Ma perché?: 172 | Ma perché parliamo ancora di Caivano?

Radio Deejay Radio Deejay 9/13/23 - Episode Page - 9m - PDF Transcript

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A luglio scorso due ragazzine di 10 e 12 anni sono state violentate da un gruppo di 5

minorenni e un maggiorenne al Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli.

La notizia la conoscete anche perché ha subito sollevato le proteste di chi ci vive, cioè

a Caivano, e si sente, come dire, danni abbandonate in una condizione di grave, gravissimo disagio

sociale.

All'alba del 5 settembre, di martedì 5 settembre, polizia di stato, carabinieri e guardia di

finanza in un'operazione congiunta hanno fatto eruzione in decine di appartamenti, fermando

svariate persone considerate sospette.

Ma sospette di cosa?

Caivano è un'importantissima piazza di spaccio e lo stupro delle due ragazzine ha, come dire,

riacceso l'attenzione sul luogo di cui ci eravamo dimenticati.

Ma di Caivano eh, bisognava parlarne prima, anche se, probabilmente questa volta, me sentiremo

parlare ancora a lungo.

Ma perché?

Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sapi di me, provo a ripartire dalle

basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo.

Ma perché?

Il ministro dell'interno, Matteo Piantedosi, a seguito dell'operazione, quella di cui

vi parlavo prima, di carabinieri, polizia e guardia di finanza, ha detto, lo stato è

determinato a riaffermare la sicurezza e la legalità su tutto il territorio nazionale

a partire dalle aree da troppo tempo in sofferenza.

La Presidente consiglio, invece, Giorgia Meloni era stata a Caivano proprio il 31 agosto

e aveva promesso misure inmediate.

Il luogo preciso dell'avenuto stupro e che, oggi e anche al centro dell'attenzione per

appunto le questioni di spaccio di cui parlavo prima, è il quartiere del Parco Verde.

Quartiere nato in seguito al terremoto dell'Irpina del 1980, qui appunto confluirono persone

provenienti da una zona vastissima.

Persone senza legami tra loro in un quartiere dove da sempre poi mancano i servizi essenziali.

Oggi, di Caivano, se ne è tornato giustamente a parlare a seguito dello stupro delle due

ragazzine, anche se peraltro non è stato il primo stupro, ma è probabile che si continui

a farlo anche in futuro.

Ma perché?

A rispondere alla domanda di oggi è Nello Trocchia, giornalista e inviato di domani.

Questa è la risposta che mi ha mandato.

A Caivano succede quello che sempre è accaduto al Parco Verde in quei territori, così come

ad Afragola, alle Salicelle, così come nell'area metropolitana napoletana.

Le stesse significano e rappresentano un controllo del territorio, ma anche una ripartizione

di quello che è l'elemento più rimunerativo in quell'area, soprattutto al Parco Verde,

ovvero sia le piazze di spaccio.

Lì non vi sono veri e propri camorristi di rango, vi sono sicuramente soggetti legati

del crimino organizzato, anche rappresentanti di clan, ma che sono collegati a strutture

criminali più di livello.

Mi riferisco ad esempio di cui si è parlato pochissimo, in questi anni del clan Moccia,

molti in un sanno, che il clan Moccia è il clan di Camorra, di cui mi sono occupato

diverse volte, che si contraddistinco per due caratteristiche.

La prima per avere ad Afragola il territorio di competenza e la seconda caratteristica è

quella di essere a Roma da anni e di avere un'eggemonia criminale nella città capitale

del nostro Paese e alcune famiglie criminali che al Parco Verde spacciavano e che controllavano

quelle piazze erano collegate ai Moccia.

Io avevo evidenziato i rapporti attraverso il racconto di un matrimonio, di uno dei capi

clan dei Moccia, che era uscito dal carcere da straggista dopo 25 anni di carcere e aveva

il clan della provincia, i Moccia e quelli del Napoletano, hanno voluto che quello diventasse

dopo la chiusura di fatto delle piazze di spaccio di secondigliano rispetto a vent'anni

fa, una vera e propria chiusura o comunque una rimodulazione, diventasse la grande piazza

di spaccio.

Si parla di Caevano perché il Presidente del Consiglio ha voluto metterci la faccia con

un decreto che ha un elemento di valore, cioè la revisione di alcune norme che, a

mio avviso anche di molti pubblici ministeri e non solo, erano un po' datate.

Il problema qual'è?

È che quando arrivi in quei territori e porti unicamente una fase che è quella repressiva

sacrosanta, mai tolto, mai sottratto, non strumento, se mai da correggere come il reddito

di cittadinanza, rischi di non svuotare quel tipo di esercito di cui si serve la criminalità

organizzata che non è fatta solo di affiliati, ma fatta anche di complici e fatta anche di

costruzione di consenze.

Ecco, la politica è per trovare e ritrovare consenze, costruire aderenza e connessione

in quei territori di portare Stato Social, di portare welfare, di portare servizi, questo

al momento.

Non l'ho ancora portato, basta fare una disamina di quelle che sono state fatti di cronaca passate

e si scoprirà che a Parco Verde e del Parco Verde si è parlato troppe volte senza in realtà

mudare e cambiare nulla.

Grazie a Nello Trocchia, quindi Caivano è un posto dove da molto tempo in realtà comanda

la Camorra, come abbiamo sentito dire da Nello Trocchia, di cui, come dire, non ci siamo

occupati in questi anni, ma non è che la Camorra è arrivata oggi, è arrivata molto

tempo fa.

Lo stupro ha semplicemente riacceso l'attenzione su questo paese e su quartiere come quello

appunto del Parco Verde.

Cos'è che manca Caivano?

Mancano gli investimenti, quelle a lungo termine, mancano una visione, mancano le

scuole, mancano le palestre, mancano i centri di aggregazione.

Sono luoghi anzi questi, non luoghi dove le persone si ritrovano molto spesso a dover

dire sì ad accettare il ricatto economico della Camorra anche perché lo Stato proprio

in queste zone viene costantemente a mancare.

Probabilmente le sentiremo parlare ancora tanto perché è probabile che in questa zona

il governo punti una vera campagna di estirpazione per quanto possibile della criminalità organizzata

ma c'è da aspettarsi che questa in un qualche modo reagisca.

Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento

a domani.

Ciao!

Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maesano?

Riprese e montaggio Giulio Rondolotti, musici originali Matteo Cassi, supervisione tecnica

Gabriele Rosi, responsabile di produzione Denny Stucchi, una produzione One Podcast.

A chi ama mostrare ciò che ama e chi no?

A chi si ritrova anche nel caos?

Tranquilli, l'ordine perfetto non esiste, ma dai chea con poco, trovi quello perfetto

per te e per la tua camera da letto o cameretta.

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A luglio scorso due ragazzine di 10 e 12 anni anni sono state violentate da un gruppo di cinque minorenni e un maggiorenne al parco verde di Caivano, in provincia di Napoli. La notizia ha subito sollevato le proteste di chi lì ci vive e si sente da anni abbandonato in una condizione di grave disagio sociale. All’alba di martedì 5 settembre la Polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza, in un'operazione congiunta hanno fatto irruzione in decine di appartamenti fermando svariate persone considerate sospette. Ma sospette di cosa? Caivano è un’importantissima piazza di spaccio e lo stupro delle due ragazzine ha riacceso l’attenzione su un luogo di cui ci siamo dimenticati. Ma questa volta, a quanto pare, di Caivano sentiremo parlare ancora a lungo. Ma perché? Ne parlo con Nello Trocchia.

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