Ma perché?: 168 | Ma perché il futuro della Wagner è incerto?
Radio Deejay 9/8/23 - Episode Page - 10m - PDF Transcript
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Il 29 agosto si sono svolti funerali di Evgeni Prigogin, ex capo della Wagner, ex amico per
altro di Vladimir Putin. Cosa era successo sempre durante l'efferio, comunque durante
la pausa? Prigogin è morto in un incidente aereo. La celebrazione si è svolta a San Pietroburgo
in forma privata e poche erano le persone presenti quel giorno e soprattutto erano tantissimi gli
assenti tra questi, appunto, Putin stesso. Non è, devo dire, ridondante ricordarlo,
vista l'importanza di quanto è accaduto. Prigogin aveva guidato un golpe, comunque aveva
tentato un golpe. Le sue truppe erano arrivate a circa 200 chilometri da Mosca per poi interrompere
bruscamente l'avanzata. Il presidente bielolusso, Lukashenko, forse ve lo ricorderete, era
intervenuto come mediatore e avrebbe convinto Prigogin a fermarsi.
Quest'ultimo aveva avuto garanzie rispetto alla sua sopravvivenza, ma secondo molti,
tra cui le più alte autorità ucraine e non solo, ha davvero ucciso Prigogin, poi di
fatto sarebbe stato Putin stesso o comunque questo ne avrebbe ordinato l'esecuzione.
Come a dire, con lui gli accordi non si fanno. Oggi però, dopo quanto è accaduto, tutti
si chiedono che fine farà il gruppo Wagner, che fine faranno i soldati che più di altri
si sono contraddistinti in questa guerra. Il loro futuro è più incerto che mai. Ma
perché? Io sono Marco Maesano e ogni giorno, a sé macchine sa più di me, provo a ripartire
dalle basi per rispondere alla domanda più semplice del mondo. Ma perché?
Dunque, la Wagner è giusto ricordarlo, è un gruppo paramilitare e quindi privato,
composto da soldati ma che nulla hanno, come dire, ufficialmente a che fare con le forze
armate russe. Questa distinzione è fondamentale. La compagnia è attiva dal 2014 ed era di
proprietà di Prigogin, dell'ex amico, dell'ex cuocono di Putin come spesso veniva chiamato.
La Wagner ha combattuto in Donbass durante la crisi del 2014, ma anche in Siria, in Libia,
nella Repubblica Centrafricana e in Mali ed è diventata nel tempo importantissima e guardata
da Putin stesso con grande rispetto. Anche perché in Ucraina ha fatto, come dire, la sua parte,
ha conquistato, ad esempio, la città di Bakhmut, diventata appunto simbolo in parte di questo
conflitto. Ma come sapete, Prigogin negli ultimi mesi aveva molto duramente criticato,
se non ha tratti insultato, le più alte autorità politiche e militari della Russia
e, secondo molti, il tentativo di colpo di Stato, che lui ha sempre poi definito più come una
forma di protesta, ha messo fine ad ogni forma di rispetto da parte appunto delle autorità
russe stesse, soprattutto da parte di Putin. Ma il vero momento di svolta per il gruppo Wagner
è datato 29 agosto. Il funerale di Prigogin ha sancito la fine, almeno per ora, di ciò che
la Wagner era ieri e il cui futuro a questo punto è davvero incerto. Ma perché? A rispondere alla
domanda di oggi è Greta Cristini, collaboratrice di Limes e reporter di guerra dall'Ucraina.
