Ma perché?: 88 | Ma perché la siccità NON è un'emergenza?

Radio Deejay Radio Deejay 5/10/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

L'Italia ha un commissario straordinario per affrontare l'emergenza siccita, sapete

come si chiama?

Si chiama Nicola dell'acqua, eh io lo so, è incredibile, la strategia almeno a quanto

dichiarato sarà quella di partire acquistando ciò che non abbiamo sostanzialmente, quindi

i dissalatori sembrano essere come dire la nuova infrastruttura fondamentale per provare

a mitigare gli effetti disastrosi della siccita.

Ora, al di là del come, la prima mossa da fare sempre per curare una malattia è diagnosticarla

e riconoscere di averla.

Ecco, questa conservevolezza non sembra ancora del tutto esserci, non la riconosciamo, e

pure i dati parlano chiaro, la siccita del nostro paese non è più un'emergenza, è

sistemica.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, assia macchine sapi di me, provo a ripartire dalle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo, ma perché?

Secondo il consiglio nazionale delle ricerche, una percentuale fra il 6 e il 15 per cento

della popolazione italiana vive ormai in territori esposti ad una siccita severa o

estrema.

Questo vuol dire sostanzialmente che domani e in parte già oggi accade l'acqua potrebbe

non essere più quel bene di cui abbiamo sempre disposto in quantità ogni volta che abbiamo

voluto.

Ecco, sono già infatti molti comuni, specialmente nel nord-ovest, quest'anno che ha patito

veramente la siccita, che sono stati costretti a razionare appunto l'acqua.

Il PNR dovrà essere speso in parte anche per contrastare questo fenomeno con la costruzione

di imbasi e, per esempio, con la manutenzione straordinaria delle reti idriche che, voi

sapete, perdono un sacco d'acqua potabile lungo il loro percorso.

Ciò che però tutti intanto dobbiamo capire è che la siccita non è un'emergenza di

oggi, ma un fenomeno sistémico a cui dovremo per forza di cose abituarci.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Nicola Slozzito, giornalista della stampa, autore

del podcast Verde Speranza e autore della newsletter Il Colore Verde, questa è la risposta che

mi ha mandato.

Non è un problema temporaneo perché il clima nel nostro Paese, così come in tutta l'Europa,

in particolare l'Europa del Sud è già cambiato.

Negli ultimi due anni è più vuto in Italia, molto meno della media, nel 2022 per dire

alcuni numeri, all'incirca il 50% in meno rispetto alla media storica nel 2003, addirittura

meno 60% e sono tutte e due stime al ribasso.

Ha nevicato anche meno del solito, il livello delle nevi sulle nostre montagne, a inizio

aprile era più basso del 64% rispetto alla media, secondo i dati della fondazione CIMA

che fa queste analisi d'anni, hanno spiegato che di solito questo livello di neve lo ritroviamo

non ad aprile, bensì in estate a giugno a luglio.

Se ne vica poco d'inverno, se ne accumula poca di neve in montagna, significa che poi

in primavera ed estate c'è meno ghiaccio che si scioglie e che quindi arriva a valle.

Ed è vero direte voi, cavolo ha piovuto tutto il weekend del primo maggio, come è possibile

che parliamo ancora di siccità?

Beh, ecco perché nonostante quelle pioge per recuperare più di mille giorni di piovosità

sotto la media, per tutta la primavera avremo dovuto avere un giorno ogn' due di pioggia

regolare.

La siccità è quindi un'emergenza, però è anche una situazione che vivremo sempre di

più nei prossimi anni, una sorta di costante, questo a causa del cambiamento climatico

che è un po' come quei maggior domi dei gialli degli anni 80, c'entra sempre, a due principali

vie di influenzare il nostro clima, da una parte aumenta la temperatura che è già aumentata

di 1,1 gradi in media rispetto al periodo preindustrialo, ovvero prima dell'800 e in

particolare influenza al Mediterraneo, scaldandolo ancora di più è un hotspot del cambiamento

climatico.

Alta temperatura non significa solo siccità perché nel ciclo dell'acqua una temperatura

più alta dell'atmosfera significa evaporazione più rapida delle risorse idriche, quindi

formazione di nubi più veloce e quindi piogge più concentrate e intense.

L'altra faccia del cambiamento climatico riguarda le correnti atmosferiche, quindi

ci vorrebbe un libro intero per spiegarlo ma la faccio rapida.

Se ti ricordi fino a qualche anno fa nelle previsioni del meteo si sentiva sempre parlare

di anticiclone delle azzorre, una corrente che veniva da ove, sportava temperature stabili,

miti ecc.

Oggi sentiamo sempre parlare di anticiclone africano, il caldo ora arriva maggiormente

da sud dall'Africa è più feroce e l'alta pressione rimane più a lungo causando appunto

elasticità.

Il meteo è diverso dal clima, potrebbe essere che avremo dei periodi dove la pioggia tornerà

a livelli ottimali, addirittura ce ne sarà troppa, ma purtroppo la tendenza va in questa

direzione, la direzione è di un crescente stress idrico.

Secondo l'associazione dei consorzi per la gestione delle acque del nostro territorio,

uno degli enti più esperti sul tema, negli ultimi 30 anni è caduta il 18% in meno di

pioggia rispetto al 30% precedente, 18% in meno.

L'ultimissima cosa che però voglio dire che è importante capire che non è solo un

dramma, non è solo devastazione apocalittica, ci sono strade per invertire la tendenza,

intanto combattendo le cause del cambiamento climatico, quindi riducendo le mischie di

gasserra banalmente e dall'altra gestendo meglio l'acqua che abbiamo, finora non abbiamo

fatto molto, prendrambe le cose, adesso siamo costretti a correre davvero, ma la strada

è tracciata.

Stati Uniti, anni 50, siamo in piena guerra fredda, il governo americano è disposto a

tutto per dibattere il nemico, dagli esperimenti con il porridge radioattivo, alle ignizioni

di plutonio sui soldati, fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile.

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In Italia continuiamo purtroppo ad affrontare il problema della siccità con un atteggiamento emergenziale: Nominiamo un commissario speciale pensando che questo possa porre dei rimedi a breve termine alla mancanza d'acqua. Non è così. La siccità nel nostro paese è ormai sistemica. Ma perché? Ne parlo con Nicolas Lozito

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