Ma perché?: 190 | Ma perché la Brexit non convince più i britannici?
Radio Deejay 10/4/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript
la brexit è stata un fallimento a pronunciare questa frase il 16 magio del
2023 quindi sostanzialmente l'altro ieri non è stato un politiche europeo da sempre avverso
all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea o che so un qualche cittadino britannico
arrabbiato con il suo governo no è stato Nigel Farage forse il più grande sosteritore della
brexit stessa l'uomo che ha costruito la narrazione stessa appunto di un paese e il Regno Unito in
difficoltà a causa della sua permanenza nell'Unione europea e quest'ultima invece descritta come
il male assoluto verremo tra volte da Bruxelles queste erano le frasi che Farage pronunciava
nel 2016 anno del famoso referendum in cui vincero il live lasciare appunto l'Unione europea con
il 51,89% bene di quegli oltre 17 milioni di cittadini britannici molti oggi hanno cambiato
l'idea la brexit non convince più ma perché io sono Marco Maisano e ogni giorno a sé macchine
sa più di me provo a ripartire dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo ma
perché? Dunque quattro ministri in sei anni il Regno Unito dobro brexit in quanto a stabilità
politica assomiglia morto all'Italia oggi a governare il conservatore Rishi Sunak il quale a
quanto pare non intende andare lezioni anticipate anche perché al momento secondo diversi sondaggi
il suo partito è in svantaggio rispetto ai laboristi Justin Orlando Frosini che è professore
associato presso il Dipartimento di studi giuristici alla boccone di Milano ha fatto notare
come oggi la Gran Bretagna sia di fatto uno stato più isolato diviso anche socialmente e
territorialmente perché ad esempio gli scozzesi che avevano votato contro l'indipendenza nel 2014
oggi sentono un po presi in giro traditi perché portati a lasciare l'Unione europea contro la
loro stessa volontà ma anche in Irlanda del nord e in Galles i umori sono neri i prezzi
dei prodotti alimentari a causa anche dell'inflazione ma soprattutto delle barriere delle nuove barriere
commerciali post brexit sono aumentati del 25 per cento e gli investimenti invece continuano a
mancare e secondo la società di sondaggi you gov il 62 per cento dei britannici è convinto che
uscire dall'Unione europea sia stato un errore ma perché a rispondere alla domanda di oggi è
alessandra ritzo capo redattore per i servizi digitali di sky news a londra e collaboratrice
della stampa questa è la risposta che mi ha mandato sono passati 7 anni del referendum sulla
brexit e i britannici sono sempre meno convinti dal divorzio dall'Unione europea perché in
anzutto un dato è sotto gli occhi di tutti la brexit non ha funzionato o quanto meno non sta
funzionando nelle promesse della campagna referendaria del 2016 sono state mantenute forse non potevano
esserlo a cominciare dall'immigrazione il tema centrale del referendum l'immigrazione non è
diminuita anzi è aumentata anche se le modalità d'ingresso dei cittadini stradieri sono cambiate
molto e poi c'è il problema economico l'economia fa fatica il paese ha tecnicamente evitato la
recessione ma le previsioni di crescita restano basse l'inflazione sebbene in diminuzione resta
alta e migliaia di cittadini fanno fatica ad arrivare alla fine del mese i sopi di agitazioni
sindacali si susseguano da mesi insomma è un'economia che fa fatica naturalmente non
tutti questi mali possono essere imputati alla brexit ma gli esperti sono concordi nel rilevare
un effetto brexit un impatto specifico per esempio nella capacità di far crescere l'economia o di
attrarre investimenti secondo alcuni estime la brexit è costata al paese circa un 4% di pill
sulla base di questo quadro economico i sondaggi mostrano in effetti un chiaro dipensamento c'è
malcontento nel paese nei giorni scorsi gruppi di cittadini per esempio sono tornati a manifestare
nelle strade di londra per chiedere un rientro nell'unione europea però questa non è una posizione
maggioritaria è per il momento almeno una posizione minoritaria la maggioranza dei cittadini
non chiede una secondo referendum nell'immediato futuro e necessariamente lo chiedono i maggiori
partiti politici non lo chiede il premier risci sunak conservatore brexit era della prima ora
anche se sunak dal suo ingresso ad annus street si è mosso molto bene nel ripristinare un clima di
fiducia e di collaborazione con bruxell ma un secondo referendum non lo chiede nemmeno che
starmer il leader laburista visto da molti come futuro inquilino di down in street futuro premier
starmer ha escluso un rientro della paese nel mercato unico nell'unione doganale e chiede invece
una revisione degli accordi commerciali una maggiore collaborazione con bruxell in vari settori da
quello della sicurezza quello dell'innovazione e ricerca perché dunque questa reticenza non
ostante il malcontento che serpeggia nel paese perché la brexit è stata una ferita molto
profonda ha lacerato il tessuto sociale del paese come direi nessun'altra questione almeno
da una generazione a questa parte andiamo incontro a un anno elettorale che sarà duro e dunque
in questo momento nessuno dei due partiti politici ha alcuni interesse a riaprire una ferita tanto
profonda grazie ad alessandra rizzo dicevo prima il 62 per cento dei britannici appunto
ritiene che uscire dall'unione europea sia stato un errore il punto però è che tornare
indietro è molto complesso perché conservatori ufficialmente non ammetteranno forse mai in
maniera chiara della fesseria appunto di essere usciti da l'unione europea e i laburisti non
sembrano volenterosi a riaprire no quel baso di pandora sanno perfettamente quanto per altro
sarebbe in salita la strada da percorrere all'indietro inoltre il regno unito si dovrebbe
mettere in coda perché la lista di attesa per l'adesione a lui è piuttosto lunga c'è l'ukraina
c'è la moldavia ci sono i paesi balkanici occidentali e poi quali sarebbero le nuove
condizioni di adesione di certo non quelle passate insomma tutto molto complesso io vi
ringrazio per essere rimasti con me anche oggi come sempre vi do appuntamento domani ciao ma
perché è un podcast scritto da me marco maisano riprese e montaggio giuglio rondolotti musiche
originali mattheo cassi supervisione tecnica gabriele rosi responsabile di produzione denny
stucchi una produzione one podcast vacanze internali al caldo ma io voglio sciare su certe cose si
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«La Brexit è stata un fallimento» a pronunciare questa frase, il 16 maggio del 2023, non è stato un politico europeo da sempre avverso all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, o un qualche cittadino britannico arrabbiato con il suo governo. No, è stato Nigel Farage, forse il più gande sostenitore della Brexit stessa. Ma a pensarla così, secondo un recente sondaggio, sarebbe il 62% dei britannici. Ma perché? Ne parlo con Alessandra Rizzo.
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