Ma perché?: 89 | Ma perché il governo vuole cambiare la Costituzione?

Radio Deejay Radio Deejay 5/11/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

Quella delle riforme costituzionali è un po' il pallino di ogni governo forte o che

si sente forte. I tentativi sono stati diversi nella storia. La prima bicameral è nata per

modificare la Costituzione, ovvero la Commissione parlamentare che riunisce wa unisce, sostanzialmente

camera e senato, è del 1983. La seconda è del 1992 e poi ce n'è un'ultima del 1997.

Tre tentativi falliti. Tentativi più timidi di riforma, poi ci sono stati, e alcune modifiche reali

alla nostra carta sono stati di fatto apportate. L'ultimo più celebre è stato quello dell'ex Presidente

del Consiglio Matteo Renzi nel 2016. La legge di modifica non passò, referendum

confermativo e Renzi si dimise. La sensazione è che mettere mano alla Costituzione sia quasi

un pericolo per chi ci prova, eppure l'attuale Presidente Giorgia Meloni sembra essere intenzionata

comunque a riformare la Costituzione. Ma perché?

La Costituzione italiana è rigida, vuol dire che modificarla è complicato, non basta una

legge ordinaria, non è quindi sufficiente la provazione come si fa normalmente con una legge

che richiede una maggioranza semplice delle due camere. Serve una procedura di revisione

che necessita però di una maggioranza molto più ampia e alcune volte come sappiamo serve

addirittura un referendum popolare confermativo prima che si possa procedere alla modifica

reale della Costituzione. Il motivo per cui la nostra carta è appunto rigida risiede

nell'intenzione di chi la scritta e quindi i nostri padri costituenti di evitare modifiche

che potessero in qualche modo portare o fartornare indietro il nostro Paese ad un regime.

L'Assemblia Costituente ricordiamocelo ed è degli anni subito successivi alla Seconda

Guerra Mondiale e quel timore era presente nelle menti di tutti, quindi anche dei nostri

padri costituenti.

Alcune parti della Costituzione poi pensate sono addirittura immodificabili. L'articolo

139 è esplicito, dice che la forma republicana non può essere oggetto di revisione costituzionale,

vuol dire che appunto la Repubblica è qui per rimanere, non si tocca. Ecco, questo non

vuol dire che alcune parti non potrebbero, forse dovrebbero chissà addirittura essere

riviste, perché magari datate sotto alcuni punti di vista. Renzi aveva provato appunto

prima lo citavo a ridimensionare per esempio le funzioni del Senato e ad abolire lo Knell,

il meraviglioso Knell. Ma come sappiamo appunto non c'è mai riuscito né lui né altri. Ecco,

nonostante queste difficoltà, Meloni sembra voler tirare dritto a riformare alcune parti

della nostra Costituzione. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è Luca Bianco,

giornalista politico economico di Affington Post Italia. Questa è la risposta che mi ha mandato.

Guarda Marco, la risposta la troviamo sul sito ufficiale del governo italiano. In 77 anni di

storia republicana ci sono stati quasi 70 governi. Quello guidato dalla Meloni è il numero 68.

Facendo due calcoli, stiamo parlando di esecutivi che in media durano poco più di un anno.

Ecco, è questo l'argomento che Meloni pone alla base della sua intenzione di cambiare la

Costituzione. È quello che ha detto anche durante le consultazioni con i partiti di opposizione.

Secondo il suo ragionamento, se l'Italia non riuscirà a risolvere il problema dell'instabilità dei

suoi governi, allora farà sempre fatica ad affrontare problemi di ampio respiro. Cioè questioni

che vanno risolte con interventi politici strutturati di lungo periodo. Gli esempi sono

tanti e ne abbiamo parlato anche in questo podcast dall'immigrazione al PNRR. Ora,

questa diagnose condivisa da molti esperti e anche da politici di opposti schieramenti.

Tutta altra storia, però, sono le soluzioni. Meloni in questi giorni sta accelerando sulle

riforme costituzionali perché ricorda tutti come queste siano dentro il programma con

cui il centro-destra si è presentato e attrionfato le elezioni del settembre 2022. Andando a leggerlo,

si nota un'unica vera proposta al riguardo, l'elezione diretta del Presidente della Repubblica.

Detta così, sembra un progetto molto chiaro, ma in realtà una proposta del genere lascia

spazio a diverse interpretazioni. Si può leggere direttamente il capo dello Stato,

di modo che diventi anche capo del governo, come avviene nel presidenzialismo all'americana.

Si può leggere il Presidente della Repubblica che poi soltanto nomina un primo ministro.

E questo è semipresidenzialismo alla francese. Insomma, sul tavolo delle riforme che la Meloni

avviato con le opposizioni possono esserci diverse proposte. Presidenzialismo, semipresidenzialismo,

ma anche il premierato, cioè tenere tutto così come. Compreso il Presidente della Repubblica,

ma fare leggere direttamente dei cittadini il Presidente del Consiglio per dargli

maggiore legittimità e dunque maggiore forza politica. Un'idea che piace anche a parte

dell'opposizione, nello specifico al terzo polo di calender Renzi. Un'intesa, quella con le

opposizioni, che la Meloni cercherà in tutti i modi per una semplice ragione. Sabbenissimo che

coloro che tentarono una riforma del genere prima di lei, e mi riferisco a Berlusconi nel

2005, a Renzi nel 2016, fallirono alla prova del referendum costituzionale. Quell'elezione,

quella tornata elettorale in cui i rettori devono dire sì oppure no alla revisione della carta.

Perché in Italia, come in altri paesi, per cambiare le regole del gioco,

puoi anche farlo con una maggioranza di parte in Parlamento. Ma se poi vuoi andare a

vincere il referendum, c'è bisogno di trovare un accordo almeno con una parte delle opposizioni.

Ed ecco, spiegato perché Meloni, nel portare avanti questa riforma, si sta confrontando anche con le

opposizioni. Grazie a Luca Bianco. Vedremo come andrà a finire. Due giorni fa, Meloni ha incontrato

le opposizioni, alcuni come il terzo polo, che diciamo non esiste più in senso stretto,

ma insomma Renzi e Calende non qualche modo hanno detto ci siamo disponibili a collaborare.

Schlein e Conte, seppure con sensibilità diverse, hanno invece rimandato questa richiesta di

collaborazione al mittente. Vedremo sicuramente presto cosa accadrà. Io vi ringrazio per essere

rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a domani. Ciao!

Comprimenti con il porridge radioattivo alle iniezioni di plutonio sui soldati fino ad arrivare ad un

esperimento che ha dell'incredibile. Operazione Midnight Climax, il bordello

psichedelico della CIA. Lo puoi ascoltare sull'app di One Podcast e su tutte le principali

piattaforme. Una produzione dream and dream per One Podcast.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Cambiare la Costituzione è stato l'obiettivo di numerosi governi. Quasi tutti non ci sono riusciti davvero, se non solo in parte. E soprattutto quasi tutti non hanno avuto vita lunga dopo averci provato. Eppure l'attuale presidente del consiglio Giorgia Meloni sembra essere intenzionata ad andare avanti. Il Governo vuol cambiare la Costituzione. Ma perché? Ne parlo con Luca Bianco.

See omnystudio.com/listener for privacy information.