Ma perché?: 71 | Ma perché la pianta di cannabis è illegale?

Radio Deejay Radio Deejay 4/20/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript

C'è una giornata mondiale per qualunque cosa e oggi, 20 aprile, è quella della Cannabis.

Come vedrete è una puntata diversa da solito ma che è reputo comunque importante e il

motivo è molto semplice.

Una persona su 10 in Italia nell'ultimo anno ha fatto uso di Cannabis o di suoi derivati,

secondo l'estime appunto più recenti dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle

tossico dipendenze.

Sempre secondo questi dati, un quarto degli italiani tra i 15 e 19 anni ha detto di aver

consumato Cannabis almeno una volta nella vita.

Parliamo quindi di milioni di cittadini italiani che ogni anno consumano regolarmente Cannabis.

Tuttavia, la Cannabis, al di là di certe condizioni specifiche di legge, rimane una pianta illegale

in quasi tutto il mondo.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire dalle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Come vi ho anticipato, questa è una puntata particolare.

La risposta di oggi è di carattere storico infatti, non ha senso ancora secondo me elencare

qui i pro e contro della legalizzazione di una pianta e quindi di una droga leggera

nello specifico della Cannabis.

Oggi vorrei concentrarmi con voi sulle ragioni che hanno portato al bando di questa pianta.

In Italia infatti e in quasi tutto il mondo, la coltivazione, il commercio e l'uso della

Cannabis, seppure con diverse e importanti sfumature, rimane illegale.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Guido Damini, storico.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

Poi là, Marco, qua il buon vento, qui passiamo dalle origini dell'antisemitismo al perché

la Cannabis è illegale con una non-chalance post-moderna degna solo di Spotify.

Prima di risponderti, bisogna fare una piccola premessa storiografica sull'utilizzo della

Cannabis negli ultimi, diciamo, 10.000 anni, quindi sediti comodo, che parte il pipone.

Le prime testimonianze scritte dell'uso del fiore di Cannapa come stupefacente sono stupefacentemente

archaiche.

Per farvi capire, ecco cosa dice irodotto circa le pratiche di sballo degli sciti.

Il primo popolo barbaro a scoprire le magie del fumo passivo.

Sinfilano sotto una tenda fatta di coperte e gettano i semi su pietre roventi.

I semi bruciano, producendo un fumo che nessun bagnava pure greco potrebbe superare.

Gli sciti poi urlano di gioia.

Ecco, quindi questi erano gli sciti strafatti.

Gli erboli sti cinesi la prescrivano migliaia di anni prima dei greci e degli sciti per

i fattoni iranici come rimedio contro la malaria e la tubercolosi.

I mercanti arabi poi lo introdussero in Europa dove Pligno Olvecchio li diede il nome di

Cannabis.

Tuttavia noi europei preferivamo usarla per farci corde e tessuti.

Il termine canvas, che in inglese significa tela, deriva appunto da Cannapa.

Probabilmente senza questa inocco e piantina infestante Colombo non avebbe mai potuto

hissare le vele verso il nuovo mondo, dove gli indios decisero bene di fumarsela in

primitive protocanne chiamando appunto marihuana.

Tuttavia, la vera svolta venne solo sotto Napoleone che dopo il fiasco della sua spedizione

in Egitto fu gine Europa con la coda fra le gande portandosi dietro per farci perdonare

la stelle di Rosetta e la Shish.

La prima lancerà l'Egitto mania in tutta Europa, la seconda preferita di rallunga al

brandi dai suoi soldati perché non provocava sbormi imperiali dopo il suo utilizzo, inaugurò

l'uso medico e ludico della marihuana in occidente.

In Francia i Bohemian se rinnamorarono subito e Baudelaire ci rimase presto sotto.

Da Parigia a Londra poi il passo fu breve.

Da perfetti inglesi i vittoriani preferivano farci dolci, d'assorseggiare col tè per

curare i reumatismi e le mestrazioni.

La Reggina Vittoria per esempio andava particolarmente matta per i maffi rinforzati

all'Ashish.

Ah, gli britannici.

Da l'Inghilterra la cannabis poi risbarcò negli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti infatti almeno fino al 1876 nulla fumavano.

Le cose cambiarono quando a Finadelfia si tenne l'Expo per il centenario di indipendenza

degli Stati Uniti e il sultano Abdul Hamid penso bene di far provare gratis l'Ashish

nel padiglione della Turchia.

Fu il primo droga a parti d'America e fu un successone.

Non c'è da stupirsi se almeno fin agli anni dell'inizio del 900 in tutta l'America

fu un boom di sale turche, pieno di grandame industriali rampanti intenti a ripetere le

gozzoviglie degli Ishiti.

Con l'avvento del proibizionismo le sale turche e la radicalsicca si popularizzarono,

anche perché la gente comune che non poteva più ubriacarsi dignitosamente si lanciò

in massa sull'erba e New Orleans fu presto la capitale dell'erba.

