Daily Five: Due lettere di due donne. Berlusconi torna in ospedale. Renzi diventa direttore. Sanità in pericolo. Perdiamo il PNRR?

CNC Media CNC Media 4/5/23 - Episode Page - 18m - PDF Transcript

Oggi ci sono due lettere aperte scritte da due donne entrambe direttamente o indirettamente

toccate dalla politica, costrette loro malgrado ai sporsi pubblicamente per denunciare gli

abusi, non fisici sia chiaro, ma, diciamo così, comunicativi che le hanno colpite nella

loro sfera più intima e privata.

Una di queste due donne è Raquel Silvestri, deputata 36 anni di fratelli d'Italia, l'altra

è Paola Belloni, compagna della secretaria del Partito Democratico, Hellish Line.

La prima delle due donne ha scritto una lettera aperta al Corriere della Sera, con la quale

spiega di aver dovuto fare addirittura il test di paternità solo per zittire le voci

messi in giro nei suoi ambienti secondo cui il vero padre del suo bambino non sarebbe

il compagno, ma un altro deputato di fratelli d'Italia.

Paola Belloni, invece, con un post su Facebook ha, seppur, con tono attratto ironico, denunciato

l'outing sul suo orientamento sexuale di cui è stata vittima per mano dei giornali.

Come sapete, è coming out e outing, per quanto vengano utilizzati impropriamente come sinonimi,

non sono la stessa cosa.

Se una persona dice di essere, ad esempio, homo-sessuale, sta facendo coming out, sta

cioè rivelando il suo orientamento sexuale e lo sta facendo quindi decidendo lei a chi

dirlo, come dirlo e quando dirlo.

L'outing è invece una forma di violenza, un abuso, perché si verifica quando qualcun

altro comunica ad altri, a terzi, che sei homo-sessuale, ad esempio, violando quindi intanto la tua

intimità e decidendo lui o lei, al posto tuo, tempi e modi.

Ecco Paola Belloni di questa violenza è stata vittima e oggi lo ha denunciato.

Ecco queste due lettere aperte, oggi le trovate trattate un po' su tutti i giornali di informazione,

su tutti i siti di informazione.

Qui vorrei leggervi alcuni passaggi di entrambi, perché credo siano importanti per comprendere

quali siano ancora oggi i trattamenti che vengono riservati a certe categorie di persone

spesso per sminuire o colpirle, e il livello anche di certa informazione e certa politica.

Allora, parto dalla lettera di Raquel Silvestri che scrive, sono stata costretta a fare il

testa di paternità per mio figlio di soli tre mesi e il padre è proprio Fabio, il mio

compagno.

Naturalmente non avevo dubbi perché quindi allora l'ho fatto e soprattutto perché chiedo

che venga riportata la notizia sui giornali, se la fantasia o la curiosità vi sta portando

chissà dove leggete e poi mi auguro vi indignerete insieme a me.

Qui dopo una lunga premessa in cui la parlamentare ricorda le ragioni del suo passaggio dal movimento

Cinque Stelle a Fratelli d'Italia, la parlamentare continua scrivendo.

Circa un mese fa una persona amica mi racconta che gira la voce che il mio bambino non sarebbe

figlio del mio compagno, ma di un politico molto influente di Fratelli d'Italia, a sua

volta sposato.

Mio figlio sarebbe quindi nato da una relazione clandestina grazie alla quale io avrei anche

ottenuto la mia candidatura, riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita, non bisogna

essere una donna per capire lo schifo, la violenza e l'umiliazione.

Mi chiedo ma in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpoestato e abusato?

Quante volte il dono della procreazione può essere strumentalizzato e degradato?

Il nome di cosa è giustificabile la violenza su un bambino di appena tre mesi, non so chi

si ha stato, molti però hanno scelto di condividere questa evidente galugna di telefono in telefono

di chat in chat rendendosi complici di questo schifo e anche chi sa ma ha deciso di non

parlare lo è.

Alla fine prosegue la deputata, la presunta notizia è uscita su qualche organo di informazione

e molti giornalisti mi hanno telefonato chiedendomi un commento, l'unica cosa che so è che

chi si è inventato questa storia è un uomo, probabilmente un politico, qualcuno dice che

la galugna sia stata pensata per attaccare alcune figure del mio partito, magari per

insinuare un degrado da basso impero, altri mi dicono che sia nato da cacicchi in cerca

di gloria, qualunque sia la ragione mi fa orrore e penso che qualsiasi persona dotata

di buon senso ispirata a un ethos sociale condiviso o a una umanità viva e solidale

la pensia allo stesso modo, ho scelto di rendere pubblica questa storia per tutelare

mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno.

