Daily Five: Cosa sta succedendo in Sudan? Perché il governo toglie la Protezione Speciale? Problemi col grano ucraino
CNC Media 4/17/23 - Episode Page - 19m - PDF Transcript
Allora, alzi la mano, chi di voi ritiene che gli italiani, o almeno la stragrande maggioranza
degli italiani, sappia dire cosa sia la protezione speciale.
E magari che differenza c'è tra protezione speciale, protezione sussidiaria e status
di rifugiato?
Sono abbastanza sicuro che ad alzarla si adestati in pochi.
In realtà spero non l'abbia adalzata sul serio, eh, magari mentre siete in autobus
so quelle cuffiette perché sembrate strani, era giusto per dire.
Comunque ne sono abbastanza sicuro anche perché prima di iniziare questa puntata ho lanciato
un sondaggio su Instagram e il risultato è che il 97% di chi ha risposto, ha risposto
no.
Eppure nonostante non ci fosse di certo bisogno di un sondaggio per sapere che gli italiani
per la stragrande maggioranza hanno ben altro a cui pensare che addentrarsi in simili dettagli
giuridici e tecnici per il governo italiano, invece, i sudanesi, gli etiopi, i ganesi,
i tunisini, gli afgani, i siriani, eccetera, sono invece dei fini luminari della giurisprudenza
italiana.
Tutti, eh, uomini, donne, bambini, loro ne sanno più degli italiani sulle leggi italiane,
loro sanno come funziona la protezione sussigliaria in Italia, sanno come funziona quella speciale,
lo status di rifugiati, eccetera.
E sulla scorta di questa discutibile, direi, strana convinzione, il governo si sta adoperando
per eliminare dal nostro sistema la protezione speciale, perché dice, siccome tanti migranti
partono per ottenere la protezione speciale, perché sanno come funziona in Italia la protezione
speciale, se eliminiamo la protezione speciale loro non partono più, e soprattutto non berrebbero
più in Italia, perché l'Italia, come ha detto Giorgia Meloni, è l'unico paese d'Europa
a prevedere la protezione speciale.
Ora, prima di vedere se le cose stiano davvero così e quali sarebbero invece le conseguenze
dell'eliminazione della protezione speciale, cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando,
quindi 20 secondi di sigla e proviamo a capirci qualcosa.
Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità
e conoscere il mondo che ci circonda, una notizia alla volta.
Oggi è lunedì 17 aprile e come dicevamo il governo Meloni si sta doperando per eliminare
in Italia la protezione speciale, ma di cosa si tratta e perché potrebbe essere un problema
più che una soluzione.
Allora, quando un migrante arriva in Italia in modo illegale, ad esempio attraverso i
famigerati barconi, può in realtà regolarizzare la sua posizione chiedendo a silo o protezione
all'Italia.
In pratica il migrante dice, guardate, lo so che sono arrivato da voi con modalità
illegali ma non avevo alternative e non potevo che scappare dal mio paese perché li sono,
ad esempio, perseguitato oppure perché lì c'è la guerra, eccetera.
In base a queste motivazioni, che sono come potete immaginare le più disparate, l'Italia
verifica se le cose stiano così come il migrante le ha raccontate e se all'esito della verifica
risulta che il migrante non abbia ragione, l'Italia gli dice, guarda, abbiamo verificato,
le cose non stanno come ce l'hai raccontati tu, nel tuo paese non corre alcun pericolo,
non puoi quindi rimanere nel nostro paese e devi tornare nel tuo.
Se invece, all'esito delle verifiche, emerge che il migrante abbia ragione e per lui sia
un pericolo tornare nel suo paese, allora il nostro di paese lo accoglie concedendogli
una forma di protezione che varia in base appunto alle ragioni in base al pericolo.
Se, ad esempio, si ritiene che il migrante non possa rientrare nel suo paese perché
lì è perseguitato per motivi etnici o religiosi o per appartenenza a un gruppo sociale o
politico perseguitato, allora al migrante viene concesso lo status di rifugiato.
Se si ritiene invece che il migrante non sia un perseguitato per motivi etnici, religiosi
o politici, etc., e quindi non abbia diritto allo status di rifugiato, ma possa tuttavia
per lui essere pericoloso tornare nel proprio paese ed origine per altri motivi che non
sono quelli che abbiamo visto prima per lo status di rifugiato, allora quella che viene
concesse al migrante è la cosiddetta protezione sussidiaria.
