Daily Five: È iniziato il G7 (con caso Meloni). Sì Usa ai caccia per Kiev. Nube radioattiva verso di noi?

CNC Media CNC Media 5/19/23 - Episode Page - 20m - PDF Transcript

Quello di oggi per l'Emilia Romagna, mentre la pioggia in diverse aree e città continua

a battere, è il giorno in cui il racconto dell'emergenza c'è delentamente il passo

a quello dei primi bilanci, della conta dei danni, della solidarietà, del lutto, è il

giorno dei racconti quasi tutti davvero strazianti, c'è chi è sopravvissuto e tra le lacrime

dice di aver perso tutto, dove attenzione spesso quel tutto non è solo una casa, un edificio,

i suoi mobili, il letto o la tv, quel tutto per queste persone sono anche i ricordi, le

foto di famiglia, quelle del matrimonio, piccoli oggetti di poco valore economico ma dall'immenso

valore affettivo perso per sempre, ci sono poi le storie delle vite per se una donna racconta

di aver cercato di convincere in ogni modo il suo vicino di 75 anni a lasciare il piano

terra e a rifugiarsi al primo piano, lui invece è stato inamovibile, a questa casa

ci sono affezionato Marina ha detto, ho messo i sacchi di sabbia alle finestre, vedrai che

basteranno, io non mi muovo di qui, Gianni questo è il nome del 75enne è morto al telefono,

con lei racconta oggi il corriere, 47 minuti di conversazione fino a quando la piena del

segno è arrivata e non gli ha dato scampo, gli ultimi stanti al telefono con la vicina

sono stati terribili, ho freddo, tanto freddo ripeteva Gianni, l'acqua è entrata e sta salendo,

vedo i mobili che girano per casa, l'ultima cosa che lei gli ha detto è stata mettiti in piedi

sul tavolo, intanto io chiamo i soccorsi, dai che ce la facciamo però poi la linea è caduta e

il telefono è rimasto muto, allora Marina ha capito, la mattina dopo il corpo del signor Pavani

pensionato, una vita passata a lavorare in una ditta emolesse di immobili per ufficio è stato

ritrovato sotto due metri d'acqua, una morte orribile ovviamente come potete immaginare è

molto simile a quella di un altro Giovanni, cioè Giovanni Sella, 89 anni, a Sant'Agata sul

Sant'Erno, sempre nel Ravennate, lui per 50 anni è stato il barbiere del Paese, racconta sempre

il Corriere, ma poi tutto precipitò con la morte prematura del figlio Giorgio malato di Leuce Mia,

da quel momento il signor Sella ha lasciato il lavoro e si ha malato gravemente anche lui. L'altra

notte quando il Sant'Erno è sodato l'ex barbiere era alletto e non si poteva muovere così la moglie,

anche lei, anziana, ha cercato disperatamente di sollevarlo per portarlo via d'alì,

impossibile riuscirci, allora la donna ha chiamato i soccorsi e salita al primo piano e quando è

arrivato l'elicottero dei vigili del fuoco si è sbracciata per attirare l'attenzione,

quelli con una manovra perfetta l'hanno fatto uscire dalla finestra e lei subito ha detto a

pompieri che giù al Piano Terra c'era anche suo marito, ma ormai l'acqua del fiume aveva

allagato tutto, il corpo dell'uomo è stato recuperato solo il giorno dopo. Sono storie

strazianti come vi dicevo prima, storie come quella dei cognugi foschini scesi nella cantina

già allagata della loro abitazione a russi per recuperare semplicemente del cibo prima di

mettersi in salvo, ma sono morti folgorati dalla scarica elettrica partita dalla presa del frigo a

contatto con l'acqua. Oltre a queste storie tuttavia ci sono anche storie di salvataggi incredibili

e inspirati, storie di commozione di chi ha perso tutto ma almeno non ha perso la vita quando anche

quella sembrava ormai in pericolo e poi oggi è anche diciamo il giorno della ricerca di colpe e

cause che troviamo sia nel dibattito politico sia in quello sui giornali. Il bilancio delle

vittime che già ieri lo ricorderete era fermo a nove quando ci siamo sentiti lasciava intendere la

drammaticità e la portata di quanto accaduto. Oggi quel bilancio è salito già a 14, gli sfollati

sono 10.000 e i danni sono al momento incalcolabili. Se giornali e siti di informazione fino a ieri

si sono molto concentrati sulle cause del disastro come il cambiamento climatico,

l'eccessiva urbanizzazione, la cementificazione, la riduzione dei fiumi in spazi sempre più

angusti oggi iniziano a scavare alla ricerca di ciò che comunque poteva essere fatto per prevenire

