Ma perché?: 92 | Ma perché Putin sembra sempre più solo?
Radio Deejay 5/15/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript
Una vera guerra è stata scatenata contro la nostra madre patria.
Questa è una delle frasi centrali e tra l'altro, titolo di molti articoli pronunciata
dal presidente russo Vladimir Putin in occasione della giornata della vittoria contro il nazi
fascismo che ogni anno cade il 9 maggio, quindi stiamo parlando di qualche giorno fa.
La parata, però, quest'anno che si svolta ovviamente nella piazza rossa di Mosca era più
contenuta del solito, ecco chiaramente pese il conflitto in Ucraina. Le armi sono poche e
quelle rimaste servono al fronte, appunto. Symbolico è stato il carro armato in vecchio
e leggendario T-34 di epoca sovietica che ha sfilato da solo in mezzo alla piazza e anche
partecipanti internazionali erano pochi. A canto a Putin erano seduti pochi leader e tutti o quasi
di paesi dell'ex blocco sovietico, i presidenti di Kazakistan, Tajikistan, Armenia, Kyrgyzstan
e pochi altri. Putin è sembrato più solo del solito. Ma perché? Io sono Marco Maesano e ogni
giorno, a sé macchine sa più di me, provo a ripartire dalle basi per rispondere alla
domanda più semplice del mondo. Ma perché? Il conflitto va avanti da più di un anno.
Siamo alle porte pare di un'importante controffensiva da parte dell'esercito
Ucraino anche se questa è stata più volte ridimensionata nelle aspettative da numerosi
voci vicine al presidente Zelenski. Il ministro degli esteri Ucraino ha detto, per esempio,
che non si pensi che questa controffensiva sarà come l'ultima, riferendo sicuramente a quella
che possiamo definire, clamorosa serie di riconquiste da parte dell'esercito Ucraino
avvenute del periodo settembre e dicembre dell'anno scorso. E poi Kuleba anche aggiunto,
questa controffensiva potrebbe non essere l'ultima. Le notizie che arrivano dal fronte parlano di fatti
di un avanzata Ucraina nella città di Bakhmut, città divenuta insomma a grado un simbolo della
guerra in questa sua fase. La Russia, al contrario, sembra avere numerosi problemi. L'eliti interne è
come quella tra Prigogin capo della Wagner e Shoigu, ministro della difesa russo, ne sono in
qualche modo la prova. La parata dello scorso 9 maggio ha poi reso in un qualche modo, come dire,
tangibile le difficoltà russe. Eravamo abituati a celebrazioni maestose con una piazza rossa
piena di armi, veicoli militari, soldati e soprattutto di ospiti internazionali. Negli anni un
po' tutti sono passati di lì. Netanyahu, l'ex-secretario generale del lono Ban Ki-moon e nel
2015 anche il nostro ex-ministro degli esteri Paolo Gentiloni. Ma i tempi sono cambiati. Putin,
oggi, sembra davvero più solo. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è il professor
Gianluca Pastori, professore associato di Storia delle relazioni politiche dell'Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Questa è la risposta che mi ha mandato.
Sarebbe facile rispondere che Putin sembra sempre più solo perché è sempre più solo. Però è il
caso di considerare questa risposta più una battuta che una risposta seria. Sicuramente il
vertice politico russo è sempre più diviso. Ancora più sembrano divisi i vertici delle
forze armate russe. Il fatto che ci siano stati negli scorsi mesi numerosi cambiamenti appunto
proprio al vertice delle forze armate sia sul campo che negli uffici è indicativo di questo
fatto. Ci sono visioni diverse su come la guerra deve essere condotta. Ci sono visioni diverse di
come la guerra dovrebbe terminare, di quale dovrebbe essere il suo rieszo. Questo stato di cose
contribuisci a fare di Putin una figura isolata. Anche perché chiaramente il fatto che le operazioni
militari non stiano andando come era stato previsto non ci sia stato il successo rapido che tutti
siano aspettati che tutti si aspettavano all'inizio dell'invasione a delle ricadute e a degli effetti
anche sul piano politico. Come abbiamo detto non sarebbe però preciso pensare che Putin sia
veramente e solamente isolato. Pensiamo ad esempio alla situazione internazionale. La condanna
dell'invasione russa è molto meno generalizzata di quanto saremmo portati a pensare. Un certo
numero di paesi continua ancora a non esprimersi, a non prendere posizioni riguardo all'invasione.
Non si tratta soltanto dell'India o della Cina. Poche settimane fa l'Assemblea generale
delle Nazioni Unite ha votato una risoluzione che a un anno dall'invasione chiedeva nuovamente
alle truppe rosse di ritirarsi dall'Ucraina ed evacuare i territori occupati. Questa risoluzione
è stata approvata con una larga maggioranza ma ci sono stati anche più di 30 astenuti.
Se vogliamo è un modo per dire che una parte importante della comunità internazionale,
se proprio non approva quello che la Russia ha fatto, in qualche modo non approva neanche il
modo in cui l'Occidente sta gestendo la crisi o la coalizione antirussa sta gestendo la crisi.
E questo è un passaggio importante. È qualcosa che dimostra che alla fine Vladimir Putin non
è poi isolato così come sembra. Grazie a Professor Gianluca Pastori, come dire,
a occhio Putin sembrerebbe circondato, sembrerebbe più solo e certamente in parte è così, è più
debole di ieri e meno in grado di pesare per esempio nelle decisioni dei suoi alleati. Ma è
comunque il Presidente di una Nazione che difficilmente rinuncerà a far sentire la propria voce.
Non mollerà, come dire, così da un giorno all'altro. Celebre a riguardo è la frase che pronuncio
Stalin. Nell'armata sovietica ci vuole più coraggio a ritirarsi che ad avanzare.
Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a domani. Ciao!
Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maesano. Riprese e montaggio Giulio Rondolotti,
musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi,
responsabile di produzione Denny Stucchi. Una produzione One Podcast.
Stati Uniti, anni 50, siamo in piena guerra fredda. Il governo americano è disposto a tutto
per dibattere il nemico, dagli esperimenti con il porridge radioattivo, alle iniezioni di
plutonio sui soldati, fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile.
Operazione Midnight Climax, il bordello psichedelico della CIA. Lo puoi ascoltare sull'app di One
Podcast e su tutte le principali piattaforme. Una produzione dream and dream per One Podcast.
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Il 9 maggio di ogni anno la Russia festeggia la Giornata della Vittoria sul nazifascismo. Lo fa da sempre con una parata militare a cui chiaramente il presidente non manca mai. Quest'anno però i festeggiamenti sono apparsi più contenuti. Pochi i veicoli militari e soprattutto pochi i leader internazionali seduti accanto a Vladimir Putin. Quest'ultimo sembra essere sempre più solo. Ma perché? Ne parlo con il prof. Gianluca Pastori.
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