Infine, in Italia, esiste una terza forma di protezione che, a differenza delle altre
due, non è internazionale, ma è un'aggiunta, diciamo così, che il nostro paese ha fatto
e che è appunto la protezione speciale.
Ora, a chi viene concesse la protezione speciale?
Chiene concesse al migrante che non risponde ai criteri per ottenere lo status di rifugiato
o la protezione sussidiaria, ma si ritiene che esistano tuttavia fondati motivi per
pensare che l'allontanamento così recita la legge dall'Italia comporti una violazione
del diritto al rispetto della sua vita private e familiare, cioè che significa per fare
degli esempi il caso del migrante che ha nel nostro paese già delle gamme familiari,
oppure che ha già avviato dei percorsi di integrazione, oppure nel suo paese rischia
violenza in famiglia o magari ha dei problemi di salute per i quali può ricevere assistenza
in Italia, ma non nel suo paese, per cui rispedirlo a casa con quei problemi di salute
chiaramente significherebbe ucciderlo, oppure compromettere la sua vita, la sua salute,
e così via.
Ecco, il governo Meloni, con il cosiddetto decreto cutro, elimina questa forma di protezione,
questa qui che viene data nel caso appunto di problemi, di legami familiari in Italia,
oppure violenza in famiglia nel suo paese, oppure problemi di salute eccetera, lo vuole
eliminare il governo sostenendo che questa protezione speciale attraga i migranti e
sostenendo che l'Italia sia l'unico paese in Europa ad averla, ma è vero tutto questo?
Beh ovviamente no, nella sola Unione Europea sono ben 18 i paesi che hanno una forma di
protezione nazionale rispetto alle due internazionali che abbiamo visto prima, altro che solo l'Italia,
e non esiste alcun dato empirico che dimostre che la protezione speciale sia un fattore
di attrazione per i migranti, cioè non c'è davvero nulla, nessuno studio, nessuna ricerca
che dimostri che la gente parta dal proprio paese solo in base a conoscendo cosa sia la
protezione speciale, quindi partendo solo per quella. Come analizza ad esempio oggi
Alessandra Zeniti sul Repubblica, la Germania nel solo 2022 ha concesso 30.000 protezioni
simili alla nostra protezione speciale, la Spagna 20.000 e perfino paesi noti diciamo
per le loro politiche anti-migrazioniste come Holanda, Austria, Ungheria o Grecia prevedono
forme di protezione speciale e c'è di più l'Italia pur essendo uno dei principali
paesi di approdo di chi arriva in Europa via mare e solo quarta per richieste d'asilo,
e siamo tra i paesi che più di tutti negano il diritto d'asilo rispondendo favorevolmente
solo a poco più di 4 domande su 10. Con questa modifica invece saranno ancora meno
e qualcuno a questo punto potrà dire ok, questa decisione del governo come abbiamo
visto come dimostrano i fatti si fonda su dei presupposti falsi, su delle evidenti bugie,
però meno per messi concediamo, meno immigrati avremo, no? Allora, a parte che abbiamo visto
nell'ultima puntata che è lo stesso governo a pagina 124 del DEF a scrivere che l'Italia
ha bisogno di milioni di immigrati affinché i nostri conti pubblici e il nostro paese
non saltino per aria, però la risposta è no, non avremo meno immigrati, avremo solo
più clandestini. Un immigrato che ad esempio arriva in Italia, al quale viene negata la
protezione speciale, mica risale sul barcone e se ne torna al suo paese dicendo scusate
se ho disturbato me ne torno a casa, no, banalmente resta in Italia, perché soldi e possibilità
di tornare nel suo paese ha messo che voglia, non ne ha, quindi resta qui. Quindi non è
che magicamente scompare questo immigrato a cui noi abbiamo negato la protezione speciale,
resta qui, ma con una sostanziale differenza che ci resta da irregolare, quindi obbligato
da noi furbissimi italiani a delinquere o ad abitare in nero o a lavorare in nero quindi
senza la possibilità di versare tasse contributi e così via. Questo immigrato poteva essere
regolare, potevamo sapere dove ha abitato esempio, nel caso appunto delinqua, potevamo
metterlo in condizioni di essere un contribuente attivo del paese, però no, meglio tenerlo
in Italia, ma da clandestino. Così sulla carta, nei dati del governo e magari anche
nella pubblicità elettorale questo immigrato scompare, però per le nostre strade resta
comunque, ci resta da irregolare e qualcuno potrà a questo punto abiettare, dire se non
se ne valui allora a questo punto lo espelliamo noi, lo cacciamo noi, in bocca al lupo. I
respingimenti non funzionano come certi politici li descrivono come qualcosa di estremamente
semplice che prendi e cacci un immigrato fuori dal paese. I respingimenti sono estremamente
costosi perché bisogna portare in aereo queste persone con tanto discorta ammesso che appunto
vengano trovate e sono estremamente complessi visto che con i paesi che dovrebbero poi riprenderseli
o prenderli servono specifici accordi che è difficilissimo stilare soprattutto gratis.
