Ma perché?: 203 | Ma perché non sappiamo esattamente chi ha colpito l'ospedale a Gaza?
Radio Deejay 10/19/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript
La guerra tra Israele e Amas aveva, per qualche istante, convinto il mondo che le scelte
non fossero tutte lasciate in mano all'emotività. Forse una manciata di ore, ma insomma il tempo
sufficiente per far rifiatare tutti, quella frase. Il piano potrebbe non essere l'invasione
di Gaza, una frase arrivata dal portavoce militare israeliano Daniel Hecht e che aveva
lasciato intendere tutti che la soluzione sarebbe potuta arrivare da una via diversa
da quella militare. La diplomazia chi lo sa. Una frase pronunciata contestualmente alla
visita eminente del presidente americano Joe Biden in Medio Oriente. Un ulteriore conferma
quindi che l'escalation militare si apprestava forse a non essere più il piano A. Tutto,
almeno per ora, sfumato via quando alle 7 di martedì sera una non meglio definita bomba
ha colpito l'ospedale a Gaza, causando la morte di centinaia di persone. Una tragedia.
A seguito della quale sono partite le accuse reciproche. Amas che incolpa l'esercito israeliano
e israele che incolpa invece il movimento della G.A. d'Islamica. Chi ha colpito davvero?
Scoprirlo non è affatto facile. Ma perché?
Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire dalle
basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?
Sono queste le immagini che segnano per sempre, nella mente di ognuno di noi, l'orrore di un
conflitto. Ed è di fronte a queste immagini che facciamo fatica mettere a fuoco il senso di
tutto. Questo è un momento in cui vorremmo solo lasciarci andare alle motività. È giusto,
siamo esseri umani, anzi direi che è normale. In un mondo dove l'orrore ormai si monetizza
come un prodotto dell'entrattenimento e che ha reso l'umanità immune alle empatia, riusciamo
invece a dimostrarano estessiche di empatia. Ne sappiamo ancora esprimere un po'. E però
essenziale, anzi fondamentale, che su quelle motività non inciampino i leader politici del mondo,
che non sia questo ciò che un giorno ricorderemo come il momento in cui tutto si è sfasciato.
Ogni tentativo di dialogo, di soluzione e di alternativa ad una guerra più estesa.
È dunque fondamentale capire subito cos'è accaduto, che ha lanciato quella bomba. Purtroppo
non è facile trovare una risposta. Ma perché? A rispondere alla domanda di oggi è Greta
Cristini, collaboratrice di Limes e reporter di guerra da Israele. Questa è la risposta che
mi ha mandato. Ciao Marco, allora qui in Israele non si fa che parlare di questa tragedia e come
può immaginare in qualsiasi conflitto anche la guerra per l'informazione, in particolare in questo
caso la corsa ad addossare colpe e responsabilità per catastrofi umanitari è una costante tanto
più quando si tratta di fatti capaci di influenzare e spostare le opinioni pubbliche interne ed
esterne. Finora sappiamo che c'è stata questa esplosione nell'ospedale più antico e cristiano
di Gazza City. Secondo le dichiarazioni dell'ONG americana che gestisce tape l'ospedale, una parte
della struttura era già stata colpita sabato sera da RAID che l'organizzazione dichiara essere
esplicitamente israeliani. Amassa poi subito puntato il dito contro le forze di difesa israeliana che però
hanno risposto a più riprese dicendo che responsabile sarebbe la gadd islamica attraverso il lancio
fallimentare di un razzo che ha colpito l'ospedale. La problematicità della ricostruzione è che subito
dopo l'esplosione, ieri sera è apparsa su Twitter una dichiarazione del portavoce di Netanyahu
naftali che avrebbe scritto che israele aveva appena attaccato una base di amassa all'interno
dell'ospedale di Gazza. È un tweet questo che è stato subito cancellato e naftali pochi ore dopo
si è scusato spiegando di aver erroneamente condiviso quella informazione ripresa da Reuters
in un post che poi appunto ha cancellato perché faceva riferimento all'uso abituale degli ospedali
da parte di amassa per conservare le armi per condurre attività terroristiche quindi il punto
della sua condivisione di questo tweet era quello di mostrare come amassa lanciasse razzi da una
