Daily Five: Elezioni, chi ha vinto? Il caso della presidenza della commissione antimafia. Lo scippo di Renzi a Calenda

CNC Media CNC Media 5/16/23 - Episode Page - 19m - PDF Transcript

Glieri ci siamo lasciati con lo spoglio delle elezioni amministrative ancora in corso,

anzi appena iniziato, non avevamo quindi alcun dato definitivo se non minusco le proiezioni

di qualche sezione, mentre oggi il quadro è decisamente più chiaro.

Come sono andate, allora, queste elezioni per il rinnovo di sindaci e consigli in 595

comuni italiani?

In realtà è ancora presto per dirlo, non perché attenzione, manchino i dati definitivi,

ci sono e come, però mancano all'appello ben sette comuni capoluogo su 13, tra quelli

in cui si è tenuta la competizione elettorale, comuni nei quali si tornerà a votare fra

due settimane per i ballottaggi e quindi solo allora potremmo tracciare un bilancio

ultimo su chi l'abbia spuntata in questa tornata elettorale tra il centro destra

di Giorgia Meloni e il centro sinistra del PD e di Elish Line e Compani.

Al momento chiuso il primo tempo, o meglio chiuso il primo turno, il centro destra conduce

per 4 comuni a 2, la colizione guidata dalla Presidente del Consiglio si è infatti affermata

già al primo turno a Latina, a Imperia, a Sondrio e a Treviso.

Il centro sinistra invece ha vinto solo a Brescia e Teramo, restano da assegnare invece

i comuni di Pisa, Massa, Siena, Terni, Ancona, Vicenza e Brindisi.

In queste ultime 7 città, come vi dicevo, nessun candidato sindaco ha superato la fatidica

soglia del 50% che consente di vincere le elezioni già al primo turno.

Tutto si deciderà quindi al ballottaggio del 28 e 29 maggio.

Abbiamo indicazioni su come potrebbero andare questi ballottaggi fra due settimane?

Beh, in realtà sì e no.

Possiamo dire sì perché chiaramente tra i vari sfidanti, anche se nessuno ha raggiunto

nei setti comuni, il 50% comunque qualcuno è avanti agli altri e c'è da registrare

che fatta eccezione per Vicenza, in tutte le altre città, in vantaggio sono sempre

candidati sindaco o sindaca del centro destra.

Tuttavia c'è un ma grande quanto una casa.

Se le elezioni amministrative sono già un qualcosa a sé, i ballottaggi lo sono ancora

di più.

Nei secondi turni entrano infatti in gioco tutta una serie di variabili che in qualche

modo possono tranquillamente ribaltare i vantaggi iniziali e dare grosse sorprese.

Prendiamo il caso di Ancona, ad esempio, lì, come vi dicevo, il candidato del centro destra,

ovvero Daniele Silvetti, è in vantaggio sulla candidata del centro sinistra, Ida Simonella,

per 45 a 41%, quattro punti di vantaggio non sono facili da colmare e tuttavia dobbiamo

vedere chi è rimasto, però fuori dal ballottaggio.

Fuori dal ballottaggio sono rimasti Francesco Rubbini, candidato di sinistra anche lui,

che ha ottenuto il 6,1% dei voti ed Enrico Sparapani, candidato del Movimento Cinque

Stelle che ha portato a casa il suo 3,6%.

Bene, dove andranno a finire questi voti, i voti di questi due candidati rimasti fuori

dal ballottaggio?

Beh, così a naso mi sento di dire che è abbastanza difficile che chi ha votato per un candidato

di sinistra, poi al ballottaggio a voti per il candidato di centro destra e lo stesso

potremmo dire per gli elettori dei Cinque Stelle.

Insomma, anche se la candidata di centro sinistra, ad Ancona, è in vantaggio di quattro punti,

ha dalla sua la possibilità di prendere al secondo turno grandissima parte di quel 10%

di elettori rimasti fuori dal ballottaggio e con negli altri comuni dove il centro destra

e attualmente in vantaggio bisogna tener conto anche di queste logiche, anche di chi

è rimasto fuori e poi dovrà decidere se votare a destra o a sinistra, così come bisogna

tener presente che non è scritto da nessuna parte, che gli elettori che hanno votato

al primo turno si ripresentino tagli e quali al secondo.

Non è detto che quelli rimasti fuori dal ballottaggio abbiano poi semplicemente proprio

voglia di votare per un candidato che non hanno sostenuto al primo turno, oppure non

è detto che ci vadano e seguano le indicazioni e così via all'infinito.

