Daily Five: Democrazia e taxi. Passa la legge sulla Natura. Niente più ergastolo ai fratelli Bianchi. I paradossi della social card

CNC Media CNC Media 7/12/23 - Episode Page - 22m - PDF Transcript

Siamo in piena estate e con l'estate in Italia si verificano dei fenomeni piuttosto ricorrenti,

certamente torna il caldo, poi le ferie, l'assalto alle spiagge, le lunghe code, i condizionatori

a palla, i servizi di studi aperto sugli anziani che devono bere molto e non uscire nelle ore

più calde, parentesi, su questo si ronizza molto però è una cosa seria, quindi bravo

studi aperto, ripetita Juvent, e poi c'è un altro fenomeno tipico del nostro Paese,

l'estate del nostro Paese e che è in costante crescita, ovvero le foto sui social, in particolare

su Twitter, di code infinite di gente in attesa alle fermate dei taxi. Una di queste foto più

recenti è stata scattata a Roma e pubblicata l'altro giorno su Twitter dalla ricercatrice

Ilaria Capua. La foto ritrae una coda immensa infinita, forse formata da un centinaio di

persone in fila e nessun taxi, nemmeno uno, alla fermata. Il testo allegato alla foto è il seguente,

10 luglio 2023, ore 20 e 20, Roma accoglie i turisti, i visitatori e i romani così, senza

l'ombra di un taxi, è una vergogna. Un utente le risponde, a Milano dopo le 19 niente taxi,

di recente due volte ho dovuto farmi la città intera a piedi di notte, a Bologna ne ho prenotato

uno tre giorni fa e mi hanno detto che non garantivano che arrivasse a Rimini, Domenica,

non ce n'era nemmeno uno. Il problema sono le licenze e le lobby non Roma e, in effetti,

non bisogna essere esperti di trasporti per sapere che, da anni in Italia, quello della

carenza di taxi, ovviamente per chi li usa e chiariamoci, soprattutto nelle principali

città turistiche, è un problema serio e in continuo peggioramento. Ma come mai? Beh,

il motivo è molto semplice, le licenze sono limitate, sono a numero chiuso, quindi i

taxi sono quelli, ovvero circa 40.000 in tutta Italia e quelli restano. Il problema è che,

soprattutto nelle grandi città, però, il turismo, in questi ultimi anni, è esploso. La richiesta di

taxi è esplosa, ma l'offerta di taxi è rimasta sempre quella. Vediamo giusto dei dati, dei

numeri per capire di che cosa stiamo parlando. Oggi a Roma c'è un taxi ogni 357 abitanti,

a Milano 1 ogni 200. Bene, a Parigi ce ne sono 1 ogni 111, non 1 ogni 357 come a Roma. Praticamente

a Parigi ce ne sono il triplo di taxi disponibili, a Londra lo stesso 1 ogni 100, anche qui il

triplo rispetto a Roma. A Roma e a Milano le licenze sono ferme praticamente dal 2006,

parliamo quindi di 17 anni fa, quelle erano le licenze, quelle sono rimaste, nonostante,

come vi dicevo nel frattempo, si hanno enormemente aumentati sia il turismo, ma anche il numero

di abitanti, soprattutto a Milano. Bene, il risultato di tutto ciò qual è? Beh, che trovare

un taxi libero a Milano, a Roma, a Bologna e in altre importanti città è spesso difficilissimo,

a volte addirittura impossibile e inutile. Le chiamate al centralino possono richiedere attese

interminabili e magari se quel taxi ti serve per prendere un treno hai un'alta possibilità che,

intanto, il treno passi. Le file poi soprattutto all'esterno delle stazioni o degli aeroporti

sono lunghissime ed estenuanti. Ora, qualcuno dotato di un brigiolo di buon senso e razziocinio

si dirà, vabbè, ma la soluzione è semplice, visto che c'è tutta questa richiesta, aumentiamo le

licenze o addirittura liberalizziamo il settore, così avremo più taxi, magari anche meno costosi,

avremo più lavoratori, le attese finiranno, il servizio migliorerà e insomma ci guadagneremo

tutti. Perché allora non si fa? Beh, la risposta anche qui probabilmente la conoscete tutti,

non si fa perché i tassisti non vogliono, si oppongono, protestano appena qualcuno si anche

