Ma perché?: 206 | Ma perché tornare al nucleare è impossibile (o quasi)?

Radio Deejay Radio Deejay 10/23/23 - Episode Page - 10m - PDF Transcript

Ho creato l'universo a partire da quattro elementi, terra, acqua, aria e soprattutto

fuoco.

Prova i nostri irresistibili Italian Kings, con Parmigiano Reggiano o Prosciutto di Parma,

solo da Burger King.

L'8 e il 9 novembre del 1987 la maggior parte degli italiani scelse di dire no al nucleare.

Appena un anno prima nell'86 c'era stato l'incidente terrificante di Cernobyl in

Ucraina.

Sulla scia anche motiva di quell'evento l'Italia appunto disse no, non a casa nostra.

Ora come sempre non esiste una verità assoluta, non è in senso assoluto vero che l'energia

nucleare rappresenti il male, ma non è vero neppure il contrario e cioè che l'energia

prodotta tramite fissione sia la più pulita che esiste.

Una cosa è certa, nel nostro paese non ci sono più centrali nucleari, a scene sono

diverse nei paesi vicini, la Francia una su tutti, la centrale nucleare di Buge per esempio

di sta a 150 km da Bardonecchia, come dire noi non abbiamo il nucleare a casa nostra

ma non rimarreremmo di certo immuni dalle conseguenze di un eventuale incidente in

Francia.

Negli ultimi tempi si è molto riparlato dell'eventualità di tornare a investire in

questo settore in vista anche degli obiettivi di riduzione di carbonio entro il 2030, dopo

domani praticamente, ma tornare al nucleare in Italia non è affatto scontato, ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, assieme a chi ne sa più di me, provo a ripartire dalle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo, ma perché?

Una cosa è certa, l'energia nucleare è relativamente più pulita di altre, le emissioni

di CO2 non esistono di fatto a differenza di quanto accade invece bruciando per esempio

carbone o gas.

Ora io dico relativamente perché è chiaro rimane il tema delle scorie, cioè gli scarti

della produzione dell'energia nucleare.

Mi è capitato personalmente di visitare una centrale qualche anno fa in Svizzera e devo

dire che rimasi sorpreso dalla quantità appunto di scorie che erano state stoccate in decenni

e decenni di produzione, sorpreso perché erano poche, chiuse dentro un hangar di normali

dimensioni come quelli che si vedono negli aeroporti.

Evidentemente ciò non vuol dire nulla anche perché prima o poi fosse anche tra secoli

con quelle scorie che non saranno più chiuse in un hangar ma in decine di hangar dovremo

comunque confrontarci.

E dunque che fare?

L'approvvisionamento energetico è uno dei temi più cruciali dei nostri tempi, in realtà

lo è sempre stato ma in un mondo sempre meno stabile da un punto di vista geopolitico

diventa davvero fondamentale avere la nostra energia.

La Russia si è dimostrata un partner non affidabile, oggi noi compriamo gas dall'Algeria

ma anche lì, chi c'è a garantirci che tra 30 anni quel paese possa continuare appunto

ad essere un nostro partner.

E dunque di nuovo che fare?

L'idea di costruire nuove centrali nucleari nel nostro paese si sta facendo di nuovo

avanti ma le incognite sono tante e proseguire su questa strada sembra essere davvero difficile,

anzi sembra essere impossibile.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Luca Fraglioli, giornalista di Repubblica.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

Sono sostanzialmente tre le ragioni che rendono né scontato, né immediato il ritorno dell'Italia

al nucleare civile, cioè la produzione elettricità tramite la fissione nucleare.

Il primo motivo è la tecnologia.

La quarta generazione di reattori, quelli che dovrebbero garantire di essere immuni

agli incidenti che abbiamo conosciuto nei decenni scorsi, in realtà non sono ancora

pronti.

I piccoli reattori modulari, small modular reactors o anche i micro reattori che sulla

carta appunto risultano essere molto più sicuri non sono una realtà industriale, ne

esistono pochi prototipi ed è tutto da dimostrare che siano facili da costruire economicamente

fattibili e quindi collocabili anche presso grandi insiedimenti urbani.

L'altro motivo collegato è proprio quello dei costi e dei tempi di realizzazione.

La storia recente del centrale nucleare ha visto dei costi lievitare, moltiplicarsi per

molte volte, dei tempi di costruzione e di realizzazione allungarsi a decenni, tutto

questo per l'insorgere di problematiche non previste in fase di progettazione e quindi

i detrattori sostengono che a maggior ragione in tecnologia che ancora devono essere messe

in pratica questi ritardi, questa alleviazione dei costi potrebbe rendere tutto molto più

complicato.

Il terzo motivo ha a che fare con i due precedenti e cioè l'accettazione sociale.

