Ma perché?: 46 | Ma perché Xi Jinping è volato a Mosca?

Radio Deejay Radio Deejay 3/22/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

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Il 10 marzo del 2023 l'Assemblea Nazionale del Popolo della Repubblica Popolare Cinese

ha confermato Xi Jinping come presidente del Paese, appunto.

2.952 voti favorevoli, zero contrari, zero astenuti.

Un inizio, come dire, immacolato per il 69enne, Xi Jinping,

inizio intendo del suo terzo mandato come presidente,

perché appunto sono ormai tanti gli anni che ha passato a fare il capo indiscusso della Cina.

Anzi, è bene ricordarlo, ha fatto addirittura modificare la costituzione

che in realtà prevedeva un limite di massimo due mandati,

ma grazie appunto a quella modifica ha avuto la possibilità di tornare a fare il presidente per la terza volta.

La Cina, lo sappiamo, viene fuori da chiusure severe,

a tratti paranoiche dovute appunto dal Covid.

E la guerra in Ucraina è stata forse lo è tutt'ora l'ultima grande sfida

in senso cronologico per Xi Jinping.

Ecco, proprio lui, che ha sempre mantenuto una posizione ufficialmente difacciata,

ma insomma di neutralità rispetto al conflitto tra Russia e Ucraina,

ha deciso, all'alba della sua rielezione, di andare a trovare Putin a Mosca.

Ma perché?

Io sono Marco Maisano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me,

provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Mentre ascoltate questa puntata, Xi Jinping e Putin saranno insieme a fare cose, a mangiare forze.

Ieri nel menu c'era Cervo in salsa di ciliege e torta a Pavlova,

ma molto più probabilmente saranno insieme, sì, ma a decidere le sorti del mondo.

Ecco, è proprio questo il punto.

La Russia e la Cina ormai da tempo non nascondono anzi e dichiarano ufficialmente

di non sopportare più la dominazione americana.

L'ordine mondiale così come lo chiamano loro e che hanno in mente non deve più essere

attrazione americana, anzi.

E questa necessità, se così la vogliamo chiamare, è stata resa ancora più esplicita

dopo l'inizio del conflitto tra Mosca e Kiev,

conflitto che ha ovviamente funzionato da sparti acque, come sappiamo nelle relazioni

diplomatiche, perché c'era un prima in cui Putin aveva magari posizioni diverse dagli

Stati Uniti, ma in cui non ci si minacciava, diciamo, con l'uso delle testate nucleari,

e c'è un dopo in cui non ci si parla più, almeno non alla luce del sole,

se non per minacciare ritorzioni militari che fanno tremare mezzo mondo, anzi il mondo

intero.

Ma torniamo a chici in pin, proprio adesso e fino a domani, è in Russia fare visita

a Putin.

Ci siamo chiesti in queste ore quanto i due siano realmente amici, e quanto e se il Presidente

cinese si è imbarazzato da alzederse a fianco dell'uomo su cui pende di fatto un mandato

di arresto della Corte Penale Internazionale.

Anche se ad occhio questo imbarazzo non sembra esserci due, sono insieme e sembrano proprio

due cari vecchi amici.

Ma come sempre facciamo un passo indietro, ci in pin, all'alba del suo storico e terzo

mandato, ha deciso di fare visita a Putin.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Gianluca Pastori, professore associato di Storia delle

relazioni politiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, questa è la risposta

che mi ha mandato.

Se Jin Pin fa visita a Putin, ufficialmente per mediare una pace nella guerra fra Russia

e Ukraine, a questa visita dovrebbe seguirne un'altra a Kiev per incontrare il Presidente

Ukraine o Zelensky, perché la Cine si è interessata a mediare una pace fra Russia e Ukraine è

una questione più complessa.

Io credo che le ragioni siano essenzialmente due.

La prima è il prestigio internazionale.

La Cina, negli ultimi mesi, sta alzando notevolmente il suo profilo come attore globale.

Negli scorsi giorni, ad esempio, il governo cinese ha mediato la riapertura delle relazioni

diplomatiche fra l'Iran e la rabbia saudita.

Un successo nella mediazione fra Russia e Ukraine sarebbe igualmente importante, soprattutto

perché tutti gli attori che si sono impegnati in questo sforzo fino ad oggi hanno fallito,

non sono riusciti di fatto a ottenere nessun risultato concreto.

A maggiore ragione, un successo sarebbe importante perché nella crisi sono anche con i volti

degli Stati Uniti, paese con il quale la Cina in questo momento non intrattiene rapporti

particolarmente buoni.

Un'altra ragione della mediazione cinese è che il governo di Pekino potrebbe promuovere

una pace favorevole ai propri interessi, in particolare una pace favorevole agli interessi

del suo alleato russo.

Cina e i russi hanno firmato lo scorso anno una partnership strategica molto forte.

Nel quadro di questa partnership strategica un successo della Russia nella crisi ucraina,

un successo chiaramente diplomatico della Russia nella crisi ucraina, potrebbe promuovere

gli interessi cinesi.

Inoltre, se la Cina riuscisse a aiutare Mosca a conseguire i risultati che si propone,

avrebbe maturato un credito molto forte nei confronti di Putin, un credito molto forte

che il governo cinese potrebbe fare valire nei prossimi anni e che in ogni caso nell'immediato

confermerebbe il fatto che nel rapporto fra Cina e Russia il più forte è sempre Pekino.

Il piano proposto non potrà immagino essere ricevibile per Kiev, ma ciò detto ci cimpina

relativamente a cuore un accordo tra Mosca e Kiev e ha invece molto a cuore il messaggio

che intende mandare al mondo ma soprattutto agli Stati Uniti e cioè, signori, le cose

senza di me non le potete più fare.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento

a domani.

Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maesano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti,

che è un podcast scritto da me Marco Maesano, che è un podcast scritto da me Marco Maesano.

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Dopo la pandemia da Covid-19, la guerra tra Russia e Ucraina è l'ultima grande sfida per la Cina. Xi Jinping ha sempre mantenuto una posizione di neutralità rispetto al conflitto (anche se sappiamo non essere proprio così) e ha deciso all’alba della sua rielezione a presidente del paese, di andare a trovare Putin a Mosca. Ma perché? Ne parlo con il prof. Gianluca Pastori.

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