Daily Five: Cosa accade in Israele. Ong bloccata per troppi salvataggi. Fdi vuole abolite il reato di tortura. Cospito resta al 41bis.
CNC Media 3/27/23 - Episode Page - 21m - PDF Transcript
Da questa notte in Israele sono in corso le ennesime enorme manifestazioni di piazza
contro il Premier Benjamin Netanyahu e la sua contestatissima riforma della giustizia.
Contestata perché? Perché secondo le opposizioni e i manifestanti, questa riforma rischia di
trasformare Israele da paese democratico in un paese autoritario governato da un primo
ministro al di sopra della legge e a cui tutto può essere concesso.
Ma che cosa è accaduto di nuovo in queste ore da spingere decine di migliaia di persone
a riversarsi per strada nel cuore della notte e ritrovarsi nelle piazze quasi spontaneamente
e in cosa consiste questa riforma e perché sta spaccando il paese, perché sta spaccando
Israele ma anche lo stesso governo e la maggioranza.
20 secondi di sigla e lo vediamo insieme.
Io sono Emilio Mola e questo è Daily Five, il podcast di CNC Media per comprendere l'attualità
e conoscere il mondo che ci circonda una notizia alla volta.
Oggi è l'une di 27 marzo e come vi dicevo Israele è ancora nel caos, lo è da ormai
11 settimane, quasi tre mesi, cioè da quando il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato
una riforma della giustizia che secondo le opposizioni ma anche secondo milioni di manifestanti
che da mesi manifestano in piazza, potrebbe trasformare la democrazia israeliana in una
specie di dittatura, in un paese autoritario.
Queste protesti, pur andando avanti da mesi, pur essendo spesso oceanico e partecipate
davvero da decine, centinaia di migliaia di persone, tenendo presente appunto che Israele
comunque è un piccolo paese di pochi milioni di abitanti, non stanno tuttavia queste manifestazioni
scalfendo la determinazione di Benjamin Netanyahu che invece è ben deciso a portare avanti questa
riforma della giustizia a costo di spaccare il paese ma anche a costo di spaccare il governo
e proprio le divisioni all'interno del governo hanno innescato le proteste di questa notte
perché cosa è accaduto?
Beh è accaduto che uno dei più importanti ministri del governo di Netanyahu ha chiesto
al proprio primo ministro di fermarsi con questa riforma della giustizia, di ascoltare
la piazza anche perché ormai stanno partecipando a queste manifestazioni ma anche a questi
scioperi, a questi blocchi perfino esponenti dell'esercito, insomma la situazione sta
diventando parecchio delicata e parecchio pericolosa.
Il ministro della difesa in particolare ha detto la spaccatura nella società sta coinvolgendo
l'esercito, questa situazione rappresenta un pericolo grave e imminente per il paese,
non lo permetterò.
Ecco a seguito di queste parole del ministro della difesa il primo ministro Benjamin Netanyahu
anziché ascoltarlo, anziché fermarsi ha deciso addirittura di licenziare questo ministro,
che cosa è accaduto quando è venuta fuori la notizia di questo licenziamento e che
la gente si è riversata in piazza e ha iniziato a manifestare con ancora maggiore decisione.
Ma davvero c'è un pericolo di deriva autoritaria in Israele può sembrare assurdo perché Israele
fin da quando è nata nel 1948 è sempre stata una democrazia, anzi è stata l'unica vera
democrazia del Medio Oriente, quindi dovesse venire meno anche questa democrazia, non
ce ne sarebbero più in questa che come sappiamo è una delle regioni più instabili del mondo.
