Ma perché?: 74 | Ma perché si parla di "piano Mattei"?

Radio Deejay Radio Deejay 4/24/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in questi suoi primi mesi di guida del governo,

ha già fatto numerosi viaggi all'estero. Visite ufficiali di stato in paesi alleati

o in paesi che da un punto di vista di politica estera, o forse sarebbe più corretto dire

in questo contesto di politica energetica, possono rappresentare un aiuto per la transizione

dal gas russo a quello di altri paesi. Qualche giorno fa, Meloni è anche stata in Etopia.

Da qui ha parlato tra le altre cose del cosiddetto Piano Mattei. Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, assia macchine sapi di me,

provo a ripartire delle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?

La Presidente Giorgia Meloni ha più volte detto di voler riscrivere rapporti con l'Africa.

L'immigrazione, come sappiamo, è un tema centrale nell'azione di governo,

meglio. Il contrasto all'immigrazione. Il centro-destra ha sempre vissuto i fenomeni

migratori come un fatto problematico, un portatore di svantaggi più che di vantaggi.

Solo, recentemente, con il grido e gli allarme di molti imprenditori, molti di questi,

tra l'altro del Nord Italia, che lamentano una mancanza di mano d'opera, il governo ha

cominciato lentamente a dover tornare, come dire, sui suoi passi rispetto a certe dichiarazioni del

passato. Anche se non continuano, come dire, a mancare quelle dichiarazioni strampalate,

che poi sono stati oggetto di molte critiche, come quella recente del Ministro dell'Agricoltura

Francesco Lollobrigida, che ha parlato di rischio, di sostituzione etnica,

se non rilanciamo le nascite in Italia e non fermiamo i flussi migratori.

Giorgia Meloni, però, insiste che un modo per rialacciare rapporti con l'Africa possa

aiutare l'Italia a contenere l'immigrazione e a ottenere l'energia necessaria per affrancarsi

del tutto dalla Russia. Giorgia Meloni ha rilanciato il cosiddetto Piano Mattei. Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Eduardo Buffoni, direttore delle news di Radio Capital.

Questa è la risposta che mi ha mandato. Giorgia Meloni ha parlato per la prima volta

il Piano Mattei lo scorso 25 ottobre, proprio il giorno dell'insiediamento del suo governo

alle camere, e disse che l'Italia deve farsi promotrice di un modello virtuoso di collaborazione

e di crescita tra unione europea e nazioni africane, anche per contrastare il dilagare

del radicalismo islamista. Ha detto anche Meloni, ci piacerebbe recuperare il nostro

ruolo strategico con le mediterraneo. Questa è la frase, alla quale però non è seguito

un documento scritto o una relazione ufficiale. Il governo assicura che il nuovo Piano Mattei

sarà pronto nel dettaglio il prossimo ottobre in tempo per un submiti intergovernativo tra

l'Italia e l'Africa. E allora, per capire di cosa si tratta, partiamo proprio dal nome

Piano Mattei, è riferimento a Enrico Mattei, il manager che fu scelto dai governi della

democrazia cristiana dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale per vendere l'AGIP, ma che

si ribellò alle richieste della politica e convince poi i governi a rilanciare l'azienda

degli drocarburi, trasformandola in quella che oggi è Leni. L'intuizione di Mattei,

che era un cattolico antifascista, che era stato anche un capo partigiano durante la

Seconda Guerra Mondiale, fu quella di stipolare con i paesi africani dei contratti di estrazione

e produzione di petrolio e di gas, che non erano totalmente a svantaggio degli africani.