Questa insomma era la lettera della deputata Silvestri, ora vorrei leggervi il post di

Paola Belloni molto più breve e attratti anche ironico, la quale rivolgendosi al giornale

che ha pubblicato per la prima volta la sua foto indicandola come la compagna di Hellish

Line e quindi, rivelandone così pubblicamente l'hommosexualità scrive, non mi hanno vista

arrivare e quindi hanno tirato fuori i teleobiettivi.

Cara giornalista di Dive Donna, comunicare a mezzo stampa l'intimità affettiva di una

persona è un atto ingiusto e si chiama Outing, io ne sono stata travolta, ma per fortuna

non annichilita perché ho una rete amicale e familiare che mi sostiene, mi chiedo solo

cosa sarebbe successo se io questa rete non l'avessi avuta, in Italia non abbiamo il

matrimonio equalitario, non abbiamo tutte le per i figli e le figlie di famiglie omogenitoriali,

non abbiamo una legge contro l'omo bilesbo transfobia, siamo un paese dove migliaia

di spatriati, per dirla condesiati, vivono o lasciano le proprie province piene di graffi

e di segreti.

Il coming out è una scelta personale che deriva anche da un'analisi della propria rete

sociale ma mi rendo conto che essere la compagna di una figura pubblica vi abbia fatto pensare

di avere il diritto di esporre me quanto è esposta lei, detto questo ora attorno alla

mia vita privata che spero resti sempre la stessa.

Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

Oggi è mercoledì 5 aprile e in questo momento, mentre registro dal primo pomeriggio, tutti

siti di informazione online aprono con la notizia dell'ennesimo ricovero di Silvio Berlusconi.

Il leader di Forza Italia, fa saper ad esempio il Corriere, è ricoverato al San Raffaele

di Milano in terapia intensiva cardiogirurgica per dei problemi polmonari e cardiovascolari.

Ha fatto un'atac ed è in attesa di ulteriori accertamenti il ministro degli esteri Antonio

Tagliani a lui, molto vicino, parla di una possibile infezione polmonare non risolta.

Berlusconi, che ricordo, ha 86 anni, si è infatti presentato all'ospedale con affanno

respiratorio e sarebbe in trattamento con terapia antibiotica, a far preoccupare però

in particolare la breve distanza che separa questo ricovero da quello precedente.

L'ex-premier era già stato in ospedale la scorsa settimana, lo ricorderete fino a

giovedì per quelli che erano stati definiti controlli medici, dopo che alcune patologie

pregresse erano tornate a farsi sentire.

Tornato a casa Berlusconi aveva subito postato un'immagine ringraziando i suoi follower

sui social per il sostegno e assicurando che era già tornato al lavoro.

Poi oggi le difficoltà respiratorie e il ritorno in ospedale nel reparto di terapia intensiva.

Difibile al momento comprendere l'entità della gravità della situazione, un primo

bollettino dovrebbe essere diffuso in serata, certo è che da tempo le condizioni di salute

del leader di Forza Italia sono apparse negli anni via via, più instabili, il Corriere

ad esempio mette in fila i vari episodi susseguitisi nel corso di questi anni, scanditi da ricoveri

e interventi per problemi, ora alle viorinarie, ora al cuore, ora agli occhi, all'intestino

e adesso ai polmoni.

Chiaramente auguri e messaggi di sostegno stanno, come potete immaginando, arrivando

in queste ore da tutti i partiti e da tutti gli schiaramenti politici.

Agurando anche noi, ovviamente, a Berlusconi di riprendersi il prima possibile, voltiamo

pagina ma non troppo, perché restiamo in tema di ex-presidenti del Consiglio italiani

particolarmente divisivi e in questo caso parliamo di Matteo Renzi, perché l'ex-premier

e leader d'Italia de Valori ha annunciato a sorpresa questa mattina il suo chiamiamolo

così ritorno sulla scena ma sorprendentemente non più investa di politico bensì di giornalista

anzi di direttore, sarà infatti lui, almeno per tutto il 2023, a dirigere la testata giornalistica

il riformista.

