Ma perché?: 81 | Ma perché Meloni ha (molto) bisogno di Berlusconi?

Radio Deejay Radio Deejay 5/2/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

La politica è per lo più fatta di ciò che non si vede.

Ora, questa, lo so, sembra una frase effetto riuscita male, ma io non volevo infatti impressionare

nessuno, ma solo sottolineare che, appunto, non tutto ciò che si vede corrisponde poi,

come dire, ad una priorità nella mente dei leader politici, comprese le polemiche che

molto spesso in realtà ci distraggono da una lettura più puntuale dei fatti.

Ora, la puntata di oggi ci tengo a dirlo, non vuole essere la rivelazione di niente,

ma sottolineare un aspetto, appunto, della vita politica di cui molti parlano, soprattutto

tra gli addetti lavori, ma che non sembra essere diventato di interesse comune per tutti gli

altri.

Ecco, riguardano le prossime elezioni europee fissate per la primavera del 2024.

Per quella data, la Presidente Meloni ha molto bisogno di Silvio Berlusconi.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire dalle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Se ne parla, dicevo ma non troppo, le elezioni europee della primavera prossima sono, come

dire, percepite come lontane, anche se poi lontane in realtà non sono perché un anno

passa molto in fretta.

Qui da noi, tra l'altro, la percezione di quanto siano importanti e fondamentali le elezioni

europee non c'è, ma noi sembrano appunto elezioni di altre in un qualche modo, mentre

in realtà, leggendo il nuovo Parlamento europeo, che è quello che faremo appunto

nella primavera prossima, noi andiamo in qualche modo a eleggere, anche se non direttamente,

la Commissione europea.

Ora, tutto questo discorso che può sembrare, come dire, inutile forse lo è, ma in realtà

serve per arrivare preparati tra virgolette alla risposta che ascolterete tra poco.

La domanda di oggi riguarda il rapporto tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

e Silvio Berlusconi.

E la prima ha molto bisogno del secondo alle prossime elezioni europee.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Luca Bianco, giornalista politico economico di

Affington Post Italia.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

Marco, ti invito a fare un gioco, una simulazione, pensa che cosa significherebbe per Giorgia

Meloni avere nella vita quotidiana del suo governo una Commissione europea alleata, cioè

dello stesso codore politico.

Chiariamoci, non verrebbero risolti come per magia tutti i problemi, ma la strada per

Meloni sarebbe decisamente più indiscesa.

Ecco, pensare ad una Commissione europea alleata del centrodestra italiano, in realtà, non

è esattamente un gioco.

Corrisponde precisamente alla strategia che Giorgia Meloni vuole mettere in campo da qui

al maggio 2024, una data cerchiata in rosso sul suo calendario.

Era data delle prossime elezioni europee, cioè quando rinnoveremo i membri del Parlamento

europeo.

Perché è una data così importante per il nostro governo?

E perché Berlusconi, e arrivò alla tua domanda, è così fondamentale nella strategia della

Premier?

Prendiamo come esempio una delle grandi sfide esistenziali che il governo sta affrontando

in questa fase, cioè l'attuazione del PNR, di cui abbiamo già parlato anche a ma perché

nella puntata del 31 di marzo.

È vero, per mettere a terra i quasi 191 miliardi europei dobbiamo prima di tutto essere bravi

noi, non c'è dubbio.

Ma avere una sponda, un alleato, su a Bruxelles può cambiare le carte in tavola.

Pensiamo alla remodurazione del piano, Meloni vuole rivedere alcuni progetti diventati

troppo costosi, ma non può farlo senza il via libera della Commissione, aiuterebbe molto

averne una amica.

E l'attuale Commissione non lo è, stiamo parlando della Commissione di Ursula von der

Leyen, che si regge su una maggioranza di larghe intese, cioè centro destra e centro

sinistra.

Partito popolare europeo è partito dei socialisti europei, è un po' come se il governo dell'Europa,

per fare un paragon italiano, ci fosse una strana alleanza targata a Partito Democratico

e Forza Italia.

