Ma perché?: 210 | Ma perché proprio Giuliano Amato?
Radio Deejay 10/27/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript
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L'intelligenza artificiale è la vera rivoluzione tecnologica che tutti aspettavamo.
Dopo anni di nuovi modelli di smartphone con la telecamera migliore, di app sempre più
utili a rendere la vita di tutti noi più semplici, di computer sempre più efficienti, è arrivata
appunto l'AI.
Questa sì che innovazione.
Ed è normale, normalissimo anzi, e che questa faccia anche paura proprio perché stiamo
parlando di qualcosa di davvero innovativo.
L'Italia, come tutti i paesi sviluppati del mondo, ha deciso, data la grande, grandissima
novità, di istituire una commissione apposita, la commissione sull'intelligenza artificiale
applicata al mondo dell'editoria, soprannominata anche un po' a casaccio, commissione algoritmi.
Ottimo, uno dice.
Ora, io vi anticipo che veramente non è per fare polemica, non è nelle corte di questo
podcast, è veramente per capire.
A presidiare questa commissione, il nostro paese ha scelto Giuliano Amato, un uomo di
85 anni.
Ma perché?
Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire dalle
basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.
Ma perché?
Giuliano Amato ha fatto e continua a fare, perché evidentemente non è finita una carriera
pubblica incredibile, è davvero incredibile e soprattutto molto, molto lunga.
Mi impegnerò a riassumerla in pochi secondi, andando per sommi capi.
Molte delle cariche che adesso andrò a lencare, Amato le ha ricoperte più volte e sotto
sfaccettature diverse.
Dunque, senatore, deputato, ministro, bicepremier, premier, presidente dell'Agico, bicepresidente
della Corte Costituzionale, giudice della Corte Costituzionale, presidente della Corte
Costituzionale, davvero notevole.
E siamo arrivati così al 2023 e uno dice, basta, no.
Nel maggio di quest'anno è stato anche nominato dal comitato olimpico nazionale italiano,
garante del codice di comportamento sportivo.
Questa romina, devo dire, è passata davvero in silenzio, io almeno non me ne ero accorto.
Amato ha attraversato la storia dell'Italia, è nato senza tv e oggi vive in un mondo dove
è appena arrivata una delle innovazioni più importanti di sempre, l'intelligenza artificiale.
L'Italia, così come il resto del mondo, è impegnata a capirci qualcosa di più, a
trovare un modo di sfruttare al meglio le AI e a fare anche in modo che questa non danneggi
una fetta della popolazione.
E allora, Palazzo Chigi ha istituito una commissione con il compito di occuparsi proprio di questo,
nello specifico dell'intelligenza artificiale applicata al mondo dell'editoria.
A guidare i lavori sarà l'805N Giuliano Amato.
Ma perché?
A rispondere alla domanda di oggi è tornato Luca Bianco, giornalista di Uffington Post Italia.
Questa è la risposta che mi ha mandato.
Quello che vorrei fare oggi è rassicurarvi, andando un po' controcorrente rispetto alle
polemiche di questi giorni.
Cioè cerchiamo di vedere se il bicchiere è mezzo pieno che quello mezzo vuoto di questa
situazione.
Mettiamo in chiaro una cosa, Giuliano Amato non guiderà un comitato che si occuperà
della regolamentazione nel nostro Paese dell'intelligenza artificiale e dei suoi utilizzi
nei vari ambiti.
La Commissione dove l'ex presidente della Corte Costituzionale è stato nominato si
occuperà invece di indagar un tema molto specifico, ovvero l'impatto che l'intelligenza
artificiale ha avuto sta avendo, evrà, nel mondo dell'editoria e del giornalismo.
Amato, due volte presidente del Consiglio, non sarà da solo.
Lui ha ovviamente accentrato le attenzioni mediatiche e dei soci, ma va comunque riconosciuto
che nella Commissione ci saranno altri 9 membri, tra cui esperti come professori universitari,
il direttore della ricerca presso il Centro Italiano per l'intelligenza artificiale, esperti
di calcoli quantitativi e di algoritmi, e anche giornalisti, tra cui l'autorevole direttore
di Milano Finanza, Roberto Sommella.