Questa era la risposta che mi ha mandato. Ciao Marco, allora sarebbe troppo semplice
rispondere che il futuro della Wagner è incerto per via della morte di Prigogin,
del suo confondatore Utkin e di parte importanti della sua leadership nell'incidente aereo del
23 agosto scorso. Un incidente che poi probabilmente è stato archiestrato dall'intelligence militaria
russa la Gru con il benestale del presidente Russo Putin. Il futuro della Wagner in realtà era
nebulodo già da prima, ovvero dal fallito colpo di Stato di Prigogin di fine giugno. Da quel
momento, infatti, ce lo ricordiamo, il gruppo di mercionari ha iniziato a subire un processo
di scomposizione e progressivo indebollimento. Era stato formamenti sollevato dal suo impegno
nella guerra in Ucraina, quindi una parte era stata assorbita dall'edercito regolare Russo,
una seconda fetta era stata inviata in Bielorussia a supporto dell'edercito di Minsk per addestramento
e affiancamento e una terza componente era stata spostata in Africa. Ecco, è proprio in Africa
che il futuro della Wagner resta ancora immaginabile perché la tradizionale presenza di questa
compagnia la rende ancora necessaria per Mosca. È improbabile, infatti, che se ci pensiamo la
Russia voglia sprecare non solo il capitale umano di questi combattenti, ma anche la rete
di elegami politici, di accordi di cooperazione militare, di rapporti economici, commerciali
che questa compagnia ha coltivato in Africa per conto ufficioso del Kremlin, ma fin dalla
sua fondazione nel 2014. Non dimentichiamoci tra l'altro anche l'immensa fabbrica di trollo
diretta dalla Wagner e necessaria a Mosca per le opere di disinformazione attive anche
in Africa e soprattutto non dimentichiamoci il valore simbolico e di rappresentanza degli
interessi russi in Africa. La Wagner basti pensare opera in oltre 10 paesi africani, a volte
lo ha fatto per il mantenimento dello stato squo, ovvero per la conservazione dei regimi
già in carica, pensiamo in questo caso alla Siria, e a volte per destabilizzare gli stessi
pensiamo alla Libia, sempre in opposizione all'Occidente. Il noto che però il crimino
deve sciogliere in questo periodo attiene la necessità di portare la Wagner sotto un
controllo più diretto dello stato russo. Dall'ammutinamento di fine giugno, Putin
sembra aver compreso l'errore compiuto in Ucraina, ovvero aver concesso un'autoromia
eccessiva a un gruppo militare comunque privato operante con la propria leadership in parallelo
all'edercito regolare e spesso in competizione per rifornimenti e missioni. Quindi al delà
del fatto che secondo alcuni la Wagner potrebbe anche cambiare nome oppure tornare a chiamarsi
come suo inizio, ovvero Reddut, nella pratica è molto plausibile che finisca sotto il controllo
più stretto del ministero della difesa russo e quindi, benché continuerà verosimilmente
ad operare come uno strumento non governativo degli interessi di mosca in Africa, lo farà
in maniera più etero diretta da Cremlino. Infine, un ulteriori potesi è che in Africa
in realtà si prediliga anche una frammentazione degli agenti operanti in alcuni di questi
teatri, ovvero che la Wagner proceda a un passaggio di consegne ad altre compagne
private, ad esempio quella di Gatsprom di recente nascita o del gruppo Patriot che tra
l'altro è in manazione diretta proprio del ministro della difesa russo Shoigu e che
già opera in Africa, il che ovviamente permetterebbe il mantenimento di una lunga Manus del Cremlino
ma attraverso l'impiego di attori sempre più piccoli, più deboli e quindi più noqui.
Grazie a Greta Cristini. Staremo quindi a vedere cosa accadrà al gruppo Wagner perché
come dire questi soldati probabilmente saranno costretti, come abbiamo anche sentito dire,
aggiurare fedeltà alla Russia e quindi, come dire, a farsi integrare ufficialmente all'interno
dell'esercito russo stesso. Vedremo se poi avranno voglia di farlo perché non è affatto
scontato le divisioni, ci sono e sono forti, ecco, da parte dei soldati della Wagner più
volte sono emerzi appunto anche lì, grandi critiche nei confronti della gestione dei soldati
appunto delle truppe russe in Ucraina e grandi critiche appunto alle autorità militari di Mosca,
quindi vedremo se effettivamente poi questa integrazione ci sarà e vedremo se Putin in
caso potrà fare a meno di loro e continuare a combattere quindi la guerra in Ucraina senza
il loro aiuto. Io vi ringrazio per essere rimasti con me anche oggi e come sempre vi do appuntamento
a domani. Ciao! Ma perché è un podcast scritto da me, Marco Maisano, riprese e montaggio Giulio
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Il 29 agosto si sono svolti i funerali di Yevgeny Prigozhin, ex capo della Wagner ed ex amico intimo di Vladimir Putin. La sua morte è ancora avvolta nel mistero. L'incidente aereo ha, infatti, tutta l'aria di essere stato programmato e dunque la morte dell'oligarca sembra essere stata una vera e propria esecuzione. Al di là di come siano andate le cose, un fatto è certo: oggi il futuro del gruppo Wagner è più incerto che mai. Ma perché? Ne parlo con Greta Cristini.
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