Insomma, il centro destra è in vantaggio in quasi tutti i comuni che andranno al ballottaggio,

ma le variabili sono troppo numerose e i distacchi troppo lievi in questo caso, perché

si possa già dire oggi come andrà a finire il 29 maggio.

Andando poi e infine a zoomare sui risultati registrati dai singoli partiti, c'è un dato

che credo sia molto interessante da vedere, ovvero il partito democratico è stato il

partito più votato se si tengono fuori le civiche in ben 9 comuni dei 13 al voto, dei

13 ovviamente stiamo parlando solo delle città a capoluogo.

Primo addirittura il partito democratico lo è perfino dove il centro sinistra è arrivato

secondo, fratelli d'Italia è invece primo in 3 comuni, ovvero la Tina, Terni e Teramo,

la Lega soltanto attreviso.

Tra i democratici, ragiona Renato Benedetto sul Corriere.it, si può aprire quindi una

riflessione sull'alleanza con il Movimento 5 Stelle alle amministrative, l'apporto del

partito di Conte è stato irrilevante, la Giallo Rosso nei capoluoghi vince solo a Teramo,

l'avrebbe fatto però anche senza il 2,3% dei grillini, per il resto va male a Latina

e Pisa dove P10 e 5 Stelle erano insieme.

Qui riprendo giusto un attimo la parola per ricordare che i 5 Stelle, va detto nelle

amministrative, sono storicamente sempre andati malissimo, salvo diciamo delle storiche eccezioni

che conosciamo come Parma, Torino, eccetera, ma anche quando i grillini erano a livello

nazionale la forza politica più votata del Paese, poi alle elezioni comunali prendevano

sistematicamente batoste un po' da tutte le parti.

Detto questo, ci abbiamo la conclusione, di certo al momento, se leggete le agenzie di

stampa, i siti, i giornali, i social, eccetera, troverete quella che potremmo definire oggi

la sagra del bicchiere mezzopieno, tutti dicono di aver vinto, la destra risulta per i suoi

risultati, la sinistra risulta per i propri, insomma siamo come sempre un Paese pieno di

vincitori e orfano di sconfitti, non ci resta quindi che attendere un paio di settimane

e poi, se proprio vogliamo vedere in queste elezioni comunali un banco di prova, cosa

che a mio parere non è o addirittura una proiezione dell'andamento del quadro politico

nazionale, avremo a quel punto le risposte che cerchiamo.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media, per comprendere

l'attualità e conoscere il mondo che ci circonda, una notizia alla volta.

Oggi è martedì 16 maggio e il maltempo continua come avviene ormai da settimane salvo piccole

pause a imperversare su tutta Italia e continua ad accanirsi in particolare ancora una volta

sull'Emilia Romagna con centinaia di persone evacuate, allagamenti, servizi interrotti,

trasporti nel caos, eccetera.

Da ieri sera leggo dalla stampa gran parte dell'Emilia Romagna e in allerta rossa, mobilitata

alla protezione civile e attenzione massima sia per le piene dei fiumi, sia per le frane

in appennino, attenzione altissima anche nelle Marche, in particolare a Senigaglia, dove

il fiume Misa sta raggiungendo il livello di piena.

Alcune strade sono allagate, le persone sono state fatte allontanare dal greto, in Romagna

la situazione più problematica riguarda al momento ricione dove è stata chiusa la

stazione ferroviaria e dove si è allagato perfino il pronto soccorso dell'ospedale.

In via della spezia i vigili del fuoco intorno a mezzo giorno hanno dovuto impiegare i gommoni

per salvare due persone di sabili che rischiavano di annegare.

Diverse auto poi sono rimaste, bloccate nei vari sottopassi della città.

Il regione continua a piovere e la piena dei fiumi preoccupa parecchio, la situazione

ha determinato superamente del livello 3, sarebbe il livello di allarme, della soglia idrometrica

in alcune stazioni di rilevamento su ben dieci fiumi.

Sul Voltre, che è una fluente del Ronco, è già superato il massimo storico negli ultimi

vent'anni di un metro e 82 centimetri di livello idrometrico ed ora l'onda di piena ha già

toccato i due metri e 46, in tutto sono 901 le persone evacuate quasi tutti a scopo precauzionale

sia per le piene dei fiumi sia per le frane come successo a Nova Feltria, la maggior parte

degli evacuati sono in provincia di Ravenna che come ricorderete è una città già duramente

colpita dall'ondata di maltempo nei primi giorni di maggio, preoccupa anche lo stato

del mare a scopo precauzionale nei comuni di Ravenna e Cervia è stata sospesa la circolazione

dei treni, le scuole domani resteranno chiuse a Bologna e Riccione, infine la situazione

non dovrebbe purtroppo migliorare nelle prossime ore, una nuova allerta meteo è stata diramata

per tutta la giornata di domani in Emilia Romagna, in particolare Saracco Dice Rosso

per Romagna, Montagna e Collina tra Bologna e Modena, Pianura Bolognese e Modenese, Costa

Romagnola, allerta Arancione infine per Pianura e Costa Ferrarese, oltre che per la Pianura

Reggiana.