base interna all'ospedale. Dopodiché ovviamente il portavoce militare delle forze di difesa
israeliane ha citato come prove alcuni video che poi si sono rivelati dei falsi o ancora
sta mattina delle foto scattate oggi sulla scena che proverebbero che il crateri causato non ha
l'ampiezza di quello che potrebbe essere causato da un misile israeliano eppure i danni sono ingenti
e secondo alcuni analisti l'ordigno che ha causato questa catastrofe non sarebbe in dotazione delle
forze di amassa. Ne aggiunta le forze di difesa israeliana in questi minuti hanno anche condiviso
una registrazione audio di alcuni miliziani di amassa che dichiarerebbero che la responsabilità è
proprio della jihad islamica con uno dei loro ordigni. Insomma il punto adesso in realtà è come
questo disastro verrà strumentalizzato da una parte e dall'altra per portare avanti le
mire e gli obiettivi dei due fronti. Il leader di amassa ha subito spostato l'attenzione dando la
responsabilità direttamente agli Stati Uniti che coprono l'aggressione israeliana dicendo che
questo rappresenta un punto di svolta. Ora Biden proprio adesso si trova a Tel Aviv e ha preso
subito le parti di Netanyahu dicendo che dalle informazioni il suo possesso non sarebbero
stati gli israeliani ma l'altra parte. Dopodiché anche il leader dell'autorità nazionale palestinese
Abu Mazen ha annunciato che non incontrerà Biden ad Amman in Giordania come era invece
pianificato fino a ieri. Questo ovviamente va a complicare ulteriormente il lavorio della
diplomazia americana che è qui proprio per convincere Israele a ritardare o quanto meno
al limitare l'intensità delle operazioni di terra proprio al fine di permettere a quei milioni
di palestinesi di spostarsi dalla zona nord in cui dovrebbero concentrarsi le operazioni di
Israele verso la zona sud. Insomma si tratta di informazioni ancora non verificate dai media
internazionali in maniera indipendente però anche qui dobbiamo essere chiari la credibilità
stessa di tutta la stampa è messa in dubbio quando c'è in corso un conflitto che divide
geopoliticamente i governi di quegli stessi giornali che quindi spesso vengono accusati
dall'opinione pubblica mondiale di fare propaganda o per l'uno o per l'altro fronte l'unica cosa
che a me pare certo è che adesso e per tutta la durata della guerra di chi sia la vera
responsabilità di questo massacro non c'è dato saperlo grazie a Greta Cristini sarà difficile
veramente arrivare ad una soluzione perché è chiaro che l'emotività come dicevo è inizio
puntata in questo caso sta veramente giocando un ruolo fondamentale è normale che sia così per
carità ma appunto c'è il fatto che la visita di Joe Biden di ieri ad amman dove avrebbe dovuto
incontrare a bumazze nel leader dell'autorità palestinese appunto del governo in cisgiordania
e saltata non è un buon segno ha vinto almeno fino ad oggi l'emotività speriamo che nei prossimi
giorni invece si riesca a entrare più nel merito di ciò che ha caduto a trovare i responsabili di
quell'azione di quella bomba caduta sull'ospedale e speriamo che quella verità non sia così
scomoda appunto da far saltare ogni tavolo per una possibile trattativa per una possibile via
d'uscita diplomatica da questo conflitto io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi
e come sempre vi do appuntamento a domani ciao ma perché è un podcast scritto da me Marco
Maesano riprese e montaggio Giulio Rondolotti musiche originali Matteo Cassi supervisione
tecnica gabriele rosi responsabile di produzione denny stucchi una produzione one podcast vj podcast
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Le immagini dell'ospedale Al-Ahli di Gaza colpito da una bomba sono tra le più traumatiche di questo nuovo conflitto tra Israele e Hamas. Sono questi i momenti in cui tutti noi ci lasciamo andare all'emotività: ed è giusto così. La speranza, però, è che in questa "trappola" non cadano i leader mondiali, dai quali ci aspettiamo una soluzione razionale, che non sia l'escalation militare. Oggi è essenziale chiarire subito chi ha sganciato quella bomba. Scoprirlo, però, non è affatto facile. Ma perché? Ne parlo con Greta Cristini.
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