Ma perché?: 56 | Ma perché Meta e SIAE non hanno (ancora) trovato un accordo?

Radio Deejay Radio Deejay 4/3/23 - Episode Page - 10m - PDF Transcript

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Ma che?

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In questi giorni ho ricevuto diversi messaggi su Instagram che chiedevano un perché specifico.

Tra parente si è continuato a farlo, continuate a chiedermi di cosa volete che io parli qui ogni giorno.

Mi fa piacere provare ad una risposta ai vostri perché.

Ecco, uno dei più richiesti ultimamente riguarda la scomparza della musica dalle piattaforme social di Meta.

Quindi Instagram, Facebook, eccetera.

Nello specifico però di quella italiana.

Vuol dire che se faccio una storia e voglio mettere un pezzo che ne so di labora pausini,

non posso, cioè non trovo proprio il pezzo.

Ma ora vedremo però che c'è un sacco di confusione perché alcuni titoli sono disponibili, altri no.

Ma insomma la causa di tutto è una mancata intesa.

Infatti, Meta, la società americana che controlla Facebook, Instagram, Whatsapp, eccetera.

E la CIA, la società italiana degli autori ed editori, non hanno trovato un accordo.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sa più di me,

provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Il nostro ministro della cultura San Giuliano ha detto,

spesso le grandi aziende transnazionali sono arroganti, ma lavoriamo al dialogo.

Quello che San Giuliano ha aggiunto poi al question time alla camera dei deputati,

rispondendo alla deputata di Forza Italia, Rita Dalla Chiesa,

è che l'Italia in questa vicenda ha voluto schierarsi a difesa delle opere di ingegno degli autori italiani.

Cerchiamo di capire intanto cosa fa esattamente la CIA.

La società italiana degli autori ed editori è un ente pubblico economico a base associativa,

dove gli associati, che sono circa 90 mila, sono appunto gli autori e gli editori.

È sottoposta la vigilanza della presidenza, del consiglio,

del ministero per i beni culturali, dell'economia e dell'autoriti per le comunicazioni,

pur questo va detto non ricevendo finanziamenti diretti e indiretti da parte dello Stato.

Compito della CIA è quello di tutelare gli artisti, riconoscendo sostanzialmente loro un giusto compenso

per lo sfruttamento di una determinata opera.

Ad esempio, banalissimo, se io nel mio bar metto un pezzo di, che ne so, ero Stramazzotti, a quest'ultimo verrà riconosciuto un pagamento.

Ora, sia chiaro che la cosa non è così semplice e calcolare il numero di passaggi musicali non è affatto una cosa banale

e nel caso specifico del bar ci sono altre questioni, tipo la televisione, insomma, è un po' un casotto.

Però diciamo che di base la questione è questa.

Tu ogni volta che sfrutti un'opera, la CIA se ne accorge lo sa e dà un contributo per l'opera sfruttata all'artista.

Quindi, con poco o tanto successo, questo, diciamo, è ciò che fa la CIA.

L'attuale presidente è Salvatore Nastasi, il presidente onorario è invece Mogoll, autore di moltissimi testi e di canzoni di Lucio Battisti.

E proprio Mogoll è intervenuto sulla vicenda Meta CIA dicendo, Meta voleva farci l'elemosina,

ma quanto abbiamo chiesto era anche meno di ciò che meritiamo e allora Facebook e Instagram faranno a meno della musica italiana.

Non possiamo mica regalare soldi ai miliardari, quella di Meta è una speculazione.

Ora, chiediamo subito una cosa.

La stragrande maggioranza degli artisti italiani sono escriti alla CIA, ma appunto la stragrande maggioranza non vuol dire tutti.

Esempio, Laura Pausini, Fedez, Fabio Rovazzi, Jax, Gigi D'Alessio, Morgans, Ferebasta e diversi altri ancora

hanno dato in gestione alcune delle loro opere o tutto, diciamo, il pacchetto ad altre società.

Per esempio, Sound Reef, per citare la più importante.

E quindi, i pezzi in gestione ad esempio a Sound Reef sono su Meta, cioè quelli ce li trovo su Instagram.

