Ma perché?: 78 | Ma perché Xi Jinping si è deciso a chiamare Zelensky?
Radio Deejay 4/28/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript
Per la prima volta, dopo più di un anno dall'invasione russa dell'Ukraine, il Presidente
cinese Xi Jinping ha telefonato il suo corrispettivo, diciamo così, ucraino, Volodomir Zelensky.
Una notizia questa che, come dire, rimette molte cose in discussione, no, nei rapporti
internazionali ma che allo stesso tempo per il momento non sposta niente o quasi.
Il valore simbolico però è molto forte.
La Cina pesa sempre moltissimo ogni sua azione, parola, incontro, no, e la maniacalità con
cui cura ogni propria scelta, come dire, rende ancora più pesante un'azione di questo tipo.
A interrogare gli analisti però non è la telefonata di per sé che rimane evidentemente
un fatto molto importante, ma il tempismo.
Xi Jinping ha deciso di telefonare Volodomir Zelensky proprio adesso.
Ma perché?
Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire delle
basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.
Ma perché?
A dare la notizia dell'avenuta telefonata di circa un'ora tra, appunto, il Presidente
cinese Xi Jinping, quello Ukraino Zelensky, è stata Hua Chunying, assistente e portavoce
del Ministro degli Esteri, la quale ha twittato in inglese e subito dopo in russo la notizia
della telefonata.
I cinesi hanno anticipato, diciamo, di non poco la comunicazione degli Ukraini, segno
che, come dire, la volontà di intestarsi, no, in un qualche modo l'iniziativa, chiamiamo
la diplomatica e forte.
Dunque, questa è, simbolicamente, dicevo prima, un'iniziativa molto importante perché la
Cina è da sempre più vicina a Mosca che non ha la nato e, perchino, oggi è l'alleato
forte, come dire fortissimo, no, di Mosca, quindi ciò che dice Xi Jinping potrebbe non
qualche modo diventare ciò che fa, poi, Putin.
E questo è un fatto, ma le sorprese non finiscono qui.
La Cina ha annunciato di voler inviare un rappresentante speciale per gli affari euroasiatici
a Kiev e a tutti gli altri paesi che sono, appunto, interessati alla soluzione di questa
crisi.
Si tratterebbe di Li Hui che, per dieci anni, ha fatto dimestiere l'ambasciatore a Mosca,
quindi, diciamo, un esperto, insomma.
Va detto che questa non è in assoluto la prima iniziativa diplomatica da parte della Cina
di mediare all'interno di questo conflitto tra le parti, perché il 24 febbraio, ad un
anno esatto dall'inizio del conflitto, aveva, diciamo, pubblicato una propria proposta di
soluzione diplomatica, proposta che, però, non parlava e non parla di invasione russa
né di guerra, quindi un tentativo che ha i più è sembrata una terza via, diciamo, così
poco percorribile.
Oggi, le intenzioni di Pecchino sembrano, però, farsi, come dire, più serie e più
concrete.
Cixin Pin, dopo più di un anno dall'invasione russa in Ucraina, ha telefonato per la prima
volta il presidente Zelensky.
Ma perché?
A rispondere alla domanda di oggi è il professor Gianluca Pastori, professore associato di Storia
delle relazioni politiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Questa è la risposta che mi ha mandato.
Sì, ha chiamato Zelensky proprio adesso perché anche la Cina ha bisogno che la guerra
in Ucraina finisca in fretta e non sarebbe stato opportuno chiamare subito dopo la visita
fatta a Mosca qualche settimana fa.
Un colloquio troppo vicino a quello con la Russia avrebbe sollevato delle aspettative
che probabilmente la Cina non si sente in questo momento di alimentare.
Il tempo passato riduce chiaramente queste aspettative e rende l'apparente mediazione
cinese meno vincolante, ma perché la Cina ha bisogno di svolgere un ruolo importante
nella vicenda Ucraina.
Innanzitutto perché mi sembra che negli ultimi mesi il profilo internazionale di Pekino
sia aumentato molto.
La mediazione cinese ha favorito un riavvicinamento diplomatico fra la rabbia Saudita e l'Iran.
La diplomazia cinese sembra essersi impegnata, sembra volersi impegnare quanto meno per
affrontare la questione dei rapporti fra Israele e Palestina.
La Cina in altre parole sta cominciando a comportarsi anche dal punto di vista politico,
anche dal punto di vista diplomatico, come un attore globale.
In questa prospettiva non è importante, non è davvero importante se la mediazione cinese
avrà successo.
L'importante è che la Cina si proponga in questo ruolo, si faccia vedere come un attore
globale.
Anzualmente, nel caso in cui la mediazione abbia successo, il risultato sarebbe ancora
maggiore, ancora più efficace.
La Cina si dimostra in grado di ottenere quello che fino a questo momento non sono
riusciti a ottenere attori come, ad esempio, le Nazioni Unite.
Soprattutto dimostra di riuscire a ottenere con lo strumento diplomatico, con il dialogo,
quello che non si è riuscito fino ora a ottenere né con la forza, né con le pressioni
diplomatiche, né con quelle economiche.
Il vero interrogativo è la Cina ha qualcosa per alimentare una mediazione credibile, per
sostenere una mediazione credibile.
Il presupposto perché è un negoziato diplomatico funzioni è che le parti coinvolte abbiano
ognuna qualcosa che vuole l'altra e che ognuna sia disposta a cedere qualcosa che
l'altra vuole.
In questo momento mi sembra che nella Russia, nell'Ukraine si trovino in queste condizioni.
Quindi il compito che aspetta Xi Jinping, che aspetta la diplomazia cinese è sicuramente
un compito molto difficile.
Grazie a Professor Gianluca Pastori.
Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni.
Gli occhi, come dire, sono puntati ovviamente alla controffensiva di Kiev che dovrebbe tra
l'altro partire nelle prossime settimane, tempo appunto come hanno detto gli Ukraini
stessi che la Terra si asciugui e per la quale appunto per questa controffensiva c'è molto
nervosismo sia a Washington che a Pechino.
Quest'ultima teme a quanto pare è un allargamento del conflitto, un'eventualità di fronte
alla quale Pechino non intende rimanere a guardare perché teme che l'inizio di una
sconfitta sul campo dei russi, una sconfitta concreta, potrebbe portare questi a rispondere
con un'arma tattica nucleare, uno scenario appunto che nessuno vuole vedere realizzarsi
tanto meno i cinesi.
Staremo a vedere se quello che Cigimpin chiama pensiero razionale funzionerà come disinnesco
per un eventuale escalation.
Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento
a domani.
Ciao!
Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maesano.
Riprese e montaggio Giulio Rondolotti, musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica
Gabriele Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi, una produzione One Podcast.
E su tutte le principali piattaforme, una produzione Dream and Dream per One Podcast.
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Per la prima volta dopo più di un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, il presidente cinese Xi Jinping ha telefonato il suo corrispettivo ucraino Volodymyr Zelensky. Un fatto importante essendo la Cina fino ad ora rimasta vicina a Putin, ma quasi in disparte. Ad interrogare gli analisti, però, non è la telefonata di per sé, che rimane evidentemente un fatto importante, ma il tempismo. Xi Jinping ha deciso di chiamare Zelensky proprio adesso, ma perché? Ne parlo con il prof. Gianluca Pastori.
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