la catastrofe, ciò che era perfino stato già finanziato e progettato ma poi è rimasto lì sulla

carta e nei cassetti della politica e della burocrazia. Il fatto quotidiano ad esempio parla di Beffa,

scrive che dal 1999 oggi sono stati finanziati ben 11.000 progetti per la riduzione del rischio

idrogeologico ma quelli ultimati sono meno della metà, un dato che dimostra che il cambiamento

climatico non può essere l'ombrello con cui i politici e gli amministratori di questo paese

riparano se stessi da ogni responsabilità nell'arco di 20 anni e 14 governi affronti

di 6 milioni di persone che vivono in aree al rischio alluglionale, la spesa effettiva per

opere di prevenzione del rischio idrogeologico si è fermata a 7 miliardi, un quarto di quei 26

miliardi certi e certificati necessari per rinforzare argini, costruire scolmatori e

casse di espansione per le piene, allargare i canali tombati, tirarsi un muri di contenimento

per fare dunque ciò che avrebbe evitato le stragi da un bifraggio di ieri e di oggi,

eppure qualcosa di importante, sinergico ed efficace avevamo pure iniziato a farlo. Secondo il

sito di informazione l'inchiesta ad esempio il governo oggi può fare qualcosa per prevenire

nuovi disastri ed è riattivare Italia Sicura. Cos'è Italia Sicura? Italia Sicura è una struttura

di missione avviata dal governo Renzi nel 2014, la cui principale finalità era proprio imprimere

un'accelerazione all'attuazione degli interventi in materia di sesto idrogeologico. E guardate,

non è questa una promozione gratuita al governo Renzi, oggi diversi giornali, anche non vicini

all'ex presidente del Consiglio, riconoscono che quell'idea stava funzionando e stava dando i suoi

frutti. In soli 4 anni quella task force aveva dato un forte impulso alla messa in sicurezza del

nostro Paese, aprendo 1.445 cantieri per complessivi 1,4 miliardi di finanziamenti.

Poi cosa è accaduto? Accaduto che nel 2018 c'è stato lo stop, al governo sono saliti la

lega e il movimento Cinque Stelle e il progetto fu fermato. Dall'ora tutto si è bloccato o comunque

rallentato. I soldi per investire, insomma, se vogliamo e ci sono i progetti anche probabilmente

manca davvero e solo la volontà politica. Questo perché, diciamocelo, per i soliti motivi. Il

contrasto al dissesto idrogeologico non porta voti, non porta like, non porta nulla. Forse sì,

giusto al ridosso di una tragedia, ma quando tutto è passato, quando l'ultima goccia d'acqua

evaporata, a chi importa più? Tutto tornerà nel dimenticatoio per lasciare il posto a dibattiti

molto più accattivanti da un punto di vista elettorale in attesa delle prossime piogge,

delle prossime catastrofi e dei prossimi inutili e ipocriti piagnistei.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è venerdì 19 maggio e in Giappone, precisamente a Hiroshima, la città, come sapete,

passata alla storia come la prima, a essere rasa al suolo da una bomba nucleare, è cominciata la

riunione del cosiddetto G-SET. G-SET sta banalmente per gruppo SET ed è un forum internazionale che

riunisce grascia i capi di Stato e di governo delle sette principali economie occidentali del

mondo, ovvero Stati Uniti, Canada, Germania, Francia, Italia, Giappone e Regno Unito. Un tempo

questo gruppo, forse lo ricorderete anche si chiamava G-8 non G-7, una sigla che per noi

tagliani è tristemente e indelebilmente collegata alla città di Genova, e a quel G-8 del 2001.

ma perché la sto prendendo tanto larga e non sto andando dritto al punto, vi chiederete voi con questa premessa?

Beh, solo per ricordare che se il G8 non si chiama più G8 ma si chiama G7

è perché da questo gruppo dei grandi è uscito un paese che ne faceva parte e che oggi non ne fa più parte

e questo paese è la Russia. La Russia quando si aggiunse ai primi sette cosiddetti grandi del mondo

non era fatto un'economia avanzata,

paragonabile agli altri sette, paragonabile alle altre, a quella americana, tedesca, ma guardate nemmeno

italiana. Eppure questi paesi occidentali volerò ugualmente

includere la Russia in queste riunioni proprio per ridurre il più possibile le distanze tra Occidente e

Russia e coinvolgere questo paese nelle importanti decisioni sul coordinamento dell'economia mondiale.

