Ma perché?: 77 | Ma perché sui diritti umani stiamo tornando indietro?

Radio Deejay Radio Deejay 4/27/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript

Come ogni anno, anche quest'anno, Amnist International ha pubblicato il suo rapporto

sulla situazione dei diritti umani nel mondo.

In un anno, come dire, molte cose sono cambiate, alcune in meglio ma altre purtroppo in peggio.

Se ci pensiamo poco più di un anno fa, l'invasione russa in Ucraina sembrava fantascienza.

Ecco, quest'anno, il rapporto di Amnist International è più corposo del solito.

A quanto pare, stiamo facendo dei passi indietro sui diritti umani.

Ma perché?

Io sono Marco Maisano e ogni giorno, assieme a chi ne sa più di me,

provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Di diritti umani parla, come dire, purtroppo solo chi non li ha, a volte neppure quel

qualcuno, proprio perché vive in un paese dove, per esempio, manca la libertà di parola.

Ecco, questo per dire che noi, in Occidente, siamo sempre piuttosto, come dire, distratti

rispetto a ciò che accade o non accade nel resto del mondo.

Eppure il resto del mondo vuol dire la maggior parte della popolazione e della superficie

terrestre.

Ora, Amnist International ogni anno invece si impegna, come dire, a parlare di diritti

umani e a diffondere un rapporto molto dettagliato in cui descrive appunto lo stato dell'arte,

diciamo così, nel mondo in termini proprio di diritti umani.

Quest'anno, purtroppo, il rapporto 2022-2023 ci dice che sui diritti umani in mondo sta

facendo degli importanti passi indietro.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Fabio Salamida, giornalista e collaboratore di Wired.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

Perché stiamo facendo passi indietro sui diritti umani?

Lo racconta molto bene il rapporto annuale di Amnist International.

È un volume purtroppo molto corposo che fotografa meticolosamente lo stato dell'arte

in 156 paesi del mondo.

Cosa racconta?

Racconta che due anni di pandemia, una crisi climatica sempre più incalzante, soprattutto

l'arrivo della guerra alle porte dell'Europa, hanno generato una crisi energetica globale

e favorito ulteriori fratture in un sistema internazionale che era già debole e che si

è rivelato in adatto a gestire le grandi crisi globali.

Dal rapporto emergono dei doppi standard, evidente a tutti, la disparità di trattamento

tra i profughi in fuga dall'Ucraina e quelli colpiti da pesanti violazioni dei diritti

umani in altre aree del pianeta.

Prendiamo gli Stati Uniti, hanno accolto decine di migliaia di Ukraini, ma le loro politiche

e prassi razziste contro i neri hanno causato l'espulsione tra il settembre del 2021 e

il maggio del 2022, di oltre 25.000 persone fuggite da Haiti, sottoponendo tra l'altro

le stesse attorture ed altri maltrattamenti.

Anche gli Stati dell'Unione Europea, che hanno accolto i profughi in fuga dalla guerra

di Putin, hanno invece chiuso le porte a chi fuggiva dalla guerra e dalla repressione in

Siria, Afghanistan e Libia.

Un'altra evidenza che emerge dal rapporto riguarda la repressione del dissenso attraverso

l'utilizzo di forme di violenza o discensura.

Un fenomeno in costante crescita anche in Occidente.

In 85 dei 156 Stati attenzionati si è registrato un uso illegale della forza nei confronti dei

manifestanti pacifici.

Uccisioni illegali di manifestanti sono avvenute in 33 Stati.

È una repressione del dissenso che viaggia anche in rete.

In almeno 26 Stati è stato limitato l'accesso a internet e social proprio per ostacolare

le proteste.

In 14 è stato utilizzato addirittura la sorveianza biometrica nei confronti dei manifestanti.

Le violazioni dei diritti umani colpiscono maggiormente le donne e comprimono i diritti

fondamentali come quello all'aborto.

Il rapporto punta il riflettori sugli Stati Uniti dove, come tutti sappiamo, la Corte

Suprema ha annullato una duratura saranzia costituzionale consentendo a diversi Stati

di emanare leggi restrittive e riportando di fatto il Paese indietro di mezzo secolo.

Anche da noi per le donne è sempre più difficile abortire a causa dei numerosi obiettori di

coscienza che in alcuni territori la sentano anche il 100% dei medici ginecologi.

Molto poco, infine, è stato fatto per la salvaguardia dell'ambiente e il contrasto

al cambio climatico che, anzi, viene descritto in moda molti esponenti del governo come qualcosa

che va contro l'economia del Paese, ad esempio quando si parla di appattimento delle emissioni.

Grazie a Fabio Saramida.

Devo dire che, di recente, noto, ma forse una certa voglia, da parte di chi si informa,

di farlo con più coscienza e sensibilità, anche di spetto, appunto a ciò che accade

nel resto del mondo.

C'è, come dire, da parte di ciò che chiamiamo un po' a casaccio pubblico, un'interesse

per le notizie che arrivano dall'estero, anche se, ecco, come avete sentito sugli

diritti umani serretta purtroppo, anche qui da noi in Europa.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e, come sempre, vi do appuntamento

a domani.

Ciao!

Il governo americano è disposto a tutto per dibattere il nemico, dagli esperimenti con

il porridge radioattivo, alle iniezioni di plutonio sui soldati, fino ad arrivare ad

un esperimento che ha dell'incredibile.

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Anche quest'anno, come di consueto, Amnesty International ha pubblicato il rapporto annuale sui diritti umani. E purtroppo a quanto pare proprio su questi il mondo sta facendo degli importanti passi indietro. Ma perché? Ne parlo con Fabio Salamida.

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