Ma perché?: 79 | Ma perché i giovani non votano più?
Radio Deejay 4/29/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript
Oggi è sabato e come sapete questo è il giorno in cui ama perché prova a parlare
di argomenti un pochino più larghi, no? Oggi vorrei parlare della bassissima affluenza
dei giovani alle lezioni. Uno dirà ma le lezioni sono passate? Sì però il fenomeno
no e appunto anche se le lezioni sono passate il fenomeno non è meno preoccupante. La disaffezione
degli under 35 e la loro fiducia nella politica è sempre come dire più bassa. I più giovani insomma
non votano quasi più. Ma perché? Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sa più di
me, provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?
Il fenomeno è serio. In un sondaggio svolto da cose non cose media in collaborazione con il
sole 24 ore risulta che 9 intervistati su 10 dichiarano di nutrire poca, circa, stiamo parlando
del 56%, o nessuna il 33% fiducia nella politica in sé, contro un 10% che invece concede di averne
abbastanza un 1% che ne dichiara molta. Non ci crede più nessuno insomma, anni di populismo
anticasta e di politica di poca qualità hanno generato evidentemente una disaffezione, una
sfiducia molto importante dei giovani nei confronti della politica. Il che bisogna specificarlo non
vuol dire che questa ai giovani e non interessi, anzi in piazza rivediamo dopo tanti anni di sonno
ininterrotto, ragazze e ragazze sfilare in corteo per protestare contro l'immobilismo della
politica di fronte ai temi loro cari, come i cambiamenti climatici, i diritti civili o per
esempio il welfare o la lotta alla disoccupazione. Tutti i temi che dovrebbero interessare evidentemente
a chiunque ma a quanto pare in questa fase storica interessano soprattutto ai giovani.
E a volte fa impressione, devo dire, vedere come i più adulti non colgano l'essenza di ciò che
i più giovani chiedono quando protestano, ma si fermano all'azione in sé. Quindi, per esempio,
imbrattare con della vernice lavabile una statua sembra più grave dei cambiamenti
climatici stessi che in molte città porteranno quelle stesse statue sott'acqua un giorno forse
non troppo lontano. Ora, sia chiaro, è sempre andata così, gli storici lo dicono. Ogni generazione
è convinta di essere migliore di quella più giovane e viceversa, è un classico questo della
storia. Oggi, però, c'è un dato che emerge e che è il non voto, soprattutto quello dei più
giovani degli under 35, che a quanto pare di andare a votare non hanno più voglia. Ma perché?
A rispondere alla domanda di oggi è Paolo Di Falco, blogger e collaboratore di cose non
cose media di scuola.net e dell'espresso. Questa è la risposta che mi ha mandato.
Questa è un po' la domanda delle domande a cui si cerca di dare una risposta il giorno
dopo le lezioni per poi rimandarla alla prossima tornata elettorale. Spesso l'aspiegazione più
semplice che si cerca di dare, un po' anche per sentirsi apposto con la propria coscienza,
è che i giovani non si interessano più di politica. In realtà, la smendita, quello che oggi forse è uno
dei maggiori luoghi comuni sulle nuove generazioni, arriva non solo dall'attivismo sui social,
ma anche dalle piazze, dei cortei pieni di ragazzi e ragazze che portano avanti diverse
stanze, dalla lotta e cambiamenti climatici alla salute mentale passando per i diritti civili
e il precariato, temi che però fanno fatica ad entrare nell'agenda politica e quando ci
riescono si vanno a impantanare, oppure il tutto si conclude con un nulla di fatto, questo perché
sono intanti a parlare di giovani, ma pochi a parlare con loro. Sono pochi coloro che sono
disposti a collaborare con loro in quelle decisioni che in fondo riguardano il loro futuro.
Specchio di questa contraddizione, se vogliamo, è anche l'esibul numero di candidati under 30
alle lezioni. Secondo i dati di Openpolis, nella tornata elettorale dello scorso settembre,
su quasi 5.000 candidati e candidate, solamente il 15% aveva meno di 40 anni e addirittura
a meno del 3% era un under 30, quindi il risultato, l'età media dei 400 eletti alla
camera e dei 200 al Senato è di 51 anni. Non si può pensare che per coinvolgere giovani
basti semplicemente raggiungerli sui social che frequentano, per poi trattarli a vote come
degli imbecili al fine di ottenere in qualche modo il loro voto, piuttosto che andarli a candidare
dando loro fiducia e responsabilità. Tra l'altro, guardando le stesse strutture dei partiti, ci
accorgiamo che ad occupare le posizioni apicali e decisionali sono pochissimi under 30. E qui
ritorniamo alla domanda da cui siamo partiti, perché i giovani non votano più? Sul banco
degli imputati c'è sicuramente una politica fatta di tematiche in cui non si rispecchiano e di
candidati da cui non si sentono rappresentati, se la politica non è disposta dal loro fiducia ad
occuparsi delle loro estanze, perché loro dovrebbero dare fiducia ad una politica da cui non
si sentono in gran parte rappresentati? Grazie a Paolo Di Falco, è chiaro che una risposta
oggettiva al problema è appunto al perché i ragazzi, le ragazze più giovani non vanno più a
votare, non esiste, se non che appunto che oggi a meno di 35 anni non si sente in alcun modo
rappresentato dalle forze politiche in campo. E appunto non basta, come diceva Di Falco, che
queste, che i partiti e i loro leader pubblichino qualche TikTok scemo per convincere i più
giovani, che però evidentemente scemi non sono. Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche
oggi, spero di avervi dato una mano a capire qualcosa in più, anche se oggi appunto era più
che altro una riflessione e come sempre vi do appuntamento alla prossima, ciao!
Stati Uniti, anni 50, siamo in piena guerra fredda, il governo americano è disposto a tutto
per dibattere il nemico, dagli esperimenti con il porridge radioattivo, alle iniezioni di plutonio
sui soldati, fino ad arrivare ad un esperimento che ha dell'incredibile.
Operazione Midnight Climax, il bordello psichedelico della CIA, lo puoi ascoltare sul
Lapp di One Podcast e su tutte le principali piattaforme, una produzione dream and dream per One Podcast.
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Secondo un sondaggio svolto da CNC Media in collaborazione con il sole 24 ore quasi nove “intervistati” under 30 su dieci dichiarano di nutrire poca (56%) o nessuna (33%) fiducia nella politica in sé, contro un 10% che dice di averne «abbastanza» e un 1% che ne dichiara «molta». La questione è seria. I giovani a votare convintamente sono pochi. Ma perché?
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