Ma perché?: 42 | Ma perché l'Italia non ha un piano contro la siccità?
Radio Deejay 3/17/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript
Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha dichiarato, come ministero
coordineremo una cabina di regia per dare impulso a dighe, invasi, laghi e bonifiche.
Salvini fa riferimento a quello che è già stato chiamato Decreto-Aqua per fare
fronte appunto alla grave siccità che ha colpito l'Italia. Ecco, appunto, Decreto.
I Decreti sono strumenti per affrontare i momenti di emergenza perché seguono un'iter diverso,
da le leggi ordinarie, perché, come sappiamo, entra un invigore subito. Ora, la siccità,
ce ne siamo accorti noi e immagino anche Salvini e il governo, non è un'emergenza. Magari lo fosse.
È un fenomeno strutturale e tutti gli esperti concordano che la situazione nei prossimi anni
potrebbe addirittura peggiorare emergenze, come si sa, si affrontano provando a mettere
una pezza, le migliori che uno stato ha. Ma qui, delle pezze, ce ne facciamo poco,
qui serve un piano antisiccità di medio e lungo periodo, un piano che il nostro
paese doveva già avere, ma che al momento ancora non ha. Ma perché?
Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela
del territorio e delle acque irriue, ha detto, dati alla mano e lecito riterere che, per
almeno tre milioni e mezzo di italiani, l'acqua del rubinetto non può più essere data per
scontata. Ecco, non so voi, ma a me queste dichiarazioni non me la buttano proprio bene.
A soffrire di più sono le regioni e i fiumi del nord, e questa, se volete anche un po'
una sorpresa per chi, come noi, non fa il mestiere di seguire questi fenomeni. Il po
e il cesia, per citarne giusto due, sono infatti due fiumi che stanno soffrendo veramente
tanto. A causarne l'abbassamento sono state le
scarze piogge invernali e le scarzissime nevicate sulle alpi. Ne aveva già parlato qui, ma
perché qualche settimana ha fatto Nello Pasini, fisico del clima del CNR, al quale
avevo chiesto, appunto, perché non piove e lui, insomma, mi aveva provato a rispondermi
e mi aveva anche fatto notare quanto il problema non fossero tanto le piogge, che sono sia
un problema, ma più che altro le nevicate. Mi invito ad ascoltare quella puntata.
Ecco, sulle alpi la neve è calata del 35% rispetto al decennio scorso. Ora, quello
della siccità è un problema che arriva da lontano. L'acqua non manca dagli eri,
eppure, fino ad oggi, abbiamo fatto in parte finta di non vedere. E questo vale per tutti.
L'Italia, ancora oggi, proprio ora, mentre siamo qui a parlarne, non ha un piano strutturale
anti siccità. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è Nicola Slozito, giornalista
della stampa, autore del podcast Verde Speranza e autore della newsletter Il Colore Verde.
Questa è la risposta che mi ha mandato. Non abbiamo ancora un piano anti siccità fondamentalmente
perché non eravamo pronti a questa situazione, a questa emergenza, ma nella nostra storia
italiana abbiamo avuto una siccità così prolungata, così sistemica. C'entra ovviamente
il cambiamento climatico. Ormai lo sappiamo tutti. Perché? Perché ha alzato le temperature
medie e anche cambiato le correnti atmosferiche. Ormai in Italia, fino in Nord Italia, arriva
il famigerato anticiclone africano, quando una volta invece avevamo l'anticiclone dell'azzorre
che era molto più mite. Il governo sta già correndo ai ripari, anche se un po' in ritardo.
Il primo marzo si è insediata a una task force interministeriale che sta affrontando
l'argomento. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare questo piano, che prevede probabilmente
un commissario dell'acqua, ma anche semplificazioni burocratica e strategie per gestire meglio,
falde e invasi. Si procede un po' fatica però, perché bisogna coordinarsi sempre non solo
da Roma, ma anche con le esigenze delle singole regioni. La siccità è forte, dicevo soprattutto
in Nord Italia, e in questo momento spaventa soprattutto l'agricoltura. Ma è anche possibile
che nei prossimi mesi il problema si riversi sui consumi domestici, sulla produzione di
energia idroelettrica, insomma su tanti campi diversi. Anche se il governo per ora rassicura
c'è irreale rischio, razionamenti o comunque dei divieti selettivi, penso per esempio
alle piscine, l'acqua per innaffiare i giardini, ogni regione troverà delle soluzioni simili.
Ci sono tanti soldi per intervenire perché ce li dà il PNRR, ancora non li abbiamo usati,
però ci sono anche tanti vincoli, tanti limiti, tanti complicazioni che hanno bloccato gli
investimenti e i lavori. Siamo uno dei paesi europei che recupera per esempio meno acqua
piovana di tutti, solo il 10%, fino a pochi anni fa se ci pensate non ci interessava perché
avevamo acqua in abbondanza, ora invece è diventato uno degli interventi strategici.
Abbiamo anche una rete e colabrodo, lo sappiamo tutti, media dalla fonte alle case perdiamo
il 40% dell'acqua potabile messa nel sistema. Tutti questi sprechi erano, ripeto, passatemi
il termine, accettabili in altri tempi, ora non più. Ecco perché il primo passo che
forse dovremmo fare già da adesso, anzi forse dovremmo fare addirittura 2-3 anni fa è prendere
con sapevolezza che la siccità è sia un'emergenza ma anche un dato di fatto, una condizione da
cui non possiamo sfuggire, ci riaccapiterà sempre più spesso in futuro, avremo anni dove
pioverà magari molto di meno, anni dove pioverà un po' di più, però saremo sempre in condizione
di stress idrico, sempre di più, c'entra appunto l'emergenza climatica, bisogna correre
ora altrimenti veramente rischiamo un'apocalisse secca.
Grazie a Nicolas Lozito, di acqua ne abbiamo sempre bisogno e probabilmente mettere mano
al nostro sistema di distribuzione come diceva Lozito poco fa sembra come dire una delle priorità.
Non so voi ma io tutte le volte che vado al bagno e scarico penso a come sia possibile
buttare via 12 litri di acqua potabile per questo, per ciò che in quel momento io vedo.
Mi chiedo ma ce le possiamo ancora permettere azioni di questo tipo?
Io vi ringrazio, spero anche oggi di avervi dato una mano a capire qualcosa in più e
vi do appuntamento come sempre a domani.
Ciao!
Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti,
musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione
Denny Stucchi, una produzione One Podcast.
Machine-generated transcript that may contain inaccuracies.
L'Italia sta affrontando una grave siccità. Si potrebbe pensare ad un'emergenza, ma in realtà i numeri e le tendenze lasciano pensare ad un problema strutturale: l'acqua potabile sarà sempre di meno.
Le regioni del nord sono le più colpite e molti comuni stanno già parlando di "razionamenti". Quello della siccità però è un problema che viene da lontano, la cui soluzione non dipende da semplici accorgimenti. L'Italia ancora oggi non ha un piano contro la siccità di medio e lungo termine. Ma perché? Ne parlo con Nicolas Lozito.
See omnystudio.com/listener for privacy information.