Ma perché?: 37 | Ma perché il merito è "problematico"? PT.2

Radio Deejay Radio Deejay 3/11/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript

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Il giorno in cui parliamo, dicio che magari i giornali non mettono in prima pagina, ma comunque ditemi che hanno un impatto sulle nostre vite.

Il programma Cattelanzo Radio DJ ha sollevato il tema del merito tirando in ballo proprio l'intervento di Moura.

È stato considerato da sempre più persone un concetto problematico. Ma perché?

Lego in giro e che poi porto qui, possano in qualche modo scatenare delle discussioni.

Oggi vedrete, continueremo appunto a parlare di merito, ma da una prospettiva leggermente diversa.

Qualche settimana fa, infatti, mi sono imbattuto in un articolo, anzi in un estratto di un libro di Maria Chiara Montera pubblicato su Domani.

Vi voglio leggere l'attacco. Mi chiamo Maria Chiara Montera, ho 42 anni e ho trascorso i primi 6 mesi del 2022 a vergognarmi perché non stavo lavorando e guadagnando abbastanza.

Io sono certo, sono sicuro che molti di voi hanno provato questa sensazione e forse la state provando proprio adesso. Bene, Maria Chiara Montera, nel suo libro, vi spiega che non dipende da voi. Il suo libro, infatti, sentito la proprio, non dipende da te, edito dai naudi.

E allora uno dice, ma come? Non dipende da me. Sono io che non trovo lavoro, sono io che non mi impongo col mio capo, sono io che non so portare a termine una trattativa a mio favore, o peggio ancora, sono io a non essere bravo o brava abbastanza.

E quindi sono io a non meritare il successo di nuovo, il merito, quel concetto che sta, come dire, perdendo, sepposto nel modo sbagliato, tutto il suo fascino, quel merito che sempre più persone considerano problematico. Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Maria Chiara Montera, content creator e copywriter. Questa è la risposta che mi ha mandato.

Ma perché pensiamo dipenda a tutto da noi? Cambiare lavoro? Comprare una casa? Sentirsi bene? Avere uno stipendio adeguato? Tutto è possibile? Ci sembra possibile se ci impegniamo? Oppure no?

Io ho già 43 anni e sono fridensa. Ho cambiato 4 città, 14 case, almeno 10 aziende, e l'ho sempre fatto con l'idea di migliorare la mia condizione. Questa idea arriva dal contesto in cui sono cresciuta, che forse è la vostra. Se studi, se ti impegni troverai un lavoro che corrisponde ai tuoi sforzi, quello che fai come individuo, insomma, può portarti a successo, qualsiasi cosa significa.

Quest'idea dice anche che se non arrivo dei risultati, perché siamo persone che non si impegnano o non sono bravi abbastanza, non abbia abbastanza talento per quell'agnare quanto ci spetta.

E se non siamo bravi, siamo un fallimento. Io ho creduto per tantissimo tempo a chi mi decide di inseguire i miei sogni e di trovare un lavoro da mare.

Poi ho cominciato a farmi alcune domande che faccio anche a voi. E se non fosse così, se cosa cade nel lavoro, se il lavoro che ci capita non dipendesse interamente da noi, cosa cambierebbe se svegassimo lavoro dai sentimenti con cui sidentifichiamo?

Insomma, forse è il caso di destrutturare quello che sappiamo sul lavoro. Partiamo proprio da rivedere la cultura con cui siamo cresciuti, guardiamo la sottuna lente di una teoria economica che porta al nome di neoliberismo.

Secondo questa teoria, il motore della crescita economica e la privatizzazione è il rullo minore dello Stato, insieme a una deregolamentazione che favorisce

la competizione. Parolonima, la faccio facile. Pensiamo a come questa teoria si trasforma e si trasporta a livello individuale, mette l'accento sulle nostre capacità nel farci strada da soli e di svolgere lavori colmi di autorelizzazione, lavore che amiamo, dove le nostre capacità fanno tutta la differenza

nel mercato hipercompetitivo. Però tutto questo è possibile nel momento in cui esistono le condizioni per costruirsi davvero quel successo e non è sempre così.

La meritocrazia insomma è uno splendido mito, nutrito però da chi oggi è posizione di vantaggio e chi alimenta alcune narrazioni. La promessa di farceli, questa promessa ci induci a lavorare e ad accettare tanti lavori che per esempio sono sottopagati.

Pensiamo anche alla questione classe sociale, tutti i articoli sulle storie di cambiamento, da commesso, imprendetrice, etc., etc., sono racconti sempre parziali, che alimentano però questo mito del successo rapportato di tutti. Non dicono che magari dietro a certe storia ci sono certe famiglie e che queste famiglie hanno reso possibile l'accesso a una rete, a un reddito molto diverso da quello di altre famiglie e non parlano dei dati.

I dati cosa ci dicono che i redditi e i patrimoni di chi ha meno nei 35 anni sono inferiore a quelli dei genitori.

Insomma, io che non dipenda da me l'ho capito molto tardi, leggendo, soddendo molto, ma dopo i 40 anni e avrei voluto capirlo prima per avere un'idea diversa dei pesi e delle misure.

Grazie a Maria Chiara Montera. Io credo che parlare di merito senza, come dire, stabilire o ristabilire la dove manca la giustizia sociale a poco senso.

Non tutti siamo liberi di provare a farcela alla stessa maniera. Chi nasce in una condizione di svantaggio, ovviamente, farà più fatica, molto di più a raggiungere gli obiettivi che si è posto e a raggiungere quegli obiettivi per merito, quindi per impegno e per sbattimento.

Per quanto siamo affascinati e ci piace credere nella storia del bambino che nasce in una favela e che diventa un mega superimprenditore, per quanto questa storia ci piace dobbiamo ammettere a noi stessi che questa cosa non succede praticamente mai.

Succede invece molto spesso che quel bambino finisca a vendere palloncini e buste di plastica a noi che lo guardiamo dalla macchina e ci alludiamo che ce la possa fare. Io vi ringrazio di essere rimasti con me anche oggi.

Mi raccomando, scrivetemi, vorrei che provassimo il sabato, ma magari non solo il sabato, a fare un po' di community, insomma scriviamoci, ditemi come la pensate, magari poi porto proprio i vostri messaggi qui a Ma Perché. Grazie ancora e buon fine settimana. Ciao!

Denny Stucchi, una produzione One Podcast.

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La settimana scorsa assieme a Maura Gancitano abbiamo parlato di merito e di meritocrazia e di quanto questi due concetti siano sempre di più considerati problematici. Nei giorni seguenti mi avete mandato tantissimi messaggi, contenenti opinioni contrastanti. Ne ha parlato anche Alessandro Cattelan su radio Deejay, partendo proprio dalle considerazioni di Gancitano. Ho deciso allora di rincarare la dose. Che ci piaccia o no l'idea che avevamo di merito non esiste più e sempre più persone lo considerano un concetto "problematico". Ma perché? Ne parlo con Mariachiara Montera.

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