Ma perché?: 96 | Ma perché quello in Emilia-Romagna non è maltempo?

Radio Deejay Radio Deejay 5/19/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript

Sono oltre dieci le vittime accertate in Emilia Romagna a causa dell'alluvione dei giorni

scorsi e sono circa 13.000 gli sfollati. Sono numeri che fanno davvero impressione. Non

è chiaro tra l'altro quale sia il numero dei dispersi e i soccorzi infatti continuano

senza sosta a cercarli.

Sui giornali sono comparsi video davvero impressionanti di strade crollate di persone

che nuotano nell'acqua con imbraccio i bambini e di altre che grida un aiuto. Ora, è fondamentale

tenere a mente una cosa. Quello che sta accadendo a faenza, bologna, Ferrara, Modena e addirittura

nelle Marche non è un evento sporadico, non è frutto della sfiga del momento che può

colpire un territorio piuttosto che un altro. L'alluvione in Emilia Romagna non è solo

maltempo. Ma perché? Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sa più di me,

provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma

perché? Parlarne credo sia importante, dicevo poco fa perché la consapevolezza è fondamentale.

Nasconderci ancora una volta dietro all'evento imprevedibile frutto della sfortuna non è

corretto sotto nessun punto di vista. Non aiuta le persone che oggi stanno vivendo questo

dramma e soprattutto non aiuta chi dovrebbe fare qualcosa. Perché la verità è che ciò

che possiamo fare oggi o domani non risolverà il problema. Non ci garantirà che queste cose

non accadranno più. Lo so che suona inutile forze ridirlo ma è così. Lo Stato di Emergenza

voluto giustamente dal ministro dell'ambiente della sicurezza energetica, Gilberto Picchetto

Fratin, aiuterà sicuramente a riportare l'ordine, a ripulire le strade dal fango, libererà

le case dall'acqua e renderà insomma più semplici tutte queste operazioni. Ma non impedirà

a nuove alluvioni, a nuovi eventi atmosferici estremi di colpire l'Italia. Perché no.

Quello di questi giorni in Emilia e nelle Marche non è solo maltempo. Ma perché? A rispondere

alla domanda di oggi è Nicola Slozzito, giornalista della stampa e autore della newsletter Il

Colore Verde. Questa è la risposta che mi ha mandato.

Non è maltempo innanzitutto perché maltempo, maldefiniscia una situazione così emergenziale

è riduttivo. E poi non è maltempo perché questa pioggia anche eccezionale non è comunque

spiegabile dalla semplice meteorologia. Bisogna far capire a tutti che in campo ci sono al

meno altri due fattori se non tre molto importanti di fronte a questo disastro. Uno è climatico.

I cambiamenti climatici causati dall'uomo intensificano, accelerano, rendono più

frequenti. Gli eventi meteo estremi possono essere questi. La siccità che abbiamo vissuto

fino a pochi mesi fa e le pioggie estreme dall'altra parte sono facce della stessa

medaglia. Il secondo tema invece è come costruiamo,

dove costruiamo, come trattiamo la natura, dove la confiniamo. Negli ultimi anni abbiamo

consumato una quantità spregiudicata di suolo, a volte anche sfociando nella bosivisme

di lizio, a volte semplicemente approvando piani di espansione di città o infrastrutture

industriali in punti dove la natura aveva bisogno di sfoghi. Tolti quegli sfoghi si

fa fatica. C'è poi il terzo tema in campo che è l'incuria,

la incapacità di gestire gli argini dei fiumi, letti dei fiumi, detriti che si sono

accumulati nell'alluvione di 15 giorni fa e poi durante tutta la stagione precedente.

Insomma non abbiamo fatto abbastanza attenzione, non abbiamo prevenuto il disastro. Tutto

questo, tutti questi tre fattori, cambiamento climatico, consumo di suolo e incuria, si

aggiungono, come dire, fanno da moltiplicatore in un territorio che è già fragile di suo.

L'Italia a livello di rischio ideologico è messa piuttosto male e il nostro compito

adesso è riconoscere tutte queste con cause, in particolare quella che sta aumentando di

più è quella del cambiamento climatico, riconoscerla e introdurla all'interno delle

nostre politiche di risposta perché se no continueremo a vedere tragedie così a piangere

i nostri morti e lamentarci che non si è fatto niente quando avevamo la possibilità

di fare qualcosa. Non dobbiamo solo mitigare gli effetti del cambiamento climatico ma

dobbiamo anche adattarci a un paese e a un mondo più invivibile, meno ospitale, quindi

fare qualcosa, davvero qualcosa di strutturale per fare in modo che l'acqua quando c'è

o quando non c'è, quando c'è ne troppo, quando c'è ne troppo poca non sia sempre

portatrice di apocalisse. Concludo il mio messaggio dicendo due cose intanto che mi scuso per

questa voce che ho un po' ferita e dall'altro mandando un forte forte abbraccio a tutte le

persone che vivono negli luoghi colpiti dall'alluvione e dai disastri di questi giorni.

Grazie a Nicola Slozzito. Il cambiamento climatico per quanto possa annoiare alcuni

perché si mi capita di parlare con persone che mi dicono ma basta che palle questo cambiamento

climatico. Capito però è così, c'è poco da fare. Lozzito lo ricordava poco fa molto

chiaramente. Il cambiamento climatico si farà sentire sempre di più. Il nostro tra l'altro

è ricordava sempre Lozzito, un paese che dal punto di vista idrogeologico è molto

fragile, vuol dire che agli eventi climatici estremi reagiremo peggio e che le nostre

città, le nostre campagne saranno meno al sicuro di altri luoghi del mondo. Anche qui

il PNR teoricamente dovrebbe prevedere dei fondi utili a risanare appunto questa fragilità

dell'Italia ma come abbiamo visto anche in altre puntate di ma perché non è semplice

iniziare i cantieri e mettere sostanzialmente soldi a terra. Io vi ringrazio per essere rimasti

con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a domani. Ciao!

Parage radioattivo alle iniezioni di plutonio sui soldati fino ad arrivare ad un esperimento

che ha dell'incredibile.

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L'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna ha già causato la morte di 9 persone. Gli sfollati sono invece 13 mila e dei dispersi non si ha ancora un numero preciso. Le immagini di questi giorni hanno avuto un forte impatto sull'opinione pubblica, ma se non indirizzati nella giusta direzione rischiano di essere fuorvianti: il disastro in corso in Emilia-Romagna non è causato dal maltempo. Ma perché? Ne parlo con Nicolas Lozito.

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