Ma perché?: 65 | Ma perché le proteste in Marocco stanno crescendo?

Radio Deejay Radio Deejay 4/13/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript

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Mohamed Bouazizi è un ragazzo nato a Sidi Bouzid nel cuore della tunisia rurale.

Mohamed, da 27 anni e come tantissimi ragazzi della sua età, non ha avuto la possibilità

di studiare.

E da diversi anni infatti spinge il suo carretto sul quale ogni giorno mette frutta e verdura

fresche.

140 dollari al mese è più o meno quanto riesce a mettere in tasca, ma non sono soldi

per lui e soprattutto con quei 140 dollari non ci fa quasi niente perché Mohamed ha

da mantenere un'intera famiglia compresa la sorella più piccola all'università.

Un giorno la polizia confisca il suo carretto e la sua merce, le autorità sostanzialmente

gli contestano la mancanza di un permesso.

Il giovane protesta ovviamente e secondo quanto riportano diversi testimoni oculari la polizia

risponde con le botte.

Mohamed però non si da pace, corre all'ufficio del governatore locale chiedendo di rievere

indietro i suoi strumenti, quindi la bilancia, il carretto e la merce.

Nessuno però lo riceve, è troppo.

Mohamed compra una tanica di benzina, se la verza addosso ed avanti al palazzo del governatore

urla.

Come credi che mi possa mantenere da vivere?

Pochi istanti dopo si da fuoco.

Da quel giorno la tunisia è a seguire molti paesi arabi si sollevano in nome di quel ragazzo

per chiedere diritti e giustizia sociale.

Comincia così tra la fine del 2010 ed inizio del 2011 la cosiddetta primavera araba.

Il sacrificio di Mohamed è la mitsha che ha portato ai cambi di regime in paesi come

la tunisia ma anche la libia, legitto e alle guerre civili come quella in siria guerra che

tra l'altro è ancora in corso.

Ma perché vi ho raccontato tutto questo?

Vengo alla puntata di oggi.

Ogni rivolte e ogni rivoluzione hanno la loro mitsha di Innesco, quella di Mohamed però

non è bastata a un altro paese arabo, cioè al Marocco.

Uno dei pochi paesi appunto arabi hanno non aver vissuto una vera forma di sollevazione

popolare.

Oggi però qualcosa sta cambiando.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, assieme a chi ne sa più di me, provo a ripartire delle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Il Marocco, come dicevo, è uno dei pochi paesi arabi a non aver vissuto una vera forma

di sollevazione popolare durante la cosiddetta primavera araba.

Va detto però che il Marocco negli ultimi anni ha vissuto un'importante crescita economica.

Se escludiamo gli anni della pandemia, il Marocco sono arrivati moltissimi investimenti

come quello cinese per la costruzione del porto di Tangeli, un'infrastruttura veramente

enorme che è diventata uno dei punti di riferimento nel Mediterraneo.

Poi c'è anche lo sport, se pensiamo alla nazionale marocchina e agli ultimi mondiali

di calcio.

Il turismo io personalmente vado in Marocco da più di dieci anni e ogni volta che torno

vedo un paese diverso più organizzato nell'accogliere i turisti.

Oggi però o meglio da dopo la pandemia da Covid-19 l'atmosfera sembra cambiata, le

cose non sembrano più andare così bene e un evento in particolare di cui vi parlerò

a breve sembra aver colmato la misura, da circa un anno le proteste in Marocco stanno

crescendo di settimana in settimana.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Giuseppe D'entice, responsabile del desk MENA del

Centro Studi Internazionali CSI.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

Perché si proteste in Marocco?

La domanda non prevede una risposta semplice, gli motivi sono tanti a cominciare dal fatto

che le proteste non sono solo di carattere socio economico come quelle di altri paesi

della regione, ma riguardano delle proteste molto più sistemi che in questo senso, ossia

si sta protestando contro quel sistema di potere che ha una parola araba precisa, Max

N, che non potrebbe essere tradotto con un Stato, governo o per usare anglicismi dipstate,

quello Stato profondo capace di in realtà non rispondere alle necessità della popolazione

e quindi in un certo senso conservare per evitare di trasformare e quindi essere sottoposto

a pressioni, pulsioni in grado di stravolgere quell'ordine costituito.

E in questo senso la protesta in Marocco oggi vira verso questo mondo, non sia verso

questa cancellazione di quella conservazione forzata di quell'ordine costituito, se ci

aggiungiamo anche gli impatti della siccità e dei cambiamenti climatici estremi capiamo

quanto il contesto sia enormemente complicato e in questo senso anche l'attualità ci aiuta

perché c'è stato un caso di una sentenza di stupro nei confronti di una bambina di

11 anni ha provocato delle proteste importanti in tutto il paese, la bambina in questione

è rimasta incinta all'età di 11 anni è parturito all'età di 12 e i suoi aggressori

sono stati condannati con diciamo pene molto leggere due anni a uno dei due aggressori

mentre 18 mesi gli altri due tutto benché la legge marocchina prevede a pene severe

lasciando però grande discrezionalità al legislatore ovviamente questo che significa

che le proteste che sono nati anche dietro questo evento di cronaca in realtà nascondono

dei significati politici culturali anche identitari molto profondi e anche qui le

proteste non sono state solo delle femministe ma sono state proteste da parte di grandi

parte della società per chiedere riforme libertà diritti ed è tutto questo il mondo

che ruota intorno alle proteste oggi esistenti marocco e che non hanno ripeto un carattere

solo eminentemente economico e sociale ma punta a creare un nuovo step un nuovo passaggio

anche verso quella struttura di potere tradizionale incarnata dal del re che oggi giorno è sempre

più contestato e se ciò aggiungiamo anche le notizie anche qui non sappiamo se vero

o fa sulle circa la condizione di salute del re che potrebbe essere precaria è chiaro

che il paese si affronta e affronta una situazione di forte criticità che nei prossimi anni

potrebbe diventare sempre più preoccupante grazie a giuseppe dentice il marocco come avete

sentito fa difficoltà a liberarsi dei suoi aspetti più legati al passato no aspetti

che però rischiano di far apparire il paese come ancora appunto molto legato ai suoi

lati peggiori bisognerà vedere queste proteste dove arriveranno perché il marocco bisogna

dirlo in larga misura un paese rurale montagna e deserto attraversano un territorio fatto

di case sparse quailae di piccolissimi centri bisognerà quindi vedere se le proteste arriveranno

anche lì però intanto possiamo affermare che già oggi la monarchia marocchina sta

attraversando un momento di difficoltà io vi ringrazio per essere rimasti con me anche

oggi se questo podcast vi piace lasciate un vote premete sul tasto segui e come sempre

vi do appuntamento a domani ciao ma perché è un podcast scritto da me marco maisano

riprese e montaggio giuglio rondolotti musiche originali mattheo cassi supervisione tecnica

gabriele rosi responsabile di produzione denny stucchi una produzione one podcast il ritmo

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Il Marocco è uno dei pochi paesi arabi a non aver vissuta una vera e propria "primavera". Le proteste cominciate alla fine del 2010 ed esplose nel 2011 in nord africa e in medio oriente dopo la morte di Mohamed Bouazizi non hanno attecchito tra la popolazione marocchina. Ma dopo gli ultimi anni di grande crescita economica, qualcosa sempre essersi rotto. Da un anno le proteste in Marocco stanno crescendo di settimana in settimana. Ma perché? Ne parlo con Giuseppe Dentice.

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