Ma perché?: 174 | Ma perché la Cina è in crisi?
Radio Deejay 9/15/23 - Episode Page - 8m - PDF Transcript
C'è chi ama la buona musica, chi corre o chi va in bici.
Ognuno ha le sue passioni, l'importante è metterci sempre cuore, anche a tavola.
Scopri la linea cuore, e da oggi anche le sfoglie, buone, ricche di fibre e fonte di proteine.
Le cose che ci fanno stare bene sono quelle fatte col cuore.
Cuore, mangiar bene e sentirsi in forma.
La Cina per la prima volta, dopo molti anni, sta vivendo un momento di difficoltà.
L'economia si intende quella che tutto il mondo si è abituato a vedere e galoppare
anno dopo anno.
Noi, come dire, a festeggiare i miseri più 0, e loro, cifre doppie o quasi.
Chiaro, una società economicamente non sviluppata come era quella di Pekino fino a qualche decennio
fa cresce più velocemente se ben stimolata.
Ma pur con tutti, se e i ma, non c'è dubbio che la Cina ha vissuto un'epoca d'oro senza
precedenti e ha saputo estirpare all'interno di larghe effette della società la povertà
più nera.
Oggi però, dopo il Covid, il Paese sembra aver cominciato a perdere lo slancio e per
la prima volta, da molti anni, la Cina sembra finita in crisi.
Ma perché?
Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire delle
basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.
Ma perché?
Per anni ci siamo abituati a vedere la Cina come il Paese che produce ciò che ci serve
tutti i giorni, ma a buon mercato, a basso costo, la fabbrica del mondo, no?
E sicuramente in questa visione c'era e c'è del vero, ma oggi la Cina è anche un Paese
che sporta tecnologia e che vive sempre di meno il gap nei confronti, no, per esempio
degli Stati Uniti.
Certo, il divario è ancora importante soprattutto in termini di pil pro capite, ovvero l'indicatore
che generalmente viene utilizzato per misurare il benessere di un singolo cittadino e quindi
i cittadini americani e in generale quelli dei Paesi del G7 sono mediamente più ricchi
di quelli cinesi.
Però siamo già nella fase in cui è necessario dimostrare la superiorità economica di una
parte piuttosto che dell'altra, una cosa che evidentemente non c'era bisogno di fare
in passato.
Eppure oggi la Cina, per la prima volta dopo molti anni di crescita galoppante, sembra
vivere un momento di crisi.
Ma perché?
A rispondere alla domanda di oggi è Gianluca Modolo, corrispondente in Cina per Repubblica.
Questa è la risposta che mi ha mandato.
Ci sono vari fattori alla radice del rallentamento dell'economia cinese, una frenata che nel
Paese non si registrava da decenni.
C'è la ripresa post pandemia, dopo tre anni di dure restrizioni che stenta a decollare
soprattutto sul versante dei consumi.
Ci sono i dati dell'import e dell'export che registrano brutti segni negativi, a causa
della debole domanda globale.
C'è un tasso di disoccupazione giovanile da Record, un ragazzo cinese su 5 oggi non
lavora, dati imbarazzanti tanto che il governo comunista ha deciso di sospenderne la pubblicazione.
C'è infine la crisi del settore immobiliare che per decenni è stato uno dei motori dell'economia
del dragone.
Una crisi che non nasce ora ma che va avanti almeno da tre anni dalle strette del presidente
Xi Jinping su un settore che si stava pericolosamente indebitando per mettere fine alla speculazione
mosse che hanno portato poi però ai vari default.
Dopo un breve rimbalzo, guidato dalla spesa per i servizi all'inizio di quest'anno, è
da aprile che la ripresa economica cinese si è arrenata su diversi fronti.
Le famiglie e le imprese rimangono caute nel contrare prestiti e fare investimenti a causa
della debolezza della fiducia e delle scarse prospettive di reddito.
Che fa il partito?
Non può certo stare a guardare e non lo farà, ha già messo in campo degli stimoli e delle
soluzioni che però secondo alcuni analisti non bastano, mancano misure macroeconomiche
più ampie, il cosiddetto bazzuca, per andare in soccorso dell'economia.
Pechino è sempre stata storicamente riluttante ad interventi a gambatesa, il fatto è che
sono cambiate ora le priorità politiche del leader comunista.
La sicurezza viene prima dello sviluppo, ci insiste su una crescita di alta qualità,
soprattutto verso i settori strategici e nella sfida con gli Stati Uniti, quelli tecnologici
su tutti.
E un cambio brusco di lotta potrebbe far venire il dubbio a qualcuno che le sue politiche
dell'ultimo decennio siano da abbiasimare per l'attuale situazione economica.
C'è un obiettivo del 5% della crescita del PIL da raggiungere però, obiettivo che rischia
di essere mancato.
La crescita della Cina sarà più difficile da raggiungere di quanto Pechino sperava.
Grazie a Gianluca Modolo.
Vedremo quindi cosa farà Cigin Pin quali sono le decisioni che prenderà in futuro.
Sicuramente quella immobiliare e la crisi che il presidente cinese dovrà gestire nel
futuro prossimo e che rischia veramente di rendere ancora più difficile la ripresa
cinese, ma non soltanto quello.
I problemi sono anche altri, ad esempio tutto quanto il tema legato al figlio unico.
Qui avevamo anche dedicato una puntata a ma perché proprio a questo tema è al fatto
che oggi la Cina sta vivendo incredibilmente un inverno demografico dopo che era passata
per decenni a dover affrontare il problema opposto tanto da dover imporre la legge sul
figlio unico.
Oggi però senza più figli manca la forza lavoro e la Cina si ritrova a dover affrontare
una crisi che magari non è quella che vediamo oggi ma che sicuramente comparirà nei prossimi
anni.
Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento
a domani.
Ciao!
Perché è un podcast scritto da me Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio Rondolotti,
musici originali Matteo Cassi, supervisione tecnica Gabriele Rosi, responsabile di produzione
Danny Stucchi, una produzione One Podcast.
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Da sempre o comunque da molto, moltissimo tempo, siamo abituati a vedere la Cina come un paese in forte sviluppo. Una di quelle nazioni che ogni anno registrano una crescita a doppia cifra. Per noi, del resto, che da decenni cresciamo dello 0,...% Pechino ci è sempre sembrata inarrestabile. Eppure, come si sa, nulla è per sempre. La Cina, dopo il covid, sembra essere finita in una crisi profonda. Ma perché? Ne parlo con Gianluca Modolo.
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