Ma perché?: 209 | Ma perché la sanità pubblica non sta benissimo?

Radio Deejay Radio Deejay 10/26/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript

Benvenuti a Gran Terre, il tagliere delle grandi bontà.

Solo qui nasce il burro a parmareggio.

È fatto col buon latte dei caseifici delle nostre terre miliane.

Wow, guarda che crema!

A fiora, naturalmente, per diventare burro a parmareggio.

E anche mascarpone Grand Terre.

Mamma, chi lavù?

Grand Terre provano anche tu.

Grand Terre dove nascono grandi bontà.

La voce della legge di bilancio su cui ogni anno concentriamo moltissima attenzione

e quella inerente alla sanità pubblica.

La pandemia ha messo in luce tutte le carenze, le mancanze e la burocrazia del nostro sistema sanitario.

Un fatto su cui ogni anno ci allarmiamo sempre di più,

perché sempre più ampio è il divario con gli altri paesi sviluppati.

Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Zimbe,

che abbiamo conosciuto peraltro durante la pandemia, ha detto

l'imponente sottofinanziamento, la progressiva carenza di personale sanitario,

i modelli organizzativi obsoleti, l'incapacità di ridurre le disuaglianze

e l'inevitabile avanzata del privato, hanno determinato la progressiva erosione

del diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare nelle regioni del Sud.

Insomma, il tema è di strettissima attualità.

La sanità pubblica italiana sta attraversando un momento molto difficile.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, assieme a chi ne sa più di me,

provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Quotidiano Sanità

Quotidiano Sanità lo scorso mese ha pubblicato i dati sugli investimenti in sanità

dei principali paesi sviluppati, dati elaborati da OECD.

Vediamo la spesa sanitaria pubblica in percentuale al PIL.

Nel 2022 il nostro paese si attesta al 6,8% del PIL sotto dello 0,3%

sia rispetto alla media OXE che al 7,1% che alla media europea anche quella al 7,1%.

Sono 13 paesi dell'Europa che in percentuale del PIL investono più dell'Italia.

Con un gap che vada ai 4,1 punti percentuali della Germania,

che investe il 10,9% del PIL, ai 0,3% dell'Islanda,

che invece investe il 7,1% del PIL in linea appunto con la media europea.

Anche i dati della spesa sanitaria pubblica procapite sono sotto alla media OXE e a quella europea.

Allora, stiamo vivendo un momento davvero difficile.

Sono tantissimi i medici che stanno decidendo di lasciare l'Italia per far carriare al trove

dove gli stipendi sono più alti e la sanità privata sta cominciando a rosicchiare fette di mercato.

Insomma, le cose per la nostra sanità pubblica si stanno mettendo male.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Roberta Villa, giornalista scientifico e medico.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

Non è possibile concentrare in pochi minuti una riflessione

sulla situazione complessa come quella del servizio sanitario non nazionale.

Proverò soltanto a dare qualche spunto di riflessione.

Non c'è dubbio che la questione della carenza di risorse,

sia economiche, sia umane, è un fattore essenziale che la nuova legge di bilancio certamente non sposterà.

Però, diciamo, in questa condizione in cui noi ci troviamo ad avere investimenti per la sanità inferiori

a quelli previsti della maggior parte dei paesi più avanzati,

dovendo fare i conti con questa scarsità bisogna pensare a ottimizzare queste risorse.

Ecco, non mi sembra che ci sia alcun disegno per ottimizzare queste risorse.

Per esempio, convogliandole in quelle prestazioni che hanno più valore.

Penso, per esempio, a tutti gli interventi sulla prevenzione che abbiano però un riscontro dimostrato di vite salvate, di salute ottenute,

non semplicemente perso ma resami su esami, check-ups, check-ups.

Bisognerebbe puntare queste poche risorse verso uno sforzo di attenuazione delle diseguianze che nel nostro paese sono molto, molto profonde.

Bisognerebbe evitare di essere vittima di quelle pressioni anche assolutamente giustificabili e comprensibili

da parte di singole associazioni di pazienti o portapoci di interessi particolari che spingono verso investimenti spot casuali

su una singola patologia o una singola situazione quando magari venne sono altre più pressanti,

ma diciamo che hanno meno voce.

Quello che mi sembra importante sottolineare è che in ogni caso nella nostra sanità,

certamente anche a causa dello spezzettamento, della frammentazione tra le regioni,

ma non solo per questo, quello che manca è un disegno complessivo, manca un piano,

manca una strategia per utilizzare al meglio queste risorse limitate, ripeto,

e quindi indirizzarle verso quegli investimenti che possono produrre il maggior vantaggio in termini di salute pubblica.

Grazie a Roberta Villa.

Secondo quanto dichiarato dal governo con la legge di bilancio di quest'anno,

verranno investiti in sanità pubblica 5,6 miliardi di euro in più.

Una cipra record secondo il ministro della Sanità Schillaci.

È vero?

Beh, in realtà molto dipende da come si fanno i conti,

e cioè se l'aumento di cui parla il governo si somma a quello della scorsa legge di bilancio oppure no.

Se si trattasse infatti solo di un'integrazione, allora l'investimento sarebbe di 3,3 miliardi e non di 5,6.

Lo scopriremo presto appunto quando la legge verrà pubblicata.

Ma se anche l'aumento fosse di 5,6 miliardi, non sarebbe il più alto di sempre come sostiene il governo.

Pagela Politica ha fatto i conti e il record è stato toccato tra il 2004 e il 2005,

quando l'aumento fu di 10,8 miliardi.

Comunque la si pensi e qualunque siano i conti da fare, il problema rimane

ed è un problema sistemico, i soldi contano, non c'è dubbio,

ma non sono l'unico aspetto importante su cui fare i conti.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me.

Anche oggi mi raccomando, se apprezzate questo podcast, lasciate un vuoto sulle piattaforme,

dove solitamente lo ascoltate, è un piccolo gesto,

ma vi garantisco che è di grande aiuto per Ma Perché.

Noi ci sentiamo domani, ciao!

Ma Perché è un podcast scritto da me, Marco Maisano.

Riprese e montaggio Giulio Rondolotti, musici originali Matteo Cassi,

supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi.

Una produzione One Podcast.

Guarda che crema!

A fiora, naturalmente!

Per diventare burro per un mareggio!

E anche mascarponi Grandere!

Mamma, chi la vuoi?

Grandere provano anche tu!

Grandere, dove nascono grandi bontà.

La radio del Defender gracchò.

La inaltavaglia avevano un ferito grave,

steso sul pavimento di un bar con il cranio sfondato.

L'aggressore era stato avvistato, mentre fuggiva in moto.

Giune la valle, il nuovo romanzo di Paolo Cognetti per Inaudi.

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La pandemia da Covid-19 ha messo in luce tutte le carenze e le tante difficoltà del nostro sistema sanitario. Eppure c'è stato un momento in cui politici e opinione pubblica sembravano pensarla alla stessa maniera nella volontà di gestire le difficoltà della sanità pubblica. Oggi sembra tutto passato e il sistema sanitario non sembra stare benissimo. Ma perché? Ne parlo con Roberta Villa.

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