Ma perché?: 86 | Ma perché il governo ha abolito il reddito di cittadinanza?

Radio Deejay Radio Deejay 5/8/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript

Ve lo ricordate l'ex ministro Luigi Di Maio ha facciato al balcone di Palazzo Chigi

che saltava di gioia con i pugni alzati in cielo in gesto no di vittoria? Bene, era

il 2018 e governo di cui Di Maio era appunto ministro del lavoro e dello sviluppo economico

aveva appena provato i fondi necessari per il reddito di cittadinanza. Abbiamo abolito

la povertà. Questa è stata la frase, l'uscita un po' goffa e strampalata dell'allora ministro

perché come sappiamo la povertà non è stata assolutamente abolita. Infatti sulle prime

il reddito di cittadinanza divide in maniera netta quelli favorevoli alla norma rispetto

a quelli contrari. Anche da sinistra allora arrivavano critiche a questa nuova norma di

sostegno alla povertà. Norma che però si è rivelata utile in molti casi, seppure

sempre con aspetti da sistemare e di rivedere, però tutto sommato ha dato una mano a tanti.

Bene, il governo Meloni, come aveva già annunciato di fare, ha abolito il reddito di cittadinanza.

Ma perché? Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine

sa più di me, provo a ripartire delle basi per rispondere alla domanda più semplice

del mondo. Ma perché? Il tema è delicato. I soldi sono pubblici, questo è vero, ma

lo è anche l'interesse a fare in modo che una fascia della popolazione, come dire, con

meno privilegi possa avere in un qualche modo accesso ai soldi per campare. Ecco, il reddito

forse male, forse non sempre in maniera trasparente, aveva questa funzione. E ammettiamolo, sono

milioni le persone che hanno beneficiato di questi soldi legittimamente e che oggi quei

soldi improvvisamente non li avranno più. Il governo Meloni infatti ha smantellato

il reddito di cittadinanza. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è Carmelo

Lamanna, avvocato e fondatore di Economia in 10 secondi. Questa è la risposta che mi

è mandato. Il governo Meloni ha deciso di abolire reddito

di cittadinanza a partire dal 1 gennaio 2024 fondamentalmente per una questione puramente

economica. Questa misura è costata tantissimo negli anni alle casse dello satitaliano. Secondi

da Teams, solo nel 2021 circa 9 miliardi di euro, una misura che è convolto due milioni

di famiglie. Per questo motivo, il 1 gennaio 2024 verrà sostituito da una nuova misura

di lotta alla povertà, l'assegno di inclusione. Se i requisiti principali per accedere non

cambieranno, quindi il imperiore a 9.360 euro, reddito familiare anno, imperiore assimila

euro, moltiplicato per la scala di equivalenza, cambierà tra i criteri fondamentali solo

alla residence in Italia che passerà da 10 a 5 anni. La differenza sostanziale con

reddito di cittadinanza è che l'assegno di inclusione potrà essere richiesto solo da

famiglie con overtessanta, con disabbili o con minorenni. Le seranno fuori i perceptori

di reddito di cittadinanza considerati occupabili, quindi 3.18 e 59 anni, secondo l'estime del

governo circa 404.000 famiglie. Il beneficio sarà fino a 6.000 euro l'anno, quindi 500

euro al mese, a cui aggiungere però un contributo per l'affitto di 280 euro al mese. Il beneficio

potrà essere rogato per un massimo di 18 mesi, poi dopo un mese di sop potrà essere

rinnovata per ulteriori 12 mesi. Una novità contenuta nell'ultima bozza del decreto legge

1 maggio riguarda l'offerta di lavoro rifiutata che fa perdere il sussidio. Il componente

dell'uncle familiare, quindi, idone a lavorare, è tenuto ad accettare un rapporto a tempo

indeterminato o a termine di durata superiore a 12 mesi in tutta Italia, oppure ad accettare

un'offerta a termine se il luogo di lavoro è a meno di 80 chilometri da casa. Nella

bozza contenuta un ulteriore modifica che consiste in una sorta di punteggio fino al

massimo di 2.2 che farà crescere il beneficio quando più è numeroso la famiglia oppure

più critica la situazione. Questa nuova misura, secondo sempre l'estime del governo,

emitterà un risparmio nel 2024 di circa 2 miliardi di euro.

Grazie a Carmelo Lamanna. I dati sono sempre precisi in un qualche modo, dipenderà chiaramente

da come verranno letti e interpretati ma arriveranno quei dati. Non tra molto tempo scopriremo se

la scelta di meloni ed il suo governo sia stata quella giusta. Ripeto, non è detto

che il reddito di cittadinanza sia la cosa migliore, però ecco, in un momento di incertezza

come questo, l'innalzamento importante dei prezzi delle cose, abbiamo visto che, se

dimana scorsa di inflazione e tornata a salire, togliere una norma che quanto meno tappavano

dei buchi e conteneva alcune sacche di povertà sembrava, come dire, una cosa saggia.

E in fondo a tutto questo, diciamolo, fa anche strano, se non ridere, vedere alcuni

ex-ministri, non faccio nome anzi sì, Matteo Salvini, esultare per l'abolizione di una

norma, allo stesso modo esatto in cui aveva esultato quando era stata approvata pochi anni

prima, perché nel 2018, nel governo assieme a Di Maio, c'era pure lui.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi, spero di avervi dato una mano a

capire qualcosa in più e come sempre vi do appuntamento a domani. Ciao!

Stati Uniti, anni 50, siamo in piena guerra fredda, il governo americano è disposto a

tutto per dibattere il nemico, dagli esperimenti con il porridge radioattivo, alle iniezioni

di plutonio sui soldati, fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile.

Operazione Midnight Climax, il bordello psichedelico della CIA, lo puoi ascoltare sull'app di One

Podcast e su tutte le principali piattaforme, una produzione Dream and Dream per One Podcast.

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Il 2019 è stato l'anno del reddito di cittadinanza. Il

governo guidato da Giuseppe Conte e sostenuto dal Movimento cinque stelle e dalla Lega ha sostenuto e poi introdotto il famoso sostegno economico per milioni di cittadini e famiglie. Oggi, nel 2023, il governo è cambiato, la presidente del consiglio è Giorgia Meloni, e a quella norma di sostegno non ci crede. Il centro destra ha abolito il reddito di cittadinanza. Ma perché? Ne parlo con Carmelo La Manna.

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