C'è un caso che in queste ore si è aperto nella politica italiana ed è quello della

scelta del nuovo Presidente della Commissione parlamentare antimafia, cos'è la Commissione

antimafia.

Questa è una commissione d'inchiesta bicamerale composta da 25 deputati e 25 senatori che

ha tra i suoi importantissimi vari compiti, quello ad esempio di vigilare sull'attuazione

delle leggi contro la criminalità organizzata, di indagare sul rapporto tra mafia e politica,

verificare l'adeguatezza delle leggi sulla confisca dei patrimoni, eccetera.

Inoltre questa commissione può perfino procedere a delle indagini e agli esami con gli stessi

poteri della autorità giudiziaria.

Ora, il primo grande problema di questa commissione, che dovrebbe avere una nuova composizione

dopo le ultime lezioni e che ci sono voluti ben sette mesi ai partiti per dare la lista

dei deputati e dei senatori che avrebbero dovuto formare questa commissione, o che

meglio adesso ne fanno parte.

Bene, concluso questo step, ora si dovrebbe passare a quello successivo, ovvero la nomina

fra questi senatori deputati del o della Presidente della Commissione, e qui su questo

step il caso è definitivamente deflagrato, perché in lizza per l'incarico di Presidente

ci sarebbe la deputata Chiara Colossimo, iscritta a Fratelli d'Italia ed esponente

molto vicina a Giorgia Meloni, qual è il problema relativo a Chiara Colossimo?

Beh, il problema è che alcune inchieste giornalistiche, in particolare quelle di report, hanno portato

alla luce i presunti rapporti che Chiara Colossimo avrebbe con il terrorista delle versione di

destra Luigi Ciavardini, uno condannato definitivamente per l'omicidio del poliziotto francesco evangelista

e del magistrato Mario Amato, insomma non proprio, se così vogliamo dire, una scelta

opportuna, visto che ormai sono noti e da tempo i collegamenti proprio tra mafia e terrorismo

di destra.

Per denunciarlo sono stati in queste ore proprio i familiari delle vittime del terrorismo

in Italia, con una lettera aperta di protesta inviata al fatto quotidiano.

Rimaniamo sbigottiti e increduli di fronte a questa prospettiva scrivono Salvatore Borsellino,

che è il fratello del magistrato Paolo Borsellino, Paolo Bolognese, che è il Presidente dell'Associazione

dei Familiari delle Vittime della Stragge della Stazione di Bologna, e gli altri rappresentanti

dei Familiari delle Vittime del Terrorismo.

Ciavardini scrivono questi autori della lettera e un esponente del gruppo eversivo neofascista

dei NAR, cioè i nuclear mati rivoluzionari, e i familiari delle vittime ricordano come

i processi abbiano accertato i plurimi depistaggi a favore proprio di questi NAR e delle altre

formazioni criminali neofasciste commessi da uomini dei servizi segreti infedeli alla

Costituzione Repubblicana e da apparati delle istituzioni.

A questo si devono aggiungere poi le circostanze emerze dall'indagine svolte negli ultimi

anni da diverse procure italiane che hanno provato i legami esistenti proprio tra criminalità

mafiosa, soprattutto siciliana e calabrese ed esponenti della destra eversiva, e poi

tra questi e soggetti infedeli delle istituzioni.

I familiari si chiedono insomma come sia anche solo lontanamente immaginabile pensare

di leggere a Presidente della Commissione Antimafia una persona con tali frequentazioni

posto che due degli argomenti che alla futura commissione si troverà necessariamente ad

affrontare sono proprio il coinvolgimento degli eversori neofascisti nella strategia

straggista mafiosa degli anni 92-94 e il ruolo della falange armata in questa strategia.

