Ma perché?: 87 | Ma perché Carlo Cottarelli si è dimesso?

Radio Deejay Radio Deejay 5/9/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript

Carlo Cottarelli, noto economista e addirittura ricorderete presidente del Consiglio incaricato

da Mattarella nel 2018, poi diventerà premiera al suo posto lo stesso anno, Giuseppe Conte,

aveva ottenuto un seggio da senatore tra le fila del PD alle ultime elezioni politiche

del 2022. Aveva perché pochi mesi dopo, due giorni fa, neppure devo dire il tempo per

ambientarsi realmente e lo stesso ha annunciato l'intenzione di volerci diventere. Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire dalle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?

Carlo Cottarelli non è uno qualunque, è prima di tutto un economista e un professore tirato più

volte per la giacchetta dalla politica italiana. La prima volta, come ha detto alla spending review,

ve la ricordate? Lui il piano di risparmio, quei tagli le aveva anche presentati,

ma ai politici di allora evidentemente, di perdere voti, appunto con quei tagli non piaceva

molto. Siamo anche si faccia una cosa giusta e punto. No, questa deve essere anche politicamente

sostenibile, guai a perdere consenzi. Comunque, Cottarelli poi ha lavorato per molto tempo come

direttore esecutivo nel board del Fondo Monetario Internazionale e poi è anche, come dire, una

di quelle facce che danni, vediamo parlare nel talk show, dando insomma dimostrazione che un po'

l'ambiente politico non gli dispiacesse. Ecco, infatti, alle lezioni politiche dell'anno scorso

si è candidato con il PD e ha anche ottenuto un posto al Senato. Due giorni fa arriva però la

dichiarazione scioccante. Carlo Cottarelli ha annunciato di volersi dimettere. Ma perché? A

rispondere alla domanda di oggi è Alfonso Raimo, capo della redazione politica dell'agenzia Dire,

collaboratore di Affington Post e segretario dell'Associazione Nazionale Stampa Parlamentare.

Questa è la risposta che mi ha mandato. 69 anni economista, già dirigente del Fondo Monetario

Internazionale e poi direttore dell'Osservatorio Conti Pubblici italiani, Carlo Cottarelli,

con le sue annunciate per il momento di missioni dal Senato, riapre il dibattito interno al

Partito Democratico su quanto sia di sinistra dopo le lezioni di Alice Line Secretaria e quanto per

questo sia indigeribile per così dire ai liberali e ai moderati. Lo stesso Cottarelli ha detto di

trovarsi a disagio in questo PD su una serie di questioni accitato il merito, il jobsact,

l'accise sui carburanti, termologizzatori, l'utero in affitto, diverse tematiche che

Alice Line ha affrontato in un modo più radicale e che dal suo punto di vista il punto di vista di

un liberale insomma sono rappresentano delle posizioni inacettabili. Si riapre quello che

io chiamo il disagismo, cioè nel Partito Democratico i moderati esprimono la loro insofferenza per

questa linea più spostata a sinistra e al momento l'hanno fatto in cinque perché ricordiamo il

popolare Fioroni, poi Marcucci, Andrea Marcucci l'ex capo gruppo che è andato con Italia Viva,

poi di recente Enrico Borghi, membro del copasir, senatore anche lui, anche lui con Italia Viva,

poi Chinnisci in Europa, Caterina Chinnisci in Europa che è andata invece con Forza Italia e

quindi Cottarelli. Hanno gioco facile quindi i moderati come Lorenzo Guerini ex capo della

corrente base riformista che racgruppa gli ex serenziani a reclamare maggiore rappresentanza

all'interno del partito a chiedere che Alice Line rispetti maggiormente il pluralismo e

tuttavia volevo segnalare che Cottarelli, lasciando il Partito Democratico, ha condiviso per così

dire la impostazione di Alice Line perché ha detto io non sono d'accordo con le sue idee ma

lei fa bene a portarlo più a sinistra perché è stata eletta sulla base di una piattaforma che

chiede proprio questo e quello che chiedono gli elettori. Quindi paradossalmente Cottarelli

mentre dice di essere a disagio non più di troppo di sinistra però giudica positiva

l'azione dell'Ace Line che porta più a sinistra il Partito Democratico. Questo è singolare anche

perché dovremmo tener conto secondo me che i rapporti di Cottarelli con Matteo Renzi non sono

stati di liaci quando era commissario alla spending review a Palazzo Chigi fu per così dire

scaricato dalla loro Premier Renzi il quale non sopportava di avere qualcuno che gli controllasse

la spesa pubblica e anche di recente Cottarelli ha molto criticato la scelta di Renzi di andare per

esempio in Arabia Saudita a tenere dei conveni ha detto questo accade perché i parlamentari

considerano il loro mandato quasi un impiego part time. Insomma Renzi adesso esulta dicendo il PD

Diceline perde pezzi ma una delle considerazioni da fare che se Cottarelli esce dal PD Diceline non

entra nel terzo polo dove troverebbe il Senato proprio Matteo Renzi. Grazie ad Alfonso Raimo

dunque perché un Senatore si possa dimettere questo meritadirlo bisogna votare e le votazioni

in questo caso si fanno ovviamente al Senato e sono a scrutinio segreto lo stesso Cottarelli a che

tempo che fa trasmissione in cui ha annunciato le sue intenzioni di volersi dimettere ha detto

che di prassi il Senato rigetta la prima volta le dimissioni insegno di cortesia nei confronti

del dimissionare non si capisce specia quale sia la cortesia comunque insomma bisognerà

vedere quindi se il Senato a un certo punto si deciderà immagino di si ad accedere le dimissioni di

Cottarelli io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a domani ciao

ma perché è un podcast scritto da me marco maisano riprese e montaggio giulio rondolotti musici

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Carlo Cottarelli, economista e non solo - addirittura incaricato Presidente del consiglio da Mattarella nel 2018 - alle ultime elezioni politiche del 2022 ha ottenuto tra le fila del PD un seggio al senato. Bene, due giorni fa, neppure il tempo di ambientarsi, che lo stesso ha dichiarato di volersi dimettere. Ma perché? Ne parlo con Alfonso Raimo.

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