Questa nuova avventura, l'ennesima per Renzi che, ricordiamolo, tra le altre cose, è

stato Sindaco, presidente di provincia, secretario del PD, rottamatore, parlamentare, premier

più giovane della storia della Repubblica, leader più votato e in pochissimi anni leader

meno votato, documentarista in tv, consulente, conferenziere in giro per il mondo e tante

altre cose.

Dicevo, la sua nuova vita da direttore e di un giornale inizierà il prossimo tremmaggio.

Riformista è un giornale nato nel 2002, probabilmente tanti di voi lo ricorderanno,

ma è chiuse battenti nel 2012 per poi riaprire nel 2019, quindi sette anni dopo, per volontà

dell'imprenditore Alfredo Romeo, che da allora ne è l'editore.

Lo stesso Alfredo Romeo ricorda il fatto quotidiano, il cui nome negli ultimi anni

si è intrecciato spesso con quello della famiglia Renzi e non per motivi politici.

Alfredo Romeo, infatti, è coinputato con Tiziano Renzi, il padre dell'ex-premier, per traffico

di influenza e lecite nell'inchiesta Consip.

E proprio su questo, Renzi, durante la conferenza stampa con cui questa mattina ha annunciato

la decisione di accettare l'offerta di direttore e responsabile del riformista, ha anticipato

le possibili domande dei giornalisti.

Alfredo Romeo ha detto è un galantuomo e le vicende giudiziarie che avete seguito

mi convincono ancora di più di questo, perché l'inchiesta Consip ha dimostrato il ruolo

avuto da pezzi deviati dell'istituzione.

Riguardo alla linea editoriale che il riformista sotto la sua direzione seguirà, Renzi ha

detto continuerò il lavoro di Sanzonetti, Sanzonetti è l'ex-direttore a questo punto

del riformista, l'ho stato per cinque anni e adesso diventerà direttore dell'unità.

Riprendo a leggere la dichiarazione di Renzi, dice sono sensibile ai temi dell'informazione

e delle fake news.

Un giornale libero deve essere credibile, deve riuscire a fornire una narrazione credibile.

Il riformista non è il sovranismo di Meloni, né la linea di Schlein e Conte, tra l'approccio

dei sovranisti e quello della sinistra radicale c'è una maggioranza silenziosa, una parte

di paese che c'è, che crede nella politica 4.0, che non si possa essere sovranisti in

un mondo globalizzato, che non si può non chiedere il mess per risolvere il problema

delle liste d'attesa nella sanità.

Cercheremo quindi di essere la casa di chi pensa che il riformismo deve essere una casa

accogliente.

E riguardo infine alla possibilità che possa Renzi, lasciare il suo incarico di senatore

per ricoprire a tempo pieno quello di direttore, ricordo infatti che attualmente Renzi è

ancora senatore, l'ex-premier è stato molto chiaro, ha detto non lascio ma raddoppio,

continuerò a fare il lavoro di parlamentare d'opposizione, non saremo legati strettamente

al terzo polo.

Il riformista ambisce

ăn

riformista

l'espresso dicevo oggi tornano su questo tema per approfondire un aspetto su cui forse si

sta ponendo troppa poca attenzione, ovvero il rischio che questo sistema, questa autonomia

differenziata e questa Italia fatta di venti sanità diverse, possa distruggere il sistema

sanitario nazionale ma soprattutto allargare enormemente il divario che già c'è tra

regioni del nord e regioni del sud. Un rapporto della fondazione Jimbe scrive Repubblica,

dettaglia come questa, tra virgolette opportunità, si tradurrà in un ulteriore divario tra le

diverse regioni, ampliando la forbice tra quelle che stanno facendo bene e quelle che invece

non curano la gente. E così scrive il Jimbe, il regionalismo differenziato renderà le regioni

del centro sud che avranno sempre meno risorse per riqualificare i loro servizi clienti dei

servizi prodotti dalle regioni del nord che riceveranno clienti da tutta Italia. Ad esempio,

il decreto Calderoli dice che le regioni potranno gestire autonomamente le retribuzioni dei medici,

i contratti di lavoro del personale sanitario, gli accessi alle scuole di specialità. Quindi,

chi ha soldi e funziona bene attirerà lavoratori dalle altre regioni svuotando gli ospedali

e le asl, chiaramente, del centro sud. Non solo potranno mettere bocca sulle registrazioni

dei farmaci, rimuovere vincoli di spesa, insomma fare quello che vogliono spopolando il sistema

sanitario nazionale in 21 piccoli sadarelli autoreferiti ed egoisti. E ancora, Calderoli prevede

autonomia in materia di istituzione e gestione dei fondi sanitari integrativi. Cosa vuol dire?