E chiedono quindi sempre gli autori della lettra, quindi sempre i familiari delle vittime del

terrorismo, se è accettabile che si scelga per un ruolo importante come la presidenza

di una commissione parlamentare bicamerale, una persona che non si vergogna di avere

rapporti con una straggista che mai si è pentito, e ancora solo a noi chiedono i

familiari a pari evidente il gigantesco conflitto di interessi della probabile futura Presidente

e così che lo Stato onora le vittime delle stragi terroristi comafiose e chiede fiducia

ai loro familiari, se questo sarà veramente il primo nefasto passo della neocommissione,

conclude la lettera, ci auguriamo che componenti che avvalleranno tale scelta avranno almeno

alla decenza di evitare di partecipare alle commemorazioni di quelle stragi.

Rimaniamo sul fronte politico perché c'è un altro caso di levatura, importanza decisamente

meno significativo che riguarda questa volta e la ormai definiamo la così telenovela dei

rapporti tra gli ex nemici e poi ex amici e adesso nemici di nuovo Matteo Renzi e Carlo

Calenda. Il nuovo capitolo di questo romanzo avvincente e lo scippo così è stato definito

di due importanti personalità di azione da parte d'Italia Viva di Renzi. Poche ore

dopo la chiusura delle urne, infatti scrive il Corriere, Matteo Renzi ha annunciato di

aver strappato all'ormai ex alleato Carlo Calenda due pedine non secondarie, ovvero

la deputata di azione Nike Gruppioni e Giulia Pigoni ex secretari di azione e consigliere

regionale in Emilia Romagna che passano appunto a Italia Viva, due colpi bassiche Calenda

non ha preso ovviamente per niente bene. Abbiamo appreso di questo scippo, dice Calenda,

faccio i migliori auguri a Gruppioni, ogni scelta è legittima e irrespectabile, mi permetto

solo di notare che rispetto alla comunità che la eletta Seme si fa quasi senza conoscerla,

una comunicazione preventiva sarebbe stata più elegante, ma immagino che l'uscita sorpresa

fosse parte dell'accordo d'ingaggio. Questa vicenda, altrimenti irrilevante, spiega bene

la distanza dei comportamenti con Matteo Renzi. Mentre noi eravamo impegnati in giro per l'Italia

sostenere le liste spesso fatte insieme per le amministrative, lui era in queste faccende

affaccendato. Buona strada! Vorrei fare un appello agli amici del Terzo Polo e al gruppo

dirigente di azione ha ribattuto subito Renzi, è un momento in cui una parte delle persone

se ne sta andando non necessariamente taglia viva, ma questa una qualche domanda forse

porterebbe a farsela. Insomma questo è il livello di acrimonia all'interno del cosiddetto

Terzo Polo o ex Terzo Polo, quello che vogliamo, quello che vogliamo alla parte un po' divertente

che dopo aver lanciato queste esplicite e velenose frecciate a calenda, Renzi invita

poi nuovamente il Terzo Polo a ricostruire un processo unitario soprattutto in occasione

delle prossime europee e dice pure chi vuole rompere lo dica. Insomma, ripeto, questo è

il livello.

Chiudiamo tornando un attimo all'emergenza, caro affitti, che ne abbiamo parlato spesso

in questi giorni su Daily Five, sta portando come sapete numerosi studenti universitari

a manifestare in tutta Italia, scegliendo di abitare per protesta in delle tende da

campeggio davanti agli AT&EI. Per provare a rispondere a questa emergenza e anche dare

una risposta alle proteste degli studenti, il governo aveva annunciato pochi giorni

fa in Pompamagna di aver concordato con la Commissione europea lo sblocco di ben 660

milioni di euro del PNRR proprio per la realizzazione di oltre 50.000 nuovi alloggi

per studenti. Ecco, a distanza di pochissimi giorni da quell'annuncio, oggi il governo

stesso ha dovuto ritirare quell'emendamento perché inserito in un decreto che non aveva

alcuna attinenza con questa materia e che quindi rischiava di essere bocciato per inammissibilità.

Ora, va chiarito che la proposta dei 660 milioni questo emendamento non è sparito

e non è stata ritirata del tutto, semplicemente adesso sarà espostata e sarà presentata

in un altro decreto omnibus. Però resta, come denunciano oggi le opposizioni, l'ennesima

figuraccia di un governo che per la fretta di fare annunci molto accattivanti da un punto

di vista comunicativo commette poi sistematicamente degli errori di forma e di sostanza che lo

costringono a continui passi indietro. Con questo per oggi ci fermiamo qui. Io vi ringrazio

per l'ascolto, vi saluto e vi do appuntamento a domani sempre alle 17 con Daily Five.

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Ritirati i 660milioni per realizzare alloggi agli studenti. Ecco cosa è successo.

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