Teoricamente dovrebbero esserci, alcuni ci sono, ma di fatto non tutti.

Questo perché togliere alcune cose altre no sembra essere un bel casino.

Ma quindi, ricominciamo da capo.

Ancora oggi, adesso, Meta e CIA non hanno trovato un accordo.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Lorenzo Ancona, responsabile relazioni esterne gli orizzonti politici.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

Meta e CIA non hanno trovato un accordo sostanzialmente per una diversità di vedute e l'incapacità di trovare un compromesso.

Infatti, da un lato, CIA, la società italiana degli autori e degli editori, vorrebbe che Meta rilasciasse una serie di documenti

tra l'altro richiesti dalle direttive europee per un accordo equa.

Dall'altro, invece, Meta lamenta una certa rigidità di CIA, al punto che ha messo in evidenza come l'Italia,

sia l'unico paese europeo nel quale non è riuscito a trovare un accordo per l'utilizzo delle canzoni sulle sue piattaforme.

Cosa succederà nel concreto? O cosa è già successo nel concreto?

Su Facebook, tutti i contenuti esistenti con canzoni protette da copyright verranno rimossi,

mentre su Instagram verrà semplicemente tolto l'audio ai contenuti che hanno canzoni protette da copyright.

Questo vuol dire che un ril con una canzone coperta da CIA rimarrà sostanzialmente senza audio.

L'autore potrà comunque decidere di sostituire, di rimpiazzare l'audio con una canzone non protetta da copyright.

Cosa è successo nel concreto tra CIA e Meta? Secondo CIA, quella di Meta è una decisione unillaterale.

Infatti, l'accordo era già scaduto alla fine del 2022 e Meta avrebbe cercato di sfruttare la sua posizione dominante di mercato

per ottenere un prezzo vantaggioso sostanzialmente alle spese dell'industria creativa italiana.

Inoltre, CIA accusa Meta di non aver fornito tutte le informazioni necessarie per un accordo eco come stabilito dalle direttive europee.

Meta, ovviamente, la vede in maniera diversa, rimarca il fatto che l'Italia è l'unico paese a livello europeo

con cui non è riuscito a rinnovare il contratto e soprattutto ci tiene a ribadire che per la loro azienda,

la tutela dei diritti d'autore di compositori artisti, è una priorità assoluta.

Cosa succederà? Non è detto che un accordo non verrà raggiunto, magari nelle prossime settimane, nei prossimi mesi,

e che quindi magari possa essere ripristinata la possibilità di aggiungere canzoni e contenuti su Instagram e Facebook.

Tuttavia, per ora, questo accordo non c'è e quindi non potremo più utilizzare le canzoni ai nostri artisti preferiti sulle piattaforme di Meta.

Grazie a Lorenzo Ancona. Vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà.

A perderci, fin ad ora, devo dire, siamo stati innoiutenti, ma soprattutto l'industria discografica che, nel 2022,

pensate avrebbe incassato circa 20 milioni di euro da Instagram e Facebook e l'industria discografica non vuol dire soltanto cantanti ricchi,

è un settore che comprende moltissimi lavoratori e lavoratrici, quindi a rimetterci sono persone diciamo così comuni.

Poi anche le società che operano nel mondo del marketing ci stanno rimettendo, perché queste società con la musica sui social facevano e vorrebbero fare intere campagne.

Insomma, a rimetterci ci sono un sacco di persone. Staremo a vedere se questo accordo lo raggiungeranno, io spero di sì, ma onestamente credo anche di sì, perché a rimetterci poi alla fine sono tutti.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi, se questo podcast vi piace, mi raccomando, lasciate un voto,

premete sul tasto segue sulla campanellina così da non perdervi nessuna puntata e, come sempre, io vi do appuntamento alla prossima. Ciao!

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Ce ne siamo accorti tutti. Su Instagram e Facebook sono sparite le canzoni italiane. La causa è un mancato accordo tra Meta e SIAE. L'Italia però al momento è l'unico paese in Europa a non aver rinnovato un'intesa con il gruppo americano. Ma perché? Ne parlo con Lorenzo Ancona.

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