di ricordi
stiamo a Giuseppe Meazza
ma la storia come dicevi tu
la storia da farne calciatori
alla fine quello è uno stadio che
80 anni
rifatto più volte non è neanche più lo stesso
se tu vedi quando inizia a giocare
e lo stadio adesso sono due stati completamente diversi
e quindi chi è che ha fatto la storia
ha fatto gli allenatori e gli allenatori che hanno giocato
certo che
essendo comunque uno stadio imponente
allora quando inizia a giocare
aveva una capacità
una capienza di 82.000 persone
è fantastico
ma poi dopo dove andiamo
a vivere ancora di ricordi
sì però
oppure andiamo a fare
con uno stadio moderno
altrettanto bello a fare i più ricavi
e siamo sempre lì
a mantenere sana l'azienda
e la cosa che mi dà più fastidio
è che in Milano questa cosa la capita
prima di altre città in Italia
e in questo momento vivere di ricordi
in una zona che
sta vivendo anche un po' un degrado
sinceramente e non cogliere un'opportunità
non solamente per le squadre
ma anche per la zona stessa
come dicevo prima nella presentazione
sei considerato il difensore
più completo nella storia del calcio
tiro a del culo
non aver mai vinto il pallone d'oro
di essere arrivato più volte secondo
nooo
un pochino dai
ma siamo sempre lì
cos'è che ammirò di magari
più un culo tra i virgolette
non aver vinto il mondiale
quello sì perché quel è l'obiettivo
vincere di uno sport di squadra
vincere premi individuali
o vincere un premio
con la tua squadra magari con la tua nazionale
quindi con la tua nazione
una volta che tu giochi il mondiale
con la maglia azur
con lo stemma tricolore
e allora io giocato a mondiale in italia
tu senti un paese
dietro di te
e quella è una sensazione che sinceramente
indescrivibile
quindi riuscire a portare la coppa in italia sarebbe stato
veramente mio sogno
e...
il premio individuale
no
mi piace questa filosofia
le ultime due domande
una è una domanda semplice
che rapporto hai con l'inter
in che senso
cavoli hai giocato nel Milan
è diciamo l'antagonista
della tua città
si è creato un rapporto che può essere di reciproco rispetto
sì sì sì
ma questo non è solamente una cosa mia
e credo che sia proprio un rapporto
che hanno anche le due curve
la città in generale
quando è arrivato
onesta
giocava l'alazio
è arrivato al Milan
mi devi dire ristoranti nei quali posso andare
a Milano
perché Roma funziona così?
non hai capito
ma no ma davvero
prova
e quindi questa sinceramente
anche da punto di vista della qualità di vita
è una gran cosa
un antagonismo sano
prima domanda poi ti lascio
che non è una domanda
se lo sapevi perché è una notizia
che noi sappiamo che è certa
al 100%
che fa capire quanto tu fossi predestinato
sin dalla nascita
lo sapevi che sei nato a Milano
nello stesso giorno e nello stesso ospedale
forse la mangia Galli
e nel tuo stesso giorno in cui sei nato tu
è nato un bambino
che si chiama
tuttora Giuseppe Meazza
non lo sapevo
ma è vero?
te lo giuro
c'è un signore
che conosce
il finanzato di mia cugina che si chiama Giuseppe Meazza
che è nato lo stesso giorno alla Mangia Galli
io sono nato lì sicuramente
e questa fa parte
fa parte della storia
della mia famiglia
questo è un aneddoto che vi dovete giocare raga
e tra l'altro è una cosa che dico sempre
la parola a Milan
è dentro la parola a Maldini
ci sono le lettere
è pazzesco sinceramente
non è ancora finita bellissima
non è finita ed è stato fin ad ora
un bellissimo viaggio
io ringrazio
ed è stato veramente un onore avere
Paolo Maldini qui a Muschio Selvaggio
grazie mille per essere stato con noi
noi ci vediamo una prossima puntata di Muschio Selvaggio
ciao amici
Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.
Paolo Maldini ex calciatore italiano, ad oggi Technical Area Director AC Milan, ci racconta la sua storia.
OFFICIAL MERCHANDISING: https://muschioselvaggio.eu