Fare un fuoco: “Cime Tempestose”, il capolavoro venuto fuori dal nulla
Lucy - Sulla cultura 6/16/23 - Episode Page - 19m - PDF Transcript
Un romanzo come non ne sono mai stati scritti prima e come non se ne scriveranno dopo.
Oppure un distillato di violenza, sadismo, bellezza, passione repressa e devastante.
E ancora una storia di fantasmi, oppure no, una storia di vendetta, King Lear nella brughiera,
forse persino meglio di William Shakespeare, l'amore, l'amore ci farà di nuovo a pezzi.
Potrei continuare così, potrei continuare a circondare di aggettivi, citazioni,
supernativi e frasi e effetto questo stupefacente prodotto dell'ingegno e del sentimento umano
venuto fuori quasi dal nulla nel 1847 e rivelato si solo in seguito come uno dei romanzi più
grandiosi di tutti i tempi, cime tempestose di Emily Bronti. Il problema è che, come tutte le
grandi opere d'arte, per quanto tu voglia cercare di afferrarla, di trattenerla in una definizione,
persino in un elogio o di sviscerarla attraverso molti libri di critica letteraria,
beh, quell'opera non si farà inquadrare, perché è più veloce di ogni volontà di
catturarla, più grande della necessità di contenerla, più profonda e misteriosa di ogni
volenteroso tentativo di ricondurla a una definizione o peggio, a una spiegazione e peggio del peggio,
a una morale. Il prossimo 22 giugno uscirà Emily, il primo film biografico dedicato a
Emily Bronti e allora questa è una buona occasione, non certo per provare a comprendere in pieno
questo libro, ne sa più lui di noi, di quanto ne sappiamo noi di lui, ma per riavvicinarci al
suo mistero e alla storia della sua autrice, Emily. Io sono Nicola LaGioia e questo è fare un
fuoco, il podcast di Lucy che racconta come le storie continuano ad accendere la nostra immaginazione.
Ci mette impestose, come dicevo, sembra nascere dal nulla. All'inizio non si sa nemmeno che
l'autrice è Emily Bronti, poiché il libro viene pubblicato con l'opseudonimo di Alice Bell.
Emily Bronti, come del resto sua sorella Charlotte, altra grande scrittrice, sua sorella
Hen, per non tacere del loro fratello Branwell, vivono isolati, lontani da ogni clamore e da
ogni salotto letterario. Vivono Ad Howard, un villaggio del West Yorkshire, un luogo che
qualunque letterato faticherebbe a trovare su una cartina geografica, e tuttavia non la grande
città in questo caso, ma la provincia più ignota, sperduta, selvaggia e inospitale diventerà il
luogo dell'ezione per una delle più grandi leggende letterarie della modernità. Emily nasce nel
1818, quinta di sei figli. Maria ed Elizabeth, prima e secondogenita, muoiono rispettivamente a
ondici e a dieci anni, a distanza di un mese una dall'altra, entrambi uccise da la tubercolosi. La
madre di tutti loro del resto era già morta nel 1820 e così i quattro fratelli superstiti vivono
come il padre Patrick, nominato curato perpetuo del villaggio, e vengono affidati a Tabitha
detta tabbi, vedova di mezza età che presterà servizio nella canonica dal 1825 fino alla sua morte.
In apparenza la vita di Emily è priva di eventi significativi. Si occupa della casa,
lavora per qualche mese come insegnante, impara a suonare il piano forte, trascorre un anno a
Bruxelles con sua sorella Charlotte per approfondire lo studio delle lingue in una scuola privata,
poi torna a casa dove torna a occuparsi delle faccende domestiche, non si sposa, muore anche
lei di tubercolosi a soli trent'anni. Nessuna grande impresa pubblicamente riconosciuta,
nessun clamore, nessun successo in vita. Ma se dal mondano entriamo nel privato,
se dalla superficie delle cose ci immergiamo negli abissi della vita interiore, allora tutto cambia,
allora cominciamo ad aggirarci per un mondo sommerso, un mondo di strabiliante fascino,
anzi un intero continente che a distanza di un secolo non abbiamo ancora smesso di esplorare.