solo ventilare una liberalizzazione del settore e perché si oppongono, perché sostengono loro,

più taxi significa più concorrenza, quindi prezzi magari più bassi, quindi magari meno clienti e

quindi meno guadagni. I tassisti sostengono di essere tra l'altro quasi già alla fame,

sostengono di guadagnare poco e quel poco tra l'altro devono anche usarlo per ripagare la licenza

che hanno acquistato per poter guidare i taxi e che magari hanno dovuto pagare fino a 200.000 euro,

ma è effettivamente così, cioè i tassisti fanno bene a opporsi per difendere quel poco che hanno,

beh a guardare le loro dichiarazioni, dei redditi sembrerebbe proprio di sì,

stando a quello che loro stessi dichiarano, un tassista a Milano guadagna appena 20.000

euro all'anno, a Bologna addirittura 14.000 euro, roba effettivamente da fame, quindi come

fai a voler li togliere anche quel poco, meglio a voler smussare quel poco che hanno, come fai a

campare a Bologna con meno di 14.000 euro l'ordi, così però come viene un'altra domanda,

ma se un aspirante tassista sa che guadagnerà appena 14.000-20.000 euro all'anno, ma chi gliela

fa fare di spendere 100 o addirittura 200.000 euro per acquistare la licenza? C'è qualcosa

chiaramente che non va in questo contrasto, allora a questo punto delle tre luna, o queste sono

persone estremamente generose che si sacrificano per il bene della collettività, per offrire un

servizio alla collettività, oppure sono dei totali pazzi, oppure, ma questa è solo un'ipotesi

molto malignia, probabilmente non dichiarano proprio tutto, tutto, tutto quello che incassano,

un sospetto maligno, ripeto, però alimentato tra l'altro anche dalla particolarmente feroge

ostilità, lo ricorderete, della stessa categoria all'uso del POS, tant'è che in molti altrettanto

maligni si sono chiesti, ma se non ne vadi perché sei così ostile all'utilizzo del POS? Beh, in

realtà non proprio tutti tutti i tassisti sono ostili all'utilizzo del POS, anzi c'è neuno che

ha fatto della lotta allevazione della propria categoria una specie di ragione di vita e di

ragione professionale, lui si chiama Roberto Mantovani, nome di battaglia Roberto Redsox e un

tassista di Bologna e Redsox ha deciso da tempo di rendere pubblici su Twitter, a proposito

seguitelo ne vale la pena, quasi quotidianamente i suoi incassi giornalieri e settimanali,

divisi perfino per pagamenti incontanti e pagamenti col POS. Vi leggo l'ultimo report,

quello del 9 luglio, turno 19 sette di mattina, incasso incontanti 124 euro, incasso col POS 372

euro, incasso totale di un solo giorno di lavoro, 655 euro l'ordi, al netto del carburante siamo sui

600 euro in un solo giorno. Giornata particolarmente ricca e fortunata quella per Redsox? Beh, non

proprio, il se luglio Redsox ha incassato 345 euro l'ordi, il 5 luglio 506 euro l'ordi,

il 1 luglio 655 euro l'ordi e potremmo continuare. Insomma, la media per Redsox è di 2-3.000 euro

incassati, ripeto, da questo solo tassista ogni settimana. Parliamo quindi di almeno 10.000

euro l'ordi al mese. Insomma, parliamo di dieci volte più di quanto dichiarano i colleghi

della stessa città. Ripeto, non è che Redsox sia un tassista particolarmente richiesto,

i taxi non funzionano così, i taxi non funzionano acciamata individuale per cui tutti vogliono

Redsox. Quello che ti capita, ti capita, quindi è ipotizzabile che gli incassi di Redsox siano

gli stessi dei colleghi, almeno nel caso di Bologna. E non è forse un caso che Redsox sia

particolarmente per questo odiato e avversato dai colleghi. Qualche settimana fa si è ritrovato

pure con le gomme dell'auto tagliate, anche se non è detto chiaramente che sia stato qualche suo

collega, chiariamolo questo. Ora, l'odio che quindi si può riscontrare sui social,

tornando alle foto precedenti e a tutti i post che vengono scritti contro i tassisti. Questo

odio è giustificato? Beh, a mio parere, no. La mia domanda è che colpa ne hanno i tassisti.