Beh in realtà di mori di una deriva autoritaria c'erano già prima che Netanyahu diventasse
nuovamente primo ministro di Israele, questo perché Netanyahu era a capo della coalizione
più di destra della storia del Paese, per cui già allora si temeva che questa formazione
politica così estrema potesse portare il Paese verso una deriva autoritaria, il problema
qual è che appena insediato si questo nuovo governo come prima cosa ha deciso di avviare
questa riforma della giustizia, ma in cosa consiste questa riforma? Perché è giudicata
così pericolosa e antidemocratica, allora per capirlo dobbiamo tener presente una cosa
fondamentale e cioè che Israele ad esempio a differenza dell'Italia non ha una costituzione,
noi ad esempio appunto abbiamo una costituzione cosa vuol dire che abbiamo delle leggi scritte
inviolabili, immodificabili almeno non con le procedure ordinarie che stabiliscono quali
sono i principi fondamentali del nostro Stato per cui un governo, un Parlamento non possono
fare le leggi che vogliono, devono sempre fare delle leggi che rientrino da un punto
di vista valoriale, da un punto di vista dei principi e dei meccanismi all'interno
del perimetro tracciato dalla costituzione. Se questo non viene fatto, se viene fatta
una legge che viola i principi della Costituzione, quella legge non è valida, viene rigettata
o dal Presidente della Repubblica o dalla Corte Costituzionale, ecco in Israele questo
non esiste, in Israele in linea teorica un governo può fare le leggi che vuole, non
ci sono dei principi di base da rispettare o meglio ci sono 13 cosiddette leggi di base
che in qualche modo costituiscono quella che dovrebbe essere una Costituzione, ma quindi
se oggi un governo israeliano volesse fare una legge che viola ad esempio dei diritti
umani, nel caso ovviamente degli israeliani stessi, nel caso dei palestinesi, ma diciamo
delle leggi che vanno a violare ad esempio la libertà o che vanno a violare la democrazia
cosa succede e queste leggi passano, beh no perché c'è comunque un organismo che sarebbe
la Corte Suprema che ha il potere di bloccare e respingere queste leggi che appunto violano
questi principi di base, queste cosiddetti leggi di base oppure la cosiddetta clausola
di ragionevolezza. Bene, cosa vuole fare questo governo di
estrema destra? Cosa vuole fare questo governo Netaniao? Vuole togliere alla Corte Suprema
questo potere? Vuole smontare questo contrappeso, questa specie di cane da guardia della democrazia
e accentrare tutto il potere nelle mani del governo e del Parlamento in modo tale che
se una legge viene giudicata tra virgolette, diciamo così perché una Costituzione non
c'è, ma tra virgolette anticostituzionale, anche se lo è, anche se viola a principi
sacri quali la democrazia, la libertà, i diritti umani, il Parlamento avrà il potere di respingere
a sua volta questa decisione della Corte Suprema, cioè il Parlamento o meglio la maggioranza
avrà il potere con una maggioranza minima di appena 61 deputati su 120 di cassare questa
decisione della Corte Suprema, il Parlamento dice o meglio il governo, non sei d'accordo
a Corte Suprema con questa mia legge, benissimo, meno in fischio, io la provo lo stesso. È
chiaro che appunto se una riforma del genere dovesse passare, il potere politico a questo
punto non avrebbe più dei contrappesi, non avrebbe più nessuno e nulla a fare da argine
ad eventuali derive autoritarie, per cui in quel caso Netanyahu il suo governo di estrema
destra potrebbe fare qualunque legge contro i diritti umani, contro la democrazia, contro
la libertà, se poi la Corte Suprema dovesse dire no questa legge non la puoi fare, ovviamente
il Parlamento a quel punto direbbe no, io la faccio lo stesso e la farebbe lo stesso
senza più appunto poter essere fermato. Come sta motivando Netanyahu questa sua decisione?
Beh, la sta motivando sostenendo che la Corte Suprema abbia troppo potere e abbia il potere
di stare addirittura sopra la politica, sono motivazioni che in realtà noi abbiamo sentito
soprattutto negli anni 2000, nei primi anni 2000, con il caso di Berlusconi che faceva
appunto le cosiddette leggi ad persona, ma proprio per bypassare diciamo così la giustizia.
Ma così come Berlusconi in realtà aveva diciamo problemi con la giustizia a livello personale,
però li gelava sotto la scusa della difesa delle democrazia, lo stesso sta facendo Netanyahu
che in realtà ha problemi giudiziari di corruzione e non solo e quindi ha la necessità di fermare
un po' la macchina della giustizia, la necessità di fermare la Corte Suprema per poter evitare
di perdere il potere. Come andrà a finire? Beh, in realtà adesso non lo sappiamo, però
una cosa è certa, Benjamin Netanyahu non intende retrocedere di un passo e anche esponenti
del suo stesso governo, quelli fondamentalmente più di destra, hanno detto è che se Netanyahu
dovesse fermarsi, se Netanyahu dovesse accedere alle pressioni della piazza loro farebbero
cadere il governo, però allo stesso tempo ci sono anche esponenti della sua stessa maggioranza
che come il amministro che è stato licenziato ieri temono che queste proteste possano andare
oltre che possano addirittura coinvolgere come già sta accadendo elementi dell'esercito
e che in sostanza chissà possa pure esplodere una specie di guerra civile in Israele e quindi
chiedono a Netanyahu di fermarsi. Netanyahu però ripeto non intende fermarsi e anzi
ha fatto sapere che entro alla fine del mese, quindi prima delle festività ebraiche per
la Pasqua, lui approverà definitivamente questa riforma.
