Ma perché?: 208 | Ma perché conta dove nasci?

Radio Deejay Radio Deejay 10/25/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript

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Il vetro rilascerà.

Qui a ma perché abbiamo parlato molto spesso di merito? Una parola di cui ci si riempie la bocca,

se ti impegno, terrai ciò che vuoi. Come c'è detto le altre volte, sicuramente l'impegno

è fondamentale e non si può in alcun modo, e mi sembra anche banale doverlo dire, ottenere

dei risultati professionali e non solo senza l'impegno, la costanza, la determinazione.

La questione però è da dove si parte. Possiamo parlare di meritocranzia se partiamo

tutti e dallo stesso punto. Se tutti e tutte abbiamo la stessa istruzione di qualità, ma non solo.

Infatti è sempre più chiaro a tutti che dove nasci, conta e come. Ma perché?

Io sono Marco Maisano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me,

provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?

Una volta si chiamavano i raccomandati, quelli che avevano la cosiddetta spintarella,

l'aiuto da casa per raggiungere una determinata posizione lavorativa. In realtà quella di cui

parlo però, qui oggi, è una raccomandazione che spesso è intrinseca. Cioè non stiamo

parlando di un crimine, come potrebbe invece esserlo a volte una raccomandazione in alcuni

casi specifici. Ma stiamo parlando appunto di un privilegio. Ripeto, non è un crimine e non è

neppure un peccato, non è colpa di nessuno se hai la fortuna di nascere in un contesto in cui

il network di quei bisogno per avanzare in carriere è pronto, o se hai avuto accesso a

scuole di qualità, di una sanità di qualità, perché sì anche quella conta. Di sicuro però è

un peccato che gli altri non abbiano quel privilegio e che si trovino però a dover fare la stessa

gara. Una gara che però è viziata perché i blocchi di partenza dei primi sono più vicini

all'arrivo dei secondi. Ce ne stiamo rendendo per fortuna sempre più conto. Dove nasci? Conta.

Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è Antonella Inverno, responsabile, politiche per

l'infanzia e l'adolescenza di Save the Children. Questa è la risposta che mi ha mandato.

Non solo è importante dove si nasce nel nostro paese, ma anche e soprattutto dove si cresce.

Tantissimi bambini e bambini adolescanti vivono in quelle che abbiamo definito per i ferì

educative. Sappiamo che anche nelle città vivere a pacchisolati di distanza può

fare la differenza per tutta una vita. Luoghi lontani sia dal punto di vista geografico,

ma altrettante volte anche solo dal punto di vista delle opportunità educative di crescita

di cui possono godere i bambini e le bambine. Il 36% di tutti i minori e gli adolescenti tra

0 e 19 anni vive nelle 14 città metropolitane. Sono anche le città però a dove si assommano le

carenze dal punto di vista delle opportunità. Sempre nelle città metropolitane vive il

63,8% dei minori senza fissa di mora che sono in Italia. La maggiore concentrazione sia a Roma,

Milano e Napoli. Sono anche le città dove vivono circa due studenti su 5, ma spesso proprio lì

che le scuole sono più carenti da un punto di vista strutturale. Per esempio, quando parliamo

di menza, mentre all'ivalo nazionale comunque ci sono dato basso il 42% delle scuole primarie

fornito di menza, nelle aree metropolitane questa percentuale scende al 39,5% con valori minimi per

esempio a Napoli, dove è fornita di menza solo del 7,3% delle scuole o Palermo, siamo al 13,3%.

Lo stesso discorso si può fare sui dati relativi per esempio al tempo pieno, dove nelle città

metropolitane la media è significativamente inferiore alla media nazionale e in un terzo

delle città questa percentuale è inferiore al 20% con un'altra volta ancora una volta valori

minimi per esempio a Palermo 6,5% e Catania 9,5%. Però è anche nelle periferie che abbiamo visto

storie di protagonismo giovanile eccezionale e l'autorganizzazione delle comunità dal basso

ed è proprio qui che vogliamo intervenire per dare voce a queste esperienze e per rispondere ai

bisogni che da queste esperienze emergono. Grazie ad Antonella inverno, si dove nasci

conta e come peraltro proprio qui, ma perché avevamo dedicato una puntata alla cosiddetta

povertà educativa, cioè al fatto che moltissimi sono i bambini e le bambine nel nostro Paese che

non hanno non solo accesso ad una scuola di qualità in alcuni contesti ma neanche a quei

servizi che diciamo stanno al lato dell'istruzione obbligatoria, come ad esempio musei, mostre,

cinema, tutto ciò che crea sostanzialmente cultura perché sì questi luoghi non ci sono ovunque o

dove ci sono non è detto che siano accessibili a tutti e a tutte. Io vi ringrazio per essere

rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a domani. Ciao! Ma perché è un

podcast scritto da me Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti, musici originali

Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi,

una produzione One Podcast.

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Lo abbiamo detto tante volte parlando di "merito". Una parola molto utilizzata dalla politica e da chi crede che gli unici strumenti per riuscire a realizzarsi siano l'impegno e la determinazione. Purtroppo non è così. Questo non vuol dire che darsi da fare non sia necessario, anzi...Ma sempre di più stiamo realizzando che conta soprattutto dove nasci. Ma perché? Ne parlo con Antonella Inverno.

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