I tassisti, in fondo, difendono quello che hanno. Loro pensano ai propri interessi e ai

propri guadagni. Non è alla fine quello che in gran parte facciamo tutti noi. Qualcuno dirà

sì, è vero, però se le cose stanno come descritte sono degli ingordi. Non si tratta qui di levare

loro il pane di bocca, si tratta di permettere ad altri di lavorare, ha un servizio di essere

svolto in maniera più efficiente e si tratta di riequilibrare quello che sta diventando ormai

un vero e proprio privilegio. E poi, mica fanno loro le leggi, le fa la politica. Perché non

interviene la politica e qui probabilmente arriviamo al punto. Perché la politica ci ha anche provato

in questi anni ad aggiustare questa indiscutibile stortura. E cos'è accaduto quando la politica

ci ha provato? Beh, è accaduto che alcuni politici di questa classe politica, in particolare Matteo

Salvini e Giorgia Meloni, quindi Lega e Fratelli d'Italia, si sono messi di traverso e hanno

cercato sistematicamente di impedire la liberalizzazione del settore dei taxi, tanto da riuscirci anche

quando il governo Draghi era ormai a un passo da riuscirci la scorza estate. Bene, e perché lo fanno?

Perché questi partiti si mettono di traverso davanti alla risoluzione di questa stortura? Beh,

banalmente, perché quella dei tassisti è una grossa e influente lobby, sono 40.000 lavoratori,

sono quindi 40.000 famiglie, quindi sono un sacco di voti. E difenderli significa assicurarsi i

loro voti, anche a costo di danneggiare il paese? Beh, sì, anche a costo di danneggiare il paese,

non vedo perché dovrebbe sorprenderci questa cosa. Quindi, in conclusione, se proprio dobbiamo

prendercela con qualcuno, dovremmo prendercela con Salvini e Meloni. Però anche qui, ancora no,

dovremmo forse andare ancora più a fondo. In ultima analisi, infatti, la responsabilità è

sempre e solo dei cittadini elettori e di una democrazia che ha smarrito il senso del suo

funzionamento. Salvini e Meloni hanno tutto il diritto di tutelare una lobby e i suoi interessi,

magari anche al cinico solo scopo di intercettarne il consenso. Ma in una democrazia normale,

una democrazia che funzioni, che abbia compreso il meccanismo di sé stessa, Salvini e Meloni

dovrebbero avere lo 0,001 per cento dei voti, ovvero solo quello dei tassisti. E non dovrebbero

avere alcun voto da parte di quei cittadini che, per questa loro scelta, vengono sfacciatamente

danneggiati. Che fai mi danneggi e io ti devo pure votare? Dovrebbe essere questo il ragionamento.

Ebbene, funziona così in Italia. Tu mi danneggi e io ti voto. Perché? Perché spesso da elettori,

sia a destra ma chiariamo anche a sinistra, guardiamo sempre una faccia della medaglia e

mai l'altra. Ogni scelta politica invece ha delle conseguenze e ogni scelta politica andrebbe

dagli elettori analizzata sia da una parte sia dall'altra. Andrebbe fatto un bilancio tra una

faccia della medaglia e l'altra e poi bisognerebbe decidere di conseguenza. Insomma, in conclusione,

se sei una volpe, allora saresti una volpe un po' stupida a non votare per il partito che

sostiene la libertà delle volpi a entrare in Epolai. Ma se sei un pollo e voti per il

partito delle volpi, allora il problema sei tu. Non sono alle volpi e non è il partito delle volpi.

Io sono Emilia Molà e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità

e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.

E' mercoledì 12 luglio e oggi, come scrivere pubblica, la natura ha vinto. Che cosa vuol dire?

Questa mattina nell'Europarlamento è passata con 336 voti favorevoli, 300 contrarie e

13 astenuti, la cosiddetta legge europea sulla natura. Si tratta di una direttiva che obbliga

gli Stati membri a intraprendere per i prossimi anni una serie di misure che letteralmente dovranno

restituire spazio alla natura per garantire un futuro alle nostre biodiversità, alla flora

e alla fauna. Si tratta, leggo da Repubblica, di un voto storico e per nulla scontato. L'opposizione

di diversi membri delle destre europee e del partito di maggioranza nell'Europarlamento,

ovvero il PIE, era parza tale da compromettere seriamente il passaggio della legge, che mira,

come vi dicevo, a ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine dell'Unione Europea

entro il 2030. Ma se oltre alle destre estreme anche il Partito Popolare europeo che il maggior

gruppo all'interno del Parlamento europeo si sono opposti, come ha fatto questa legge allora a

passare? Beh, sembra che 21 fra i membri del Partito Popolare europeo abbiano scelto di opporsi alla

visione del Partito votando a favore della legge, una spaccatura leggo da Repubblica importante che

rimetta addirittura in discussione la possibile alleanza con le destre estreme da parte del Partito

