Ma perché?: 180 | Ma perché Draghi è stato nominato consulente in Europa?
Radio Deejay 9/22/23 - Episode Page - 7m - PDF Transcript
Mario Draghi è considerato da una importante fetta d'italiani, uno dei migliori presidenti
del consiglio che il nostro paese abbia mai avuto. Molto è dato da fatto che Draghi
ha assunto importantissimi ruoli istituzionali e non solo nel tempo. Nel 2022 è stato per
esempio vicepresidente managing director di Goldman Sachs, nel 2005 è stato invece nominato
dal governo Berlusconi, governatore della banca d'Italia e nel 2011 è arrivato a diventare
appunto presidente della banca centrale europea e a gestire in quel ruolo la cosiddetta crisi
del debito sovrano. Quella crisi stava danneggiando molto gravemente le economie di paesi come
la Spagna e l'Italia, una minaccia appunto alla sopravvivenza dell'euro ed è in quel contesto
che Draghi ha pronunciato quella famosa frase che ha calmato poi nel tempo i mercati finanziari.
Sarà fatto tutto il necessario per salvare l'euro e credetemi sarà sufficiente. In
inglese questo momento verrà ricordato con l'espressione whatever it takes, ovvero tutto
il necessario. Bene Draghi poi ha fatto mille altre cose tra cui appunto il premio italiano
dal 2021 al 2022. Dopo le sue dimissioni però di Draghi non si è molto più parlato almeno
fino a qualche giorno fa. Una notizia importante infatti lo ha riguardato e tutti i giornali
hanno appunto ricominciato a parlare di lui. Mario Draghi è stato nominato consulente
sulla competitività dalla Commissione europea. Ma perché? Io sono Marco Maisano e ogni
giorno, assieme a chi ne sa più di me, provo a ripartire dalle basi per rispondere alla
domanda più semplice del mondo. Ma perché? La notizia di Mario Draghi consulente appunto
alla Commissione europea ha incassato le reazioni anche della politica italiana. Il ministro
delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini ha risposto con un no comment facendo
spallucce la richiesta di una sua opinione a riguardo da parte dei giornalisti. Giorgia
Meloni ha invece detto Draghi è uno degli italiani più autorevoli che abbiamo, presumo
che possa avere un occhio di riguardo per la nostra nazione, la considero una buona notizia.
Insomma, reazioni diverse che segnano non qualche modo anche la divisione che sembra
volte correre, no, tra la Presidente del Consiglio e il suo vice Salvini.
Per chiarezza, a Draghi non è stato affidato un vero e proprio incarico ufficiale, diciamo
così, ma una consulenza appunto. Cosa farà esattamente lo sentirete tra poco, così come
il motivo profondo che sta alla base di questa scelta? Mario Draghi è stato chiamato ad
offrire una consulenza alla Commissione Europea sulla competitività del LUE. Ma perché?
A rispondere alla domanda di oggi è Luca Bianco, giornalista di Affinton Post Italia.