Questo lo dico giusto per

rispondere a quella narrazione diffusa da Putin e poi sostenuta da tanti cosiddetti pacifisti italiani, secondo cui invece l'Occidente da sempre

ha cercato di isolare, circondare, minacciare addirittura di struggere la Russia, quando invece, come dimostra anche questo, è sempre accaduto il

contrario dal tentativo di associare la Russia all'anato, sì, perché la Russia e l'anato ha cercato di associare a sé la Russia e la Russia andava benissimo

passando appunto dal suo coinvolgimento nel G8, gruppo da cui poi è stata ovviamente

sospesa all'indomani dell'invasione della crimea da parte di Putin nel 2014.

Chiusa, parentesi, ora torniamo al G8, meno uno, ovvero al G7 in corso a Iroshima,

anche se non ci allontaniamo troppo dalla Russia, visto che il tema principale di questo vertice è e resta il conflitto in

Ucraina, e perfino previsto l'arrivo di Zelensky, domenica 21

a Iroshima, anche se, chiaramente, per motivi di sicurezza, questo incontro potrebbe saltare da un momento all'altro.

Uno degli argomenti principali degli incontri del G7 scrive il post, gli incontri che ci saranno in questi giorni

saranno le sanzioni contro la Russia, Stati Uniti è regnunito, in particolare

vorrebbero aumentare sia il numero dei soggetti sanzionati, il governo americano ad esempio avrebbe una lista con

300 nuovi nomi, sia estendere i settori economici

ai quali queste sanzioni sono applicate. Si parla molto, ad esempio, del settore dei diamanti in cui la Russia ha grossi interessi

e che non è stato quasi coinvolto dalle sanzioni economiche degli ultimi mesi, soprattutto a causa dell'opposizione dei grossi

mercati di diamanti europei.

In attesa che tutto, diciamo, entri nel vivo, sono iniziati già gli incontri in queste ore bilaterali

tra i leader del G7 ed è diventato un caso, quello, questo incontro, questo bilaterale,

tra la Presidente del Consiglio Italiana Giorgia Meloni e il Primo Ministro canadese Justin Trudeau. Perché?

Perché nel mezzo dell'incontro tra questi due, svolto a favor di telecamere e fotografi, Trudeau a un certo punto si è detto

preoccupato d'alcune delle posizioni che l'Italia sta assumendo in merito ai diritti

LGBT è aggiunto, guardando proprio Giorgia Meloni negli occhi, non vedevamo l'ora di parlarne con te.

Davanti a quelle parole le telecamere hanno catturato un'espressione di Giorgia Meloni che è difficile da rappresentare a parole.

Diciamo che sta tra lo scocciato, l'incredulo e il sorpreso. Ecco, una di quelle espressioni

destinate probabilmente a diventare, non lo so, un meme, che non sappiamo quanto sia poi stata spontanea o voluta

e a cui hanno fatto seguito parole un po' formali da parte di Giorgia Meloni che ha detto il governo sta seguendo le decisioni dei tribunali

e non si sta discostando dalle precedenti

amministrazione, insomma, e tutta colpa dei giudici, mica sua. Il resto il fatto che ci sia le al governo è solo una pura coincidenza.

Rimaniamo sul G7 perché in concomitanza con questo importante vertice è stata diffusa, in particolare dalla TV americana CNN,

una notizia attesa da molti mesi, soprattutto Dan Zelenski e il suo governo, molto discussa e addetta di tanti anche molto preoccupante.

La notizia è che gli Stati Uniti potrebbero non opporsi, qualora i paesi europei che ne hanno volontà e disponibilità

decidessero di ceder all'Ukraine i tanto agognati aerei da guerra F-16.

L'Ukraine lo sapete e chiedeva praticamente dall'inizio della guerra di poter ricevere

questi caccia per poterse difendere dagli attacchi russi anche nei celi, ma non è mai arrivato lo che richiesto.

In particolare, a opporsi alla cessione degli F-16 all'Ukraine, sono sempre stati gli Stati Uniti per il timore che i piloti ukraini possano utilizzare

questi aerei da combattimento, non solo per difendersi a casa propria, ma anche per attaccare in profondità il territorio russo,

causando così un'escalation estremamente pericolosa.

Lo sottolineiamo anche in risposta a chi dice che gli Stati Uniti stanno cercando lo scontro con la Russia,

quando invece anche questa storia degli F-16 dimostra esattamente il contrario.

Ricervute, quindi evidentemente rassicurazioni sul fatto che no, i piloti ukraini non useranno gli F-16 in territorio russo,

gli usa avrebbero, ma ripeto, sempre secondo la CNN, alla fine deciso di non opporzi ai Paesi europei,

che dovessero decidere in futuro di fornire gli aerei a Kiev, perché la decisione era e è appesa agli Stati Uniti,

perché sono più forti, no, perché questi aerei sono semplicemente prodotti dagli Stati Uniti,

e quindi anche se uno Stato, che ne so la Norvegia, li ha acquistati tempo fa, non è che può farne quello che vuole,

deve comunque ottenere il via libera dal Paese produttore per poterli poi dare ad altri.