Popolare europeo per l'Europè del 2024. Dopo i vari tentativi dei gruppi di destra di respingere

la norma è arrivato il voto finale che ha decretato il C alla legge, lo stesso si invocato dalle

associazioni ambientaliste d'Europa, dai giovani dei movimenti verdi, ieri Greta Thunberg e altri

avevano manifestato in sostegno della direttiva, ma anche da 6.000 scienziati europei numerosi

accademici e oltre un milione di cittadini che hanno firmato un appello per il C. Contrari,

invece, alla legge erano diversi esponenti, come vi dicevo, delle destre europee e del

Partito Popolare europeo, decisi a far valere gli interessi del mondo dell'agricoltura, della

pesca e dell'agroalimentare. In generale, i contrari alla legge temevano ripercussioni

economiche e perdita di produttività, dato che nel testo, dalla riduzione dei pesticidi a la

volontà di ripristinare almeno il 10% della superficie agricola totale, c'erano vari riferimenti a

potenziali impatti che le categorie ritenevano dannose per il futuro. Bene, ma detto questo,

cosa prevede la legge? Questa legge sul ripristino della biodiversità. Allora, la legge prevede con

obiettivi vincolanti per gli Stati membri di ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine

in modo da affermare la perdita di biodiversità entro il 2030 in Europa, un obiettivo per garantire

quindi sicurezza alimentare, resilienza climatica e salute benessere per popolazione fa una efflora.

I fratelli bianchi, due ragazzi che lo ricorderete nel settembre del 2020 a Colleferro,

uccisero a Calci e Pugni, Willi, Montero, Duarte, non dovranno più scontare l'Ergastolo. Lo ha

deciso questo pomeriggio la Corte d'Appello di Roma che ha riformato la sentenza di primo grado,

dando 24 anni a testa ai fratelli Marco e Gabriele bianchi e confermando i 23 anni per Francesco

Belleggia e i 21 per Mario Pincarelli. Prima di proseguire, però, chiariamo che in Italia,

prima che, diciamo, si pensi che questo sconto di pena sia di decenni in Italia l'Ergastolo,

per quanto venga definito fine pena mai, non corrisponde davvero al carcere a vita. Un detenuto

condannato all'Ergastolo salvo particolari condizioni, dopo 26 anni può tornare già in

libertà. Quindi questa riduzione di pena di cui stiamo parlando per i fratelli bianchi non va

intesa come decenni di pena scontati, ma appena uno sconto di due anni. Torniamo ora però alla

cronaca. Oggi, leggo dal Corriere.it, la Corte d'Appello di Roma avrebbe potuto confermare

le condanne di primo grado, come richiesto dal Procuratore Generale, oppure assolvere o derubricare

il reato a omicidio per etere intenzionale, anziché volontario e con esclusione delle

aggravanti, come richiesto dalle difese. Ma perché questo sconto anche se solo di due anni?

La riduzione della pena si spiega con il riconoscimento della Corte anche ai bianchi,

come già fatto per gli altri due imputati in primo grado, delle attenuanti generiche,

così da pareggiare le aggravanti. Accettiamo questa decisione, va bene così dicono, andando via i

genitori di Willi, Lucia e Armando affiancati dall'altra figlia Milena, che indossa la maglietta,