Insomma, non stiamo dando nelle mani di Giuliano Amato l'incarico di regolamentare l'intelligenza
artificiale in Italia, per carità.
Compito di questa Commissione sarà a ridigere un rapporto sulla base dell'indagine che
faranno nelle prossime settimane, sentendo prima di tutto i principali attori del settore
e poi procedendo alla discussione interna.
Un rapporto che sarà poi trasmesso al governo, che potrà decidere di farneuso come dignorarlo.
La nomina della Commissione è stata fatta dal sottosegretario del governo Meloni con
delega proprio al mondo delle dittorie della stampa, Alberto Barracchini.
Journalista di professione anche lui, Barracchini ha nominato Amato con l'intento di mettere
alla Presidenza di un organismo composto da grandissimi esperti, un giurista di peso,
molto autorevole, in grado anche di dare il suo contributo grazie alla sua esperienza
e davori della Commissione.
Mi sembra molto prevedibile che, durante i lavori di questa Commissione, nessuno chiederà
ad Amato di spiegare come funzionano gli algoritmi e cosa pensa del futuro dell'intelligenza
artificiale.
Certo, tutt'altro paio di maniche è la strategia dell'Italia sull'intelligenza artificiale.
Il problema non è Amato alla guida di una Commissione dedicata a un tema specifico come
quello dell'editoria, piuttosto è l'assenza per questo governo, come per i precedenti,
di una strategia generale che guardi strutturalmente un fenomeno che, tra le tecnologie più
moderne, è uno di quelli che esprime tra i più elevati livelli di gap esponenziale.
Tradotto nemmeno il tempo di cominciare a fare le leggi e regolamentare gli effetti di
un certo algoritmo e di una certa intelligenza artificiale, che quella tecnologia è già
andata troppo avanti, in maniera esponenziale, appunto, nel suo sviluppo.
Il problema, dunque, è il metodo, finora assente, con cui affrontare questo tema, e
non tanto la nomina di un anziano giurista messo alla guida di un comitato di cui, molto
probabilmente, non sentiremo più di tanto parlare.
Grazie a Luca Bianco.
Ecco, come avete sentito dalla voce di Bianco, questa puntata non era fatta per fare polemica,
ma appunto per capire.
E sicuramente vero che Giuliano Amato non spiegherà, diciamo, ai membri che faranno
parte di questa commissione cos'è l'intelligenza artificiale, perché non ci si aspette, non
qualche modo che lui lo sappia in maniera specifica, anche perché questa commissione,
come diceva Bianco, sarà indirizzata al mondo dell'editoria.
Certo è che la questione simbolica rimane, abbiamo visto in Inghilterra il governo ha
nominato un 41enne imprenditore nel mondo dell'intelligenza artificiale a presiedere
una commissione dedicata appunto all'intelligenza artificiale, da noi abbiamo un signore di
85 anni.
Ripeto, è una cosa simbolica, ma come dire, anche i simboli contano.
Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi, e come sempre vi do appuntamento
a domani.
Ciao!
Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maisano?
Riprese e montaggio Giulio Rondolotti, musiche originali Matteo Cassi, supervisione tecnica
Gabriele Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi, una produzione One Podcast.
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L’intelligenza artificiale è la vera rivoluzione tecnologia che tutti aspettavamo. Dopo anni di nuovi modelli di smartphone con la telecamera migliore, di app sempre più utili a rendere più semplice la vita di tutti noi, di computer sempre più efficienti, è arrivata L’AI. L'Italia, come tutti i paesi del mondo, è attenta a questo importante cambiamento e Palazzo Chigi ha istituito una commissione apposita per lo studio delle implicazioni dell'AI nel mondo dell'editoria. A presidiarla sarà Giuliano Amato. Ma perché? Ne parlo con Luca Bianco.
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