E un po' forse lo ricorderete quello che abbiamo visto nei mesi scorsi con la Germania, che non autorizzava agli altri Paesi

accedere i suoi Leopard 2 a Kiev. Secondo i New York Times, Holanda, Belgio, Danimarca e Norvegia,

sono i Paesi pronti a fornire a Kiev il loro caccia, dovrebbero essere addirittura 125,

e li stanno dando perché li stanno loro in realtà sostituendo con gli F-35, diciamo che questi Paesi

non hanno più bisogno dei vecchi tra virgolette F-16, perché appunto stanno acquistando e realizzando gli F-35,

e quindi possono dare tranquillamente a i vecchi F-16, e in più la Gran Bretagna si offerta di addestrare i piloti Ukraini.

Ovviamente ha messo che tutto ciò avvenga, ha messo che la CNN abbia ragione, ci vorranno sia chiaro probabilmente settimane o mesi,

prima che si concretizzino addestramenti eccessioni degli erei. Una volta però ottenuti questi erei,

l'Ukraine avrà senza dubbio una fondamentale arma in più per contrastare i russi anche per aria,

ma probabilmente solo sia chiaro per respingere gli attacchi,

visto che invece attaccare le postazioni russe significherebbe per i piloti Ukraini e per gli eventuali F-16

esporzi all'abbattimento della contraerea di Mosca.

Niente, oggi l'attualità ci obbliga a occuparci quasi esclusivamente di Ukraina,

perché non posso non segnalarvi una notizia di queste ore che ha creato e sta creato anche in Italia,

molto allarme, ma che gli esperti assicurano essere in gran parte infondata.

In pratica cosa è accaduta, è accaduto che il segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa,

un falco di Putin, un uomo di Putin, ha fatto trapellare la notizia che Mosca aveva avuto,

un deposito di armi e materiale bellico contenente uranio impoverito inviato dall'Occidente a Kiev

e che una non ben definita nuve radioattiva si sarebbe sprigionata da questa esplosione

e si sarebbe spostando in direzione Europa.

Secondo Nicolai Patrushev, questo è il nome del segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa,

un aumento dei livelli di radioattività sarebbe addirittura già stata registrata in pittura,

insomma riassumendo, secondo Mosca, una nuve di polveri nucleari

da uranio impoverito occidentale si sarebbe muovendo dall'Ukraine verso l'Europa sospinta dai venti.

Ora, è vero?

In realtà no. Primo perché le stazioni di rilevamento polacche non hanno in realtà registrato alcun che è alcuna anomalia.

Secondo, per un fatto molto banale intuitivo, l'uranio impoverito è un metallo troppo pesante per poter si sposare

in delle nubi per aria addirittura per migliaia di chilometri.

Non solo come metallo pesante, ricorda ad esempio Massimo Sideri sul Corriere,

l'uranio impoverito non ha un profilo radiologico, anzi è chiamato impoverito proprio perché ha una componente radioattiva

molto più debole di quella che ha lo stesso uranio che si trova già in natura nell'acqua e mezzo al terreno

e che va ricordato per diventare ad esempio combustibile per le gentilari nucleari, deve subire un processo di arricchimento.

Dunque, tornando ai fatti, se un deposito di materiale bellico con uranio impoverito è stato colpito possiamo essere certi

che non ci possono essere conseguenze né a livello di nubi pericolose trasportabili nell'aria, né a livello locale.

Esplosione a parte si intende.

Altro fatto concreto di particolare importanza, non siamo più nel 1986 quando accadde l'esplosione della Centrale di Cernobyl,

come qualcuno ricorderà, ci volerò giorni per rilevare i primi segnali della nube tossica che si stava spostando verso l'Europa.

Giunse anche in Italia lo ricorderete arrivando a contaminare a causa delle piogge il latte e la verdura.

Ma oggi, oggi esistono almeno due reti di rilevazione delle radiazioni in tempo reale per il territorio europeo.

La prima è quella del Joint Research Centre della Commissione Europea che viene aggiornato in continuazione con le centrali e i sensori sparsi per tutto il territorio,

non solo europeo, e che non dà a oggi al momento nessun segnale di allarme.

Radio attive. Insomma, per concludere, è solo puro terrorismo psicologico.

E con questa rassicurante notizia, questa settimana ci fermiamo qui.

Io vi ringrazio, come sempre, vi saluto e vi do appuntamento al lunedì, sempre alle 17, con Deli Five.

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