Daily Five: Abolita la povertà. Marina Militare contro barchini?
CNC Media 9/16/23 - Episode Page - 5m - PDF Transcript
È venerdì 15 settembre e sull'isola di Lampedusa l'emergenza Migranti, anche se di emergenza
forse non si dovrebbe più parlare da un pezzo, è ancora in corso. Tra lunedì e mercoledì
si sono registrati 10.000 nuovi arrivi che portano il totale dei migranti sbarcati in
Italia nel 2023 a 126.000. Siamo già oltre i 105.000 sbarcati in tutto il 2022, solo
che appunto quei 105.000 dell'anno scorso sbarcarono da gennaio al 31 dicembre, qui invece siamo
ancora a metà settembre, mancano ancora tre mesi e più e la stampa si chiede se il
2023 non sarà l'anno che supererà il record di 181.000 sbarchi in un anno del 2016, però
qui va ricordata una piccola differenza, cioè nel 2016 quando si ebbe questo sbarco, milioni
di siriani, libici, irakieni e non solo erano in fuga da Italia a gole dell'ISIS che misero
a ferre fuoco in quegli anni mezzo Medio Oriente e Nordafrica, mentre quest'anno tutto questo
non c'è. Secondo Frontex, l'aumento della pressione migratoria sulla rotta del Mediterraneo
centrale potrebbe persistere nei prossimi mesi e il motivo sta tutto lì in una risposta
cynicamente semplice e banale, l'economia di mercato e la libera concorrenza. I contrabbandieri
scrive Frontex, oggi offrono prezzi più bassi per i migranti in partenza dalla Libia
e dalla Tunisia in un contesto di forte concorrenza tra i gruppi criminali, insomma è un po' come
le compagnie aere, no? Abbassano il costo del biglietto per attrarre più passeggeri
e toglierli ai concorrenti, solo che qui non parliamo di passeggeri in procinto di volare
per una vacanza, ma di disperati costretti a sfidare il mare per sottrarse una sorte
possibile peggiore. Circa un terzo delle persone giunte via mare in Italia quest'anno arriva
dall'Africa, in particolare dalla Guinea, almeno 15.000 persone, 14.000 sono partite
dalla costa d'avorio e 11.000 dalla Tunisia, seguono Egitto, Bangladesh, Burkina Faso
e Pakistan. I minorenni non accompagnati sono stati 11.630. Bene, in tutto questo cosa sta
facendo il governo per risolvere la crisi in corso? Beh, per ora nulla, oggettivamente
nulla parte slogan, teorie del complotto come quelle della guerra di cui abbiamo parlato
ieri, e minacce di mezzi militari. Glieri il vicesecretario della Lega, Andrea Crippa,
ha apertamente criticato l'approccio troppo morbido dell'alleata e premier Giorgia Meloni
a questo problema sostenendo che la via diplomatica adottata dalla Presidente del Consiglio,
vedi gli accordi con la Tunisia, si è rivelata un fallimento. Oggi Salvini, per abbassare
la tensione innescata con fratelli d'Italia da questa dichiarazione, ha confermato pubblicamente
tutto il suo appoggio alle scelte di Giorgia Meloni, però ha aggiunto di non escludere
a questo punto l'impiego della marina militare. Insomma, si torna indietro di qualche anno
con le vecchie promesse da Pugno Duro che poi, nei fatti, ne funzionano, né si possono
attuare. Anche se nell'immaginario collettivo di tanti elettori di Matteo Salvini c'è questa
immagine di centinaia o migliaia di navi militari che potremmo portare a fare da una sorta di
muro tra l'Africa e l'Italia, la realtà è che se togliamo sottomarini e portarei l'Italia
a appena una quarantina di navi militari, peraltro già dislocati tutte nei vari porti
italiani o impegnate in altre missioni all'estero. Non si capisceubi quindi come possano anche volendo
e potendo queste poche navi bloccare l'afflusso di barchini dalla Tunisia e dalla Libbia, però ripeto,
anche volendo e potendo le navi militari non possono rispingere dei barchini sgangerati che si trovano
in mezzo al mare, perché significerebbe per lo Stato italiano, in particolare per la marina militare,
assumersi la responsabilità di condannare a quasi certa morte decine d'innocenti ogni volta.
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