Nel 2018, durante la campagna elettorale per quelle politiche le ricorderete, Matteo Salvini
durante una trasmissione sulla sette a dimartedì disse testualmente se divento ministro degli
interni ne spello 100 al giorno. Ripeto, ne spello 100 al giorno. Salvini con quelle politiche andò
al governo diventò proprio ministro degli interni e quanti migrati regolari espulse? 100
al giorno? No, 80, no, 70, 50, 40 al giorno? No, ne espulse denti al giorno, esattamente in linea
con tutti gli altri governi, cioè col governo Gentilonico, il governo Renzi, il governo Letta.
Addirittura ne espulse meno del governo Monti che invece ne spelleva 21 al giorno proprio perché un
conto è la propaganda e un conto poi è la realtà. Quindi in conclusione, se è falso come abbiamo
visto che l'Italia sia l'unico paese da avere la protezione speciale, se è falso come abbiamo
visto che la protezione speciale attraga più migranti, se è falso che meno protezione speciale
significa meno immigrati, ma anzi significa solo più clandestini e quindi più pericolo per noi,
più problemi per noi, perché allora il governo l'ha stato gliendo questa protezione speciale. Solo
per far credere ai propri elettori che si sta facendo qualcosa sull'immigrazione quando in
realtà si sta solo peggiorando la situazione, credo che ogni risposta a questo punto si
abbastanza inutile e superflua. Probabilmente in queste ore vi sarà capitato di sentir parlare di
scontri, guerra e morti in Sudan, ma che cosa sta succedendo? Allora il Sudan è un grande
paese africano appena sotto l'Egitto che conta oltre 45 milioni di abitanti. Per oltre 30 anni
il Sudan è stato governato da un presidente dittatore, cioè Omar al-Bashir, un lungo regno
interrotto nel 2019, quindi pochi anni fa, quando forti proteste nel paese, sostenute anche dai
militari, portarono alle sue dimissioni. A quel punto iniziano in Sudan una serie di rovesci e di
colpi di stato che dal 2021 portano prima a un processo di democratizzazione, ma anche
l'aicizzazione del paese e poi a un vero e proprio golpe. Golpe che porta ai vertici del Sudan
un'aggiunta guidata da due militari. Uno di questi al-Buran investe di presidente e l'altro
il generale Dagalo investe di suo vice-presidente, di suo numero 2. Il presidente è alla guida
in quanto tale dell'esercito regolare sudanese, mentre il suo vice è al comando di un altro
esercito parallelo chiamato RSF, non meno potente di quello regolare. Bene, che cosa sta succedendo
ora? Bessa succedendo che dopo un periodo di convivenza i due comandanti fino a poco fa
alleati, hanno rotto, diciamo, la loro alleanza, la loro convivenza, e sabato sono iniziati gli
scontri fra i due eserciti, quello regolare del presidente al-Buran e quello parallelo di Dagalo,
per la conquista del potere. Lo scontro nasce dal fatto che la comunità internazionale dopo
il golpe militare è intervenuta chiedendo ai due militari di riprendere il percorso di democratizzazione
del paese che loro avevano interrotto, in cambio avrebbero sbloccato, la comunità
internazionale avrebbe sbloccato, importanti aiuti economici. Il presidente al-Buran a quel punto si
è detto favorevole a questo accordo, ma il suo vice no. Perché tra le condizioni richieste dalla
comunità internazionale c'era e c'è quella di sciogliere l'esercito parallelo, quello di Dagalo
del numero 2, e di farlo rientrare nell'esercito regolare, opzione alla quale, come potete immaginare,
Dagalo si è subito opposto, perché ovviamente se perdesse il suo, diciamo così, esercito privato
tra virgolette, perderebbe anche la leva del suo potere. Ecco, le due posizioni tra presidente e
vice presidente si sono quindi da dicembre e scorso fatte sempre più tese fino a che dalle
accuse contro accuse politiche non sono partiti i primi combattimenti sabato scorso che hanno già
causato decine di morti. In questi scontri tra l'altro sembra che Dagalo, che è un sostenitore di
Putin, stia ottenendo sostegno anche dalle milizie private Russe Wagner che, come sappiamo,
sono alle dirette dipendenze di Mosca, quindi c'è anche questa ulteriore complicazione in più.