Tutto ciò che c'è l'interessante accade nell'ombra, avrebbe scritto Selin. Non si
sa nulla della vera storia degli uomini. E così, mentre portano avanti la loro esistenza
quotidiana, in apparenza banale, le tre sorelle bronti e il loro fratello Branwell iniziano a
raccontarsi delle storie. Si ritrovano in casa o escono fuori nella brughiera e, in seguendosi,
urlando, sussurrando, osservandosi da vicino e da lontano, o anche certe volte rimanendo in
silenzio, accendono una l'immaginazione dell'altra o dell'altro. Secondo Charlotte, tutto ebbe inizio
da un gioco infantile. Facciamo finta di avere un'isola ciascuno, si dicono i fratelli quando
sono ancora piccoli. Di lì a poco ricevono in dono dal loro papà un piccolo esercito di soldatini,
giocando con i quali iniziano in tessere, cioè a raccontarsi e poi a scriverle tutta una serie
di avventure. In breve, quelle che erano storielle diventano vicende più complesse,
queste ultime, dei veri e propri cicli narrativi. I quattro fratelli creano il mondo immaginario di
Glastown. Glast Family, vorrei ricordarlo, è anche la famiglia inventata da Salinger,
grande amante delle sorelle bronti e in particolare di Emily. Ma anche questo
mondo immaginario si divide per così dire, per gemmazione. Emily e Dan creano così il ciclo
di Gondal, mentre Charlotte con Branwell si dedica alla saga di Angria. Quelli delle sorelle bronti e
del loro fratello Branwell sono mondi inventati, tenuti vivi mese dopo mese dall'immaginazione
ardente dei loro creatori. Sono vicende di vise intrame, sottotrame, storie pine di intrighi e di
violenza, punteggiate dai episodi di eroismo, adulterio, tradimento, colpi di scena, rivelazioni.
Mondi inventati dicevamo, assolutamente vero, ma assolutamente falso. Perché il rapporto
fra il dentro e il fuori, ancora una volta, si fa incerto quanto affascinante. Nelle passioni
sempre più accese che animano le storie inventate per le sorelle bronti e del loro fratello
Branwell, pulsa il cuore segreto della loro vita interiore e della loro relazione.
Che rapporto lega le sorelle le une alle altre, la vita intima, quella di cui nessuno sa niente,
è in particolare quali rapporto le lega a Branwell. Destino singolare, quello di
Branwell, è l'unico in quanto maschio a cui viene consentito di avere un'istruzione superiore,
ma è il meno talentoso dei figli del curato, meno dotato dal punto di vista del genio letterario
rispetto alle sorelle. Beh, di questa non ci dubbio. Per il resto, però, Branwell è un ragazzo molto
affascinante, affascinante, divertente, ma anche distruttivo ed autodistruttivo. Beve,
si ubriaca di continuo, si dà all'oppio, all'audano, ama le sorelle e le sorelle ricambiano. Emily
lo adora e gelosa di lui. Una particolare intensità scorre tra i loro squadri, ma di
quale tipo di amore si tratta? Siamo di fronte a un amore lecito o invece si sfiora o addirittura
si consuma un qualche tipo di incesto. Non lo sappiamo. In fin dei conti non ci interessa
saperlo fino in fondo. Ciò che possiamo arrivare a credere, questo invece è importante,
è che dal rapporto così intenso tra Branwell e le sorelle, e in particolare dal rapporto
ancora più intenso tra Branwell e Emily, nascono almeno due vite, o forse dovrei dire due universi.
La prima è la vita disibile, la vita pubblica, la vita esteriore, la vita di superficie dove è
simile a bolle, a pero d'acqua, a fiora ogni tanto qualche testimonianza di ciò che accade
là giù, nei cupi abissi. La seconda invece è una vita immaginaria, sottomarina, una sorta di
sotto sopra o mondo parallelo, parallelo come il regno di Gondal, ma non è la stessa cosa,
in cui Emily e Branwell si incontrano in questo mondo parallelo e lo fanno in modo molto più
profondo, più inquietante, più lancinante, più vero di ciò che accade nella vita di superficie.
E tuttavia è questa vita invisibile che origina dalle vibrazioni dei ricordi più profonde dei
due di cui nessuno sa niente e questa seconda vita la vita più importante. Ecco però portando
poco alla volta l'invisibile nel visibile, cioè traducendolo su carta che Emily Bronti
decide di trasformare questa seconda vita in un romanzo, di trasfigurarla, ma di portarla qui
da questa parte, passando dall'informe dei sentimenti più violenti e meno confessabili alla
forma letteraria. Comincio a scrivere cimetempestose, invente personaggi di Heathcliff e Katelyn,
li mette al centro di una delle più violente perturbanti storie d'amore di vendetta che
siano mai state concepite. Il libro viene scritto in meno di un anno, dall'ottobre del 1845 al
giugno del 1846. Un tempo breve per un libro così denso, pieno di eventi, personaggi,
voci nerranti, colpi di scena, ma Emily non fa altro che portare da questa parte a fior d'acqua o
di carta ciò che vive e respira in modo molto chiaro laggiù, nel mondo parallelo dove lei e
suo fratello si muovono liberi, liberi di amarsi, di ferirsi e persino di distruggersi.