Sul fronte della crisi russo-ucraina si è aperto in queste ore un giallo relativamente
a una conversazione intercettata tra due uomini, due oligarchi molto legati a Putin,
durante la quale i due certi di non essere ascoltati si lamentano in maniera molto decisa
e inequivocabile del leader russo. Gli interlocutori sarebbero il miliardario russo,
Farhad Akmedov, il produttore musicale Josef Prigozin. Durante la conversazione, leggo dal
corriere che sarebbe avvenuta due mesi fa, gli interlocutori valutano la leadership russa,
condividono la visione di cupe prospettive per la Russia, si mostrano spaventati dalle
sanzioni e mostrano una cuta in soddisfazione per ciò che sta accadendo in relazione
all'aggressione contro l'Ukraine evidenziando quello che all'or avviso è l'umore prevalente
tra l'elit russa. Non c'è dubbio che abbiamo mandato a puttane il paese, dice l'interlocutore
che sembra essere Josef Prigozin. Stanno incolpando Shoigu pertutto, lo stanno chiamando un pezzo
di merda, ovviamente alle sue spalle, dice l'uomo che sembra essere l'oligarch Akmedov
consiglia a Prigozin di vendere tutto e lamenta che la sua carta è stata bloccata mentre
la sua barca marcisce. Scrivono che sono un caro amico di Putin, fanculo, l'ultima
volta che ho visto Putin è stato nel 2008. Ora come potete immaginare, al di là del
linguaggio colorito questa intercettazione è molto interessante perché rivela quello
che è il reale stato danimo delle persone, dei cosiddetti oligarchi, cioè delle persone
più ricche e più vicine, più potenti a Putin, per cui se davvero le cose dovessero
stare così forse la situazione di Putin sarebbe meno stabile di quel che sembra all'esterno
anche perché certe dichiarazioni in patria pubblicamente non si possono di certo dire,
ma sono davvero queste conversazioni reali? Beh il dubbio c'è e chiaramente come il
corriere riportano tutti i giornali, i diretti interessati smentiscono. In particolare Joseph
Prigozin, leggo sempre dal corriere, ha smentito di essere lui uno dei due che parlano nella
registrazione e ha affermato. Mentre ascoltavo l'audio, anch'io quasi credevo di essere
io. Le tecnologie odierne, le reti possono essere utilizzate per falsificare non solo
una voce ma anche una conversazione. Da sabato mattina la nave ONG per il soccorso
in mare, Luis Michel finanziata dallo street artist Bansky, è ferma al porto di Lampedusa.
L'imbarcazione è stata bloccata dalle autorità italiane con l'accusa di aver violato il
cosiddetto decreto piante dosi del governo Melonima. In cosa consisterebbe questa violazione?
Beh, per quanto possa sembrare assurdo, la colpa dell'equipaggio è quella di aver salvato
troppe persone, cioè di aver salvato 178 immigrati in tre operazioni di soccorso diverse.
In pratica, il decreto piante dosi stabilisce
e se, durante questo ritorno in porto, viene questa nave a conoscenza di altre imbarcazioni con
l'immigranti in pericolo, o li trova per strada o riceve richieste di aiuto, l'equipaggio deve ignorare per lege
l'immigranti in pericolo, o li trova per l'immigranti in pericolo, o li trova per l'immigranti in pericolo,
o li trova per l'immigranti in pericolo, o li trova per lege
l'immigranti in pericolo.
l'immigranti in pericolo
l'immigranti in pericolo
l'immigranti
in pericolo
l'immigranti
in pericolo
l'immigranti
in pericolo
l'immigranti in pericolo
l'immigranti in pericolo
l'immigranti in pericolo
l'immigranti in pericolo
l'immigranti in pericolo
l'immigranti in pericolo
l'immigranti in pericolo
l'immigranti in pericolo
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