Ma perché?: 70 | Ma perché si parla di nuovo della strage di Erba?
Radio Deejay 4/19/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript
L'11 dicembre del 2006 vengono uccisi Raffaella Castagna, il figlio Josef Marzuc, Paola Galli,
nonna del piccolo e Valeria Chirubini, una loro vicina di casa, e quella che subito
viene chiamata dai giornali la strage di Erba, un caso di omicidio plurimo commesso
appunto a Erba, in provincia di Como, in Lombardia.
Ma chi è stato?
Sulle prime si è pensato subito al marito di Raffaella Castagna, Azuz Marzuc, il quale,
però, in quei giorni si trova in Tunisia in visita alla famiglia, quindi a un alibi di
ferro.
L'8 gennaio del 2007 entrano in scena i vicini di casa, Rosa Bazzi e Eulinda Romano, fermati
e sulle prime e poi arrestati.
Confessano l'omicidio, ma poco dopo ritrattano.
Un testimone oculare, Mario Frigerio, vicino di casa e marito di Valeria Chirubini.
Si trova in ospedale, è stato gravemente ferito anche lui durante l'assalto mai sopravvissuto,
e dice la polizia sulle prime di aver visto una persona diversa da Rosa Eulinda, ma in
un secondo momento indica i due, sostanzialmente come gli autori e dell'aggressione che lui
stesso ha subito.
La Corte da Assise di Como condanna la coppia all'Ergastolo, lo stesso poi avviene in appello
a Milano fino alla Cassazione che conferma la condanna, questa volta definitiva.
Oggi, dopo 12 anni, all'improvviso si parla di nuovo di questa strage e soprattutto del
fatto che forse il processo che ha portato alla condanna di Rosa Bazzi e Eulinda Romano
è da rifare.
Ma perché?
Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire dalle
basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo, ma perché?
Questo caso così come molti altri ha sempre visto, diciamo così, l'opinione pubblica
divisa tra innocentisti e colpevolisti.
Non entrerò io nel merito delle posizioni di nessuno perché non credo che serva farlo.
Serve invece a sapere che il nostro sistema giudiziario e nello specifico, il codice
di procedura penale all'articolo 630 indica i casi in cui è possibile richiedere la revisione
di un processo, cosa vuol dire la revisione di un processo, rifarlo, cioè rifarlo da
zero.
A interessarci in questo caso sono i punti C e D che il nostro codice appunto descrive,
veri leggo?
C, se dopo la condanna sono sopravvenute o si scoprono nuove prove che sole o unite
a quelle già valutate dimostrano che il condannato deve essere prosciolto a norma dell'articolo
631.
D, se hai dimostrato che la condanna venne pronunciata in conseguenza di falsità in
atti o in giudizio o di un altro fatto previsto dalla legge comereato.
Un processo, secondo questi due punti dell'articolo 630 del codice di procedura penale, un processo
si rifase e mergono nuove prove che dimostrano che il condannato è innocente oppure se la
condanna salta fuori che è stata emessa a causa di un atto falso portato in dibattimento
considerato invece come vero dal giudice che hai messo quella sentenza.
Bene, da qualche giorno si parla di applicare questo articolo al processo che ha portato
alla condanna gli rosa bazi e un lindoro mano.
Ma perché?
A rispondere alla domanda di oggi è Antonino Monteleone, giornalista e inviato delle iene.
Questa è la risposta che mi ha mandato.
In questi giorni si torna a parlare della strage di Erba perché non ci sono più soltanto
alcuni giornalisti eretici tra i quali possiamo sicuramente inserire il sottoscritto o gli
avvocati difensori a sostenere che rosa bazi e lindoro mano potrebbero essere le vittime
di un clamoroso errore giudiziario, no?
Adesso lo pensa anche un magistrato, questo magistrato si chiama Cuno Tarfusser, è stato
procuratore capo a Bolzano, è stato giudice della Corte Penale Internazionale ed ha firmato
un'istanza di revisione del processo indirizzata alla Corte d'appello di Brescia, ai sensi
dell'articolo 630 del nostro codice di procedura penale.