A Meloni invece servirebbe una Commissione più vicina a livello ideologico.

Una Commissione attrazione conservatrice di destra, e questo è il suo grande obiettivo,

convincere il Partito Popolare Europeo, cioè il centro destra moderato ed europeista, a

mollare i socialisti, cioè il centro sinistra, per unirsi in un'unica alleanza al Partito

Europeo dei conservatori, di cui tra l'altro Meloni è presidente e principale esponente

politico-livello continentale.

Insomma, il grande disegno della premiera è Trion Farra, le prossime elezioni europee,

maggio 2024, e rovesciare così l'attuale coalizione di governo a Bruxelles per instaurare

una nuova maggioranza, che ricalchi esattamente quella che ha il governo in Italia, un centro

destra moderato ed europeista, unito a una destra più sovranista e conservatrice, tradotto

da una parte Forza Italia dall'altra lega a fratelli d'Italia.

Ed ecco che intre in gioco Silvio Berlusconi, il cavaliere lo sappiamo è il leader di un

partito che in Italia vale meno del 8%, in Europa però è come se i rapporti di Forza

fossero invertiti, con Forza Italia che fa la parte del Leone, in quanto unico membro

italiano del Partito Popolare Europeo, cioè quel partito che sarà centrale in ogni possibile

combinazione di governo dell'Unione Europea dopo il 2024, la Commissione europea che

succederà quella di Fonder Lion, per intenderci, sarà inevitabilmente sostenuta dai popolari,

cioè da Forza Italia.

Ora bisogna capire se i popolari sono disposti ad un'alleanza con i conservatori o se preferiscono

rimanere nell'attuale assetto in alleanza con i social democratici, al momento il partito

è spaccato tra queste due opzioni.

Berlusconi era via di Meloni per blindare la futura alleanza tra conservatori e popolari,

ecco perché deve rimanere in buona salute e soprattutto Forza Italia deve rimanere in

piedi, deve continuare a desistere, altrimenti Meloni perderà quella speranza di potersi

alliare con i popolari l'anno prossimo.

L'idea che gira in questi giorni a Bruxelles tra l'altro è quella di candidare alla

guida della Commissione per conto di questa nuova alleanza, l'attuale presidente del

Parlamento europeo, la nazionalista maltese Roberta Mezzola.

Certo, Marco, tu mi dirai, è un po' presto per capire chi governerà l'Europa tra

un anno.

Hai assolutamente ragione, ma la partita di Giorgia Meloni, che ha bisogno di tenersi buono

e soprattutto in buona salute, Silvio Berlusconi, e dunque Forza Italia, è già cominciata

e la vedremo entrare nel vivo già nelle prossime settimane.

Grazie a Luca Bianco.

Beh, vedremo se questa analisi, diciamo così, è corretta in realtà, è una, diciamo,

analisi, sì, ma condivisa veramente da molti.

Non c'è un altro modo per cui Meloni alle prossime elezioni europee può sperare di ritrovarsi

una commissione, diciamo così, alleata del governo, del suo governo italiano, se non

passando appunto da Silvio Berlusconi, che effettivamente nel mondo, diciamo così,

nel partito popolare, è l'omo forte di cui può disporre per un'eventuale alleanza

appunto tra conservatori e popolari.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e, come sempre, vi do appuntamento

a domani.

Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maesano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti,

musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione

Denny Stucchi, una produzione One Podcast.

Dream in Dream per One Podcast.

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Le elezione europee sono percepite dagli italiani come lontane e a tratti inutili. A pensarla così non è di certo la presidente Giorgia Meloni, la quale ha molto bisogno di brillare al prossimo rinnovo del Parlamento europeo previsto nel 2024. Per quella data Meloni intende, dicono, mettere in piedi un piano che da Bruxelles potrebbe cambiare le sorti del suo governo. Per fare ciò ha molto bisogno che Silvio Berlusconi sia dalla sua. Ma perché?

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