Si sta aprendo e allargando una particolare frattura, di certo non l'unica, come sapete,
nella solidarietà europea in favore dell'Ukraine e questa volta non c'entrano le armi, ma parliamo
di grano, perché? Allora, per aiutare economicamente il Paese aggredito dalla Russia, l'Europa ha
deciso nei mesi scorsi di autorizzare l'importazione di grano Ucraino, ma anche di altri beni di prima
necessità, praticamente gratis, cioè senza far pagare all'Ukraine alcuna tassa, alcun dazio.
È chiaro che la Mossa aveva e ha l'obiettivo appunto di agevolare in qualche modo Kiev e la
popolazione ukraine invasa, ma gli effetti di questa decisione, a quanto pare, stanno pesando
su una parte d'Europa che, un Paese dopo l'altro, sta decidendo di non importare più grano
Ucraino. Il primo Paese ad aver preso questa decisione è stata la Polonia, che, paradostalmente,
e forse anche il Paese europeo, più schierato di tutti a favore di Kiev, poi è stata la volta
dell'ungheria di Orban, quindi della Romania e adesso tocca alla Bulgaria. Ma perché? Qual è
il problema nell'importare grano Ucraino per questi Paesi? Beh, il problema è proprio che
questo grano, non dovendo sottostare ai dazi, ma anche se vogliamo alle tante regole ambientali,
e sanitarie dell'Unione Europea, è più economico del grano nazionale, del grano dei Paesi che si
stanno ponendo. Inoltre l'arrivo di tutto questo grano Ucraino sta aumentando enormemente le
scorte, per cui nei Paesi, in questione il costo del grano, si è abbassato notevolmente. Qualcuno
dirà, beh, è un bene per gli acquirenti Romeni, Bulgari, Ungeresi e Polacchino? Sì, ma non per
i produttori di grano, non per gli agricoltori, per i contadini, che ovviamente, dovendolo vendere
a meno, ci stanno anche guadagnando meno. Per la serie, va bene la solidarietà con Lugraina,
ma fino a un certo punto. Tutto è partito un paio di settimane fa in Polonia, dove numerosi
contadini polacchi si sono messi a presidiare binari di una stazione ferroviaria, proprio per
impedire l'arrivo di treni con grano Ucraino. Come spiega il Corriere, il Governo ha subito in
quell'occasione il Governo Polacco mandato la polizia per disperdere i manifestanti, però ha
cominciato anche a farsi alcune domande in vista delle prossime elezioni. E la risposta a queste
domande è che pur di non perdere i voti delle aziende e degli imprenditori agricoli sarebbe
stato meglio correre ai ripari. Da qui la decisione della Polonia di bloccare fino al 30 giugno sia
l'importazione, sia il transito, sia l'acquisto da paesi terzi di grano, mangimi, pollame, frutta,
latticini, verdura, miele, uova, alcol, mais, colza, zucchero e semi di girasole provenienti
dall'Ucraina praticamente tutto. Immediatamente poi la mossa è stata copiata da lungheria di
Viktor Orban, che già in passato si è più volte messo di traverso nelle misure europee a sostegno
dell'Ucraina e contro la Russia e poi la ferita sia allargata. Come andrà a finire adesso? Allora,
l'Unione europea non l'ha presa bene e ha ricordato ai paesi che stanno bloccando il
grano, ma anche gli altri beni alimentari dell'Ucraina, che è, due punti, la politica
commerciale e di competenza esclusiva dell'Unione europea e pertanto non sono accettabili azioni
collaterali. A EST, leggo sempre dal correre, nessuno però vuole retrocedere, ma il ministro
ucraino per l'agricoltura tra oggi e giovedì sarà a Varsavia, a Bucharest e a Bratislava per
rinegoziare un accordo e per rimuovere il blocco e quindi non ci resta che aspettare qualche giorno
per capire se ci riuscirà. E con questo per oggi ci fermiamo qui, io vi ringrazio e vi saluto e
vi do appuntamento, come sempre, a domani alle 17, con Daily Five.
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