Stiamo Online, la frase che Willi diceva agli amici per intendere di restare in contatto. Era

una delle decisioni possibili, la più probabile, viste le attenuanti concesse in primo grado agli

altri imputati, ragiona il legale della famiglia, hanno agito in quattro, con differenze davvero

minimi tra loro, quindi siamo contenti comunque che in meno di tre anni ci sia stata una sentenza

di secondo grado che ha riconosciuto la loro colpevolezza. Sottisfatti infine si dicono anche i

difensori di Gabriele Bianchi che dicono e solo un primo passo, altro c'è da chiarire, lo faremo in

cassazione. Tristiamo brevemente sulla cronaca giudiziaria perché c'è un altro aggiornamento

giudiziario su un'altra vicenda che come nel caso del Giovane Willi ha provocato grande

commozione nel paese. Chiara Silvestri, la 23enne che il 28 ottobre scorso ha investito e

ucciso il 18enne, Francesco Valdiserri è stata condannata a cinque anni corrito,

abreviato. Il Pubblico Ministero aveva chiesto quattro anni e sei mesi chiara Silvestri dovrà

dare inoltre 800 mila euro di provvisionale alla famiglia Valdiserri. Francesco Valdiserri lo

ricorderete, fu travolto e ucciso da un auto in corso a Roma sulla Cristoforo Colombo mentre

rientrava a casa da una serata con un amico. Il giovane si trovava sul marciapiede quando

l'autolo colpi in pieno uccidendolo. La ragazza alla guida della vettura fu trovata con un

tasso alcolemico nel sangue tre volte superiore al consentito, non risultò negativa al test

per la cannabis e correva a 80 chilometri orari, nonostante il limite fosse di 50 chilometri orari.

Ieri in chiusura di puntata abbiamo parlato dell'imminente arrivo per 1,3 milioni di famiglie

italiane della social card soprannominata dedicata a te voluta dal governo Meloni e

contenente 380 euro spendibili in un anno per l'acquisto di beni alimentari. Oggi su questa

misura è presentata con particolare orgoglio dalla Premier Giorgia Meloni, emergono alcuni

ulteriori dettagli che l'hanno resa oggetto di diverse critiche, soprattutto in relazione ai

tanti cittadini italiani poveri che non ne beneficeranno. Come osserva il Corriere della Serra,

ad esempio i beneficiari della misura sono individuati tra i cittadini appartenenti

a nuclei familiari composti da almeno tre persone, con i se non superiore a 15.000 euro.

Di fatto quindi le coppie i single, i single con un figlio, restano tagliati fuori. Non solo

anche molti anziani, dato che nella maggior parte dei casi si tratta di persone, sole o in coppia,

resteranno senza questo sostegno. I criteri di assegnazione danno priorità alle famiglie

con tre componenti di cui almeno uno sotto i 14 anni, dando la precedenza in nuclei familiari con

i componenti più piccoli. In secondo luogo, alle famiglie con tre componenti di cui almeno uno

minorenne e poi alle famiglie con tre componenti senza limiti di età. Essere single o non avere

figli insomma non rappresenta di per sé un motivo di esclusione, ma queste categorie beneficerebbero

della social card solo se dovessero arrivare altre risorse, cosa che per il Corriere è

improbabile, dato che le liste dei beneficiari stilate dall'IMPS sono già chiuse. Insomma,

in conclusione, qui riprendo io la parola, il paradosso di questa misura voluta dal governo

è che famiglie con un bambino che hanno magari unise pari a 14.000 euro riceveranno questa social

card una coppia di anziani che ha unise magari della metà, magari di 7.000 euro, invece non

riceverà nulla. Non solo a gran parte di queste famiglie, magari anche giovani e occupabili che

oggi il governo riconosce come povere e bisognose di questa social card, il governo stesso ha negato

quel reddito di cittadinanza che di euro ne garantiva di più e per molto più tempo, non una

sola volta nell'arco di un anno. Quindi bisognerebbe un po' capire il rapporto di questo governo con

la povertà. Cioè questi poveri che saranno beneficiari di questa social card sono poveri

oppure no, sono poveri involontari oppure volontari, sono occupabili che non vogliono

lavorare oppure no, hanno bisogno di supporto oppure no e gli anziani soli è in coppia,

i single senza reddito perché valgono meno di un nucleo familiare di almeno tre persone.

In attesa di risposte a queste domande, noi per oggi ci fermiamo qui, io vi ringrazio per l'ascolto,

vi saluto e vi do appuntamento a domani sempre alle 17 con Daily Five.

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Il problema dei taxi in Italia è l’emblema del cattivo funzionamento della nostra democrazia.

Via libera del Parlamento Ue alla “legge sulla natura”. Di cosa si tratta?

Omicidio Willy Duarte. Sconto di pena per i fratelli Bianchi.

La Social Card del governo che discrimina anziani e single poveri.

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