Ma perché?: 34 | Ma perché la disuguaglianza di genere è una fregatura per tutti?

Radio Deejay Radio Deejay 3/8/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

Mi senti? Che ci fai ancora l'impalato in mezzo alla strada? Trova qualcosa per tenerti?

Molla la borsa, reggiti forte! Sta per scatenarsi un'intensa bufera balsamica.

Ho mangiato una Golia Active Plus.

Senti la potenza balsamica di Golia Active Plus. Nel naso e nella gola. Respira Golia.

Oggi è la giornata internazionale dei diritti della donna. La festa della donna, così me la

ricordo io quando frequentavo l'asilo. In quel giorno, senza capire esattamente il perché,

la maestra ci faceva appiccicare un rametto di mimosa d'un cartoncino bianco. Auguri mamma.

Nessuna consapevolezza io, chiaramente, e poca anche, devo dire, mia mamma. Una donna cresciuta in

un contesto diverso, un contesto che oggi chiameremmo patriarcale. Quella consapevolezza è poi mano a

mano cresciuta in me, a metto negli ultimi cinque, sei anni soprattutto, ed è cresciuta anche in

mia madre e nelle donne della sua generazione. Segno come dire che questo periodo di Emma non

si può più dire niente oppure ma guardi che ora sono un complimento signora, in realtà è

servito e come. È servito, io credo, non a risolvere il problema, ma quantomeno a farci rendere

conto che il problema esiste e di che problema stiamo parlando. In Italia la disuguaglianza di

genere è presente più che in altri paesi. Ebbene sapere però che a quanto pare la disuguaglianza

di genere non conviene a nessuno. Ma perché? Io sono Marco Maisano e ogni giorno, a sé macchine

sapi di me, provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma

perché? Si parla per la prima volta ufficialmente di uguaglianza di genere, ovvero di parità tra i

generi, quello maschile e quello femminile, nella dichiarazione universale dei diritti umani adottata

dalle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948. Da 48 oggi molto è stato fatto chiaramente il mondo,

soprattutto la nostra parte di mondo, ha lavorato nel tentativo di implementare l'uguaglianza di

genere. Ci siamo davvero riusciti, in parte io credo di sì, ma è chiaro che molto rimane da fare.

Qualche settimana fa avevo dedicato una puntata di ma perché? Appunto al fatto che le donne

guadagnano meno degli uomini e la domanda era ovviamente perché, come è possibile, quindi

come dire, segno che evidentemente ancora molto va fatto, anche se quella del trattamento economico

non è l'unica disparità. Ora, io oggi non voglio entrare nel merito di cosa ancora vada

fatto e di come vada fatto, anche perché non me n'entendo abbastanza. Su una cosa però

trovo che faccia bene riflettere. La disuguaglianza di genere è ingiusta, procura dolori, frustrazioni

e diciamocelo in cazzature a milioni di donne nel nostro paese e nel mondo. Una nuova consapevolezza,

però sta aiutando anche i meno sensibili all'argomento ad avvicinarsi appunto a questo

tema. Economisti, studiosi e attivisti concordano sempre di più nel ritenere che la disuguaglianza

di genere non conviene a nessuno. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è Azzurra

Rinaldi, economista, femminista e docente universitaria. Questa è la risposta che mi ha mandato.

La disuguaglianza di genere non ci conviene, stiamo iniziando a capirlo sempre di più,

iniziano a... adesso ci diciamo così dei ragionamenti anche in termini di politica

economica per capire ma perché non ci conviene? Allora, non ci conviene per moltissimi motivi e

la prima cosa che dobbiamo capire è che non è vero che non conviene solo alle donne, non

conviene proprio a tutto il paese. Innanzitutto perché quando le donne non lavorano e quindi quando

ci sono queste disuguaglianze persistenti sul mercato del lavoro nel paese si produce meno

ricchezza, cioè siamo tutte e tutti più poveri e questo donlato perché si produce meno pill banalmente,

meno prodotto interno l'ordo. Ma dall'altro anche perché c'è una ricchezza minore su quello

stato può applicare il prelevo fiscale e quindi sono minori i servizi che può fornire a tutte le

cittadine e a tutti i cittadini. Accanto a questo c'è un'altra riflessione da fare perché nella

narrazione sul ruolo anche della donna e soprattutto sul suo ruolo ridato alla maternità molto

spesso ne facciamo confusione perché sentiamo dire che siccome la mamma è una visione tradizionale

anche diciamolo un po' patriarcale è il pilastro della famiglia quando la mamma sta a casa allora

la famiglia può permettersi di avere molti figli questo si scontra con la realtà che tutte le

famiglie vivono quotidianamente cioè una famiglia mono reddito ovvero in cui solo il papà immaginando

una famiglia dorosessuale solo il papà lavora è una famiglia più povera di quella in cui invece

lavorano entrambi gli adulti questo significa che e lo vediamo anche dai dati e lo vediamo dagli

esempi degli altri paesi quando c'è minore di suboglianza di genere sul mercato del lavoro

e quando le donne riescono ad essere più presenti non solo il paese è più ricco ma aumenta anche

il tasso di natalità quindi si fanno le famiglie decidono di fare più figli in che cosa quindi

questa disuglianza non ci conviene in moltissimi aspetti prima di tutto chiaramente la felicità

la soddisfazione e la realizzazione delle donne ma non conviene a tutto il paese perché siamo un

paese più pavero e siamo anche un paese in cui si fanno meno figli grazie ad azzurra rinaldi io

credo che il suo messaggio sia molto chiaro no pagare di meno le donne di scriminarle o addirittura

escluderle del tutto da contesti lavorativi non è solo ingiusto evidentemente ma è meno

conveniente per tutte e per tutti cioè alla fine ci rimette un paese intero la battaglia poi è

chiaro che deve essere politica e quindi sul piano legislativo promovendo appunto leggi che riducano

il divario di genere ma deve essere una battaglia anche forze soprattutto culturale perché se cambia

la nostra percezione del problema allora forse comincieremo anche a votare chi il problema

promette seriamente di combatterlo io vi ringrazio per avermi ascoltato anche oggi se

questo podcast vi piace premete sul tasto segui e sulla campanellina è importante davvero a

questo punto non mi rimane che darvi appuntamento a domani e ovviamente auguri a tutte le donne ciao

ma perché è un podcast scritto da me Marco Maisano riprese e montaggio Giulio Rondolotti

musici originali Matteo Cassi supervisione tecnica Gabriele Rosi responsabile di produzione

Denny Stucchi una produzione one podcast ascolta parlo con te trova subito qualcosa a qui a

grapparti reggiti dove puoi in casa sull'autobus salgui in saglio del cane forte fortissimo sta

per scatenarsi un'intensa bufera balsamica ho mangiato una golia active plus senti la

potenza balsamica di golia active plus nel naso e nella gola respira golia

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Oggi è l'8 marzo. Il giorno in cui da bambino appiccicavo un rametto di mimosa su un cartoncino e lo regalavo a mia mamma. La mimosa è una tradizione tutta italiana, la Giornata Internazionale della Donna, invece, è una ricorrenza presente in quasi tutto il mondo. Una maggiore consapevolezza negli ultimi anni però ci ha portato a considerare questa giornata non solo come l'occasione per fare una mattanza di alberi di mimosa, ma per fermarci a pensare a quanto ancora abbiamo da fare per colmare i divari di genere presenti nel nostro paese. Oggi sfatiamo un mito: la disuguaglianza di genere è una fregatura per tutti. Ma perché? Ne parlo con Azzurra Rinaldi.

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