In questa richiesta Tarfusser ipotizza addirittura la frode processuale.
Ma perché c'è ancora così tanto da dire su questa storia?
Perché le sentenze, come dice la stessa Corte di Cassazione, contengono ancora molte aporie,
domande senza risposta.
Sono ancora senza risposta ai molti dubbi sulla morte di Valeria Kerubini, ad esempio,
che era la moglie di Mario Friggerio, l'unico sopravvissuto alla strage, l'unico testimone,
l'uomo che accuserà, punterà il dito in tribunale contro l'indoro mano, che però al
suo risveglio dal coma non aveva fatto il suo nome, ma aveva descritto un uomo dalle
caratteristiche somatiche, potremmo dire, molto distanti da quelle di l'indoro mano, del
netturbino di erba che assieme alla moglie avrebbe compiuto la mattanza.
Ci sono molte cose che non tornano nelle loro confessioni e il sostituto PG di Milano Tarfusser
arriva addirittura a ipotizzare che la macchia di sangue, che sarebbe stata ritrovata sul
battitacco della Seat a Rosa di Ollindo Romano, non sarebbe mai potuta essere quella analizzata
dall'Università di Pavia e dal Professor Previdere.
Nella sua richiesta, Tarfusser dice che potrebbero addirittura essere due reperti
completamente diversi perché non fu rispettata, dice in sostanza Tarfusser, la catena di custodia.
Devo dire che in questi anni, nell'affrontare questa faticosa e lunga inchiesta giornalistica
per la televisione, ci siamo dovuti confrontare con un fatto. È molto, molto difficile far
passare nell'opinione pubblica italiana l'idea che l'errore giudiziario non sia necessariamente
il frutto di un complotto. C'è una ricerca che arriva dagli Stati Uniti dall'Innocence Project
e sono stati analizzati circa 325 casi di persone che sono state mandate alla Pena Capitale o comunque
all'Ergastolo. In questi 325 casi una confessione su 4 era una falsa confessione, 7 riconoscimenti
del testimone su 10 erano sbagliati e 5 volte su 10 la prova scientifica era stata raccolta male
o male interpretata. Questi dati sono molto inquietanti e vengono dagli Stati Uniti. Chi può
dire che non possa essere successo anche in Italia, anche nella strage di Erba, anche con Roseolindo?
Grazie ad Antonio Monteleone. Vedremo quindi se la richiesta del sostituto
Procuratore Generale Cuno Tarfusser verrà accolta dalla Procura Generale di Milano perché
questo è un passaggio fondamentale. Non era certo scontato ma ce ne sono bisogna dirlo molti
altri ancora da fare prima che eventualmente si arriva ad una vera e propria revisione del processo.
Monteleone si occupa di questa vicenda, dal 2008 ha confezionato per la TV moltissimi
servizi e credo immagino che nelle prossime settimane continuerà a farlo e quindi ci
terrà come dire aggiornati. Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi
do appuntamento domani. Ciao! Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maesano? Riprese
e montaggio Giulio Rondolotti. Musiche originali Matteo Cassi. Supervisione tecnica Gabriele
Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi. Una produzione One Podcast.
Le principali piattaforme. Una produzione Trim & Dream per One Podcast.
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L’11 dicembre del 2006 vengono uccisi Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, Paola Galli, nonna del piccolo, e Valeria Cherubini una loro vicina di casa. E’ quella che subito viene chiamata dai giornali “la strage di Erba”, un caso di omicidio plurimo commesso appunto a Erba. Verranno condannati all'ergastolo Rosa Bazzi e Olindo Romano, entrambi tutt'ora in carcere. Oggi dopo 12 anni dalla loro condanna definitiva si parla all'improvviso di nuovo di questa strage. Ma perché? Ne parlo con Antonino Monteleone.
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