In Italia in particolare sappiamo che sono stati votati due referendum che hanno detto

no al nucleare, certo ormai molti anni fa sull'Ascia di due gravi incidenti, quello

di Cernobyl e Lozsunami, ricordiamo che fu Lozsunami in realtà a causare i problemi

alla centrale nucleare di Fukushima, ma comunque sull'Ascia di quei due fatti emotivamente

impattanti l'Italia disse per due volte no al nucleare.

Ebbene, ma al di là dei referendum non c'è una società al momento pronta ad accettare

centrali nucleari sul proprio territorio.

Pensiamo al fatto che sia addirittura difficile come sappiamo realizzare impianti di energiere

innovabile campi e olici o fotovoltaici per la protesta spesso delle comunità locali

che non vogliono vedere desurpato il proprio esaggio, o pensiamo anche al fatto che il

deposito nazionale per le scorie gradative da 30 anni è in cerca di una collocazione

sul territorio nazionale per conservare scorie che ormai sono stoccate temporaneamente appunto

da decenni presso le vecchie centrali nucleari di smesse o in altri siti provvisori.

Quindi di fronte a un deposito che non rianziesce a fare, di fronte a impianti di energiere

innovabili che trovano tanti ostacoli ci si chiede ma gli italiani davvero accetteranno

delle centrali nucleari vicino alle loro case?

Alcuni sondaggi dicono che c'è un ritorno di consenso per il nucleare, ma certamente

il consenso cala quando si chiede se si accetterebbe una centrale non in generale

sul territorio italiano ma nei pressi della propria abitazione.

Ecco, tutte queste ragioni consulo sfondo l'urgenza di trovare naturalmente soluzioni

alternative per la produzione di energia sia per affrancarci dalla dipendenza da produttori

stranieri, prima la Russia, adesso gli altri fornitori di gas come per esempio Algeria,

ma soprattutto per combattere il cambiamento climatico.

Sappiamo che ci sono delle date precise, dovremo ridur drasticamente del 55%, le emissioni

di carbonio intorno al 2030, quindi tra appena 7 anni, e dovremo addirittura zerare o meglio

essere carbon neutral nel 2050.

Tutto questo ci lascia intendere che ritorna al nucleare se può essere una prospettiva

per un futuro più lontano, non può certo risolvere questo problema immediato che è

la riduzione delle emissioni 12 e quindi vende da chiedersi se non sia il caso di investire

immediatamente tante risorse nelle rinnovabili piuttosto che investire sul nucleare che

certamente non è una soluzione immediata.

Grazie a Luca Fraioli e beh avete sentito probabilmente così noi se decidessimo oggi

di costruire delle nuove centrali nucleari all'avanguardia probabilmente le vedremo

in funzione tra molti moltissimi anni dovendo passare da periodi in cui per esempio potremmo

non averne più di energia perché chissà come dicevo prima magari l'Algeria non si

rivelerà più un partner affidabile e noi non potremo in quel caso aspettare le nuove

centrali nucleari forse merita per davvero concentrarsi sulle energie rinnovabili come

andiamo dicendo da ormai molti anni parliamo di energie che non sono più neanche così

nuove tecnologie che in realtà esistono già da diversi anni e su cui veramente meriterebbe

investire di più lo stiamo già facendo ma la rotta sembra essere ormai definitivamente

davvero quella. Prima di salutarvi però vorrei ringraziare chi è arrivato di recente a seguire

questo podcast a seguire ma perché siete davvero in tanti vi chiedo come ho fatto già in passato

con quegli altri di lasciare un voto su Spotify e di premere sul tasto segui per rimanere aggiornati

su ogni puntata e su delle puntate speciali che potrebbero arrivare prossimamente. A questo

punto vi ringrazio davvero per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento a

domani ciao. Ma perché è un podcast scritto da me Marco Maisano riprese e montaggio Giulio Rondolotti

musiche originali Matteo Cassi supervisione tecnica Gabriele Rosi responsabile di produzione

Danny Stucchi una produzione One Podcast. Ho creato l'universo a partire da quattro elementi

terra, acqua, aria e soprattutto fuoco. Prova i nostri irresistibili Italian Kings con

Parmigiano Reggiano prosciutto di Parma solo da Burger King.

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L’8 e il 9 novembre del 1987 la maggioranza degli italiani ha scelto di dire no al nucleare. Appena un anno prima c’era stato l’incidente terrificante di Chernobyl, in Ucraina. Ora, come sempre non esiste una verità sola: non è vero in senso assoluto che l’energia nucleare rappresenti il male, ma non è vero neppure il contrario e cioè che l’energia prodotta tramite fissione sia la più pulita che esiste. Una cosa però è certa: tornare al nucleare in Italia è quasi impossibile. Ma perché? Ne parlo con Luca Fraioli.

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