Questa è la risposta che mi ha mandato. Ci sono due motivi per cui Super Mario è stato nominato
Consulente della Commissione Europea, un ufficiale e un ufficioso. Sul primo non ci sono dubbi,
Mario Draghi è, come lo ha definito la Fond der Leyen, una delle più grandimenti
economiche d'Europa. Chi meglio di lui vi preoccuparsi di un approfondito studio sul
futuro dell'Unione Europea e magari disegnarne gli assetti futuri. Nello specifico cos'è successo,
è inizio settembre l'ex governatore della BCE ed è esprimere italiano e è tornato a parlare
pubblicamente. L'ho fatto in grande stile con un lungo articolo scritto per uno dei settimanari
economici più prestigiosi sulla scala globale, il britannico di Economist. Nell'articolo Draghi
segnala alcune priorità per il futuro del LUE, dalla riforma dei trattati al ridimensionamento
del potere di vieto degli stati più importanti fino al completamento dell'eurozona, sia a livello
monetario, con l'adesione all'euro di più stati, che fiscale. Una visione che combaccia con le
ambizioni sul futuro LUE dell'attuale Presidente della Commissione UE Fond der Leyen, che infatti,
dopo aver letto l'articolo, sembra che lo abbia telefonato immediatamente. Il ruolo che Draghi
ha accettato è quello di guidare un gruppo di ricerca di altissimo livello con un ruolo di
consulenza per la Commissione incaricato di ridigere un piano per il futuro del LUE. Insomma Draghi
farà un viaggio nei prossimi mesi nelle diverse capitali europee, confrontandosi con i vari capi
di governo, con i ministri dell'economia, delle imprese etc. etc. Ed ecco che arriviamo alla
motivazione ufficiosa. Il ritorno in pista di Super Mario potrebbe diventare anche il primo
atto dell'operazione, con la quale Fond der Leyen vuole farsi confermare Presidente della Commissione
per un secondo mandato, e cioè dopo le elezioni europee che si terranno nel giugno 2024. Il discorso
sullo Stato dell'Unione, che ha tenuto la scorsa settimana da Fond der Leyen, del resto è praticamente
un programma implicito di quello che la leader tedesca vorrebbe realizzare nel suo secondo
mandato. Se i suoi primi cinque anni tra pandemia e guerra sono stati quelli dell'emergenza,
i suoi secondi dovrebbero essere quelli della costruzione di un unione più forte e soprattutto
più sovrana. Il ragionamento di Fond der Leyen, che sognia il bis alla Commissione è molto semplice.
Chi meglio di Mario Draghi uomo dalle straordinarie capacità diplomatiche, dal consenso e dal prestigio
globali per guidare il luogo dove si incontrano i capi di governo dell'Unione europea, cioè il
Consiglio europeo, oggi guidato da Charles Michel, ex Premier Belga, del quale molti
cittadini europei non hanno mai neanche sentito parlare. Con Draghi al Consiglio europeo e Fond
der Leyen ancora alla Commissione, magari con la conferma di un'alleanza tra popolari di centrodestra,
socialdemocratici di centrosinistra, l'europarlamento, la cosiddetta maggioranza ursora, l'Unione europea
potrebbe ambire a cambiare volto dal 2024 in avanti, a partire, ad esempio, dall'adesione dell'Ucraina.
Grazie a Luca Bianco. Dunque, da un lato avete sentito il motivo per cui Draghi è stato chiamato a
fare il consulente e per le sue capacità che avrà a sicuramente, senza dubbio alcuno, e dunque,
come dire, la Commissione europea ha pensato bene di chiamarlo così per farci dare una mano. L'altra
motivazione è di natura un pochino più politica, insomma avete sentito, no, le ambizioni di Ursula
von der Leyen sono quelle, avere accanto un uomo come Draghi di sicuro non può farle, come dire,
male in termini di credibilità. Vedremo poi quale sarà il rapporto alla fine che Draghi
stirerà, appunto, sulla competitività dell'Unione europea e se questo rapporto servirà, come insomma,
immaginiamo e ospichiamo appunto all'Unione europea stessa. Io vi ringrazio per essere
rimasti come anche oggi e come sempre vi do appuntamento domani. Ciao! Ma perché è un podcast
scritto da me, Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti, musici originali Matteo Cassi,
supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi, una produzione One Podcast.
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Mario Draghi rimane per una larga fetta dell'elettorato italiano uno dei nomi più spendibili in Europa e nel mondo. Dopo una lunga carriera tra Goldman Sachs, Banca d'Italia, BCE e Presidenza del Consiglio, l'ex premier ha accumulato esperienza e credibilità che oggi può spendere praticamente ovunque. E infatti a chiamarlo a sé è stata la Commissione europea. Ma perché? Ne parlo con Luca Bianco.
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