Vuol dire una spinta a spingere chi può permettersolo a farsi un'assicurazione sanitaria, ecceda a

scommettere che saranno soprattutto i cittadini del centro nord, in modo da poter a sua volta

spingere sulla privatizzazione dei servizi. Qui c'è l'ultima beffa, come è noto assicurazioni,

fondi e quant'altro sono deducibili dalle tasse, risultando in un minore introito per

la fiscalità generale, quindi più assistenza privata significa meno soldi per quella pubblica,

via via così verso un sistema all'americana. Insomma, con questa autonomia differenziata,

se le cose dovessero andare in questo modo avremo quindi una sanità del centro nord ancora più

avanzata e capace di correre sempre più veloce e una del sud svuotata anche dei suoi stessi

professionisti che andrebbero a lavorare al nord dove ci sarebbero contratti molto più

vantaggiosi e molto più favorevoli, distruggendo così in pratica tutte le regioni del centro sud.

Se questo argomento vi interessa troverete anche un articolo sull'espresso che si intitola così

col decreto Calderoli gli italiani dicono addio al servizio sanitario nazionale. È un articolo

ancora più approfondito dove trovate dati e spiegazioni sul perché appunto questo rischia

di accadere con l'approvazione del cosiddetto decreto Calderoli sull'autonomia differenziata.

In questi giorni probabilmente lo avrete sentito, c'è un dibattito quasi sul reale sul PNRR. Ne

abbiamo parlato nei giorni scorsi, abbiamo detto che il governo sta avendo enormi difficoltà a

portare avanti i progetti, gli interventi per poter ottenere le varie rate che l'Europa ci

consegna di questi miliardi del PNRR e si sta facendo strada l'ipotesi, l'idea che forse

è la cosa migliore da fare per non fare questa figuraccia davanti all'Unione europea, cioè di

non consegnare insomma i lavori in tempo, si sta facendo, dicevo, strada l'idea che forse la cosa

migliore da fare per il nostro Paese sarebbe quella di rinunciare a buona parte di quei soldi,

cioè qui in Italia ci lamentiamo sempre del fatto che non abbiamo soldi, poi ci arrivano

200 miliardi, quasi 200 miliardi, tra cavo e collo con i quali possiamo fare tutto perché lo

facciamo entro cinque anni e siccome non ci riusciamo, siccome non riusciamo nemmeno a portare

a termine i progetti o a presentarli, allora non resta quindi che rinunciare a quei soldi. Ecco,

dicevo, questa ipotesi si sta facendo strada, è stata proposta da alcuni parlamentari della

Lega, Giorgia Meloni ha detto no, non è così rispetteremo i tempi e prenderemo tutti quei

soldi, però ripeto ci sono anche alcuni economisti tipo Tito Boeri che dicono no, non è proprio un

idea malzana, in realtà forse l'unica strada da percorrere è quella perché noi italiani non

siamo capaci nemmeno di spendere i soldi che ci danno, non sappiamo nemmeno dove spenderli e come

farlo perché ci manca la burocrazia all'altezza per svolgere questo compito. Allora se vi interessa

questo argomento oggi con CNC ne abbiamo parlato in un post pubblicato sulla nostra pagina Instagram,

ve ne consiglio la lettura, li troverete diciamo numeri, risposte e magari vi farete anche un

idea in merito. Con questo quindi per oggi finiamo qui, io vi saluto e vi ringrazio e vi do appuntamento

a domani sempre alle 17 con DELY FIVE. DELY FIVE è un podcast prodotto da CNC media,

ascoltalo da lunedì al venerdì alle 17, direzione creativa e post produzione like a be creative company.

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Una deputata di Fratelli d’Italia e la compagna di Elly Schlein pubblicano due lettere aperte per denunciare calunnie, pettegolezzi e outing.

Berlusconi torna in ospedale a pochi giorni dall’ultimo ricovero. È in terapia intensiva per problemi respiratori.

La nuova ennesima vita di Renzi: da oggi è il nuovo direttore de “Il Riformista”.

La denuncia della fondazione Gimbe: con l’Autonomia Differenziata la Sanità del Sud crollerà definitivamente.

Pnrr, non riusciamo nemmeno a spendere i soldi. E si fa strada l’ipotesi di rinunciare volontariamente a decine di miliardi.

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