Quando Charlotte legge per la prima volta il manoscritto di cimetempestose ne resta
comprensibilmente sconcertata. Quello romanzo sembra sputato in superficie dritto dritto
dall'inferno per come è brutale, divampante, scandaloso. Ma superato lo sciocchi iniziale,
Charlotte non può che ammirare lo straordinario talento letterario di sua sorella.
Il libro, per così dire, fa appena in tempo a essere scritto.
Brownwell muore poco dopo, nel settembre del 1848, il delirium tremens e l'alcolismo gli sono
fatali. E a distanza di neanche tre mesi a dicembre muore anche Emily. Era malata di tubercolosi e
il modo in cui affronta la malattia è abbastanza inquietante pure quello. Charlotte, nelle sue
rettere, scriverà che la sorella, pur consapevole dell'esito della propria malattia, non solo rifiuta
medicine e medici, ma si ostina a voler svolgere lei ogni manzione domestica, impedendo a chiunque
di prestarle aiuto nonostante certe volte le manche addirittura il fiato per parlare.
Con la tubercolosi la vita mortale di Emily finisce specia, ma inizia la sua leggenda.
Cimetem Pestose, dal principio, viene accolto tiepidamente dalla critica letteraria,
lo considerano un libro sin troppo brutale sconnesso e non è certo un successo di pubblico.
Come a volte succede però, nei decenni successivi la sua fama poco a poco cresce.
Gli lettori del futuro lo ameranno, poiché quel libro venendo dal futuro parlerà al loro cuore presente.
Il libro entra nel cano in occidentale e viene pacificamente considerato come uno dei
più bei romanzi di tutti i tempi. Emily Bronti scriverà Josh Batay nella
letteratura El Male sembra una privilegiata nel suo essere maledetta, pur restando intatta la sua purezza
morale ella ebbe degli abissi del male, un'esperienza profonda.
Cimetem Pestose racconta una storia d'amore che va oltre la morte,
una storia di possessione in cui Heathcliff è ossessionato da Ketrin e Ketrin è ossessionata
da Heathcliff, uno anche quando è da solo sente nel profondo la voce dell'altra e viceversa.
E questo dialogo non si interrompe neanche con la morte di uno dei due.
Ketrin è una figura morale in senso assoluto, scrive sempre Batay. Lo è fino a morire pur di
non distaccarsi da colui che amava fin da bambina. Ma pur sapendo che il male è profondamente
radicato in lui, Ketrin lo ama al punto da pronunciare la frase decisiva.
Io sono Heathcliff, lo sono più di me stessa. In tal modo il male non è soltanto il sogno del
malvagio, ma anche il sogno del bene. Cimetem Pestose ha a che fare con la tragedia,
è il sogno di una violenza sacra che nessuna composizione, nessun accordo con la società
organizzata potrebbero attenuare. La cosa incredibile è come lo accennavamo, questo
romanzo sia in anticipo sui tempi. Guarda Shakespeare vero, prende a piene mani dall'urlo e dal
furore soprenaturale del teatro Elisabetiano, ma fonde tutto in una sostanza nuova, adatta la
modernità. Anticipa non soltanto Dostoyevski, ma Sigmund Freud. Anticipa i modernisti come
James Joyce, Virginia Woolf, William Faulkner, squaderna violentemente l'inconscio umano prima
che di inconscio si sia mai parlato. È un romanzo polifonico, cubista, destrutturato. De linea le
psicologie dei personaggi come l'arte narrativa comincerà a fare soltanto all'inizio del 900,
e in modo ben più garbato e pettinato. Mentre invece Emili Bronti, in modo ben più selvaggio,
lo fa con oltre mezzo secolo di anticipo. Ma come ogni tragedia che si rispetti fa notare sempre
i pataio, l'attraversamento del male conduce a lacatarsi. Il mondo di cime tempestose è il mondo
di una sovranità aspra e ostile, ma è anche il mondo dell'espiazione. Pagata l'espiazione,
traspale nell'opera, un sorriso misterioso, quel sorriso che ci sfugge e che inseguiamo da
sempre quell'ineffabile espressione a cui forse si riduce la vita alla sua essenza.
Fare un fuoco è un podcast e dimanare di Lucy scritto e condotto da me, Nicola la gioia.
Questa puntata è stata realizzata in collaborazione con BIM che distribuisce in Italia Emili,
il primo film biografico su Emili Bronti. Le musiche originale, il montaggio e il sound
design sono di Sharon DeLorean, la cura editoriale edigia da Arena e Lorenzo Grammatica. A venerdì prossima.
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