Ed era la prima volta, perché prima di lui le cosiddette sette sorelle del petrolio,

che erano multinazionali come l'Exon, Mobile, la Shell, facevano accordo 50 e 50. Metà

dei profitti dalle estrazioni andavano ai paesi africani e metà a loro, era un atteggiamento

predatorio, colonialista. E invece Mattei, a partire dagli anni 50, concesse il 75%

ai paesi estrattori e solo il 25 restava a Leni. E con questa strategia, Mattei conquistò

la fiducia dei paesi africani e allargo il mercato per Leni, che divenne il colosso pubblico

che conosciamo oggi. Mattei poi morì in un misterioso incidente

interio a soli 56 anni. E quindi, nell'intenzione del governo Meloni, c'è l'idea di seguire

le orme di Mattei sfruttando accordi sull'energia con i paesi vicine all'Italia e in questo

modo farseli alleati per aiutarli a svilupparsi e così magari contenere le spinte migratorie

dall'Africa verso l'Italia, che è una strategia che era già iniziata col governo Draghi dopo

lo scoppio della guerra in Ucraina, perché con la drastica riduzione delle importazioni

del gas dalla Russia l'Italia ha incrementato gli acquisti di gas dall'Algeria e guarda

caso la prima visita di Meloni nel 2023 all'estero è stata proprio ad Algeri, accompagnata da

Draghi dal numero uno dell'Eni, Claudio Descalzi. L'inversione tra gas algerino e russo è evidente,

il primo è cresciuto in un anno dell'11%, il secondo è diminuito del 61%.

Poi c'è la Libia. A Tripoli, Giorgia Meloni ha presenziato alla firma di un accordo tra

Eini e Coppagnia Stata Lelibica per un investimento di 7,3 miliardi di euro per lo sfruttamento

di due nuovi giacimenti a largo della Libia. Quindi Giorgia Meloni vuole dunque più gas

anche dalla Libia, ma non solo, vuole anche meno migranti. La Libia infatti il principale

punto di partenza per chi vuole arrivare in Italia. Il ministro degli esteri italiani

ha così donato 5 moto vedette alla Guardia Costeira Libica per potenziare i controlli

sulle partenze. Per concludere, altri accordi sono in vista per

raddoppiare le importazioni di gas anche dall'Azerbae Jan e la Meloni ha riparlato del Piano

Mattei anche in una recente visita di Stato in Etiopia. E per far capire quanto sia centrale

nella politica estera del governo Leni, basti pensare che Claudio Descalzi è stato appena

riconfermato per la terza volta la guida del Leni, unico manager di Stato ad avere questo

potere che ne fa tutti gli effetti un ministro degli esteri ombra del governo Meloni.

Grazie ad Eduardo Buffoni. Come ricordava, il direttore siamo veramente alle diciamo

dichiarazioni di intenti perché nulla ancora è stato scritto, nulla è stato presentato

nel dettaglio, per cui nulla può essere davvero giudicato. Vedremo quindi se il piano verrà

proprio ad un certo punto spunterà fuori e se prima che a noi soprattutto piacerà

all'Africa. Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento

a domani. Ciao. Ma perché è un podcast scritto da

me Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti, musici originali Matteo Cassi,

supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi, una produzione

One Podcast. Stati uniti, anni 50, siamo in piena guerra

fredda, il governo americano è disposto a tutto per dibattere il nemico, dagli esperimenti

con il porridge radioattivo, alle iniezioni di plutonio sui soldati, fino ad arrivare

ad un esperimento che ha dell'incredibile. Operazione Midnight Climax, il bordello

psychedelico della CIA, lo puoi ascoltare sull'app di One Podcast e su tutte le principali

piattaforme. Una produzione dream and dream per One Podcast.

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La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in questi suoi primi mesi di guida del governo ha già fatto numerosi viaggi all’estero, visite ufficiali di stato in paesi alleati, o in paesi che da un punto di vista della politica estera possono rappresentare un aiuto per la transizione dal gas russo a quello di altri paesi. La settimana scorsa Meloni è anche stata in Etiopia. Da qui ha parlato tra le altre cose del cosiddetto piano Mattei. Ma perché? Ne parlo con Edoardo Buffoni.

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