Nei salundi eruggenti anni 20 potevi trovare bianchi, nei e i cinesi, franco europei tutti

insieme a fumare e solare.

Da questo mix di etni e ritmi diversi, che da fare invidia a Bologna, era nato il jazz.

Erbe e jazz andavano così d'accordo che si inizia ad importare tonnellate di cannabis

da Sudamerica per venderla come sigarette nei jazz club nordamericani.

Tutto stava andando bene, troppo bene.

E infatti le cose iniziano a cambiare quando nel 1926 tutto questo crogiolo di etni e

culture spesso in conflitto tra loro attirò le attenzioni di un certo William Randolph

Hearst, che da buon giornalista era sempre a caccia di disgrazie su cui speculare.

Ah, i giornalisti canco del mondo.

Siccome la cultura bianca non aveva ancora abbracciato la marijuana, considerata soltanza

associata agli strati più bassi della popolazione, quali neri, messicani e criminali, non occorse

troppo a Randolph per dipingerla come la droga degli assassini degli stupratori.

Per farti capire, un decennio prima aveva fatto bandire la cocaína a grido di

«la cocaína fa impazzire i neri».

Per tutti gli anni 30 il buon Randolph si limita qui ad usare la stessa strategia contro

la cannabis scrivendo articoli tipo «è più pericoloso dell'eroina o della cocaína»,

che viveva ancora.

Se il terribile mostro a Frankenstein si trovasse faccia a faccia con la marijuana, cadrebbe

morto di paura.

Come se non bastasse, la carta di giornale della catena Hearst era fabbricata a partire

dalle linee degli alberi con processi che richiedevano grandi quantità di solventi chimici

a base di petrolio, fornitendovi la cosa dall'industria chimica della Dupont.

Quindi la Dupont e la catena dei giornali Hearst si sarebbero qualizzate con una campanina

di stampa durata anni per arrivare dove nessuno stato era ancora arrivato fino all'ora, rendere

fuori legge una pianta.

La canapa, che poteva essere tranquillamente usata anche per stampare la carta appunto.

Ebbene sì, caro Marco, se tu volessi potresti rollarti la dichiarazione di indipendenza

americana perché è fatta con la canapa.

Comunque sia, i legislatori pressati dalla stampa si prodigheranno subito a bandire una

droga identificata con la violenza delle minoranze, quindi nel 1924 la leusiana fu il primo

stato a rendere illegale l'erba se non a un suo terapeutico.

Nel sudovest, intanto, chino come era di messicani disoccupati dopo la grande depressione, il

possesse e l'utilizzo dell'erba divenne alla scusa perfetta per arlistarli tutti e rispedirli

a casa loro.

Gli migrati trovati con l'erba venivano rimpadriati e gli statunitessi invece rischiavano persino

l'engastolo.

Ma la crociata anti-cannabis raggiunse il suo acme solo quando un funzionare del governo

di nome Harry Eslinger divenne direttore del Bureau of Narcotics nel 1931.

Sentite quello diceva sto simpatico tipetto che, come tutti i burograti, voleva aumentare

i fondi del suo dipartimento.

Ci sono 100.000 fumatori di marijuana in totale negli Stati Uniti e la maggior parte sono neri,

gli spanici, i filipini e i musicisti, affermò e continua, la loro musica è satanica,

Jesse Swing derivano dall'uso di marijuana, questa marijuana fa sì che le donne bianche

cerchino rapporti sessuali con neri e musicisti.

Non so cosa ci avessi ering contro i musicisti, però vabbè, sa di fatto che nel 1937 fece

a provare il marijuana tax act che ne probi l'uso e la coltivazione, anche a scopo medico

in tutti gli Stati Uniti.

Dopodirù la linea Eslinger proseguì sotto l'amministrazione Nixon e Reagan fino a Clinton

negli anni 90 ed il resto è storia.

Quindi perché è illegale?

Perché è roba da musicisti?

Grazie a Guido Damini.

Non credo serva a aggiungere nulla, a me devo dire ha sempre fatto un piuttosto impressione

dire che come dire ad essere illegale non sia la trasformazione della pianta in sostanza

ma la pianta stessa.

Vabbè, io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento

a domani.

Ciao!

Perché è un podcast scritto da me, Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti,

musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione

Danny Stucchi.

Una produzione One Podcast.

Operazione Midnight Climax, il bordello psichedelico della CIA.

Lo puoi ascoltare sull'app di One Podcast e su tutte le principali piattaforme.

Una produzione dream and dream per One Podcast.

Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.

Oggi 20 aprile è la giornata mondiale che celebra la cannabis. Quest'ultima, come molti sanno, è una pianta che cresce in natura e che l'uomo ha coltivato per millenni. Ad un certo punto della nostra esistenza, però, non troppo tempo fa, abbiamo deciso di renderla illegale. La cannabis, oggi, è una pianta illegale in quasi tutto il mondo. Ma perché? Ne parlo con Guido Damini.

See omnystudio.com/listener for privacy information.